giovedì 30 agosto 2007

da Gabriella F.
Dopo tanta riflessione, a me sembra che non si possa più (ex-studenti o studenti attuali che si sia) prescindere da un fatto: un uomo, per poter evolvere, dev'essere almeno un uomo, un uomo degno di questo nome.
Ci sono esseri che hanno lasciato al genere umano un segno profondo: un segno di bellezza, di purezza, di coraggio, di onestà e di generosità; esseri umani che sanno farci sentire migliori ogni volta che veniamo in contatto con le loro parole, la loro opera, la loro vita. Parlo di Goethe, di Whitman, di Montaigne, di Cristo, di Meher Baba, di Leonardo, di Buddha ... e di tanti altri.
E mi chiedevo in base a cosa ci riferiamo a questi esseri come ad esseri superiori. Perché hanno lasciato un segno così profondo, che rimane ancora fresco, a noi sempre disponibile? Io credo che ciò che ci parla non siano solo le loro opere, le loro poesie, le loro parole, ma sia l'esistenza che hanno vissuto. Erano prima di tutto "esseri umani" degni di questo nome. Il che sarebbe già un obiettivo non da poco per chiunque.
Sono sicura che siamo tutti d'accordo che non è possibile essere una persona avida di denaro e di sesso, preda delle passioni, capace di mortificare gli altri, capace di aprofittare del proprio potere (di ruolo o psicologico che sia) per soggiogare gli altri, ma soprattutto incapace di sacrificio (quello vero, quello che deriva dalla rinuncia a un piacere materiale, per esempio) ed essere al tempo stesso un essere evoluto.
NO, NON È POSSIBILE.
Inutile girare intorno alla questione se Robert sia o non sia un essere conscio. Non è possibile, per il semplice fatto che Robert vive come vive. Se sia malato o meno, non cambia le cose da questo punto di vista. Personalmente, non è da un essere "conscio" di questa natura che desidero imparare.
E se qualcuno la pensa diversamente, mi dimostri che è possibile, ad esempio, comportarsi in modo indegno ed essere evoluto al tempo stesso. In questo caso, anche un criminale potrebbe essere evoluto?
Forse, dovremmo chiarire cosa significhi "evoluto" ... per non dire "conscio".
Spesso nella Fellowship ho visto usare l'idea del "dominio femminile" per giustificare comportamenti amorali. Certo, è comodo cambiare il senso di quello che dice Cristo o la Filocalia, attribuendo a cose molto chiare un significato occulto che non hanno: quando si parla di povertà o di rinuncia è proprio ciò di cui si vuole parlare. Non prendiamoci in giro.
Ci sono anche portatori di altri insegnamenti, come l'Advaita (non sto facendo propaganda, ho solo letto un libro) che possono insegnare qualcosa in questo senso: Nisargadatta o Krisnamurti, ad esempio, non hanno mai voluto discepoli, né soldi, né altri aiuti di tipo materiale; soprattutto, non hanno mai voluto "soggiogare" o tenere legato a sé nessuno. Anzi.
Robert, dal canto suo, non prende nemmeno in considerazione la possibilità che possano esserci altri maestri al di fuori di lui, né altre scuole, né altri insegnamenti: afferma che bisogna stare legati a lui e alla Fellowship of Friends per la vita, altrimenti è la perdizione ...

L'aspetto positivo di tutto però, in armonia con Rhino Neal e con Giannetto Fortunato (che bel nome! mi ricorda l'infanzia...) è che, a prescindere da chi sia Robert e da cosa sia la Fellowship of Friends, noi abbiamo fatto sforzi sinceri per essere presenti, per andare incontro a noi stessi, per riscoprire la nostra essenza ... Questo era e rimane vero. E non può certo essere negativo.

Un abbraccio a tutti,
Gabriella

P.S. Questa è una poesia di William Blake che ben si accompagna:
Posso vedere la pena di un altro
e non soffrire anch'io?
Posso vedere la sofferenza di un altro
e non cercare gentile sollievo?

Posso vedere una lacrima che cade
e non sentire la mia parte di dolore?
Può un padre vedere suo figlio
che piange, e non riempirsi di dolore?

Può una madre stare seduta a sentire
un bambino che geme una paura di bambino?
No, no mai può essere,
mai, mai può essere.
William Blake

