mercoledì 17 novembre 2010

giovedì 22 maggio 2008

Tutto fa parte del viaggio

da Edson
Per aggiungere la mia "testimonianza"...
Mi è capitato di commentare nel dopo FOF, rischiando di essere frainteso, in termini che possono essere assimilabili a quanto detto da Andrea la mia convinzione che l'esperienza FOF stessa è stata quello che doveva essere.
Mi spiego meglio: lo scopo che mi ha portato nella scuola è stato quello di volere vivere la mia vita nel modo più consapevolmente "utile" a me stesso e a quello che poteva essere un eventuale progetto generale.
Ho cercato di fare del mio meglio ed in vera buona fede e sincerità... se i miei limiti mi hanno fatto intraprendere determinate strade non posso certo "pentirmene" e credo che tutto faccia parte del viaggio in se..
I vari " avrei potuto...avrei dovuto chissà" non sono contemplabili perché sono ancora più immaginazione e a questo punto se abbiamo qualcosa di utile da trattenere dalla nostra esperienza FOF è arrivato il momento di assumerci la responsabilità di adulti emancipati (se no sarebbe stato inutile lasciare la FOF dicendo ora siamo liberi ... per poi ricominciare dicendo..."sono incapace di.. perché la FOF mi ha fatto perdere tempo".. sembra confuso.. mmm "non so se mi sono capito"!?!?.) e accettare che molti strumenti che abbiamo avuto a disposizione sono utili e possiamo usarli ora con nuova consapevolezza e con la libertà di sperimentare..
Anni ad osservarsi per arrivare poi a dire non sono più nulla e ho buttato via tempo, sono un doppio spreco.
Credo anche (almeno per me è stato così) che alcuni strumenti che ci hanno permesso di vederci e di capire che era l'ora di uscire, paradossalmente li abbiamo affinati proprio nel "Lavoro".
Certo, la mia esperienza è stata abbastanza breve da permettermi di trarne alcuni benefici con il minimo degli effetti collaterali (5 anni). Ma anche in questo, ognuno ha solo la propria esperienza con la quale misurarsi.
Apprezzo l'approccio di Andrea e lo condivido dato che chiunque abbia trascorso l'esperienza FOF sinceramente e con attenzione, nonostante gli errori ha anche costruito qualcosa di reale attorno alla propria vita mentre quelli che ora si trovano seduti a terra nello sconforto, forse in qualsiasi altra esperienza avrebbero accumulato difficoltà.
Ora forse è il momento anche per questi ultimi di accogliere le proprie "responsabilità" (accettate benevolmente il termine nella sua accezione meno pesante) e vedere da dove e come ricominciare senza focalizzarsi troppo su fantastici se... ma... colpa di... colpa mia... colpa di Robert..., etc..
Tutto questo discorso non vuole deresponsabilizzare la FOF o Robert o nessuno per gli errori e i crimini, ma è solo un punto di vista alternativamente spostato in altro focus.
Scusate se il commento appare lungo e forse in alcuni paragrafi, sconnesso... ma fa parte dei miei limiti di questo momento.
Saluti a tutti ed un abbraccio non formale.
Edson

mercoledì 21 maggio 2008

Grande!

Grandioso questo Maestro! Grazie Paola!
Lisa

Un uomo nr. 20

da Paola
Ragazzi....non disperate, sono sicura che molti di voi lo conoscono già perché la sua saggezza è immensa e l'energia che emana appartiene ad un livello d'essere direi almeno dell'uomo num. 20, eccolo:
http://www.youtube.com/watch?v=lpYSFPO7pqw

ps. se volete vi faccio un incontro prospettivo....a pagamento of course!

Dove si dovrebbe arrivare?

da Lisa Simpson
Lo pensavo anch'io in questi giorni: è possibile che siamo arrivati alla stazione giusta. Lo pensavo guardando le mie piante sul terrazzo risorgere a nuova vita un'altra volta, come tutti gli anni, senza l'autorizzazione di nessuno, solo perché è così che va.
Ma, per associarmi al ragionamento di Andrea: siamo poi sicuri che se non avessimo seguito il “maialino” per 10-15-20 anni avremmo fatto un'altra cosa miigliore? Forse sì, ma forse. Magari diventavamo impiegati alle poste, oppure dei bancari, oppure chissà. Insomma, come diceva un mio amico "se non era quello era un'altra cosa"... E oggi, se tutto fosse andato bene, avremmo la stessa età e forse saremmo soli lo stesso. E almeno, per dirlo ancora con Andrea, abbiamo le persone intorno a noi che ci amano.
Vedo con un po' di dispiacere gli amici che restano dentro nonostante tutto quello che è venuto alla luce, ma anche molti che appena usciti entrano da un'altra parte, subito, come si dovesse sempre correre verso nuovi maestri, sennò non si vive. Va bene, se va bene per loro, ma non riesco a restare indifferente. Mi lascia da pensare. Come si dovesse, appunto, risalire subito sul treno (che bella questa analogia del treno, mi ricorda qualcosa ...). Ma così non si arriva mai, è un viaggio senza fine. Mi fa paura e le stazioni mi piacciono più dei treni in corsa.
E poi, c'è qualcuno che sa o che ha capito dove diavolo si dovrebbe arrivare? Non può semplicemente essere una méta anche il vivere la propria vita degnamente?

Se mi chiedono "ti è servita a qualcosa la Fellowship", in fondo non so cosa rispondere. La cosa più sincera sarebbe dire che quegli anni li ho vissuti e quindi non posso dire che non siano serviti a niente, non perché abbia imparato qualcosa di particolare, semplicemente perché sono passati e c'ero anch'io.
Se non altro, adesso so che non devo cercare lontano e che non penso mi interessino altri maestri al di là della vita stessa e della natura.
Un grande bacio a tutti,
Lisa