sabato 30 giugno 2007

Festa a Como!!! (Party in Como, Italy)

Stiamo organizzando una festa a Como per sabato 28 luglio.

Parteciperanno vecchi e nuovi amici italiani e non solo. Se vuoi partecipare, scrivi al moderatore di questo blog (walt-whitman@libero.it) che ha tutte le informazioni al riguardo. Possiamo anche aiutare per il soggiorno nel weekend. Vi aspettiamo!!!!
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We are organizing a party in Como for Saturday, July 28th.
Old and new friends are invited, from Italy and from abroad. If you wish to join us, send an e-mail to the blog's moderator (walt-whitman@libero.it) who will provide you with more details.
We can also help with the accomodation for the weekend. We are waiting for you!!!

venerdì 29 giugno 2007

Da Andrea:
Ciao a tutti. Sono contento che ci siano delle voci nuove.
Pensavo a quello che e' stato detto in alcuni degli ultimi commenti.
La cosa più interessante nell'uscire dalla scuola, per me, è stato il poter lasciar andare un enorme bagaglio di idee e concetti che avevo accumulato nel tempo. Alcune cose mie, ed altre assorbite involontariamente nella scuola. Avendo messo in discussione la mia relazione col maestro (anche solo questa definizione mi da' fastidio al momento!) e la scuola, e di conseguenza anche me stesso e la mia idea di lavoro, posso dire che quello che veramente so è ben poco. Di questo sono molto contento. Non ho bisogno di sapere quale suddivisione del mio essere sia in funzione per 'essere'. Non ho bisogno di giudicare ogni singola azione in 'alto o basso', sonno o veglia, emozionale o istintivo. E' un po' duro accettarlo dopo tanti anni di 'lavoro' con queste idee; ma sono solamente questo, idee da usare e da lasciar andare (ad un certo punto). Il continuare a dividerci in parti, ad 'osservare', a giudicarci in quanto addormentati e per questo 'fare' sforzi per raggiungere uno stato diverso, non porta armonia. L'armonia è raggiunta quando non ci sono divisioni o giudizi. Quando siamo semplicemente quello che siamo nel momento. Accettare il momento per quello che è. Non respingere niente di quello che ci accade. Non è forse, alla fine, un respingente il dover analizzare e vivisezionare ogni singola azione o pensiero. E chi è che lo fa?
E' possibile essere, senza sforzi incredibili? Forse l'unico sforzo è di osservare da dove vengono e perchè siamo così attacccati a certi concetti. Ho visto, per me stesso, l'essere così attaccato a certe idee derivava da una terribile paura di affrontare la vita senza avere strumenti ben precisi per combatterla (come fosse una cosa da conquistare!).
Cose come il ricordo di sè, l'auto osservazione, la meditazione, il respiro, insomma qualsiasi tecnica pensassi mi sarebbe stata d'aiuto per essere più presente.
Ma non è proprio questo modo di pensare la barriera stessa all'essere, semplicemente, dove già siamo?
Il fatto che la presenza sia altrove da dove siamo, in un luogo che dobbiamo sforzarci di raggiungere diventa un ostacolo in sè, la mente si divide tra alto e basso, crea conflitto e trova così anche una ragione d'essere.
Sto parlando troppo. Un abbraccio a tutti. Perdonate il mio italiano, come anche la dolce Floria, ci siamo imbarbariti tra le colline californiane!

da Gabriella F.
Mi scuso se riprendo spazio nel blog così presto, ma il post di Moreno mi ha stimolato tanto ... Grazie, Moreno. Da musicista quale sei, sei anche un poeta, si sa che funziona così; le arti si assomigliano.
Se c'è una cosa meravigliosa che ci resta - a tutti noi che abbiamo amato la Scuola e l'insegnamento com'erano e che abbiamo fatto sinceramente quello che potevamo - siamo proprio noi.
Certo che anche la musica medio-orientale è musica, certo che lo è. Basta starla a sentire.
Un forte abbraccio a tutti,
Gabriella

P.S. Invito a guardare il nuovo sito di "marketing" della Fellowship (http://www.apollo.org/) per vedere quanto sia vero quello che dice Moreno (l'unica legge che vige è "avere fede"). La scuola che ho amato, non c'è più.

Da Moreno:
"Senza Arte nè Parte - ciò che vorremmo dire ma che non diciamo"...
solo qualche nota...premetto che sono un corrente membro della FoF ed in regola con i teaching payment.
Frate uscente del Centro di Venezia. Nella scuola dal '88 (con peripezie varie).
Andato ad "ora" Isis quasi annualmente.
La macchina per il brainwashes calza a pennello con la testata di questo post.
Innanzitutto, un ringraziamento sincero per coloro che sinceramente scrivono sul blog, cosa che, questa, durante gli incontri è praticamente quasi impossibile (dominio femminile).
Se iniziamo sinceramente a porre domande (durante gli incontri) nei modi e nelle forme d'uso, veniamo sistematicamente deviati dal centro di gravità della domanda per la - com'è d'uso or ora in Italia riguardo la 626, legge sulla sicurezza - non conformità... e stiamo parlando di incontri a domande.
A parte ciò, e credo di far capo a molti di noi, ci ritroviamo ad aver in qualche modo abbandonato il vecchio sistema per aderire al nuovo insegnamento (che dopo due anni di sforzi ha portato solo confusione) ed è tutto dire.
Nel marasma più totale dove l'unica legge che vige è: avere fede;
- ti ritrovi ad aver a che fare con la meccanicità quotidiana dove, almeno per me devi cercare di avere un quadro quanto ampio possibile delle meccanicità in gioco e poco a poco cercare di utilizzarle/trasformandole in presenza. Da musicista quale sono, studiando nuovi brani, mi è impossibile non dividerli in "aree" e studiarle una ad una tenendo conto comunque della "armonia e melodia finale che, tradotto nei termini dell'odierno insegnamento significherebbe - fare una sequenza".
Mi rifaccio al " Conosci te stesso", il distinguo tra la presenza ed il sonno è; o sei presente o sei il sè inferiore.
Mi chiedo, nella musica, quale sia la differenza tra "armonia" e "disarmonia" dato che più o meno la musica medio-orientale - araba, a tutti noi suona un pò stonata... è forse non musica?!?
Le suono entrambe e vi assicuro che sono nuovi mondi cui tutto il nostro essere può vibrare, goderne e far vibrare.
Vi abbraccio,
Moreno

giovedì 28 giugno 2007

da Gabriella F.
Trovo molto interessante l'idea proposta da Edson che "Già essere consapevoli di avere una vita da vivere e cercare di goderne al massimo delle nostre capacità mi sembra una bella impresa, degna di un grande esploratore".
Mi fa pensare a Michel de Montaigne che diceva "Il mio mestiere, la mia arte è VIVERE". Un pensiero questo (come quelli che ho riportato in fondo al messaggio) che mi accompagna da sempre, sai come quelle vecchie amicizie che non si perdono mai. Un pensiero che, sotto sotto, ho percepito spesso essere in contrasto con una parte dell’insegnamento di Robert, e forse anche della Quarta Via. Mi riferisco all’idea di immortalità, di corpo astrale: se devo essere sincera, non ho mai creduto nell'immortalità; non ho mai creduto nella possibilità di creare un corpo astrale, ma soprattutto, non me ne è mai fregato niente. Non è mai stata la terza forza per lavorare su me stessa.
Mi rendo conto che il mio scopo era ed è quello di vivere in modo più consapevole e degno, di essere presente alla mia vita, di esserne testimone attivo; oltre che di imparare a conoscere me stessa. Aggiungerei, imparare ad accettare quello che c’è.
A quattro mesi dall’aver lasciato la FOF realizzo che, soprattutto nell’ultimo periodo, il lavoro nella Fellowship si era trasformato in una battaglia: battaglia con il sè inferiore, battaglia con il re di fiori, battaglia con la regina di cuori, battaglia con gli Io non connessi alla presenza, battaglia ... battaglia ... battaglia, battaglia senza fine. In che direzione? Non sento più questa necessità e non sento più che sia la cosa giusta.
Adesso sento il desiderio di esserci come una gioia e un bisogno naturale. È più lasciar andare che battagliare; più accettazione che desiderio di qualcos’altro. Non voglio desiderare nulla di più di quello che c’è e di quello che sono. Per quanto poco straordinario possa essere, è tutto quello che ho. E quando siamo più presenti, non c’è desiderio, né divisione tra bene e male. È risveglio relativo? Mah! Può darsi.
E poi, associandomi a cuore aperto a Mariella: “l’armonia a me calza a pennello!”
Scusate se mi permetto una citazione, ma mi sembrano appropriate le parole di un grande saggio quale Michel de Montaigne:
Avete saputo meditare e regolare la vostra vita? Avete compiuto l’impresa più grande di tutte.
Comporre i nostri costumi è il nostro compito, non comporre dei libri, e conquistare non battaglie e province, ma l’ordine e la tranquillità della nostra vita. Il nostro grande e glorioso capolavoro è vivere come si deve.
... Non c’è nulla di così bello e di così legittimo come far bene e dovutamente l’uomo, né scienza tanto ardua quanto quella di saper vivere bene e con naturalezza questa vita; e la più bestiale delle nostre malattie è disprezzare il nostro essere ...
... È una perfezione assoluta, e quasi divina, saper godere lealmente del proprio essere.”
M. de Montaigne

Gioia a tutti,
Gabriella

mercoledì 27 giugno 2007

da Mariella
Caro Edson, prima di tutto un caro saluto a te, ad Ana Paula e ai bambini. Interessante ciò che scrivi; la figura dell´"esploratore" è calzante e intelligente, riferita alla gente -come noi - che non si accontenta delle funzioni ma cerca la Coscienza.
Sono anch'io giunta alla consapevolezza che quantunque non ci sia certezza alcuna, la cosa pratica e veramente in nostro possesso, è provare ad educarci alla gestione di se stessi nella maniera corretta, cioè non castrando e sopprimendo tutte le richieste che vengono dalle "funzioni" ma cercando di equilibrare il discorso tra se stessi, le necessità di vita quotidiana, e qualcosa che ci porti al di sopra delle funzioni.
Quel qualcosa è poi l'energia vitale vera, che non è la speranza di diventare uomo numero 5, 6, 7 e 8, ma è la speranza di vivere meglio, cioè affrontare la vita con più leggerezza. La mia verifica è comunque che senza crogiolarsi nella negatività e nell´autocommiserazione si sta un gran meglio. Almeno questa - fino ad oggi - è stata la mia esperienza.
Non so voi amici, ma l'armonia a me calza a pennello !
Un abbraccio a tutti

martedì 26 giugno 2007

da Edson
Ciao a tutti,
Saluto e ringrazio Mariella per l'opportunità che offre per questa ed altre riflessioni.
Recentemente dopo essere uscito dalla scuola ho avuto l'opportunità di fare il mio periodico check up psicologico e naturalmente sono riapparse tutte le domande esistenziali che credo molti di noi condividano sul "da dove veniamo" cosa facciamo e dove andiamo".
Naturalmente quando abbandoniamo una strada che comprende molte risposte rimaniamo un poco smarriti dato che molti di questi interrogativi tornano a tormentarci.
Non mi sono dato delle risposte particolarmente esaurienti, o meglio , obbiettivamente non credo esistano dati che comprovino una o l'altra teoria sul dove si va e come, e devo ammettere che in alcuni momenti l'idea che a un certo punto si spenga semplicemente la luce e "puff" tutto finito mi si presenta con tutto il suo carico di angoscia.
D'altro canto una certa sensazione che qualcosa di più grande esista e che tutte queste possibilità di espressione sommate a tutte le potenzialità umane che vengono sempre più scoperte e rivelate, mi fanno credere che uno o più piani di energia sottile non legata alla materia come noi la conosciamo possano veramente fare parte della nostra reale essenza.
Da qui non vorrei fare nessun tipo di speculazione, grazie ad una delle lezioni più utili che ho avuto anche dalla scuola, credo che qualsiasi sia il destino di ogni essere umano, dal paradiso al "puff", lo scopo di vivere con presenza la nostra vita non può che essere la scelta più sensata e utile che mi venga in mente ora, dato che non toglie nulla, ma al massimo aggiunge qualità.
Già essere consapevoli di avere una vita da vivere e cercare di goderne al massimo delle nostre capacità mi sembra una bella impresa, degna di un grande esploratore.
Un abbraccio a tutti.

