lunedì 28 maggio 2007

Da Moreno

Ciò che seguirà è una libera riflessione, "cucinata" attraverso non poca sofferenza volontaria, imposta a questa macchina in quanto più in sintonia - in base alle meccanicità intrinseche datemi dal destino - con un aspetto che per altro rimane a mia comprensione, la moneta universale con cui riscattare - se così si può dire - la propria individualità o anima. Tra l' altro, sembra una prassi 'abbastanza dimenticata' in questa fase della Scuola come del resto, la maggior parte degli 'io', delle trenta stelle, che considero i fondamenti della 'Quarta Via'.
A tutta risposta - riferendomi ai sostenitori della "New Age", ti senti dire; 'Tanto...abbiamo la sequenza'. Forse per alcuni la nuova era porterà stati alti ma, le risposte che sento normalmente è che non provengono dall'essere. Oramai, il gusto degli 'io' che provengono da verifica, dall'essere, hanno un sapore tutto loro, compresi gli effetti indotti in coloro che ci circondano.
Non di meno, tutt'ora, gli 'incontri', aiutano ad innalzare lo stato, è una verifica conclamata. Non ultimo, gli eventi di Milano con Robert.
E' ovvio che la Scuola così come la conoscevamo non esiste più, in quanto ' forma - insegnamento'. E' altresì ovvio per me, che per Robert, la nuova forma è emozionale, traspare dal suo essere, dal suo stato, ineccepibile. Probabilmente molti studenti hanno lasciato la Scuola per i medesimi interrogativi che mi sto ponendo.
Trovo in questa fase di "incertezza generale", due fazioni distinte; i sostenitori a spada tratta della "New Age" ed i "Conservatori" tra i quali, manco a parlarne, il sottoscritto, peccato però che le 'frasi' delle spade tratte spesso risuonino dentro questo agglomerato di vibrazioni come "fesse" senza voler offendere nessuno ma riferendomi semplicemente alle verifiche sopracitate.
Per "motivi vari" ti ritrovi il desiderio di imparare a suonare uno strumento musicale che potrebbe essere oltre alla chitarra, pianoforte o violino, pure quello che ti è stato donato dalla nascita e che ti porterai dietro fino all'ultimo respiro e, di gran lunga il più importante. Capisci che da solo arrivi fino ad un certo punto che suvvia diciamolo; ci manca la volonta di perseguire ed ottemperare tal impegno e che comunque abbiamo bisogno di una Scuola e/o un Maestro.
Lo/a cerchi in base ai gusti musicali;- è impensabile di imparare a suonare "New York New York" al Conservatorio e, analogamente è impensabile imparare a suonare, tratta dalle Suite per Cello, il Preludio BWV 1007 di J.S. Bach, con Jimi Hendrix.
Che dire allora...per suonare la musica classica devi andare al Conservatorio...si...lo fai, frequenti il Conservatorio...per parecchi anni, inizi a suonare la musica classica, ti appassioni, ti impegni hai dei risultati poi, ad un certo punto, quando la musica classica ti è entrata in circolo ecco che il tuo insegnante inizia a spingerti verso il Jazz ma...a me il Jazz non piace, altrimenti sarei andato da Dizzy Gillespie a studiare e non al Conservatorio!Non lo so...è forse giunto il momento di maturare la forma per se stessi? E' forse giunto il momento ( perchè questo a me sembra ) di avere fede?!?Non lo so ancora...ciò che sò e che le mie verifiche sono le mie verifiche, non ho mai creduto ciecamente a chicchessia ed ho trovato un sano pensare il ' verificare ', molto quotidiano e pratico. Sento per il mio lavoro di aver bisogno ancora, che mi venga continuamente stimolato il 'ricordare' attraverso l'osservazione giornaliera della nostra meccanicità, un atto di fede, così come mi sembra la ' Via ' attuale ora nella Scuola, non fa per me, se avessi avuto fede forse ora mi ritroverei a Monte Athos.
Quando sono entrato nella FoF era una Scuola fondata sugli insegnamenti della Quarta Via, possiamo dire altrettanto ora ?!?
Al Conservatorio tutt'oggi continuano ad insegnare musica classica e ne vengono fuori degli ottimi musicisti.

