sabato 9 giugno 2007

Da Anonimo:
Ciao a tutti,
giorni fa in una conversazione con un amico studente che stimo molto, ho potuto ricevere alcune fotografie che considero sincere nelle intenzioni a proposito dei possibili motivi che mi hanno "allontanato dalla scuola."
Ripensando e valutando al meglio delle mie possibilità ho osservato però che nell'esposizione di queste fotografie potrebbero essere coinvolti alcuni meccanismi ed aspetti che vorrei condividere.
Il primo aspetto paradossale è dato dal fatto che la Scuola, che ci dovrebbe preparare per la vita, in alcuni casi viene a sostituire la vita stessa, che viene svalutata ed evitata in quanto "fonte di identificazioni". Si viene educati a ripetere a se stessi: "vedo che da solo il lavoro è impossibile"confondendo il fatto che, seppure tutti abbiamo avuto bisogno di qualcuno che ci insegnasse ad osservare ed osservarci per potere discriminare ciò che è reale e ciò che non lo è, questa fase può degenerare in una identificazione ed uno stato di dipendenza con questa fonte. Il risultato spesso è che si delega la responsabilità per il proprio lavoro ad una fonte esterna, rimanendo nella "confortevole" situazione di un bambino che aspetta fino ai 40 anni che papà e mamma gli dicano dove sbaglia e cosa deve fare anche quando oramai queste informazioni gli sono indiscutibilmente accessibili grazie all' esperienza e capacità di discriminare che dovrebbe avere acquisito.
Un altro aspetto che mi si è presentato di fronte è il seguente: alla base delle idee di lavoro, quale utile strumento di discriminazione nella scelta dei "progetti " nei quali investire le proprie energie esiste la differenziazione tra attività che vanno in una direzione EVOLUTIVA nel senso più nobile del termine ed attività che vanno in una direzione completamente opposta e che sono caratterizzate da forti identificazioni promosse dal nostro re di fiori. Purtroppo a volte la mente formatoria adatta il tutto al suo livello di comprensione e quindi qualsiasi cosa sia in relazione con casa, famiglia, rapporti, lavoro etc.. viene etichettata come "IDENTIFICAZIONE" mentre tutto ciò che è connesso con la scuola viene etichettata come nobile ed elevato.Quindi anche le ottave di terza linea fatte in forte stato di identificazione, e sotto l'influenza delle caratteristiche sono valutate progetti di serie A mentre degli sforzi sinceri di vivere il nostro quotidiano al meglio tra battaglie di "io", emozioni negative e stoico coraggio nel cercare un margine di spazio interiore nel quale ricordare se stessi per vivere veramente il presente vengono definite frettolosamente progetti di serie B ovvero legati all'area del centro istintivo.
Anche quì la scuola passa ad essere trasformata e, da strumento utile a vivere il vero presente, diventa l'unico presente veramente nobile e degno di sforzi ed energie, e non viene quasi notato il fatto che spesso, dopo essere diventato una fonte di grande identificazione, perde la sua utilità come strumento di trasformazione. Molti testi e tradizioni che sono studiati e utilizzati dalla scuola parlano in modo molto chiaro di questi meccanismi, tratto da questi questi vorrei riportare una storia presente in una serie di racconti di ATTAR in cui vengono descritte le vite di coloro che vengono considerati i più fulgidi esempi di elevazione spirituale, saggezza e illuminazione tra i Sufi di varie epoche. Non ricordo ora esattamente chi fosse il soggetto dell'aneddoto ma la sostanza è questa: Un giorno un maestro Sufi di grande valore decise di fare il suo pellegrinaggio alla mecca dato che temeva di non avere in futuro altre possibilità per fare il viaggio. In quel periodo sua madre era inferma e aveva bisogno di assistenza, quindi il Sufi si trovava in uno stato di lotta interiore sulla scelta da fare... Rimanere a casa e accudire la madre malata o seguire i dettami della sua fede e fare il pellegrinaggio? Alla fine di un lungo pensare decise di partire per il pellegrinaggio ma durante la prima notte di viaggio fece un sogno nel quale gli apparve il profeta che gli disse "torna a casa ad accudire tua madre, questo verrà valutato più di 100 giri attorno alla mecca!" egli immediatamente si destò e fece ritorno a casa.
Un abbraccio a tutti.

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