lunedì 25 giugno 2007

da Mariella
Sono felice quando incontro e passo una bella serata con persone che scrivono in questo blog e che condividono con me i loro pensieri e riflessioni.
Sempre e comunque si ritorna a parlare della nostra esperienza, (e come potrebbe essere altrimenti?) del nostro cercare qualcosa che fosse/sia al di sopra delle cose razionali e naturali; sappiamo che l’uomo ha sempre coltivato dentro di sé il desiderio dell’immortalità. Essendosi però reso conto molto presto che la vita su questa terra è irrimediabilmente a termine entro un centinaio di anni, l’uomo ha ben pensato a un luogo dove avrebbe potuto continuare a vivere; non potendo dimostrare l’esistenza di questo luogo, ha introdotto il concetto di “fede” e anima, cioè qualcosa di sé che sopravviva al corpo fisico, che inevitabilmente si deteriora fino a scomporsi in materia organica dopo la morte. Quindi credere in qualcosa che sia al di sopra delle cose naturali e razionali: credere nel concetto astratto.
Non so bene se tutto ciò nasca dalla disperazione di non poter DECIDERE e GUIDARE la propria vita su questo pianeta, o dalla necessità di credere in un mondo superiore dove rifugiarsi nei momenti di sconforto della vita. Tutto ciò però mi sembra strettamente connesso con la domanda – vecchia come il mondo – da dove veniamo?
Nessuno è mai tornato dopo la morte a raccontarci come stanno le cose (ammesso, ma non concesso che ci sia un seguito) nemmeno Gesù Cristo. Risorto, anche nel corpo si dice, dopo la sua morte non ha più comunicato con i suoi discepoli. Eppure Gesù Cristo è stato l’Essere più imponente di questo pianeta: un uomo in grado di ri-scrivere la storia dell’intero globo dalla sua nascita in poi, è certamente un fatto che ha delle fondamenta reali. Però dopo la sua morte, nessuno ha più potuto dire (e se lo ha detto non era verificabile) di aver ricevuto da lui comunicazioni o segni rivelatori di altre verità.
Il mistero di cosa ci sia dopo la dipartita, per ciò che mi riguarda, è rimasto invariato nei secoli: o si ha la fede – per qualsiasi religione o disciplina – o si rimane “nel limbo” perché niente è dimostrabile.
Neanche l’apertura dei centri superiori dimostra nulla, tanto meno l’immortalità.
E allora perché cerchiamo? Solo perché siamo insoddisfatti? No non può essere così banale… E cosa sono per voi i “miracoli” ? È una domanda che rivolgo a me stessa e a chi ha voglia di dialogare un po’ sul blog
Ciao

mercoledì 20 giugno 2007

da No More Brainwash
troppo forte...ne vorrei acquistare uno...tanto per vedere se la sequenza funziona veramente, ti prego traducilo in inglese e mettilo sul blog internazionale!!!

da Traveler
Re: BrainwasherGuys, you need to translate this and put it on the English blog for those of us who don't speak Italian so well. It's hilarious!

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Basta errori con gli esercizi di parola, gesticolare e ridere, atteggiamenti non in linea, pensieri creativi!
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Cancella con un click tutti gli Io non correlati al promuovere la sequenza
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Imposta la ripetizione automatica della sequenza il numero di volte che vuoi
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Visualizza all’istante e interpreta:
- i numeri da 1 a 10.000!
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martedì 19 giugno 2007

Da Michele:
Colgo il tuo invito, Mariella, e cerco di focalizzare, per quanto mi riguarda, sul perchè “sono rimasto così tanti anni legato alla FOF all'ombra di un'illusione”.
Quando ho trovato la scuola, nel 1990, non avevo un’idea di che cosa, una scuola, fosse. Stavo cercando un luogo dove poter esercitare il ricordo di sè, dove poter esercitare e rafforzare la capacità di essere presente. Che nella scuola che avevo trovato ci fosse un maestro, sulle prime non lo avevo neanche capito. Quindi apprezzai la sua presenza come una fortuna nella fortuna.
A quel tempo Robert sembrava occuparsi poco direttamente della scuola, che funzionava secondo i principi della quarta via e sembrava essere affidata agli studenti, organizzati in una gerarchia al cui vertice c’era comunque Robert. La vita della scuola consisteva soprattutto di incontri ed eventi (come le cene formali) in cui i contenuti provenivano essenzialmente dalla tradizione della quarta via. Il materiale fornito dai 44 esseri consci offriva molta ispirazione.
Da anni Robert non visitava i centri. C’erano i “maestri viaggianti”. L’insegnamento di Robert arrivava soprattutto attraverso le daily card, spesso molto poetiche e fortemente incentrate sul lavoro. Direi che questo è stato il punto che mi ha convinto di Robert: anche senza necessariamente credere a tutto quello che lui diceva, potevo sperimentare il lavoro e fare le mie verifiche. Dalle sue parole, facendo il mio lavoro, mi sembrava chiaro che lui era il primo a particarlo, che lo faceva molto più di me e, alla testa degli altri, creava un solco per tutti. Per questo era giusto che fosse il mio maestro.
Accanto a questo Robert asseriva di essere un uomo n. 7, e poi addirittura un uomo n. 8. Questa affermazione mi apparve fin da subito inverificabile. Mi sembrava anche strano che fosse lui ad affermare esplicitamente questo, anzichè dimostrarlo semplicemente con il suo essere. Poi accettai l’idea che questi miei io venissero dal dominio femminile, e che invece Robert non considerasse internamente e avesse riconosciuto necessario manifestarsi esplicitamente così.
Un altro grande tema che faceva parte dell’insegnamento era l’attiva presenza nella nostra vita della cosiddetta influenza C. Se ne parlava in maniera diversa da come se ne parla nei libri di Gurdjieff e Ouspensky: innanzittutto vi erano 44 esseri consci che avevano raggiunto il risveglio e cristallizzato il corpo astrale superando la morte fisica, che ci aiutavano direttamente. Era una rappresentazione disneyana, francamente poco credibile. Robert addirittura, per fare colpo, affermava improvvisamente che quegli esseri invisibili erano nella stanza in cui si svolgeva l’incontro. Proprio come fanno i medium nelle sedute spiritiche.
Robert affermava che questi esseri invisibili comunicavano con lui. In particolare gli comunicarono le date in cui sarebbero avvenuti il crollo mondiale della borsa, la distruzione per terremoto della California (1998) e la fine del mondo per guerra all’idrogeno (2006).
Una ad una, queste predizioni non sono avvenute.
Quindi Robert affermava, con autorità e sicurezza, cose non vere. Molte di queste cose, erano importanti per noi. Se non era vero ciò che gli comunicava l’influenza C, perchè avrebbero dovuto essere vere tutte le altre cose che ci diceva?
Una sera, servivo in una cena formale condotta da Robert. Nella casa di insegnamento di Milano, ci sono delle manopole per regolare l’intensità luminosa dei lampadari. Quando ruoti la manopola, la luce per un attimo tremola tutta. Durante la cena, dunque, aumentai un po’ la luce del lampadario, che mi sembrava troppo bassa, e la luce tremolò. Robert fece una pausa nel suo discorso, quindi disse che quel tremolare di luce era la conferma da parte dell’influenza C di ciò che Robert stesso aveva appena affermato. Io sapevo che non era così. Il tremolare della luce era stato prodotto da me, Robert aveva colto l’occasione del verificarsi di un qualunque evento casuale per far credere che nientepopodimenoche gli Dei stavano approvando la verità che usciva dalla sua bocca.

Ritornai in Italia da Apollo, dopo esservi rimasto due anni, alla fine del 1998, ossia dopo il mancato crollo della California. Ero stupito nel vedere quanti pochi studenti lasciassero la scuola. Una parte di me approvava le persone che lasciavano. Tuttavia io non lasciai, perchè non era venuto il momento. La scuola mi piaceva, la trovavo utile, mi piacevano gli studenti, anche se una parte dell’incantesimo era rotto: sapevo che Robert mentiva. Cercai di trarre ugualmente profitto, ma sotto sotto cresceva la consapevolezza che non si può andare lontano con un maestro in cui non si ha fiducia.
Un fattore che ha contribuito al mio rimanere a lungo nella scuola è l’imitazione degli altri, che è una forza quasi primordiale, innata. Vedere che i tuoi amici accettano tranquillamente che – per esempio - le profezie non si sono avverate, fa si che anche tu accetti.
Posso dunque vedere che questo processo che mi ha infine portato fuori è durato una decina di anni, durante i quali sono maturate delle contraddizioni che alla fine sono esplose. A porre termine alla mia ottava nella scuola sono state comunque fondamentali la rigidità, la pesantezza, la noia, la religione che sono intervenute nell’insegnamento.

lunedì 18 giugno 2007

Da Mariella:
Ho letto di nuovo con molto piacere e con attenzione tutti gli interventi di questo blog da quando è nato. Come tutti voi ho le mie emozioni, e alcune di queste le ritrovo specchiate negli interventi qui di molti amici; e so che anche voi in alcuni interventi vi trovate riflessi, infatti è ciò che questo blog, così come quello in lingua inglese, mette a disposizione: il piacere di esprimersi liberamente, di confrontarsi, di sfogo, di trovare anche conforto e qualche pacata e lenitiva carezza emotiva. C´è un aspetto connesso con l'aver lasciato alfine la FOF, che vi descrivo qui di seguito, e per il quale mi piacerebbe leggere le vostre opinioni in merito. Pensavo tempo fa: " Come è successo che sono rimasta così tanti anni legata alla FOF all´ombra di un´illusione? "E perché negli ultimi 5 anni sono rimasta nella FOF, nonostante non avessi più dentro di me la convinzione che stessi facendo la cosa giusta? Posso analizzare i primi due aspetti a cui penso, per esempio ci sono situazioni ad Isis dove a volte gli studenti che vogliono tornare "liberi" si trovano in condizioni di "dipendenza" sia territoriale (hanno una proprietà da vendere e a volte non è facile) sia lavorativa (svolgono magari lavori che non hanno nel mercato lavorativo all´esterno della FOF un riscontro immediato), e questi sono casi certamente problematici, dire "ricomincio da capo" magari tornando nel Paese di origine, non è una cosa certamente facile; tenendo altresì conto che ogni cambiamento di vita radicale o quasi, comporta uno stress emotivo per nulla trascurabile. Dire "basta è ora di cambiare", in questi casi è difficile, anche se però, si può provare. Ci sono invece situazioni - la maggior parte probabilmente - come la mia, che per andarsene dalla FOF non si ha che da dire "Basta", per tornare liberi da condizionamenti, task, pagamenti, esercizi comportamentali, diatribe e lotte interiori.
Eppure, in tanti come me sono rimasti all´ombra di un´illusione per anni, rimandando il momento del distacco, quasi incapaci di riprendere in mano la propria vita. Perché? Una possibile causa, o motivazione, per me è abbastanza chiaro essere stata la perdita parziale e temporanea della propria autostima. Nel senso che si era innescato uno strano meccanismo di pensiero per il quale se si perdeva la FOF con i suoi dogma ed insegnamenti, si sarebbe persa una certa capacità di analisi della vita senza la capacità di affrontarla da soli. La decisione di lasciare la scuola, sono certa che per me è coincisa con un "colpo di reni" dell'autostima. Anche da sola ce la posso fare, e nessuno può togliermi niente che io non acconsenta a dare. Una sorta di uscire dalla depressione, perché anche l'aspetto umorale nella scuola è tenuto "sotto controllo" attraverso l´insegnamento del Maestro, ed è stato deleterio per molti studenti.
Ho riletto - come dicevo prima - alcuni interventi e si parlava di lavaggio del cervello o condizionamento psicologico: niente di più facile. Ci stupiamo che ci siano al mondo persone disposte a saltare in aria perché gli è stato detto che così facendo avrebbero conquistato il paradiso, e ne abbiamo purtroppo la prova dalla cronaca quotidiana; ci sono vittime di sequestri che per un periodo si ritrovano ad essere dipendenti psicologicamente dal proprio carnefice fino a difenderlo, e in alcuni casi anche a provare un'attrazione emotiva. Difficile quindi capire quello che nella mente si scatena ad un certo punto per cui non c'è più niente che ti frena, che ti blocca, e ti spinge verso l'uscita. Potremmo chiamarlo forse coraggio, quello che a volte ci manca anche solo per affrontare la giornata, ognuno con il suo carico di dolori, responsabilità e difficoltà; ma c'è anche un aspetto che per fortuna esiste nel quotidiano, ed è il piacere per le cose semplici e le gioie che comunque ci arrivano dal circostante, come può essere vedere gli amici senza condizionamenti di comportamento, tornando ad essere liberi nella propria essenza, sempre nel limite del rispetto reciproco, come è del resto fra persone nella vita che hanno semplice buon senso ed equilibrio. Il coraggio quindi di tornare ad essere normali, uniti nella sofferenza e anche nella gioia. E forse potrei anche definirla la fortuna di avere compreso che la strada che avevamo intrapreso è deviata verso una strada sterrata senza meta reale; perché anche nella ricerca del miracoloso esiste una meta reale, ed è quella della consapevolezza di sé, una strada che passa però attraverso la verifica del proprio lavoro, dei propri punti di vista, non certo di quelli confezionati - come diceva Gabriella - a cui dovevamo credere e celebrare come verità inconfutabili. Ma ci si può fermare, e cambiare strada, senza necessariamente pensare di andare in un´altra scuola o seguire un'altra corrente di pensiero. Voglio ringraziare Laura per il pensiero, e per il suo intervento, ti scriverò.
A tutti voi un abbraccio con affetto