Un abbraccio a tutti voi,

Moreno

mercoledì 23 maggio 2007

Ai confini del mondo scrive

Sono nella scuola da 25 anni e ci sono ancora. È strano: 15 giorni fa, dopo una crisi di due anni ho deciso di restare.
Per ora, mi sono chiesta razionalmente perchè: non c'è risposta, anzi, tutto rema contro...
Ma c'era una strana sensazione e un sapore di stati più alti evocati dall'arrivo di Robert che mi hanno indotto a rimanere e sentire ancora per un po' l'aria che tira.
Forse, non sono mai stata uno studente modello, né tanto meno fanatica; ho sempre preso dalla scuola quello che ritenevo utile per la mia evoluzione, e glissato su tutto ciò che non capivo o mi appariva tirato per i capelli o frutto di buona fede, un po' fuori di testa.
Mi sono sempre rifiutata di assecondare i capricci di Robert (regali,ottave per antiquariato o altro, ecc. ecc.).
Insomma, la forma della scuola è assurda e non mi sono mai confusa con il dito che indica la luna.

Cosa rimane? Rimango io e il mio centro emozionale, la commozione sempre più profonda per la bellezza che trovo in ogni cosa e in ogni persona, una pietà che non sapevo di possedere nei confronti di ogni esssere più debole, la voglia e il tentativo di aiutare, ma anche la capacità di chiedere aiuto, l'intensità del presente e l'infinito umorismo della vita. Forse, mi sono costruita una scuola nella scuola per sopravvivere così tanto tempo e forse non è più possibile. Vedremo.

Un abbraccio a tutti. Spero di ricevere risposte e continuare insieme in questo continuo stupore della vita.

domenica 20 maggio 2007

da Maria

Bello leggervi e ritrovarvi, bello leggere Oltre Il Giardino.
Da quando ho lasciato la FOF, dopo 20 anni di "militanza" ostinata, non ho perso il lavoro interiore, e leggere quindi di altri studenti come me, che nonostante siano fuori dalla FOF dimostrano il desiderio di comunicare i propri punti di vista, mi fa piacere.
Un dispiacere per me perdere la FOF, ma più forte era il dispiacere di verificare che avevo perso la Scuola, quella di anni fa, la Scuola che mi aveva insegnato tanto, ma che negli ultimi anni non mi dava più punti di riferimento, ultimamente la FOF chiedeva un atto di fede nel credere a ciò che veniva insegnato, e non chiedeva di verificarlo, come invece ho sempre pensato e creduto la verifica sia, l'unico strumento per addivenire ad una conoscenza reale, sperimentata sulla propria pelle, e solo allora possa trasformarsi in un valore aggiunto per il proprio essere, per la propria vita, e un beneficio - di riflesso - anche per chi ci sta attorno.
Avremo tempo per scambiarci appunti del nostro viaggio interiore; oggi è per me un piacere potervi dare anche solo un caro saluto.

Da Diego - A proposito di "brainwashing"

Poco tempo prima di lasciare la Fof ho sentito da uno studente "in uscita" l'idea che venga praticato sugli studenti un sostanziale brainwashing, ossia il lavaggio del cervello.
Lì per lì, questa mi è sembrata una idea assurda e, non so bene perchè, fastidiosa. Ero disposto ad ammettere un po' di condizionamento, "come ci condizionano i mass media e la gente intorno", ma nulla di più. Che si parlasse addirittura di lavaggio del cervello mi sembrò francamente eccessivo.
Adesso, leggendo del materiale su che cosa è effettivamente il lavaggio del cervello e quali sono le tecniche usate, questa certezza sta cominciando a vacillare. Il lavaggio del cervello viene fatto dai regimi dittatoriali sui dissidenti, in una triade, quindi, in cui è necessario un largo uso della forza. Se nella Fellowship c'è una pratica che può essere catalogata come lavaggio del cervello, avrà certamente metodi più leggeri e gentili. Un blogger del sito in lingua inglese, a nome John, sta studiando i fondamenti del lavaggio del cervello e nel post n. 350 dell'8 maggio scorso(http://animamrecro.wordpress.com/2007/04/28/the-fellowship-of-friends-discussion-part-8/#comment-9816) riporta interessanti spunti, che di seguito utilizzo liberamente.

