sabato 25 agosto 2007

Da Michele:
Quando leggo notizie riguardanti altre sette, con un cult leader venerato come una divinità dagli adepti, mi sorge spontanea una domanda: come mai lo adorano come una divinità?
Mi sembra una cosa così strana, così stupida, una cosa che io non farei mai. I membri di queste sette sono forse dei pazzi?
Gran parte dei cult leader (forse tutti, chissà) sono semplicemente degli imbroglioni, fingono di essere qualcosa che non sono. Come fanno a intessere questo raffinato incantesimo per cui gli altri gli credono e li venerano come Dèi?
Provo a indicare, sulla base della mia esperienza di cult member nella Fellowship of Friends, i fattori che permettono secondo me di imbastire "l'incantesimo".

La gerarchia - il cult leader è al vertice della struttura gerarchica della setta, e noi esseri umani, in quanto animali, siamo molto influenzati dalla posizione gerarchica di una persona. In base ad essa attribuiamo importanza. E ci sentiamo inferiori.
La scenografia - Il cult leader si veste come un moderno sovrano, è circondato da un entourage che riflette il suo splendore, grandi addobbi floreali incorniciano la sua immagine quando siede al centro degli incontri e delle occasioni sacre specifiche del culto. Viaggia in Rolls Royce o simili, magari ne possiede più di una. Ovviamente non le guida mica lui. C'ha l'autista...
L'imitazione degli altri - Nella quarta via, come è stata praticata in passato nella Fellowship of Friends, lo studio dell'imitazione aveva un posto importante nella conoscenza di sè stessi. Se ne è parlato spesso negli incontri. La mia impressione è che la si esplorasse però solo fino a un certo punto, senza mai arrivare alla zona tabù: l'imitazione degli studenti l'uno dell'altro, che li porta a introiettare acriticamente contenuti comuni solo perchè condivisi dagli altri e assumere acriticamente dei comportamenti solo sulla base del fatto che gli altri adepti si comportano così. Io ho sempre avuto una tendenza a fare il ribelle. Nella mia esperienza nella Fellowship of Friends, questo si è concretizzato in uno scostarsi solo un poco dal pensiero e dal comportamento comune. Solo un poco, solo quel tanto socialmente accettato, senza esagerare, mantenendo comunque sempre il pensiero e il comportamento comune come punto di riferimento, per rimanere sostanzialmente ad essi omogeneo. Così, attraverso l'imitazione l'uno dell'altro, gli adepti attuano un comportamento che individualmente non avrebbero mai scelto: adorazione e venerazione verso il leader.

Senz'altro esistono poi altri fattori, e forse il fattore più importante non è neanche tra quelli che ho nominato.

Credo che sia importante capire queste cose, man mano che è possibile scorgerle. Per me non era possibile vederle mentre ero nella Fellowship of Friends, ed è man mano possibile ora, con il passare del tempo da quando ho lasciato. Sarebbe un vero peccato per me non far pienamente tesoro dell'esperienza nella Fellowship, mettendo semplicemente una pietra sul passato. E se c'è qualcuno cui interessano queste riflessioni, e che magari ha qualcosa da dire, mi piacerebbe molto leggerlo.

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