mercoledì 29 agosto 2007

da Alessandro:
Dove sono adesso?
Mattina presto, in ufficio, il corpo si aggiusta sulla sedia, in bocca il sapore dolce del caffelatte, le voci di colleghi nella stanza accanto, pensieri che cercano un pensatore, io di Lavoro che si affacciano concretamente.
Ascolto la chitarra di Moreno. Sostengo lo sforzo di dividere l´attenzione.
Mi accorgo che sono "assorbito" da riflessioni e pensieri del blog. Hanno la capacità di stimolare, di incuriosire, di creare attrito in me (identificarsi con i giudizi!).
Affermo che mantengono linee di Lavoro. E nuovamente risuonano con forza le parole di Pascal "Non vi cercherei se prima non Vi avessi già incontrato".
Chi ha incontrato chi? Seguo lo spunto della lettera scritta da Daniele agli studenti del centro di Milano 1997 (preziosa per la costruzione storica, la chiarezza, le fonti, le testimonianze di ciò che era la corruzione nella scuola), riprendendo le parole che Lord John Pentland della Gurdjieff Foundation disse a proposito di Robert Burton che "stava trasformando i suoi studenti in bambini dipendenti da lui".
Il fascino e la seduzione sta nell´imprigionare l'Essenza, impedendo lo sviluppo della Vera Personalità: è questo una parte dell´incantesimo?
In una cultura/economia in cui l'Essenza è totalmente sacrificata, inespressa, profondamente manipolata e violentata, trovare un ambiente, un "kindergarten", appartenere ad una comunità che si presenta come la fellowship o friends, diventa un richiamo, il canto delle sirene a cui difficilmente resistiamo.
In questa situazione terribile per la nostra esistenza e condizione, cerchiamo oasi di ristoro e sopravvivenza, compagni e amici. L'identificazione, il centro istintivo possono facilmente stravolgere il nostro Viaggio, la nostra esperienza, creare miraggi, scambiare il buio per la luce, il dito per la luna.
Essere "sedotti" non è una colpa, non prendersi la responsabilità delle proprie percezioni e delle proprie azioni è una debolezza, una testimonianza della fragilità della personalità.
Nella fof non è che abbiamo dormito (concedetemi il plurale), abbiamo lavorato, osservato, non espresso emozioni negative, ci siamo sperimentati, lottato per essere presenti. Il lavoro non va mai perduto, per questo sono e siamo qui. Non avverto la paura di essere incompreso, il bisogno di farmi capire, difendere le mie posizioni, l'obbligo di gratificare o di essere gratificato. In un certo modo ci siamo dissetati dalla stessa preziosa fonte che è il Sistema, verificando la meccanicità, il sonno e la possibilità di lavorare su noi stessi: di evolverci.
Risuonano le campane della vicina chiesa. Ore 8.20.
Buon Lavoro con il Presente.
Alessandro

lunedì 27 agosto 2007

da Giannetto Fortunato:
Credo che ognuno, compreso il sottoscritto, quando ha raggiunto la "Scuola", fosse in cerca di qualcosa.
Arrivati alla casa d'insegnamento, la foto del "Maestro" troneggiava sopra a un altarino messo su con cura dagli studenti più anziani. Voilà, il gioco è fatto.
Robert è un essere conscio ed è il TUO maestro. Noi siamo i migliori del mondo (N.B. si pronuncia "più fortunati") perchè ci sono degli Dei che vengono apposta per risvegliare esclusivamente noi (N.B. "Risvegliarsi": significato ignoto). L'agognata meta era sfuocata e volatile di fronte a noi; e così, con gli occhi chiusi ma a fuoco sul bersaglio, ci hanno dato uno zaino dove mettere un sacco di cose "necessarie" per il viaggio; felici del peso e incuranti dell'intralcio.
Siamo noi che abbiamo creato la nostra Scuola immaginaria, manovrata dal nostro Maestro immaginario, secondo un insegnamento altrettanto immaginario. Quando abbiamo capito che la meta era proprio lì davanti a noi, pian pianino e tutto d'un tratto ci siamo resi conto del "mazzo" che ci siamo fatti per portare quello zaino pieno di niente meno che pietre ingombranti e pesantissime. Bugie, cose prese per scontate, esercizi, atteggiamenti, parole incomprensibili, prossime vite, il "Lower Self"(vade retro Satanasso!), lo Steward (Chi?), il Nove di Cuori (Eh?), etc. etc.
- È Robert un essere conscio? ... chi lo sa, e comunque, CHISSENESTRAFREGA!
- Cosa vuol dire "essere conscio"? Vedi sopra.
- Qual´è quella parte di noi che vuole risvegliarsi? Idem... e così via.
Allora, perchè abbiamo portato quel gran peso inutile per così tanto tempo? Forse semplicemente per potercene liberare e continuare a vivere la NOSTRA vita. Forse siamo degli esseri veramente sfigati, incapaci di vivere una vita normale: quindi la scuola si è rivelata perfetta per noi. Forse soffriamo del "Complesso di Cenerentola", per cui tutto il finto "Glamour" della vita nella FOF ci ha fatto vivere la nostra favola personale, capace di superare ogni aspettativa abbassando inesorabilmente e drasticamente gli standard. (Vedi anche "Complesso della bella Addormentata": arriva il principe conscio nel suo vestito azzurro preferito e scarpe bianchissime, ci dà un bacio e ci risvegliamo... che schifo! O vedi anche il "Complesso degli abiti nuovi del granduca", nel quale vediamo quello che non c'è per non passare per scemi.)
Forse è soltanto il destino che si è voluto divertire un po' a nostre spese, ma bada bene senza lasciarci a mani vuote... Perchè, per quanto mi riguarda, sono contento qui dove sono, semplicemente, dentro, fuori, a destra, di sopra, in basso, di lato, di netto, di sguincio, di struscio, di sponda... Come sono arrivato fin qui? - "... Buttando via un grosso pietrone avuto in cambio di un'oca, barattata con un maialino, che ho avuto in cambio di una mucca, che mi è stata data in cambio di un cavallo, barattato con un pezzo d´oro... Che fortuna aver perso un pietrone così pesante.
È bello avere un cuor leggero. Chissà come saranno felici a casa di rivedermi tornare tutto contento, senza pesi che mi stancano. Non c'è che dire: sono stato proprio fortunato nei miei cambi!
Giannetto Fortunato

