lunedì 25 giugno 2007

da Mariella
Sono felice quando incontro e passo una bella serata con persone che scrivono in questo blog e che condividono con me i loro pensieri e riflessioni.
Sempre e comunque si ritorna a parlare della nostra esperienza, (e come potrebbe essere altrimenti?) del nostro cercare qualcosa che fosse/sia al di sopra delle cose razionali e naturali; sappiamo che l’uomo ha sempre coltivato dentro di sé il desiderio dell’immortalità. Essendosi però reso conto molto presto che la vita su questa terra è irrimediabilmente a termine entro un centinaio di anni, l’uomo ha ben pensato a un luogo dove avrebbe potuto continuare a vivere; non potendo dimostrare l’esistenza di questo luogo, ha introdotto il concetto di “fede” e anima, cioè qualcosa di sé che sopravviva al corpo fisico, che inevitabilmente si deteriora fino a scomporsi in materia organica dopo la morte. Quindi credere in qualcosa che sia al di sopra delle cose naturali e razionali: credere nel concetto astratto.
Non so bene se tutto ciò nasca dalla disperazione di non poter DECIDERE e GUIDARE la propria vita su questo pianeta, o dalla necessità di credere in un mondo superiore dove rifugiarsi nei momenti di sconforto della vita. Tutto ciò però mi sembra strettamente connesso con la domanda – vecchia come il mondo – da dove veniamo?
Nessuno è mai tornato dopo la morte a raccontarci come stanno le cose (ammesso, ma non concesso che ci sia un seguito) nemmeno Gesù Cristo. Risorto, anche nel corpo si dice, dopo la sua morte non ha più comunicato con i suoi discepoli. Eppure Gesù Cristo è stato l’Essere più imponente di questo pianeta: un uomo in grado di ri-scrivere la storia dell’intero globo dalla sua nascita in poi, è certamente un fatto che ha delle fondamenta reali. Però dopo la sua morte, nessuno ha più potuto dire (e se lo ha detto non era verificabile) di aver ricevuto da lui comunicazioni o segni rivelatori di altre verità.
Il mistero di cosa ci sia dopo la dipartita, per ciò che mi riguarda, è rimasto invariato nei secoli: o si ha la fede – per qualsiasi religione o disciplina – o si rimane “nel limbo” perché niente è dimostrabile.
Neanche l’apertura dei centri superiori dimostra nulla, tanto meno l’immortalità.
E allora perché cerchiamo? Solo perché siamo insoddisfatti? No non può essere così banale… E cosa sono per voi i “miracoli” ? È una domanda che rivolgo a me stessa e a chi ha voglia di dialogare un po’ sul blog
Ciao

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