domenica 17 giugno 2007

da Laura
Cari amici, negli ultimi giorni ho frequentato parecchio il blog in inglese. Per me è molto emozionante perché, avendo vissuto diversi anni nell´allora Renaissance (ricordo la festa che celebrò il cambiamento del nome in Apollo, io ero molto vicina a lasciare la scuola), vi ritrovo molti vecchi amici che non avrei immaginato di poter rincontrare. è bellissimo sentire quanto ancora siamo nel cuore gli uni degli altri, in essenza.
Il motivo che mi spinge a scrivere è lo stupore di fronte ai cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nella scuola. I nuovi assurdi e incomprensibili insegnamenti, la forma degli incontri, gli esercizi disumanizzanti, i continui pagamenti... non si sa se ridere o se piangere. C´è stata una forte accentuazione di tutti gli aspetti peggiori, e dall'esterno non è facile capire se ciò sia avvenuto in modo graduale e impercettibile, o se a un certo momento ci sia stata una decisa svolta verso il basso. Comunque, se interpreto bene i segni, apparentemente si tratta di un´ottava discendente vicina a compimento. Ricordiamoci che la vita è cambiamento, e quando i tempi sono maturi le illusioni svaniscono e i castelli crollano. Il re è nudo, e tutti abbiamo occhi per vedere.
La cosa bella è che nel momento in cui abbandoniamo una forma rigida e castrante e abbracciamo la libertà, guadagniamo accesso a nuova energia e possibilità di rigenerazione, là dove c´erano ristagno e corruzione.
I blog sono il sintomo di un grande desiderio di capire, condividere, discutere. Pensare senza dover pensare che pensare è sbagliato. Raccontare la propria storia e la propria verità. Tutto questo è necessario e fa bene al cuore e alla mente. Un amico analista mi ha raccontato che è consolante verificare quanto, nonostante tutte le storture e imposizioni a cui viene costantemente sottoposta, di fondo l´anima della grande maggioranza delle persone sia essenzialmente sana.
Alla fine del suo intervento sul blog inglese (http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/06/13/the-fellowship-of-friends-discussion-part-12/#comment-1057), peraltro molto bello, Traveler ha inserito questi versi di Walt Whitman coi quali vi saluto:

A piedi e con cuore leggero m'avvio per la libera strada,
in piena salute e franchezza, il mondo offertomi innanzi,
il lungo sentiero marrone pronto a condurmi ove sia.
D'ora innanzi non chiedo più la buona fortuna, sono io la buona fortuna,
d'ora innanzi non voglio più gemere, più rimandare, non ho più bisogno di nulla,
finiti i lamenti al chiuso, le biblioteche, le querule critiche,
forte e contento m'avvio per la libera strada. ...


Saluto tanto Mariella e le mando un abbraccio. Mi dispiace molto per la perdita di Marco, che ricordo con affetto. Per ultima cosa, sarò grata se qualcuno può darmi notizie di Patrizia Confalonieri.
Se preferite scrivermi personalmente, potete farlo a laurao@fastwebnet.it.

sabato 16 giugno 2007

Da Michele
Quello che segue è la traduzione di un articolo di un giornale del Massachusetts del 2 ottobre 2006. E' stato proposto da un anonimo sul blog il 13 giugno. Ne riporto la traduzione perchè alcuni aspetti assomigliano in modo allarmante alla Fellowship of Friends e a Robert Burton.

Ministro religioso afferma di essere Cristo nel suo secondo avvento
Auto-proclamatosi Messia ha quattro Congregazioni in Massachusetts

E' un salvatore o il leader di una setta? Un auto-proclamatosi Messia della Florida afferma che il suo compito è salvare l'umanità. La sua chiesa è chiamata “Creciendo en Gracia” — o Growing in Grace Ministry — e ci sono quattro congregazioni qui in Massachusetts. Il leader della chiesa è Jose Luis de Jesus Miranda e quando gli si chiede chi è, risponde “Sono Gesù Cristo. . .nel suo secondo avvento.”
La chiesa ha 300 congregazioni nel mondo. Annette Diaz appartiene alla congregazione di Mission Hill. Dice "egli ha trasformato la mia mente". Non è la sola. I seguaci di Miranda a Boston credono veramente di aver visto la luce. “Noi sappiamo da dove siamo venuti” dice Clara Diaz. “eravamo angeli con Dio che è venuto su questa terra per avere una esperienza fisica e ci ha insegnato, ci ha insegnato che siamo perfetti”.
Luis Miranda è un 60enne con un passato di eroinomane e carcerato. Gestisce quello che chiama “il Governo di Dio sulla Terra” da un magazzino in South Florida. Come qualunque capo di Stato, egli è protetto da un servizio di sicurezza che imita i servizi segreti. “Io sarò il Presidente del più grande governo che questa Terra abbia mai avuto” dice Miranda.
Miranda dice che i suoi seguaci sono liberi di indulgere (nel peccato, ndt), e di farlo fino in fondo. Secondo questo moderno Messia, non c'è peccato, non c'è diavolo, nè inferno come punizione. Miranda dice “il diavolo è distrutto, l'inferno non esiste, non c'è condanna per gli eletti”.
Non c'è dubbio che Luis Miranda sia incline ad assaporare i piaceri terrestri. Per i suoi seguaci non sembra essere un problema il suo lussuoso stile di vita. Ho chiesto loro: “vi sembra una cosa appropriata che Gesù Cristo guidi una BMW o indossi un Rolex?” Clara Diaz risponde “certamente, siamo nel 2006”.
L'esperto di sette Steven Hassan dice che siamo di fronte a una seduzione passo dopo passo. Considerato una delle più grandi autorità della nazione sulle sette, ha scritto “Releasing the Bonds” ("Liberarsi dai Legami"). Quando gli si chiede cosa caratterizzi questo gruppo come distruttivo, dice “sembra che la figura principale asserisca di essere Dio, che è perfetto e non ha nulla da imparare da nessuno. Vuole il mondo ai suoi piedi”. Regina Albarracin dice che non c'è dubbio, si tratta di una setta. Lei e suo marito hanno lasciato il gruppo cinque anni fa, ma loro figlio Alvaro no. Imprenditore del web, ha donato oltre un milione di dollari alla chiesa. Ha anche lasciato la sua prima moglie per sposare un'altra persona che fa parte della chiesa. Adesso è separato dalla sua famiglia. “Ha distrutto la mia famiglia,” dice Albarracin a proposito di Miranda. “E' il diavolo”.
Jennifer Casasola, un membro della chiesa di Boston, non è d'accordo. “Bene, se si tratta di una pericolosa setta, allora si tratta della più bella setta che ci sia mai stata. Le nostre vite sono state trasformate grazie a lui e noi gli dobbiamo tutto”.
I seguaci di Crescendo en Gracia hanno anche organizzato delle marce — a volte violente — contro altre religioni che accusano di aver ingannato la gente per duemila anni. Anche se non bruceranno la Bibbia, daranno alle fiamme praticamente tutto ciò che va contro la loro fede.

venerdì 15 giugno 2007

da Andrea
È tardi in Oregon House questa sera, i grilli strillano come al solito e i pochi svegli stanno probabilmente leggendo il blog ingese, o i pensieri del maestro. Quale sia più utile all'evoluzione è difficile a dirsi.
Quello che R. faccia ora (e ha sempre fatto), non è mai stato considerato tanto importante prima d'ora. Ora è in prima pagina. Perché? Penso che una delle ragioni sia da ricercarsi nel vedere come, essendo l'insegnamento cambiato drammaticamente, ed essendo ora concentrato fortemente sul controllo del cosiddetto sé inferiore (le 'passioni'), viene naturalmente (in coloro che ancoro possono) da chiedersi, come mai sia sbagliato sorridere, mostrando così i denti e la loro natura animalesca, ma vada bene per il mio Divino Maestro fare delle piccole orgette lussuriose; ma non saranno forse, anche queste, collegate vagamente ad una parte non proprio di natura Divina?
O la coscienza e le funzioni sono cose diverse (come eravamo soliti credere) oppure no. E se non lo sono più, come sembra, vista la sequela di nuove regole (non esercizi), sul non ridere, sorridere, muovere le mani etc.., in quanto trucchi diabolici del sé inferiore di prendere spazio, e quindi non esercizi per separarsi , ma cose da abolire completamente. L'attenzione si è spostata sulle funzioni. A rischio di esporre cose che solitamente venivano ignorate vista la "ovvia" superiorità del nostro caro maestro. Esposte queste, diviene difficile sentirsi dire come ci si debba comportare severamente con noi stessi, quando lui, che dovrebbe essere d'esempio non sembra si proccupi molto di tenere a bada le sue passioni.
È ovviamente solo una delle cose che non sembrano avere molto senso in un posto in cui la cosa principale dovrebbe essere la conoscenza di sé, il divenire persone più sincere e semplici.
A presto