domenica 26 agosto 2007

da Rhino Neal:
Comprendo perfettamente che per alcuni lasciare sia difficile, ma io sono stato nella Fellowship per 27 anni, ho lasciato un anno fa, e mi sento bene al riguardo. Sotto certi aspetti, è stato bello essere un membro. Ho incontrato tante, tante persone speciali e belle, ho fatto delle amicizie che durano ancora e che probabilmente continueranno a durare. Ho girato il mondo in modo raramente accessibile a un viaggiatore qualsiasi - immaginatevi seduto in un appartamento di Novosibirsk (Siberia centrale) con una trentina di russi che affettuosamente vi offrono un concerto, delle letture, cibo, vodka, danze, e tutto di ottimo livello!
Non sono mai stato del tutto conquistato dagli aspetti più assurdi dell'insegnamento di Robert - le profezie e via dicendo. Ho comunque creduto che lui fosse conscio nel senso della Quarta Via, e quindi ho cercato di seguire i suoi consigli spirituali. Cercare di essere presenti non è un brutto modo di spendere il proprio tempo! Adesso, vedo tutto questo come una specie di scuola preparatoria per ciò che è venuto dopo, nel mio caso, l'Advaita.
Fortuntamente, non ho rinunciato alla mia professione e quindi non mi trovo nell'indigenza, come alcuni vecchi studenti.
Tre o quattro anni fa, ho cominciato a sentire notizie credibili circa gli eccessi personali di Robert Burton; prima di allora, mi ero auto-convinto che quelle storie fossero delle esagerazioni. Al tempo stesso, il suo insegnamento diveniva sempre meno credibile. La mia auto-ipnosi è svanita a poco a poco, fino al punto in cui l'ho visto proprio come un uomo ordinario, non conscio, eccessivamente avido di denaro e sesso. E allora, ho lasciato.
Continuo a vivere ad Oregon House e faccio quello che posso per aiutare gli attuali studenti a vedere la verità sulla Fellowship of Friends, se mi viene chiesto.
Davvero, non ho rimpianti. Quei 27 anni sono stati, sotto molti aspetti, spesi bene. Se non fossi stato ipnotizzato dalla Fellowship of Friends, probabilmente lo sarei stato da qualcos'altro. E l'esperienza nel suo insieme ha contribuito a ciò che sta accadendo ora e che va benissimo.
(Traduzione del post sul blog inglese di Rhino Neal del 25 ago 2007
http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/08/20/the-fellowship-of-friends-discussion-part-19/#comment-6580)

sabato 25 agosto 2007

Da Michele:
Quando leggo notizie riguardanti altre sette, con un cult leader venerato come una divinità dagli adepti, mi sorge spontanea una domanda: come mai lo adorano come una divinità?
Mi sembra una cosa così strana, così stupida, una cosa che io non farei mai. I membri di queste sette sono forse dei pazzi?
Gran parte dei cult leader (forse tutti, chissà) sono semplicemente degli imbroglioni, fingono di essere qualcosa che non sono. Come fanno a intessere questo raffinato incantesimo per cui gli altri gli credono e li venerano come Dèi?
Provo a indicare, sulla base della mia esperienza di cult member nella Fellowship of Friends, i fattori che permettono secondo me di imbastire "l'incantesimo".

La gerarchia - il cult leader è al vertice della struttura gerarchica della setta, e noi esseri umani, in quanto animali, siamo molto influenzati dalla posizione gerarchica di una persona. In base ad essa attribuiamo importanza. E ci sentiamo inferiori.
La scenografia - Il cult leader si veste come un moderno sovrano, è circondato da un entourage che riflette il suo splendore, grandi addobbi floreali incorniciano la sua immagine quando siede al centro degli incontri e delle occasioni sacre specifiche del culto. Viaggia in Rolls Royce o simili, magari ne possiede più di una. Ovviamente non le guida mica lui. C'ha l'autista...
L'imitazione degli altri - Nella quarta via, come è stata praticata in passato nella Fellowship of Friends, lo studio dell'imitazione aveva un posto importante nella conoscenza di sè stessi. Se ne è parlato spesso negli incontri. La mia impressione è che la si esplorasse però solo fino a un certo punto, senza mai arrivare alla zona tabù: l'imitazione degli studenti l'uno dell'altro, che li porta a introiettare acriticamente contenuti comuni solo perchè condivisi dagli altri e assumere acriticamente dei comportamenti solo sulla base del fatto che gli altri adepti si comportano così. Io ho sempre avuto una tendenza a fare il ribelle. Nella mia esperienza nella Fellowship of Friends, questo si è concretizzato in uno scostarsi solo un poco dal pensiero e dal comportamento comune. Solo un poco, solo quel tanto socialmente accettato, senza esagerare, mantenendo comunque sempre il pensiero e il comportamento comune come punto di riferimento, per rimanere sostanzialmente ad essi omogeneo. Così, attraverso l'imitazione l'uno dell'altro, gli adepti attuano un comportamento che individualmente non avrebbero mai scelto: adorazione e venerazione verso il leader.

Senz'altro esistono poi altri fattori, e forse il fattore più importante non è neanche tra quelli che ho nominato.

