domenica 3 giugno 2007

Da Laura

Cara Gabriella,
anche a me una volta accadde una simile esperienza rivelatoria con uno studente. Ma, anche se emotivamente colpita, ero da poco nella Fellowship e pensai che il problema di "megalomania spirituale" riguardasse la persona e non la scuola. Ci sono voluti dieci anni da studente e diversi anni di vita nell'allora Renaissance per rendermi veramente conto di quanto questo atteggiamento sia incoraggiato da Robert, anzi sia uno dei principali modi in cui tiene intrappolati gli studenti. Siamo così convinti di essere speciali, diversi, fortunati. Niente si salva: la nostra famiglia, i nostri amici, le altre scuole spirituali, il mondo intero viene svalutato e noi diveniamo gli eletti dal cui lavoro nasce la speranza di una nuova civiltà. Peccato che tutto ciò avvenga solo nella nostra mente. Sin dall'inizio una parte di me si ribellava a queste idee, ma non mi rendevo conto di quanto siano pericolose per il cammino spirituale. Tutte queste nozioni vanno solo ad accrescere il nostro egoismo e le nostre paure. Facendoci divenire i protagonisti di questa grandiosa soap opera dello spirito, Robert ci incatena alle nostre illusioni più puerili. La capacità di giudizio razionale si affievolisce e le emozioni vengono artificiosamente manipolate, finché diveniamo membri a tutti gli effetti di questo piccolo mondo chiuso e autoreferenziale, una specie di immaginario club dei vip dell'illuminazione.Potrei andare avanti a elencare tutte le perniciose conseguenze psicologiche di queste fantasie da "eletti", ma so che su Internet esiste una quantità di materiale a disposizione di chi voglia approfondire questi temi. Mi preme dare un consiglio, nato dalla mia esperienza personale, a tutti gli amici in cammino: non permettete che il vostro lavoro, compiuto in nome dell'evoluzione interiore, vada a nutrire ciò che vi è in voi di più basso, il vostro egoismo. Dopo aver lasciato la Fellowship ho avuto la fortuna di conoscere diversi maestri buddisti, che mi hanno ispirata con la loro umiltà e attitudine compassionevole. Il buddismo Mahayana insegna:"abbiamo bisogno di essere aperti, di aprirci al mondo. Questo tipo di attitudine è la quintessenza del pensiero e del sentiero del Buddha, quella che ci porterà verso la liberazione finale. Aprirsi a tutti gli esseri senzienti, prendersi la responsabilità di tutti gli esseri senzienti, questo è quello che noi chiamiamo la mente dell'illuminazione ed è quello che in sanscrito viene chiamato la "Bodhicitta"... "E quanto è lontano Robert da questa descrizione: "i veri maestri sono gentili, compassionevoli, instancabili nel desiderio di condividere la saggezza ricevuta dai propri maestri, non approfittano e non manipolano gli studenti in nessuna occasione e in nessuna occasione li abbandonano, non servono i propri scopi ma la grandezza degli insegnamenti, rimanendo sempre umili" (Sogyal Rimpoche).
Personalmente ho vissuto, sperimentato e imparato molto negli ultimi dodici anni senza Fellowship, e non ho mai avuto la sensazione di avere abbandonato il cammino evolutivo. Non rimpiango il mio passato da studente, tanto ho imparato e tanto mi sono divertita. La vedo come una fase adolescenziale della mia vita interiore: sapete, quel periodo in cui ci si sente così importanti e carichi di potenziale, in cui le cose brutte succedono solo agli altri mentre noi viaggiamo sulle ali della nostra energia sessuale...Ma poi diventiamo adulti e impariamo che la vera vita è quella che si affronta una volta che non ci sono più certezze né paure, quando siamo pronti a farci carico personalmente delle nostre scelte e dei nostri sogni. E quando capiamo finalmente che, nonostante il nostro desiderio di evolvere. non siamo né diversi né superiori a nessuno. Perché la luce immortale, la consapevolezza che non nasce e non muore, è un unico grande essere che si presenta in forme diverse, e ogni essere è fondamentalmente composto di questa luce. E risvegliarsi a questa realtà ci permette di rinunciare al pensiero dualistico che ci separa dal mondo e di avvicinarci alla comprensione della fondamentale natura della mente che è essenzialmente consapevolezza e amore. O che cosa altro pensiamo significhi diventare consci?Se siete nella FOF e state pensando di lasciare, guardatevi intorno con occhi e mente aperta: vedrete che il mondo offre tante possibili strade, tanti insegnanti e tanti compagni di viaggio. E non è neanche impossibile crescere da soli. Diffidate di chiunque voglia convincervi di essere l'unico in grado di aiutarvi. Come disse San Paolo, "lo Spirito soffia dove vuole". E nessuno, nemmeno Robert Burton, lo può fermare.
Tanti tanti auguri a tutti

Laura

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