giovedì 14 giugno 2007

Da Floria:
Cara Gabriella,
Le tue parole sono state per me come pura aria fresca ( ..o fresca aria pura ? mi si è arrugginito l´italiano!!). Sentire (leggere) un´altra persona esprimere le proprie stesse emozioni e condividerne così precisamente le osservazioni, mi fa sentire un po' come mi sentivo per i primi 12/13 anni nella Scuola; Sai, quell´inestimabile sensazione di appagamento data dal sentire di aver trovato un gruppo di persone che desiderano la stessa cosa che stai cercando tu, che guardano nella stessa direzione e che possono sintonizzarsi con il tuo pensiero, anche se da angolazioni differenti..Qui la comunicazione con la maggioranza degli studenti da cui sono circondata è quasi completamente impossibile. Girard ci ha recentemente indottrinato sul fatto che gli "Io" che hanno dubbi, incertezze, domande, che paragonano idee, che trovano contraddizioni, che criticano ed obbiettano, sono "Io" provenienti dal famigerato "lower self" (sè inferiore) e perciò da evitare poichè appartenenti al NEMICO, al DIAVOLO, alla BESTIA...e così il buon Girard ha diplomaticamente messo a tacere tutti quei poveri bastardi che si ruminavano i propri ragionevoli dubbi e perplessità e che stavano cominciando a creare subbuglio e "disarmonia" nella comunità proponendo troppe domande a cui nessuno sa veramente rispondere. Ma la vera tragedia è che ha parzialmente persino funzionato; alcuni si sono cominciati a sentire ancora più in colpa per non essersi martellati il lower self nei denti abbastanza da metterlo a tacere del tutto (qui si sentono amenità senza senso del tipo "... il nostro scopo è certamente di ELIMINARE il lower self"...), altri hanno semplicemento provato una sorta di sollievo nel rimettere a dormire il proprio cervello, ormai arrugginito da anni di condizionamento, e hanno abbandonato ogni tentazione di anticonformismo. Ho diviso Isis in 3 gruppi di esemplari:
- i Fossili , la cui fiamma d'entusiasmo e spontaneità si è spenta ormai da secoli e che non sembrano avere alcuna energia rimasta per sollevare nè la palpebra destra, nè tanto meno la sinistra, figuriamoci tutta la testa dalla sabbia.
- Gli Inadeguati , (inclusa la sottoscritta) quelli che nel resto del mondo non ci si sono mai trovati a loro agio, che hanno tagliato tutti i ponti dietro di sè ( e si, molti hanno persino abbandonato i propri figli su richiesta di R.), che qui hanno potuto creare il proprio piccolo angolino in cui crescere e guarire, ma che adesso si trovano terrorizzati dall'idea di affrontare "l'esterno".
- I fanatici Religiosi, a cui il nuovo "insegnamento", anche se estremamente grottesco e la nuova forma, anche se soffocante, arida ed opprimente, cascano a pennello. Non c'è più entusiasmo, nè gioia, nè valorizzazione di sè stessi e della bellezza della propria individualità (cosa sana & giusta), solo una gran autoflagellazione di massa, dove l'enfasi è costantemente sulla nostra inadeguatezza, incapacità, limitazione e fallimento. Sento questa fatica collettiva del cercare di far funzionare questo alquanto fallace meccanismo, e di trovare logica in mezzo alle paradossali assurdità. Che tristezza. Se avrò segni che questo apprezzabilissimo blog è letto da attuali e/o potenziali studenti, sarò pronta a contribuire al rendergli più chiaro quale tipo di Maestro stanno seguendo e cercando d'emulare e da quale tipo d'ipocrisia siamo soffocati. Non sono interessata al voyeurismo, ma decisamente si all'informazione e darò spazio a questi "io", per rispetto verso il moderatore ed i presenti, solo se li saprò utili per qualcuno. Spero che tali lettori silenziosi si sentano liberi di darsi voce.
F.

mercoledì 13 giugno 2007

da Gabriella F.
Un breve dialogo sul blog in inglese mi ha stimolato in modo particolare. A un blogger pro-fof che gli si rivolge con due citazioni (di un monaco anonimo egiziano la prima, di Kashghari la seconda, insomma, roba dell’ultimo periodo), il blogger Bruce risponde così:
“Hai qualcosa da dire di tuo o che non è stato pre-registrato per te?”

In primo luogo, mi ha riportato alla memoria l’angoscia che provavo negli ultimi mesi durante gli incontri basati sulla nuova “forma” della scuola: la lettura di decine di citazioni firmate da nomi illeggibili, incomprensibili ... Gli studenti che dovevano leggerle in piedi, mentre tutti li si guardava negli occhi come chiesto da Robert ...: alcuni, per rispettare l’esercizio, anche se erano seduti in prima fila e chi leggeva era in ultima, giravano la testa tutta all’indietro per “guardare” il lettore, incuranti del torcicollo ... e se chi leggeva ti stava di fianco e si alzava in piedi, dovevi tenere la testa tutta rivolta verso l’alto ...
Ma la cosa più frustrante erano le lunghissime interpretazioni di Robert, spesso astruse e arbitrarie, tese a trasformare tali citazioni (estratte da chissà quali contesti) in profetici segnali e anticipazioni della famigerata SEQUENZA....!. Una volta, durante un incontro, stavo leggendo una citazione, non mi diceva nulla, anzi, mi dava un po’ fastidio ... Cercavo di essere presente, gli occhi addosso di tutti, in quell’atmosfera rarefatta che si crea laddove nulla di spontaneo, né di verificato/verificabile viene detto... Forse era uno stato alto? Credo si trattasse del mio terzultimo incontro.
Durante le letture venivano anche mostrate delle immagini che dovevano suffragare le interpretazioni: uno studente sollevava con le braccia tese l’immagine e la muoveva in aria in modo da ASSICURARE che tutti potessero contemplarla; per giunta, le immagini spesso si ripetevano e credo di aver contemplato con apparente straordinario interesse la carta della ruota della fortuna dei tarocchi qualche decina di volte...! Ho sentito dire da più fonti che le immagini vengono anche ritoccate con Photoshop, da esperti grafici, per meglio adattarsi alle interpretazioni di Robert (vedi post http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/06/05/the-fellowship-of-friends-discussion/#comment-737 che testimonia un clamoroso “ritocco” di una scultura della cattedrale di Chartres, un’immagine che era stato chiesto di mettere come desktop).
Scusate lo sfogo; fa bene ogni tanto svuotare il sacco ... So di essere tra amici.

In secondo luogo, la risposta di Bruce all’esperto di citazioni rimarca qualcosa a parer mio fondamentale, soprattutto adesso che è in corso il processo di “eliminazione”: il libero pensiero, il pensiero critico ci rende liberi. La sua soppressione ci rende schiavi. E noi umani siamo molto influenzabili.
Il processo di annientamento del libero pensiero dura anni. Nella FOF ciò avviene alimentando alcune forti “credenze” che vengono impartite fin dall’inizio:
1) Noi non siamo consci, non possiamo fare, viviamo in immaginazione, quindi non possiamo “elaborare” nulla di interessante.
2) Robert ha sempre ragione, e questa ragione viene dimostrata con ragionamenti e argomentazioni che consentono di tornare sempre al punto di partenza, ossia al fatto che Robert ha ragione. Alcuni esempi: la profezia del crollo della California del 1998 che ha influito sulla vita di molti, non si è verificata. A chi chiedeva spiegazioni, veniva risposto che gli Dèi hanno voluto umiliare Robert; oppure, “devi usare il pensiero psicologico”, non importa se non si è verificata la profezia, Robert ha avuto molto coraggio e noi abbiamo fatto grandi sforzi, l’importante è questo, non importa se ti sei licenziato o se ti sei indebitato per comprare un generatore... (ma non hai capito stupido che era una profezia simbolica? Già, peccato che in quei mesi – abitavo lì e l’ho sentito personalmente – Robert dicesse che chi non si trasferiva dalla Bay Area ad Apollo ad aspettare la “caduta della California” non era un suo studente). Sulle perversioni sessuali di Robert: quando si parla di questo, per incanto Robert diventa “una macchina come tutte le altre macchine con delle debolezze e dei difetti” o, peggio ancora “ciò avviene perché noi si possa trasformare l’attrito”....!!!! Incredibile, come ha detto Laura qualche post fa, la forza dei respingenti.
3) Gli studenti che esprimono opinioni, in realtà stanno ascoltando le loro parti più basse e rischiano di credere agli Io. Ho sentito personalmente Linda T. a un incontro a Milano dire che aveva osservato come gli studenti che lasciavano la scuola fossero divenuti sempre più “opinionated”.
4) Viene detto che “certe cose possono essere verificate solo assumendo l’atteggiamento secondo cui sono vere” (Girard, “Creating a soul”). Il problema però è che se affermi e riaffermi delle cose, finisci con il crederci davvero, anche se non le hai verificate. A volte, mi sono vista sopprimere pensieri, proprio come un pompiere spegne il fuoco con il getto d’acqua. O a farlo con gli amici. (Sarebbe questa la “seconda linea?”)
5) Tutto quello che contiene anche solo l’ombra o il mormorio di un dubbio o di un pensiero critico dev’essere bollato come espressione del Sè inferiore, pettegolezzo, atteggiamento negativo o .... all’armi!!! ... la terribile Regina di Cuori!!!!

Sto facendo una lista di queste cose, mi aiuta a ricostruire il libero pensiero. Se qualcuno ha voglia di proporre altri metodi di annientamento del libero pensiero che ha osservato, mi piacerebbe sentirlo.
Un paio di spunti molto interessanti li ha già dati un Anonimo di qualche giorno fa (vedi il post da Anonimo che iniza con “Ciao a tutti, giorni fa in una conversazione con un amico studente che stimo molto,”) e in particolare:
· “Si viene educati a ripetere a se stessi: "vedo che da solo il lavoro è impossibile"
· “Purtroppo a volte la mente formatoria adatta il tutto al suo livello di comprensione e quindi qualsiasi cosa sia in relazione con casa, famiglia, rapporti, lavoro etc.. viene etichettata come "IDENTIFICAZIONE" mentre tutto ciò che è connesso con la scuola viene etichettata come nobile ed elevato”

Sono solo tre mesi che ho lasciato la FOF. Mi rendo conto che è un processo lungo; sto cercando di ricostruire il libero pensiero, di mettere in discussione cose che erano tabù, di chiedermi tutto (ad esempio, cos’è “il risveglio?”), di lasciarmi andare nel "non sapere". E’ tutt’altro che spiacevole. Nuove finestre si aprono. Siamo davvero finalmente principianti, adesso.
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A Floria (ultimo post): Non credo che tu ti debba scusare per il "tono polemico". Personalmente, ti ringrazio per la schiettezza e per "svegliarci" anche un po' a tutti; forse (un po' da italiani, a tarallucci e vino... non voglio offendere, è un fatto di essenza) vogliamo fare i democratici e mediare, ma non mi sembra più il caso; stiamo parlando di quella che era - e per altri è ancora o sta per divenire - la scuola che avevamo scelto per la nostra evoluzione. E ci abbiamo tenuto, l'abbiamo amata, ci abbiamo lavorato... Hai ragione, il fatto di essere qui e non ad Isis non ci autorizza a minimizzare.
E poi è vero: tanti italiani non leggono il blog inglese, forse molti non sanno nemmeno della sua esistenza. Per questo penso che sia nato questo blog. Ed è giusto che anch'esso svolga uno dei suoi compiti: informare, far sapere.
Anzi, so che qui in Italia ci sono studenti ancora nella Fellowhisp of Friends che non sanno quello che succede tra le mura della Galleria, prima degli incontri, prima delle cene, prima di tutto; e chi lo sta scoprendo adesso non resta affatto indifferente. E poi, quando uno sa, diviene anche in parte responsabile.