Credo che sia importante capire queste cose, man mano che è possibile scorgerle. Per me non era possibile vederle mentre ero nella Fellowship of Friends, ed è man mano possibile ora, con il passare del tempo da quando ho lasciato. Sarebbe un vero peccato per me non far pienamente tesoro dell'esperienza nella Fellowship, mettendo semplicemente una pietra sul passato. E se c'è qualcuno cui interessano queste riflessioni, e che magari ha qualcosa da dire, mi piacerebbe molto leggerlo.

mercoledì 22 agosto 2007

da Daniele:
Ciao Edson,
leggo solo oggi il tuo messaggio perché sono appena tornato dalle vacanze. Mi pare di ricordare con certezza il tuo nome, ma purtroppo non riesco ad associarlo ad un volto. Per caso sei sulla Greater Fellowship con una foto? Grazie per il link a skyhero, vado subito a darci un'occhiata. Grazie anche per i consigli di lettura. Io in questo periodo sto leggendo qualcosa di Maslow e Assagioli (quello della psicosintesi), che molto hanno contribuito allo sviluppo della psicologia transpersonale. Probabilmente lo conosci già, ma ti segnalo il sito dell'Institute for Transpersonal Psychology (www.itp.edu), una universita' privata di Palo Alto (dove tra l'altro insegna Tart) dove vengono tenuti corsi di laurea e dottorato proprio sulla psicologia transpersonale e su varie materie affini anche provenienti dalla tradizione orientale. Vale la pena di visitare il sito anche solo per leggere le pagine di introduzione agli argomenti insegnati.
Trovo che sia veramente rinfrescante, ma anche in un certo senso rassicurante, leggere le parole ispirate e allo stesso tempo precise, scientifiche, di questi autori. Veramente, c'è molto da imparare, in qualsiasi direzione si guardi.
Alla luce di questi ultimi dieci anni dopo la Fellowship of Friends, non posso che condividere e fare mia la riflessione che fai alla fine del tuo post: abbiamo anche imparato molto dalla scuola, e non solo in negativo. Ora possiamo fare il prossimo passo.

Da Come diventare un cult leader:
http://www.youtube.com/watch?v=mnNSe5XYp6E

martedì 21 agosto 2007

da Gabriella F.
Carissimi Marco e Alessandra, ciao! Che piacere poter rientrare in contatto!
Anche a me piacerebbe molto rivedervi e parlare un po'.
Sono però restia a pubblicare i recapiti personali. Walt (il moderatore del blog) ha il mio indirizzo e-mail e il mio telefono. Se gli scrivi (walt-whitman@libero.it) dalla tua mail lui vi invierà subito i miei recapiti.
Per ora, un abbraccio, Gabriella

da Marco
Ciao Gabriella, piacere di ritrovarti qui sono Marco e con Alessandra, ex studenti FOF di 7-8 anni fa, avrei piacere di risentirti e parlarci con calma - se ok per te lasciami un tuo contatto o mail grazie - p.s. saluti a tutti, hey ciao!

Da Preview
Il maestro è sotto leggi differenti rispetto a noi. Egli non è soggetto alla moralità o alla formatoria "legge" del pezzo di terra dove vive. Robert è un uomo numero 7 ed è libero dalla meschinità che si cerca di incollargli addosso.
Come potete cercare di incollarlo al vostro mondo più basso con questi volgari addebiti? Robert è veramente un uomo conscio- come potete giudicarlo?
Egli è molto più grande di quanto possiamo immaginare. La nostra è la più alta Scuola sulla terra e noi facciamo parte del miracolo del raggio di creazione. Non il sentiero in discesa su cui vi trovate, ma quello controcorrente del salmone che conduce al paradiso in cui siamo. Questo è veramente attrito. Lo guarderemo come una cosa del passato dopo che l'Influenza C vi avrà scrollato via come un periodo di extra sforzi.
Tutto ciò che devi fare, se sei in dubbio, è partecipare a più eventi. Tieniti lontano dall'influenza di chiunque non supporti il tuo scopo, rafforzalo passando il tempo con studenti forti. Mantieni tutte le linee di lavoro. Studia la nuova conoscenza che ci è stata portata dalla sacra Influenza C, condividi questa conoscenza e il suo divino significato con i tuoi amici studenti e supporta la forma della scuola, specialmente in questi tempi in cui siamo messi alla prova.
Ricorda le tue verifiche. Sappi che sei diverso dal resto dell'umanità. Tu sei speciale. Tu hai capito. Questa comprensione ti può essere tolta. E' stato detto che è la cosa peggiore che possa capitare, che l'Influenza C ti porti via la tua comprensione.
Guarda a queste persone che postano. Che cosa sono loro? Che cosa vogliono? La loro è una ottava distruttiva in un processo criminale. Loro sono parte di un crimine meccanico conseguenza naturale della forte e conscia influenza del nostro maestro. Questo è l'universo che bilancia se stesso. Tu non devi credere loro. Loro sono, quasi letteralmente, la voce dei diavoli che tentano di sedurti.
Torna di nuovo alla sequenza e trova la pace nel presente. Drop. Usa gli strumenti che ti sono stati dati. Non è casuale che il nostro maestro ci abbia dato adesso la sequenza. E' la nostra migliore difesa contro le forze del male. I centri inferiori e particolarmente la regina di cuori e il re di fiori stanno tentando di deviarti dal tuo scopo.
Sii forte. Sii vigillante. Non permettere agli "Io" di dubbio di prendere spazio, essi sono il linguaggio del sè inferiore. Ricorda le tue verifiche.
(traduzione di un messaggio che un attuale studente della Fellowship ha inviato al blog inglese http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/08/20/the-fellowship-of-friends-discussion-part-19/#comment-6178)

domenica 19 agosto 2007

da Gabriella F.
Qualche giorno fa, conversando al telefono con un'amica che ha lasciato la Fellowship da un paio di mesi, abbiamo avuto una comprensione che voglio condividere qui tra amici invisibili ... (ma so che ci siete...!)
Lasciare qualcosa come la Fellowship of Friends è un processo lungo, abbastanza doloroso, e non può che essere così. È come lasciare qualsiasi altra "dipendenza". Anzi, un po' come una tossicodipendenza. Non fraintentendetemi, mi riferisco al peso psicologico che una cosa di questo genere ha, in modo diverso, su ciascuno.
Ci tengo anche a dire che, seppure all'interno di questo processo doloroso, a 6 mesi dall'aver lasciato, sto molto bene e sto godendo della mia vita come non facevo da tanto tempo; non mancano nemmeno i momenti di presenza, né gli amici...
Ho notato che quando metto un messaggio sul blog dove parlo sinceramente di quello che provo man mano che realizzo quello che è successo, ricevo poi alcuni “feedback” preoccupati del mio stato d'animo, con amore, certo, ma preoccupati ...
Bene, io credo che andare incontro alla verità e vederla sia un passo da fare. Un passo che può rendere più forti e più liberi. D'altronde, l'abbiamo fatto anche quando siamo entrati nella Fellowship of Friends: eravamo o no disposti a vedere noi stessi? Adesso c'è un'occasione ancora migliore ...

Dopo 6 mesi, vedo le cose diversamente da come le vedevo nell’immediato, anche retrospettivamente. Senza rancore, senza rimpianti, ma diversamente. Come se qualcosa stesse decantando. Come il vino che invecchia. Come i fagioli messi a mollo per una nottata...
E mi rendo conto che la paura è un fattore che dovremmo analizzare più a fondo: quanto ci ha tenuto nella Fellowship of Friends e quanto ci impedisce di analizzare il fenomeno con gli occhi ben aperti persino dopo esserne usciti.

E se ci vediamo tra noi, se decidiamo di frequentarci, come mi auguro, mi piacerebbe sì che fosse per "andare avanti", ma senza nasconderci la verità su ciò che è stato. Tanto più siamo sinceri, tanto più ricco sarà il raccolto della nostra esperienza. E non "grazie" alla Fellowship o a Robert, ma grazie a noi stessi.

Un abbraccio affettuoso a tutti in questo agosto che comincia a rinfrescare,
Gabriella

Da Michele:
Ciao a tutti. E buon ritorno dalle vacanze, ove applicabile.
Mi ricordo di aver sentito più di una volta Robert raccontare che al funerale di Gurdjeff si era spenta una candela (o una circostanza di questo genere, qualcuno la ricorda meglio?). Nel Robert-pensiero questo era un segno dell’influenza c che la scuola di Gurdjieff era finita. Anzi, veniva precisato che neanche quelle di Gurdjieff e Ouspensky erano scuole, ma solo dei gruppi. Per finire il quadro, statuiva che non esistevano altre scuole nel mondo, e che le altre strutture di esseri umani che si occupavano del lavoro su di sè nella tradizione della quarta via erano anch’esse solo dei gruppi.
Fino ad ora non sono mai entrato in nessun altro gruppo umano, al di fuori della Fellowship of Friends, in cui si pratichi la quarta via. Non so quindi come funzionino gli altri “gruppi” o “scuole”. La Quarta Via, fin dalle sue premesse, è fondata sulle verifiche. Improvvisamente però Robert faceva affermazioni che a verificarle non si poteva neanche pensarci: chi avesse voluto verificare altre “scuole” sarebbe stato immediatamente mandato via. Il temerario avrebbe al limite potuto farlo segretamente, di nascosto, sperando di non venire scoperto. La Fellowship of Friends era l’unica “scuola reale”. Credere. Punto e basta.
Il primo elemento che caratterizza una setta, se non ho capito male, è la presenza di un essere che viene adorato come una divinità. Adorare un uomo come un essere divino non mi è mai interessato, eppure mi sono ritrovato per tanti motivi, alcuni dei quali di grande valore, in una organizzazione incentrata su questo. Il perchè sia avvenuto è oggetto di riflessione.
Può darsi che, per fare una scuola, sia necessario un essere considerato divino, ma io non credo. Voi che ne pensate? La deificazione del maestro è un elemento necessario? O, almeno, è di una qualche utilità?

martedì 14 agosto 2007

Da Mi ritorni in mente:
Cari amici attualmente nella Fellowship of Friends,
Robert sta continuando ad avere numerosi rapporti sessuali, ogni giorno, con diverse persone. Si tratta di rapporti sessuali non protetti. Per ora si ha notizia di una sola malattia che è stata trasmessa su larga scala a causa di ciò: l'herpes. Per quanto si tratti di una infezione sgradevole e fastidiosa, di cui non ci si libera più per tutta la vita, si può comunque tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda il passato. Il peggio non è capitato.
Il peggio potrebbe però accadere nel futuro. Il prossimo giovane studente che accetta di avere rapporti sessuali con Robert potrebbe essere sieropositivo all'HIV (Aids). In questo caso è facile prevedere che in breve tempo ci sarebbero decine di infettati. Si tratterebbe, purtroppo, di una strage dolosa, che coinvolgerebbe non solo i membri del circolo interno ma anche le loro donne.
Se fossi ancora nella Fellowship of Friends non ci dormirei la notte. Se questo disgraziato evento capiterà, ci si interrogherà sul perchè non si è fatto nulla quando si poteva.
Se la Fellowship of Friends (nella persona dei suoi membri più rappresentativi, il Council) ama il suo maestro, perchè non gli chiede questa minima, basilare precauzione?

giovedì 9 agosto 2007

da Moreno
Uscire dalla Scuola
Passando da una nota ad un'altra, da un’ottava ad un altra, da una vita ad un altra, quel periodo di transizione, di intervallo, di non-definizione, quella scomodità e stranezza che ci pervade da cui vorremmo poter fuggire a gambe levate (dove poi??) è definizione, è un’ottava per se stessa, è uno stato che comunque rappresenta il presente che abbiamo, che stiamo vivendo.
Scomodo senza dubbio, tutto viene messo in discussione, non conosciamo né intravediamo un futuro, solo il passato, forse, sgradevole pure quello, in parte probabilmente non lo accettiamo e per questo può risultare sgradevole, però è ciò che ha rappresentato la nostra vita, il play che abbiamo dovuto recitare, fa parte del nostro vissuto e delle nostre esperienze, perché respingerlo? Respingere ciò che è stato - il passato - è come respingere il presente, teniamo questi 'conti' in sospeso, vorremmo alleggerirci ma rimaniamo aggrappati ai ricordi, al considerare interiormente, alla delusione di verificare un’immagine che non corrisponde alla nostra immaginazione.