Un abbraccio affettuoso a tutti, vecchi e nuovi amici,
Gabriella

da Floria
Cara Mariella, Ti assicuro che se mi trovassi ad avere un’amica irremidiabilmente innamorata, a sua insaputa, di un pedofilo/stupratore/pervertito, voglio poter credere di me stessa di essere il tipo di persona che sarebbe in grado anche di prendere a schiaffi tale amica, se necessario, nel disperato tentativo di risvegliarla dall’incantesimo, piuttosto che rimanere diplomaticamente “neutra” per paura di perdere la sua amicizia o nella pigrizia di ritenere il tentativo inutile già a priori .
Capisco che certe realtà “inconvenienti” sulla condotta del “Maestro” siano più facilmente ignorabili e facili da respingere a distanza, ma vuole questo dire che il nostro livello di tolleranza è direttamente proporzionale al nostro livello di coinvolgimento?
Che sapere che questo pervertito non ti entrerà mai in casa e non metterà mai mano su TUO figlio rende tollerabile il fatto che abbia le sue zampe su qualcun altro?
Che il nostro senso di “moralità’”, e lo intendo nel senso più nobile del termine, si estende solo fino alla propria porta di casa ?
Non tutti gli italiani, attuali e potenziali studenti, leggono in lingua inglese; questo spazio potrebbe essere la loro migliore possibilità di essere avvertiti/informati sulle realtà della Fellowship e del suo Guru.
Non ho bisogno che mi sia ricordato ciò che ho raccolto e assimilato di positivo in xx anni nella Scuola, lo valuto e lo proteggo come inestimabile tesoro, e condivido le tue osservazioni sul deterioramento dell’insegnamento e del rischioso contorcimento psicologico che ne è conseguito, ma sono convinta che la “libertà di andarsene “ di cui parli sia condizionata e determinata dalla quantità di informazione che uno riceve.
L’IGNORANZA è uno degli elementi che favorisce il perpretare dello stato di SCHIAVITU'.
E chi non sa’ di essere schiavo non desidera alcuna libertà; E chi non conosce la natura del proprio dominatore difficilmente ne riconosce il dominio e ancor più difficilmente se ne sa difendere.
Il fatto che tu non ti voglia lasciare inconvenire dalle “schifezze del mondo”, così come da quelle che accadono tuttora sotto il MIO naso, in quella che una volta avevi scelto come Scuola d’Evoluzione, non cambia il fatto che ci siano persone che stanno soffrendo quelle realtà, che ci siano molti ancora ignari e schiavi, e non alleggerisce minimamente il senso di responsabilità dato dall’esserne a conoscenza.
Scusate il tono polemico, sono fatta così. La mia intenzione è di dimostrare il mio amore a più amici possibile, prendendoli a schiaffi per quanto posso, nella speranza che si sveglino dall’incantesimo.
F.

da TM
Cara Mariella, sono daccordo con te che la discussione deve essere aperta a tutti, ex fof o no.
Secondo me non si tratta di fare dei trattati filosofici sull'essere nella scuola o no e per i quali non ho talento, mi piacciono di più le testimonianze e parlare dei sentimenti che si provano, dire la nostra verita`senza avere troppo paura di offendere.
In questo caso mi sembra molto importante anche il rispetto reciproco.In questo blog mi sembra che il rispetto ci sia!
Ho trovato la tua storia sugli incontri molto interessante. Le cose sembrano molto cambiate dai tempi che io lasciai la fof. La forma sembra molto piu` seria e un po' rigida. Questo deve essere un po' buffo per gli italiani che hanno un certo instinto nel fiutare situazioni pompose, perlomeno questo è ciò che la tua descrizione mi fa venire in mente.
Mariella per il momento ti mando un saluto grande e inoltre voglio ringraziare e salutare tutti i bloggers che contribuiscono qui.
Visto che il moderatore vuole che ci diamo uno pseudonimo per distinguerci dai vari Anonimi da questo momento mi firmerò così:
TM

domenica 10 giugno 2007

Da Mariella
Caro Anonimo,
ti ringrazio per il messaggio affettuoso. La risposta alla tua domanda "se ho lasciato la scuola" la trovi nel mio post successivo, nel quale scrivo anche perchè ho lasciato la FOF tempo fa. Approfitto per dire che apprezzo che su questo blog a volte ci siano interventi anche di coloro che sono tuttora presenti nella Scuola di Robert. Questo dimostra quanto possa essere equilibrato questo blog e quanto lo sia il moderatore, così come dimostra la voglia di parlare, di dire, di raccontare, di scambiarsi quell'emozionalità che fa bene anche a coloro che sono rimasti nella FOF.
Un caro saluto a tutti

da Mariella
Cara Floria, ho letto il tuo intervento e vorrei condividere con te, con voi che leggete, alcune sfaccettature del pensiero che fa di ognuno di noi un Essere dotato di libero arbitrio e libero di scegliere.
Tu ribadisci il fatto che è necessario parlare di tutto ciò che avviene senza ipocrisie. Giustissimo.
Personalmente però, sarà perché ho preso la decisione tempo fa di lasciare in tutta serenità ed autonomia, senza mai essermene pentita né essermi sentita mai sola, è che non sono un gran che interessata a conoscere quanti fatti e comportamenti di bassissimo livello, quante schifezze siano successe e stanno succedendo ad Isis, piuttosto che in giro per il mondo, all’interno delle mura della FOF.
Mi rendo conto che la gente che entra adesso o è tuttora uno studente ma all’oscuro di tutto (difficile peraltro….non sapere di certi episodi oramai sulla bocca di tutti..) sarebbe meglio avere queste informazioni. Però … non posso dire che, nonostante i fatti poco ortodossi successi negli anni, io non abbia avuto dei benefici o un aiuto per migliorarmi nella vita. Tutt’altro! Negli anni passati ho ricevuto tanto nella FOF, e sono contenta di averne fatto parte, fino a qualche anno fa. Ho visto studenti maschi assecondare i desideri del maestro e le mogli adattarsi a condividere il marito con lui….però ho anche conosciuto altri ragazzi ed uomini (e non pochi) che hanno detto “GRAZIE, NO” !. e non per questo sono stati allontanati dalla scuola, di contro semplicemente non hanno viaggiato gratis in giro per il mondo a spese di tutti gli studenti. Ognuno di noi è libero di scegliere per se stesso, e se uno è debole, è preda dell’essere circuito, in qualsiasi posto lui. Io penso che ognuno di noi se resta o se esce dalla Scuola deve farlo per le motivazioni che salgono da dentro, senza che la decisione sia pesantemente inficiata dalle testimonianze di altri.
La ragione principale per cui io sono uscita dalla FOF non è perché sono venuta a conoscenza di fatti a sfondo sessuale all’interno della scuola, ma sono uscita perché andavo agli incontri e non mi trovavo più a mio agio; quella che un tempo consideravo una parte della mia famiglia, mi era diventata estranea: la forma degli incontri era cambiata radicalmente dagli anni addietro, fino a qualche anno fa durante gli incontri c’era ancora il confronto, e l’aiuto sulla prima linea che si riceveva era fattivo; ultimamente la forma degli incontri si basava sul leggere punti di vista di personaggi più o meno famosi della storia, con l’interpretazione immancabile del Maestro, che nel 99’% dei casi differiva alquanto dall’interpretazione magari data anni addietro. Il sorriso (per non parlare del ridere di gusto che tanto fa bene al fegato nel ritmo della vita che conduciamo…) era addirittura giudicato male, con gravi danni all’essenza per conto mio (oltre che al fegato).
Era questo continuo cambiare rotta che mi ha fatto perdere la bussola. Va bene che lo stato permanente dell’uomo è il cambiamento, peccato però che negli ultimi anni il cambiamento sia andato nella direzione di “imposizione del pensiero guida” senza però avere la possibilità di verificarlo per gli studenti che devono solo “fidarsi” dell’essere e della conoscenza del Maestro.
In questa evoluzione (involuzione) del pensiero della FOF, ho percepito una specie di paranoia, un’alterazione della personalità del Maestro e di coloro che lo seguivano come segugi, che assomigliava più a perdita del senno che alla scoperta di vie nuove di conoscenza per il ricordo di sé. In più sono uscita perché reputavo il pagamento monetario mensile un importo in percentuale esorbitante rispetto alla cifra del mio guadagno mensile.
Ecco perché sono uscita, mi sembrava di essere diventata un manichino, e per di più con davvero poco buon senso, visto che faccio tanti sacrifici per arrivare a fine mese col mio stipendio, e una parte consistente la “donavo” ad una scuola che per me non era più tale.

Floria, tu obbietti il fatto che forse sarebbe meglio avvisare più gente possibile di come stanno le cose. Questo lo stiamo già facendo indirettamente e direttamente, sia sul blog italiano che su quello inglese, tutti possono parlare liberamente delle esperienze personali nella FOF, sarà il moderatore di questo blog a gestirne le pubblicazioni se ritenute opportune.
Il mio dubbio è che sapere come stanno le cose può servire, ma altresì penso che così come un innamorato - anche se gli viene raccontato peste e corna della fidanzata o del fidanzato – imperterrito continua ad amarlo e a mettere la testa sotto la sabbia pur di non vedere come sono le cose, così uno studente perseverante della FOF sarà più propenso a dire che chi lascia è frustrato, e quindi ha bisogno di parlare male della scuola.
No, non è così. Parlare di tutto, ma senza accanimento, questo è il mio pensiero. Perché siamo tutti liberi di andarcene da un posto che non ci piace.
Noi abbiamo trovato il coraggio di parlare liberamente su questo blog, e ognuno di noi, per sua coscienza morale, deve sentirsi libero di esprimere ciò che ha nel cuore, per alleggerirsi, per condividere o altro.
La vita continua, infatti la postilla in alto di questo blog dice: …per parlare del nostro lavoro su di sé …. Non è vero infatti che se si lascia la FOF si perde la prima linea, anzi.. per quello che ho sperimentato, la si affronta con più consapevolezza. Nessuno può portarti via la tua prima linea, neanche il racconto di fatti con alchimia “piombo” , neanche il Maestro.
Mi è sembrato di capire che tu vivi ad Isis. Non so se sei ancora uno studente, ma in ogni caso, da parte mia, hai solo considerazione affettivo-positiva comunque e dove tu sia.
Un’altra delle libertà che mi sono presa uscendo dalla scuola, è non giudicare o trattare come un povero disgraziato chi non è uno studente della FOF o chi non lo è più. Di “addormentati” ci sono solo i superbi, ma non stanno nelle mura di questo blog.
Un abbraccio forte

Da Michele:
Floria scrive: "Se questo blog è indirizzato soltanto ad "ex studenti" che hanno il desiderio di condividere il "passo successivo", lasciandosi alle spalle ciò che ancora esiste tra queste mura, vi lascio e mi scuso di aver abusato del vostro tempo; Ma se uno dei vostri obbiettivi è di gettar luce sui lati scuri di questa "Scuola", abbiate il coraggio di rimanere aperti alla "cruda" realta’."
Credo che questo blog dovrebbe avere lo scopo di aiutare chi ha già lasciato la Fellowship of Friends nel naturale processo di distruzione, che comprende il fare luce su fatti che ci venivano tenuti nascosti, il far luce su cose assurde che hanno avuto la nostra ingenua fiducia collettiva, il capire meglio e da altri punti di vista che cosa è stata / che cosa è la Fellowship of Friends. Per questo è giusto e naturale parlarne. Non si tratta di "rimanere attaccati al passato". Il problema da porsi è di "non gettar via il bambino con l'acqua sporca":
Parlare liberamente e condividere liberamente le informazioni, senza le censure e il condizionamento della setta, potrà aiutare inoltre gli attuali studenti della Fof che vengono a contatto con il blog. Per loro non può essere altro che un processo positivo, sia che giunga a portarli via dalla Fellowship sia che giunga a farli restare.
E' anche molto bello che chi ha lasciato nel passato e chi sta lasciando adesso abbia un punto di riferimento, un luogo - per adesso immateriale - dove poter parlare e incontrarsi (a proposito, organizziamo una festa?).
L'altro scopo importante cui il blog è chiamato è, come dice Floria, "condividere il passo successivo" tra noi, reduci dall'esperienza della Fof. Ci sono molte situazioni diverse, tra chi ha lasciato. C'è chi si dedica da subito a un nuovo sentiero, cui magari aveva già cominciato a dedicarsi tempo prima. C'è chi si prende del tempo per "digerire" e riflettere. Forse c'è chi, semplicemente, dimentica. Per tutti, il contributo degli altri può essere molto utile.
Credo che non possiamo avere due tempi: il primo per il processo di distruzione e il secondo per condividere il passo successivo. Queste due tracce coesistono e si intrecciano, come d'altra parte avviene anche nel blog inglese.
Un abbraccio a tutti
Michele