Le nostre macchine vorrebbero poter definire o meglio modellare il presente a loro proprio uso e consumo.
Siamo ciò che siamo perché il passato è stato quello che è stato ed abbiamo esperito ciò che dovevamo esperire che ci sia piaciuto o no. Direi che il risultato delle nostre vite non è poca cosa, non è poca cosa condividere amicizia tentando di 'esserci', tentando di condividere ciò che di più alto abbiamo da dare, non è poca cosa.
Per sopportare la non-definizione bisogna aggrapparsi al presente perché il presente si offre così in questo momento, in questi termini. Nella scomoda non-definizione le nostre macchine si gongolano offrendoci una gamma completa di "perle" sul come eliminarla.
Spesso cerchiamo di scappare da queste scomodità, ma in realtà possiamo farlo? Sappiamo come?
Potremmo forse metterci lo scopo di bestemmiare, oppure non so... maltrattare il primo che ci capita a tiro, magari un vecchio amico...no... forse considereremmo interiormente, non ci riusciremmo, meglio con il coniuge o i figli...sì meglio, oppure con il cane o la porta di casa...almeno la porta non reagisce; sì è meglio, è più facile.
'Perle' a parte, forse il compito talvolta è di sopportare le scomodità. Così facendo, molte energie si mettono in gioco e circolano nella macchina; intenzionalmente, poco a poco, possiamo sopportare queste energie. Sopportazione è preludio di trasformazione e accettazione e un aspetto dell'accettazione è abbandonarsi, accogliere il presente a braccia aperte, accoglierlo nei suoi termini, amarlo così com'è, perché non potrebbe essere diverso da ciò che è: l'accettazione è uno stato.
Sopportare di essere come siamo, di vederci 'addormentati', incapaci di essere presenti quando lo vorremmo, non fuggire davanti a ciò che vediamo in noi e che non corrisponde a ciò che credevamo di essere, inghiottire le "figuracce", sopportando i nostri ed altrui errori, sopportando il non giustificarsi se non abbiamo la casa in ordine, trasformando il nostro essere attraverso questa sofferenza, accogliendoci a braccia aperte perché non c'è veramente altro posto dove andare se non in noi stessi, se non dove ci troviamo ora.
Sembra sia giunto il momento di alzarsi e iniziare a camminare da soli, star su sulle proprie gambe, divenire un po’ più adulti, riverificare il sistema per noi stessi, ricostruirlo nel respiro, nel movimento, nella testa e nel plesso solare.

Abbracciandovi, auguro sinceramente a tutti voi, ciò che augurate a me.
Moreno

da Gabriella F.
Caro Edson, GRAZIE! (e bentornati)
In questi giorni di agosto che cominciano anche ad essere piovosi, si sa, le cose sembrano a volte più pesanti di quello che sono... Ma hai ragione tu: forza!
Un abbraccio affettuoso a tutti e buon agosto! Arrivederci a presto,
Gabriella

da Edson
Ciao Daniele, sono Edson, non ne sono certo ma è possibile che ci siamo conosciuti ad Isis quando era Apollo. Grazie per la dritta del sito su Tart. Da un certo periodo prima di lasciare la FOF mi sono interessato alla psicologia transpersonale ed affini.. potresti trovare interessante anche questo sito : http://www.skyhero.com/ Ci si trova molto materiale interessante e anche qualche libro in versione elettronica (una copia l'ho anche mandata a suo tempo a Gabriella e Michele e ad altri studenti che potevano essere interessati).
Inoltre anche libri di Stanislav Grof, John C. Lilly, e Ken Wilber potrebbero essere interessanti per Te e per chiunque voglia riscoprire cose che sembravano esclusiva della FOF, per di più approfondite a livello scientifico ma non materialistico da veri esploratori che hanno passato la vita a studiare e a sperimentare stati di coscienza e territori descritti da scuole e religioni, e che hanno offerto il materiale risultante a chiunque ne sia interessato, senza farlo passare per esclusiva da barattare con l'inferno e descrivendo il tutto molto spesso con una leggerezza che la mente formatoria non associerebbe a scienziati che sono stati riconosciuti a livello internazionale e sui quali sono stati scritti libri, e addirittura girati dei film a hollywood.
Vorrei condividere una riflessione alla fine di questo spot pubblicitario:..
Leggendo alcuni pensieri recenti sul Blog mi viene da dire.. Forza! la nostra esperienza nella scuola ci ha anche offerto molto materiale utile e nulla è finito... tanti altri hanno esplorato... molti sono arrivati davvero molto lontano..la loro esperienza è a disposizione e costa pure pochino... la nostra ci è costata di più ma ora dobbiamo farla fruttare.. anche semplicemente facendo il possibile con quello che abbiamo.
Non crediamo che ora dopo la delusione FOF ci siano solo il DURO LAVORO SOLITARIO..oppure l'oblio. Possiamo scoprire, leggere, valutare, provare persino senza pagare decime o altro, non è detto che dopo esserci sentiti "presi in giro" dobbiamo credere che tutti quelli che hanno esplorato prima di noi siano sospetti o inutili... essere aperti vale sia quando restiamo in silenzio davanti ad un tramonto senza pretese che quando ci permettiamo di dire "ok ho finito le elementari ora cerco di andare alle medie.
Un abbraccio a tutti,
Edson

mercoledì 8 agosto 2007

Da Michele:
Ho trovato in soffitta una vecchia scatola con centinaia di daily cards di una decina di anni fa. Tra di esse ce n'è una che dice

"People who leave the School cannot stick with anything, not even themselves".
"Chi lascia la Scuola non può attaccarsi a nulla, neanche a se stesso".
Un messaggio terrificante. Se lasci la setta ti ritroverai solo, senza più nulla al mondo, disperato. La tua vita sarà inutile, in effetti non ti resterà che il suicidio.
Per fortuna non è vero.
Ma in quanti non lo hanno verificato, forse anche per paura? E, mi chiedo, perchè spaventare gli adepti in questo modo?
A cementare la Fellowship of Friends c'è, di fatto, la paura di "andare all'inferno", di essere risucchiati dal sè inferiore. La Fellowship of Friends è' una setta. Il suo leader, Robert Burton, non avrebbe bisogno di spaventare gli adepti se la sua azione fosse limpida.
Un'altra daily card è datata 12 aprile 1995 e dice:
"Today it is three years until April 12, 1998".
"Oggi mancano tre anni al 12 aprile 1998".
Il 12 aprile 1998 sarebbe dovuta crollare la California, vi ricordate? E la guerra nucleare sarebbe dovuta avvenire nel 2006.
Per fortuna non è successo. Delle mancate profezie se ne è parlato abbastanza. Tralasciamo anche il fatto che adesso la Fellowship si ripara dietro pietose bugie, dicendo che le profezie erano simboliche. Ma forse non si è parlato molto del fatto che entrambe queste previsioni servissero a cementare la setta contro il mondo esterno. A tale scopo, cosa potrebbe servire meglio dell'incombente catastrofe?
Basta guardarsi intorno, cercare un po', e nelle altre sette si ritrovano tutte queste cose: paura della dannazione se lasci, catastrofi incombenti, abusi sessuali sugli adepti. Le cose che fanno una setta.

lunedì 6 agosto 2007

da Gabriella F.
Non c'è nulla di più che potrebbe essere detto, ormai. Nulla di più forte, di più doloroso, deludente, riguardo a Robert e alla FoF.
Ti dici , "l'ho amato come un padre"; ti dici, "gli anni più belli della mia vita"; ti dici, "sì, va beh, andiamo avanti adesso"; ti dici, "è stata un'esperienza così utile, mi ha portato fin qui..."; persino i miei famigliari dicono che, pensando a come ero quando ho raggiunto, mi ha fatto bene.
Ma la realizzazione, quella vera non può che essere una: sono stata 20 anni in una setta, là riponendo non solo i miei anni migliori, ma i miei sogni, le mie amicizie più profonde, i miei ideali di vita e di evoluzione ... Disinterassatamente, appassionatamente.
E non può che essere questa la conclusione, sono stata 20 anni in una setta. L'ho lasciata quando mi sono "resa conto", e non potevo accettare di mentire a me stessa e tradire la mia coscienza.
Allora? Adesso che sono passati 6 mesi, cosa provo?

Oggi, in trattoria, c'era una tavolata di persone che non facevano che urlare sciocchezze, denigrandosi l'un l'altro, l'un l'altro promuovendo gli aspetti più miseri di ciascuno .... e ridevano sgangheratamente ... senza sosta, senza tregua, senza riposo.
Ho visto che non riuscivo a provare "compassione", mi davano solo fastidio; mi facevano tristezza, provavo solitudine, disarmante.
"Robert aveva raccontato qualcosa di simile una volta...", ho pensato. Ed eccola affiorare una sottile nostalgia: per i dialoghi tra studenti (quando c'erano), per l'amicizia ...
Apprezzo così tanto che in questi blog si cerchi di analizzare cosa ci è successo, perché, come, e tutto per perdonarsi e riuscire, una volta curati, a continuare.
Ma se c'è una lezione che penso di aver imparato in questa vita, con questa esperienza della Fellowship, è che voglio tentare di non respingere. Preferisco andare a fondo, anche se fa male, ma farlo; capire quello che mi riguarda.
Già. Perché stare tutto quel tempo nella FOF, partire, lasciare lavori, cambiare Paesi, fare "proseliti" ... (e mi ricordo con quanta sincerità, ci pervadeva la convinzione...), tutto questo non ha riguardato un altro, ha riguardato ME.
Che ora siedo qui ad ascoltare la musica sul terrazzo, con davanti quello che ho, quello che sono, a voler dare un senso, con la stessa inquietudine di quando sono entrata nella Fellowship ...
No, signori. Non è del tutto indolore, almeno, non per me.
Qualche pensiero utile, Amici?