dal Moderatore

Diversi messaggi firmati "Anonimo" provengono da persone diverse, probabilmente a questo punto gli anonimi sono 4 o 5. In questo modo però, se un altro vuole rispondere a un messaggio in particolare o farvi riferimento, non può farlo. Sarebbe auspicabile, per il buon funzionamento del blog, darsi un nome: se non si desidera usare il proprio, si può inventarne uno qualsiasi così da rendersi "emozionalmente" riconoscibili dagli altri. È anche divertente e il blog sarebbe più carino.
Grazie dei contributi e buona continuazione a tutti
Walt

da Anonimo
Carissima Mariella, grazie per aver chiarito le circostanze nelle quali Marco e Roberto sono mancati.
Mi spiace moltissimo che tu abbia dovuto soffrire una tragedia così grande. La tua certezza che Marco sia il tuo diamante nel centro del tuo cuore mi dice di un legame indistruttibile, tra la morte e la vita non importa. Spero che l'amore abbia almeno questo potere, altrimenti le nostre vite sembrerebbero un brutto gioco delle volte.
Sei ancora nella scuola oppure anche tu hai deciso di lasciarla? Quando guardo dietro a me nel mio passato, i momenti bellissimi vissuti con alcuni studenti ai tempi della mia adolescenza (per modo di dire) nella scuola sono indistruttibili.
Questi blog sono una finestra sul passato, mi fanno ricordare tantissimo, nonostante io ritenga la scuola un esperimento assurdo, tutto sommato.
Sono felice di aver ottenuto la mia libertà, ho dovuto passare attraverso lo stretto cancello di sottopormi all'autorità di Robert e della fof per uscire dall'altra parte con più esperienza e maturità, ma anche con tanto tempo perduto speso nel costruire non la mia vita, ma la visione di un altro.
Ti mando i miei più cari saluti Mariella. Mi piacerebbe continuare il dialogo.

sabato 9 giugno 2007


Dal Moderatore:
Nella parte sinistra della pagina trovate un nuovo link, "Tutto quello che avreste dovuto sapere sulla Fellowship of Friends". Ho creato questa pagina come un esperimento, e vedremo se nei prossimi giorni verrà popolata o meno di informazioni (se volete inserire una informazione dovete mandarmi un e-mail al mio indirizzo, walt-whitman@libero.it, il vostro indirizzo e-mail non verrà pubblicato). Nella pagina, come vedrete, potete anche inserire un vostro commento a una singola informazione. Ripeto, è un esperimento. Potete anche farmi sapere cosa ne pensate privatamente, scrivendomi nel messaggio "da non pubblicare" o qualcosa del genere.
Ciao a tutti
Walt

Da Anonimo:
Ciao a tutti,
giorni fa in una conversazione con un amico studente che stimo molto, ho potuto ricevere alcune fotografie che considero sincere nelle intenzioni a proposito dei possibili motivi che mi hanno "allontanato dalla scuola."
Ripensando e valutando al meglio delle mie possibilità ho osservato però che nell'esposizione di queste fotografie potrebbero essere coinvolti alcuni meccanismi ed aspetti che vorrei condividere.
Il primo aspetto paradossale è dato dal fatto che la Scuola, che ci dovrebbe preparare per la vita, in alcuni casi viene a sostituire la vita stessa, che viene svalutata ed evitata in quanto "fonte di identificazioni". Si viene educati a ripetere a se stessi: "vedo che da solo il lavoro è impossibile"confondendo il fatto che, seppure tutti abbiamo avuto bisogno di qualcuno che ci insegnasse ad osservare ed osservarci per potere discriminare ciò che è reale e ciò che non lo è, questa fase può degenerare in una identificazione ed uno stato di dipendenza con questa fonte. Il risultato spesso è che si delega la responsabilità per il proprio lavoro ad una fonte esterna, rimanendo nella "confortevole" situazione di un bambino che aspetta fino ai 40 anni che papà e mamma gli dicano dove sbaglia e cosa deve fare anche quando oramai queste informazioni gli sono indiscutibilmente accessibili grazie all' esperienza e capacità di discriminare che dovrebbe avere acquisito.
Un altro aspetto che mi si è presentato di fronte è il seguente: alla base delle idee di lavoro, quale utile strumento di discriminazione nella scelta dei "progetti " nei quali investire le proprie energie esiste la differenziazione tra attività che vanno in una direzione EVOLUTIVA nel senso più nobile del termine ed attività che vanno in una direzione completamente opposta e che sono caratterizzate da forti identificazioni promosse dal nostro re di fiori. Purtroppo a volte la mente formatoria adatta il tutto al suo livello di comprensione e quindi qualsiasi cosa sia in relazione con casa, famiglia, rapporti, lavoro etc.. viene etichettata come "IDENTIFICAZIONE" mentre tutto ciò che è connesso con la scuola viene etichettata come nobile ed elevato.Quindi anche le ottave di terza linea fatte in forte stato di identificazione, e sotto l'influenza delle caratteristiche sono valutate progetti di serie A mentre degli sforzi sinceri di vivere il nostro quotidiano al meglio tra battaglie di "io", emozioni negative e stoico coraggio nel cercare un margine di spazio interiore nel quale ricordare se stessi per vivere veramente il presente vengono definite frettolosamente progetti di serie B ovvero legati all'area del centro istintivo.
Anche quì la scuola passa ad essere trasformata e, da strumento utile a vivere il vero presente, diventa l'unico presente veramente nobile e degno di sforzi ed energie, e non viene quasi notato il fatto che spesso, dopo essere diventato una fonte di grande identificazione, perde la sua utilità come strumento di trasformazione. Molti testi e tradizioni che sono studiati e utilizzati dalla scuola parlano in modo molto chiaro di questi meccanismi, tratto da questi questi vorrei riportare una storia presente in una serie di racconti di ATTAR in cui vengono descritte le vite di coloro che vengono considerati i più fulgidi esempi di elevazione spirituale, saggezza e illuminazione tra i Sufi di varie epoche. Non ricordo ora esattamente chi fosse il soggetto dell'aneddoto ma la sostanza è questa: Un giorno un maestro Sufi di grande valore decise di fare il suo pellegrinaggio alla mecca dato che temeva di non avere in futuro altre possibilità per fare il viaggio. In quel periodo sua madre era inferma e aveva bisogno di assistenza, quindi il Sufi si trovava in uno stato di lotta interiore sulla scelta da fare... Rimanere a casa e accudire la madre malata o seguire i dettami della sua fede e fare il pellegrinaggio? Alla fine di un lungo pensare decise di partire per il pellegrinaggio ma durante la prima notte di viaggio fece un sogno nel quale gli apparve il profeta che gli disse "torna a casa ad accudire tua madre, questo verrà valutato più di 100 giri attorno alla mecca!" egli immediatamente si destò e fece ritorno a casa.
Un abbraccio a tutti.

Per Marco e Roberto

Caro Anonimo,
Tu chiedi notizie sulla scomparsa di Marco Colombo. Io mi chiamo Mariella e sono sua moglie; uso il presente perché dire “ero” è la stessa cosa; in fondo, dal momento che lui non c’è più, il presente o il passato non hanno rilevanza, e poi mi considero ancora sua moglie.
È mancato il 13 novembre del 2002, se ne è andato dopo solo 13 giorni di ospedale, per un carcinoma fulminante al fegato. Aveva 45 anni.
E’ stato un grande uomo, e per me un grande amore, che non si è ancora spento, e non penso si spegnerà mai. Non è identificazione, è elaborazione del dolore. Abbiamo avuto un figlio, lui lo ha lasciato che aveva 6 anni, oggi ne ha 11, gli assomiglia molto, ed anche lui come suo padre, è centrato emozionalmente.
Mio figlio è un gioiello nella mia vita, e Marco è il mio diamante in mezzo al cuore.
Per quanto riguarda Roberto Piccoli, so che è mancato a seguito di una lunga malattia.
Grazie per l’opportunità di aver parlato di nuovo di questi due ex studenti.
A presto
Mariella

venerdì 8 giugno 2007

da Anonimo
Scusate se mi introduco senza dirvi il mio nome, per lo meno in questo momento.
Sono un ex fof e seguo il blog americano con molto interesse.
Il fatto che finalmente noi parliamo della nostra esperienza con la fof e` veramente molto positivo.
In questo momento ho una domanda molto personale.
Ho appena letto che Roberto Piccoli e Marco Colombo(?) di Milano sono mancati.
La cosa mi dispiace assai, e vorrei sapere in quali circostanze queste due care persone del mio passato sono mancate.
Se avete delle notizie vi prego di darmele. Sinceramente.

giovedì 7 giugno 2007

da Gabriella F.
Ci sono cose sordide che ho appreso ultimamente sulla vita personale di Robert e del suo entourage che mi hanno ferito, offeso, cose di cui per tanti anni non sono stata a conoscenza. Non solo per “ingenuità” o grazie ai respingenti (il che non fa di me, né di tutti gli altri “ingenui” degli idioti), ma perché certe cose sono state tenute gelosamente nascoste, specialmente agli studenti nei Centri.
E anche perché forse molti di coloro che sapevano non ne parlavano, oppure ci ridevano sopra, minimizzavano, giustificavano. Non c'è colpa in questo. Uno dei poteri del condizionamento psicologico è portare ad ammettere anche le cose più aberranti in nome dei propri obiettivi. Se si guarda bene, si potrebbe anche arrivare a uccidere in nome di qualcosa del genere. Integrità, senso comune, considerazione esterna vengono bollati come “dominio femminile e moralismo”, oppure con argomentazioni del tipo “è il suo play, non puoi farci nulla”.
A chi chiede “testimonianze” dico che è sufficiente leggere il blog in inglese per sapere che così tanta sofferenza nessuno sarebbe capace di inventarla.

Forse in questo blog si voleva solo provare ad andare avanti, sì.
Ma, dopo aver letto Floria, mi rendo conto che anche questo è, da un punto di vista, un respingente.
A me sembra che possiamo fare le due cose insieme: si lasci che venga messa a nudo la “cruda” realtà (non sappiamo molto qui, a parte le testimonianze del blog in inglese) e al tempo stesso che si possa guardare avanti. L’onestà in fondo, è tutto e non può che far bene.
Personalmente, voglio far tesoro dell’esperienza nella FoF. Sarebbe una sconfitta non farlo: un consegnare ad altri le chiavi del mio lavoro. Quello che ho acquisito, la conoscenza di me che ho accumulato, i miei momenti di presenza, quello che ho visto, è roba mia. Guadagnata. Non è di Robert. E la voglio portare con me. Così come le amicizie profonde che abbiamo sviluppato nella scuola. Forse, il desiderio di “andare avanti” risiede proprio qui: ritrovare vecchi amici e trovarne di nuovi con cui condividere il desiderio di continuare un viaggio che sento ancora mio.