Con amore,
Gabriella

La seguente è la traduzione del messaggio di Joseph G del 4 agosto sul blog inglese
(http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/07/28/the-fellowship-of-friends-discussion-part-17/#comment-4993)

Ora comprendo cosa significhi essere membro di una setta e comprendo cosa significhi esserlo stato. Sono comprensioni molto diverse.
Essere membro di una setta richiede una convinzione fuorviata. È da questo che proviene la delusione. Robert parla con completa, forse sincera convinzione. In questo modo, egli è molto magnetico, molto convincente. Come se un certo meccanismo di verifica della realtà fosse stato spento in lui molto tempo fa. Le persone tendono a chiamare questo coscienza, ma io non sono sicuro di essere tra questi. I devoti a Robert sentono il suo impulso positivo nella FOF, vedono la sua sorprendente convinzione, fino agli estremi più assurdi e, poco a poco, trovano il modo di oscurare qualsiasi verità scomoda che si possa presentare in loro stessi. Tutto diviene il loro proprio convincimento: un consenso interiore invisibile, una silenziosa decisione predefinita di stare al passo con ciò che è così bello e quindi sicuramente degno (ad esempio, la letteratura, gli amici, l'arte, le impressioni ad Isis, i propri momenti di ricordo di sè), a prezzo di negare la propria coscienza, il senso comune, i livelli minimi di decenza, la famiglia, il pensiero razionale, la gentilezza, la compassione ... anche se questi sono proprio i valori che ci sono più cari.
Al pari della consapevolezza, anche l'appartenenza a una setta ha gradi. È possibile dire a se stessi, proprio come facevo io, che quei devoti fanatici - sapete a chi mi riferisco: i fanatici, quelli che ti stanno sempre raccontando storie su quando erano con Robert, quelli che ti avvicinano al pranzo al potager per fotografarti quando ridi o per una tua postura, o perché i tuoi bambini sono allegri e su quanto ciò sia sconsiderato nei riguardi degli altri studenti, o perché non hai fatto pause tra un boccone e l'altro - sì, questi studenti lunatici e settari, ti dici, non sono come te. Tu, e i tuoi amici più cari, siete diversi. Hai imparato a condividere tutto e a prendere quello che ti serve, senza perdere la tua prospettiva. Puoi usare quello che ti arriva. Dici a te stesso che la cosa che è davvero importante per te è il ricordo di sè; il resto è opzionale, uno strumento facoltativo. Devi trovare quello che funziona per te nel momento e usarlo. La Fellowship ha seguaci di una setta? ebbene sì, ti dici, naturalmente sì, ma io non sono uno di loro, e in ogni caso ciò non significa che si tratti di una setta. È un loro problema. Sono i casi della Quarta Via. Se è vero, ci saranno dei motivi, no? Uso quello che serve al mio lavoro e lascio che l'Influenza C pensi al resto.
Questi atteggiamenti di pensiero psicologico "corretto" ti aiutano a restare nella "scuola" per molto tempo. Puoi respingere pressoché tutto con atteggiamenti di questo tipo e più resisti, più sei orgoglioso delle tue "capacità di sopravvivenza". Sempre che qualcosa non ti faccia aprire gli occhi un giorno e non ci sia più modo di negare o di respingere ...
Essere stato membro di una setta significa essere stato umiliato. Conosci il sapore del tradimento, da parte degli altri e da parte dell'uomo in cui hai avuto più fiducia, ma ancor di più ti senti tradito nei tuoi ideali più nobili. Essere stato membro di una setta è come essere stato un adolescente al quale non si può dire nulla. Se non questo: "ricordati di perdonare te stesso quando sarai cresciuto e di capire quanto sei stato cieco".

È così che vedo le cose adesso. Sono semplicemente un uomo, non un supereroe spirituale del cerchio interno alla sua ottava vita. Ho una famiglia. Ho amore nella mia vita. Ho orecchie e occhi bene aperti. Ho un rapporto con la mia vita. È una nuova, totale relazione amorosa. Dopo 31 anni, sono un principante. Va bene. A volte, è anche veramente bellissimo. Te lo auguro, se e quando sarai pronto.

Joseph G

venerdì 3 agosto 2007

da Adriana R.
Dopo anni, mesi, settimane e finalmente giorni di continuo interrogarsi, analizzare, studiare, cercare di ricostruire e di capire che cosa mi è successo, che cosa è successo alla nostra scuola, a Robert, a tutti noi, finalmente sta arrivando il silenzio, portato da un forte vento emozionale; e quello che emerge in quest’aria finalmente fresca e tranquilla sono tutti gli studenti che ho conosciuto. Interazioni profonde, semplici contatti, belle amicizie, insofferenze, conflitti, momenti difficili, ma comunque una straordinaria raccolta di persone.
Può darsi che prima o poi verranno anche le risposte a tutti i quesiti sospesi, che una comprensione troverà il senso di tutto ciò che è successo e che ci è successo, a tutti noi, compreso Robert.
Però non ho urgenza di queste risposte, se e quando arriveranno, bene, se no mi è sufficiente per ora la certezza di quello che è stato e di quello che è, di qualunque piano faccia parte.
Ogni giorno vedo spuntare nuove facce nella Greater Fellowhisp e quasi ogni giorno almeno una è parte di me, o un caro e prezioso amico o un incontro occasionale di cui so molto poco, o addirittura qualcuno che ancora non conosco, ma che so che conoscerò presto; ma la potenza di tutte queste straordinarie persone balza quasi fisicamente fuori dal PC e mi sembra di poter far rientrare nel campo del miracoloso il fatto che stiamo rimettendo assieme le nostre vite e che siamo ancora capaci di aiutarci, di compartire e di compatire tutto quello che ora siamo.
Con molto affetto e rispetto per tutti noi,
Adriana