Capisco che la tua condizione, Floria, sia ben diversa perché vivi lì e, come dici, quella è la tua unica casa. Io vivo in una città e ho un lavoro nella vita. La mia condizione è più facile. (L’aspetto difficile, caso mai, è che quando si esce dopo tanti anni dalla FoF e si è in una città, la solitudine è un fatto). Non so nemmeno se tu sia ancora nella FoF o meno, ma hai pensato anche di venire via da lì?
A questo proposito, mi piacerebbe che in questo blog si potesse prendere in considerazione la possibilità di dare una mano, non so come, ma un modo ci dovrà pur essere, a chi desidera venire via da Isis ed è in difficoltà. Non mi soprende infatti che per chi ha costruito la sua vita lì, il suo lavoro, la sua casa, una famiglia, insomma tutto, venire via - ammesso che lo voglia - comporti anche delle grosse difficoltà oggettive. Non so, l’ho solo buttata lì.
Sono contenta che ci siamo ritrovati qui. Comunque, è un modo anche questo di andare avanti. Un abbraccio,
Gabriella

Da Floria:
Cara Mariella e “Caro” Moderatore,
Avete pensato al fatto che la realta’ di cio’ che avviene dietro le porte chiuse della Galleria sia , a questo punto, materiale d’informazione essenziale per gli “Ancora giovani studenti” magari in procinto di fare una visitina ad Isis e/o viaggiare con Robert per la prima volta, per i “Patologicamente ingenui” che sono nella Scuola da 150 anni senza sapere quale organismo stanno realmente nutrendo e per i “Centri magnetici a caccia” che potrebbero così fare una scelta piu’ ragionata sulla propria decisione di affiliarsi alla FoF?
Come voi fate uso di ciò di cui siete già a conoscenza è una vostra personale scelta e responsabilità, così come lo è il renderla nota al maggior numero di persone possibile perchè non vengano lasciate vulnerabili della loro stessa ignoranza.
Vivo ad Isis da XX anni, questa è la mia unica “casa”, voglio sapere quello che succede tra le sue mura.
Non e’ il voyeurismo che rischia di dividerci, e’ l’ipocrisia.
Non desidero essere nè sconveniente, nè volgare, ma la realtà è che qui i fatti SONO volgari e gli studenti, attuali e potenziali, hanno il diritto ed il dovere di lasciarsi contrariare ed “inconvenire” da queste realtà.
Mantenere le apparenze “ineccepibili” è una delle varie forme d’arte di Robert.
Vorrei poter mettere un cartello all’entrata di Isis che dice : “As long as it looks good..”
Che sarebbe a dire … finchè l’apparenza è salva e soddisfacente sul piano estetico, preferibilmente adornata da profusioni di lunghi abbracci, baci & sorrisi, il marcio e la corruzione si possono tranquillamente ignorare.
Sono stanca dell’ipocrisia in cui ci siamo sotterrati.
Se questo blog è indirizzato soltanto ad “ex studenti” che hanno il desiderio di condividere il “passo successivo”, lasciandosi alle spalle ciò che ancora esiste tra queste mura, vi lascio e mi scuso di aver abusato del vostro tempo;
Ma se uno dei vostri obbiettivi è di gettar luce sui lati scuri di questa “Scuola”, abbiate il coraggio di rimanere aperti alla “cruda” realta’.
L’abbiamo nascosta, ignorata e temuta per troppo a lungo.
Sono pronta a sedermi con voi…

martedì 5 giugno 2007

Da Anonimo:
Cara Laura,
Sembra che tu sia la persona, in questo blog, che da più lungo tempo ha lasciato la Fellowship of Friends. Leggo nelle tue parole che la tua esperienza successiva è stata molto vitale, forse di ulteriore scoperta. Mi piacerebbe sapere se "il ricordo di sè" o l'"essere presenti" ha ancora un valore, se ha ancora un valore ma ha cambiato forma vorrei sapere in che senso è cambiato, o se magari hai abbandonato questa idea. Aspetto di leggerti, se vorrai scrivere.

lunedì 4 giugno 2007

da Mariella
Ho letto alcuni interventi, e prima di tutto vorrei dire che sono grata a chi scrive, perché la comunicazione è la cosa più naturale che esista, per tutti gli Esseri di questo pianeta. E’ la comunicazione, il dialogo, lo scambio, il confronto, che ci arricchiscono.
Condivido in pieno il pensiero del moderatore quando scrive che non sarà dato spazio in questo blog alla volgarità e ai particolari di episodi incresciosi, che nulla possono dare se non quel sottile gusto di voyeurismo che non unisce, ma divide. Divide, perché ci separa dai momenti alti di vero scambio di opinioni, e non scambio di emozioni negative.
Sono stata anch’io tanti anni nella FOF, 20 anni, durante i quali di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, e non sempre era acqua chiara, limpida. Ma sono rimasta in piedi, come voi amici, come tanti, perché abbiamo mantenuto il libero arbitrio. E proprio il libero arbitrio mi ha permesso di assaporare negli anni della FOF il gusto di alti stati emozionali, così come però ho avuto la fortuna di provare anche quando ho lasciato.
Un interventista di questo blog, scriveva che "è innegabile che gli incontri alzino lo stato"; è innegabile – penso io – che lo stato dipende da noi alfine. Infatti, se posso raccontarvi e condividere con voi un mio "terzo stato" che ricordo più di ogni altro, più di tante cene con Robert e più della nascita di mio figlio, (peraltro un momento di presenza piuttosto alto per l’intensità delle emozioni), questo stato alto – dicevo - che mi porterò dentro è accaduto anni fa mentre ero in automobile, arrivai ad un punto della strada dove si era svolto un incidente mortale il corpo del poveretto stava lì, e la gente intorno era ammutolita… Quel silenzio così profondo, così interiore e uguale per tutti, come fosse un’espressione di massimo rispetto per la Morte, fine ed inizio forse, di tutto un ciclo, quel silenzio mi faceva sentire un Essere consapevole del proprio ruolo, così breve, così patetico a volte per la drammaticità con la quale viene vissuto, del tutto inutile. E’ stato uno stato alto, e non ero ad un incontro, né insieme ad altri studenti. Fu l’inizio forse, di un dialogo interiore personale, che sviluppai, chiedendomi sempre più spesso quali erano le vere scintille che accendevano i miei centri superiori.
E’ vero – come diceva questo studente nel suo intervento – che chi esce dalla scuola non ha più un "direttore d’orchestra" ma è altresì vero che si può suonare ottima musica anche da amatori, senza pretese di diventare professionisti, ma consapevoli di essere sinceri fino in fondo con se stessi, e senza quel velo di melanconia latente. La sincerità con se stessi, bene imprescindibile, cosa che negli ultimi anni a scuola da Robert, stavo perdendo: lì mi si chiedeva di seppellire il mio Re di Fiori, colui che probabilmente spesso dice la verità….e allora andava punito.
Sono qua, migliore o peggiore di prima, ma nel pieno del mio libero arbitrio, più leggera, più libera nel ricordare me stessa, e quando non riesco, senza sensi di colpa verso nessuno, tanto meno me stessa.
Non sono più uno studente della FOF, ma mi sento ancora un rispettoso credente della Quarta Via, quella che non perde tempo nel giudicarmi se metto i pantaloni e non la gonna, la Quarta Via, quella piena di entusiasmo, un po’ più umile nel non pretendere, una strada da percorrere a braccetto con i miei amici.
Cin Cin ! a presto

da Michele

Gagan:
La linea della Fellowship, sull'argomento cui ti riferisci, è il silenzio. Credo che l'ufficio legale abbia provato a alzare la voce e minacciare in relazione a un post scandaloso. Quando però si è parlato dell'esistenza di un filmato girato con un telefonino, la FoF è tornata nel silenzio. Robert ha già subito molti processi e pagato un sacco di soldi.
I particolari dell'intimità di Robert non mi interessano. Parlarne è in una certa misura, anzi, pettegolezzo. Quello che mi ha interessato, essendo lui stato il mio maestro, è l'atteggiamento emozionale che ha verso le persone con cui intrattiene rapporti. Di questo ho scritto nel mio precedente post.
Credo che Robert dovrebbe essere aiutato, e che si sia trovato da solo, senza freni, con le sue pulsioni. Purtroppo, forse, non può ricevere aiuto perchè nella sua cerchia è lui l'autorità assoluta.
Per quanto riguarda i membri attuali della FoF, non credo che avrai risposte su questo blog. Hanno infatti avuto un "task" (compito, esercizio) di non leggere il blog inglese (tantomeno quindi quello in italiano). L'idea è che possono utilizzare il proprio tempo diversamente e più costruttivamente per la propria anima. Inoltre esiste un task di minimizzare i contatti con gli ex-studenti. Questo task viene proposto con l'idea che così le persone possono sentire il bisogno di tornare alla scuola. Da quando ho lasciato mi sono reso conto che quasi mai torna chi ha compiuto il passo di lasciare, specie se è stato nella scuola per un periodo consistente. L'esercizio c'è per il semplice motivo che chi si libera sviluppa dei pensieri propri che non devono infettare gli altri. Noi esseri umani siamo molto influenzati da chi ci sta intorno, molto più di quanto crediamo.
Questi esercizi che chiudono il mondo della libera comunicazione ai membri mi fanno vedere come, da un punto di vista, la FoF sia una setta.

Saluti a tutti
Michele


Dal Moderatore:
Caro Gagan, scrivi:
"Mi dispiace invece che una persona abbia voluto condividere con me pensieri ed emozioni, ma poi se ne sia pentita e abbia cancellato il suo post." Sono io che gestisco la pubblicazione dei vostri interventi come post, che mi giungano sotto forma di commento o di e-mail. L'autore del post cui fai riferimento mi ha chiesto di rimuoverlo temporaneamente perchè temeva che da alcune frasi si potesse risalire a identificare le persone cui faceva riferimento, in una questione così delicata. Quel post verrà quindi ripubblicato, appena lo riceverò di nuovo, privo di riferimenti personali.
Il tuo intervento è gradito e le tue domande assolutamente pertinenti, grazie anche a nome degli altri partecipanti. Sarebbe molto interessante avere risposte anche da membri attuali della Fof.
Walt

Da Gagan
Cara Laura,
ti ringrazio della tua risposta. Mi dispiace invece che una persona abbia voluto condividere con me pensieri ed emozioni, ma poi se ne sia pentita e abbia cancellato il suo post.
L'intervento di WhaleRider sul blog inglese è in effetti di quelli che non lasciano indifferenti. Personalmente, non credo alla distinzione tra vita privata e vita pubblica, soprattutto nel caso di un maestro spirituale. Ritengo che se un maestro non dimostri con la sua vita i suoi insegnamenti, questi ultimi non abbiano molto valore. A questo proposito, sperando di non abusare della vostra ospitalità , vorrei continuare a fare delle domande su questo blog, domande che in futuro conto di rivolgere anche a studenti tuttora iscritti alla scuola.
- Nella prima pagina del blog inglese ho letto l'intervento di una persona secondo cui, venti anni fa, si diceva che Robert era casto e non aveva attività sessuali. Questa era la versione ufficiale della FoF, l'immagine che Robert dava di sè in pubblico?
- Esiste una risposta ufficiale, una presa di posizione della FoF o, meglio ancora, di Robert, a questo stillicidio di "rivelazioni" sulla vita sessuale di Robert? Smentite, querele, indifferenza, conferme, spiegazioni?
- Qual'è il pensiero di Robert sulla sessualità? Nel libro "Il ricordo di sè" (la mia principale fonte di informazioni sul pensiero di Robert) non mi sembra che se ne parli granchè. Egli pensa che sia possibile conciliare "la costruzione dei corpi sottili" con un'intensa attività sessuale?
Grazie a chiunque vorrà rispondere. Sono molto gradite anche risposte da attuali membri della FoF.
Un abbraccio a tutti,
Gagan

domenica 3 giugno 2007

da Laura

Caro Gagan, per quanto riguarda le orge non so, ma so di sicuro che tanti cari amici nella FOF hanno fatto sesso con Robert. Erano tutti maschi, giovani ed eterosessuali. Tutti sono stati pesantemente manipolati. Conosco altri che hanno detto di no, e che quindi sono stati allontanati dalla sua presenza.
Tutti, in un modo o nell'altro, hanno sofferto.
Ho visto anche diversi matrimoni crollare sotto il peso di queste esperienze e delle pressioni di Robert. Ma come affrontavamo queste cose a Renaissance? ci si scherzava sopra. Potenza dei respingenti!
Comunque, ti consiglio di leggere il post di WhaleRider 8/#262 sul forum in inglese, che narra in modo esplicito un'esperienza personale devastante.

dal Moderatore

Ciò che accade dentro le mura della Gallery certamente non è cosa ininfluente. Tuttavia, non verranno pubblicati messaggi che si addentrino in modo sconveniente e volgare in questo argomento.
Detto questo, se qualcuno desidera rispondere alla legittima domanda di Gagan in questo sito, è libero di farlo.
Grazie a tutti e buon lavoro


Da Gagan
Ciao,
mi chiamo Gagan, ho 32 anni e qualche anno fa sono stato, per pochi mesi, uno studente della FOF. Ho seguito e seguo anche altre strade, da Osho (dalla sua scuola viene il mio nome spirituale Veet Gagan = going beyond sky) alla Biodanza, allo Zen. Di base, però, ho una sola tecnica: il ricordo di sè, che cerco di mettere in pratica sempre e dovunque.
Della FOF ho ricordi contrastanti: da un lato ero affascinato, dall'altro alcune cose non mi tornavano. Penso ancora che potrei rientrare nella scuola, ma solo per il piacere di promuovere la presenza insieme agli altri studenti, e non per Robert.
Comunque, il motivo per cui ti scrivo è farti una domanda: tutte queste orge di cui parli nel tuo sito sono un fatto documentato? Ho cominciato a leggere il blog in inglese, e francamente alcuni interventi mi sembrano poco credibili. Voglio dire, certe descrizioni di ciò che avverrebbe nella Galleria paiono esagerate. Tu sei certa che le orge e le perversioni sessuali non siano solo un pettegolezzo infondato? Come fai a saperlo? Solo dal blog? Sai, anche su Osho circolano tante voci (mia madre mi disse che era morto proprio durante un'orgia), ma io sono convinto che la maggior parte di esse siano false.
Grazie dell'attenzione.

Love -
Gagan

Da Laura

Cara Gabriella,
anche a me una volta accadde una simile esperienza rivelatoria con uno studente. Ma, anche se emotivamente colpita, ero da poco nella Fellowship e pensai che il problema di "megalomania spirituale" riguardasse la persona e non la scuola. Ci sono voluti dieci anni da studente e diversi anni di vita nell'allora Renaissance per rendermi veramente conto di quanto questo atteggiamento sia incoraggiato da Robert, anzi sia uno dei principali modi in cui tiene intrappolati gli studenti. Siamo così convinti di essere speciali, diversi, fortunati. Niente si salva: la nostra famiglia, i nostri amici, le altre scuole spirituali, il mondo intero viene svalutato e noi diveniamo gli eletti dal cui lavoro nasce la speranza di una nuova civiltà. Peccato che tutto ciò avvenga solo nella nostra mente. Sin dall'inizio una parte di me si ribellava a queste idee, ma non mi rendevo conto di quanto siano pericolose per il cammino spirituale. Tutte queste nozioni vanno solo ad accrescere il nostro egoismo e le nostre paure. Facendoci divenire i protagonisti di questa grandiosa soap opera dello spirito, Robert ci incatena alle nostre illusioni più puerili. La capacità di giudizio razionale si affievolisce e le emozioni vengono artificiosamente manipolate, finché diveniamo membri a tutti gli effetti di questo piccolo mondo chiuso e autoreferenziale, una specie di immaginario club dei vip dell'illuminazione.Potrei andare avanti a elencare tutte le perniciose conseguenze psicologiche di queste fantasie da "eletti", ma so che su Internet esiste una quantità di materiale a disposizione di chi voglia approfondire questi temi. Mi preme dare un consiglio, nato dalla mia esperienza personale, a tutti gli amici in cammino: non permettete che il vostro lavoro, compiuto in nome dell'evoluzione interiore, vada a nutrire ciò che vi è in voi di più basso, il vostro egoismo. Dopo aver lasciato la Fellowship ho avuto la fortuna di conoscere diversi maestri buddisti, che mi hanno ispirata con la loro umiltà e attitudine compassionevole. Il buddismo Mahayana insegna:"abbiamo bisogno di essere aperti, di aprirci al mondo. Questo tipo di attitudine è la quintessenza del pensiero e del sentiero del Buddha, quella che ci porterà verso la liberazione finale. Aprirsi a tutti gli esseri senzienti, prendersi la responsabilità di tutti gli esseri senzienti, questo è quello che noi chiamiamo la mente dell'illuminazione ed è quello che in sanscrito viene chiamato la "Bodhicitta"... "E quanto è lontano Robert da questa descrizione: "i veri maestri sono gentili, compassionevoli, instancabili nel desiderio di condividere la saggezza ricevuta dai propri maestri, non approfittano e non manipolano gli studenti in nessuna occasione e in nessuna occasione li abbandonano, non servono i propri scopi ma la grandezza degli insegnamenti, rimanendo sempre umili" (Sogyal Rimpoche).
Personalmente ho vissuto, sperimentato e imparato molto negli ultimi dodici anni senza Fellowship, e non ho mai avuto la sensazione di avere abbandonato il cammino evolutivo. Non rimpiango il mio passato da studente, tanto ho imparato e tanto mi sono divertita. La vedo come una fase adolescenziale della mia vita interiore: sapete, quel periodo in cui ci si sente così importanti e carichi di potenziale, in cui le cose brutte succedono solo agli altri mentre noi viaggiamo sulle ali della nostra energia sessuale...Ma poi diventiamo adulti e impariamo che la vera vita è quella che si affronta una volta che non ci sono più certezze né paure, quando siamo pronti a farci carico personalmente delle nostre scelte e dei nostri sogni. E quando capiamo finalmente che, nonostante il nostro desiderio di evolvere. non siamo né diversi né superiori a nessuno. Perché la luce immortale, la consapevolezza che non nasce e non muore, è un unico grande essere che si presenta in forme diverse, e ogni essere è fondamentalmente composto di questa luce. E risvegliarsi a questa realtà ci permette di rinunciare al pensiero dualistico che ci separa dal mondo e di avvicinarci alla comprensione della fondamentale natura della mente che è essenzialmente consapevolezza e amore. O che cosa altro pensiamo significhi diventare consci?Se siete nella FOF e state pensando di lasciare, guardatevi intorno con occhi e mente aperta: vedrete che il mondo offre tante possibili strade, tanti insegnanti e tanti compagni di viaggio. E non è neanche impossibile crescere da soli. Diffidate di chiunque voglia convincervi di essere l'unico in grado di aiutarvi. Come disse San Paolo, "lo Spirito soffia dove vuole". E nessuno, nemmeno Robert Burton, lo può fermare.
Tanti tanti auguri a tutti

Laura

venerdì 1 giugno 2007

Da Gabriella F.

Oggi ho avuto un ricordo “vivido” del mio tempo nella FOF che mi sta aiutando a comprendere meglio i “meccanismi” che ci possono tenere intrappolati in qualcosa di simile a una setta. Vorrei condividerlo.

Ho un carissimo amico che è ancora nella Fellowhisp of Friends e che vive ad Isis. Una persona molto bella, con un cuore buono e buone intenzioni: adorabile. Mi è sempre piaciuto essere in sua compagnia e lui è sempre stato un punto di riferimento per me. Lui era nella scuola da più tempo di me e io, da italiana, ho sempre nutrito l’idea che gli Americani fossero i nostri padri, e fossero comunque più “consci” di noi.
Lui è – non sono sicura a questo punto, ma potrei scommetterci – un “fedele” di Robert e della FOF.

Un giorno, forse tre anni fa, eravamo al ristorante. Non ci vedevamo da almeno un paio d’anni. Lui era in visita nella città in cui vivevo e decidemmo di pranzare insieme. Avevo davvero voglia di vederlo, di parlare un po’, insomma, di stare semplicemente insieme, godendo l’uno dell’altra, condividendo momenti di presenza. Ma dopo un po’, l’atmosfera ha cominciato ad appesantirsi. Lui aveva voglia di “insegnare”, di essere estremamente serio; purtroppo, c'è chi pensa che si debba essere estremamente seri quando si è presenti ... (personalmente, non sono d’accordo, probabilmente non lo sono mai stata. Penso che nelle nostre possibilità più alte ci sia la “gioia”!). Mi trovai a cercare disperatamente il mio amico ...

A un certo punto, assunse una grave “intensità” e disse: “Una delle cose più difficili nel nostro cammino è accettare che siamo così profondamente coinvolti in qualcosa di superiore – e fece riferimento a Robert – che anche le persone che amiamo muoiono per causa nostra … per la nostra evoluzione…”.
Disse anche altre cose, ma ero così impressionata che facevo fatica a restare seduta a tavola... Dunque, ciò significa che l’incidente d’auto di mio fratello, o il suicidio di mia madre, insomma, le persone che ho amato sono morte per me? Dovrei essere orgogliosa di un simile “privilegio”? E che forse tutte le catastrofi, le guerre e la miseria: tutto ciò accade perché gli studenti della Fellowhisp possano evolvere? Oh, Cielo!

Ricordo che dentro di me si accese una sorta di lotta: mi sembrava chiaro che avrei potuto credere a quello che diceva e sentirmi così “catapultata” in un mondo irreale dove Io-Noi siamo le uniche entità che contano … Là dove una certa atmosfera fittizia “celeste” ti può indurre a pensare che davvero fai parte di qualcosa di divino ... Qualcosa in me (forse la vanità) pensò che ero pronta per un simile straordinario messaggio.
Ma un’altra parte di me mi sussurrò che non potevo credere a qualcosa di simile (forse, il buon senso) e che dovevo restare nel mondo reale, là dove nessuno vale più di un altro essere umano. Ma certo, in questo caso, avrei perduto quel messaggio “celeste” dell’Influenza C...

Fortunatamente, non ho “creduto”. Io non sono entrata nella Scuola per “credere”. Quel giorno, qualcosa è cambiato nel mio rapporto con la Scuola e ricordo quel momento ancora, emozione dopo emozione.

Sono sorpresa della veridicità che ha accompagnato questo ricordo. Ho voluto condividerlo perché mi aiuta a capire come possiamo arrivare a credere qualunque cosa ci venga detta, anche la più stupida, anche l’affermazione più assurda che va contro il senso comune persino di un bambino: nella Fellowship, è stato “modellato” un modo di pensare (una specie di modello Word) così che siamo pronti ad ammettere qualunque cosa, sempre che sia funzionale alla NOSTRA PERSONALE evoluzione.

Ad essere sincera, non è facile pubblicare questo messaggio, anche se ho lasciato la Scuola..
In questi ultimi mesi, ho appreso cose su Robert che non avrei mai immaginato.
Credetemi: in 20 anni, non ho mai saputo nulla di orge e altre perversioni che riguardano la vita personale di Robert e del suo cerchio interno.

E provo ancora molto affetto per Robert. Ho sempre pensato che fosse un poeta nell’insegnare il sistema, fino a che l’ha fatto ... Inoltre, ricordo che in una situazione dolorosa per me, ho “sentito” davvero il suo amore, la sua calda tenerezza, e non voglio “eliminare” questo ricordo bello.
Sono stata una studentessa di Robert, ho avuto fiducia in lui, ho avuto fiducia nei miei amici, e loro l’hanno avuta in me. Ho ricevuto dalla FoF, e ho dato. Si tratta di qualcosa di semplicemente umano.

Ma poi, “the game was over”, tutto è finito. O quanto meno, è finito per me. Cerchiamo di essere lieti ora, di andare avanti con tutto quanto di bello e importante abbiamo imparato. E non perdiamoci di vista...!

Grazie per la pazienza,

Gabriella