Per procedere al lavaggio del cervello, viene approntato un ambiente apposito, chiamato "ambiente di riforma del pensiero". La caratteristica di base di questo ambiente è il controllo delle comunicazioni umane.
Nella Fellowship il controllo delle comunicazioni si realizza con l’istituzionalizzazione di che cosa uno deve pensare, leggere o di cui deve parlare, così come con chi, dove e quando.
Si opera una certa separazione dal mondo esterno. Fuori della Fellowship c’è la "gente della vita", ossia sei miliardi di macchine addormentate. Le rispettive famiglie sono solo “famiglie biologiche”. Gli studenti diventano così più separati dal mondo esterno e più dipendenti dalla Fellowship emozionalmente, intellettualmente e istintivamente.
L’esercizio/suggerimento di non leggere i giornali e i libri di “influenza b”, di non perdere tempo con letture non correlate con il promuovere la presenza, riduce le letture a ciò che viene pubblicato dal maestro o sul quale il maestro sta conducendo ricerche in quel momento.
Tutto questo tiene lontani gli studenti dal leggere, pensare e parlare della loro vita interiore. La loro vita interiore è etichettata come sè inferiore. A proposito della loro “vita interiore”, agli studenti viene detto che qualunque cosa essi pensino o sentano sono solo degli “Io”, i "diecimila idioti".
Un’altra forma di controllo viene esercitata attraverso la cosiddetta "forma della scuola". L’imposizione di un modo di vestire, ad esempio, è un sostanziale arresto della propria libera espressione, e nel suo piccolo significa che la propria libera espressione è sacrificata alla volontà collettiva. La rinuncia alla volontà individuale sarebbe giustificata dalla vecchia forma della relazione maestro-studente, ma non c’è relazione maestro-studente nella Fellowship.
La volontà collettiva cui va sacrificata quella individuale, chiede sostanzialmente una sola cosa: che ci si astenga dall’esprimere se stessi, i propri interessi o desideri e che si paghi per partecipare a tutti gli eventi possibili. E’ il denaro che determina la partecipazione degli studenti nella scuola, non la volontà cui si rinuncia. Si viene programmati a rinunciare alla propria volontà e continuare a pagare senza mettere in discussione la forma.
Gli unici con una volontà individuale accettati nella Fellowship sono Robert, Girard, Asaf e i pochi scelti da Robert.
Poichè Robert è un uomo numero sette e noi siamo a malapena uomini numero quattro, non possiamo metterlo in discussione perchè non ne abbiamo l’essere. Questo punto di vista di Girard o di altri del circolo interno ha due scopi, che lo facciano coscientemente o incoscientemente. Uno è di giustificare la separazione tra gli studenti e Robert e con essa tutta l’incapacità di Robert di avere semplici e diretti contatti con gli studenti individualmente. L’altro è di mettere gli studenti nella cornice mentale che essi sono esseri inferiori, che non hanno l’essere per discutere le dissonanze.
Sia nel comportamento di Girard che in quello di Robert abbiamo ampiamente visto che sono incapaci di relazionarsi con gli altri in una interazione personale, normale, semplice. Loro si tengono separati attraverso un atto di “buone maniere ma stai distante”, così accolgono le persone, magari le baciano e abbracciano ma è chiaro che si tratta di pura formalità e che non c’è contatto umano diretto o accettazione o amore in questo. Quando stabiliscono relazioni dirette con persone, partner sessuali o mogli, li trattano come oggetti necessari cui non bisogna dare di più che un ruolo funzionale. Mascherano e giustificano questo comportamento con l’assunzione (che la Fellowship ci ha indotto a credere) che loro sono esseri superiori agli altri studenti, che sono più occupati, più importanti, che hanno il tempo contato, ma ciò che essi stanno veramente dicendo è che non sei degno del loro tempo o del loro essere. Mettono gli studenti in uno stato più basso di condizione e stato sociale, per continuare a manipolarli intellettualmente, emozionalmente e istintivamente.
Così facendo non hanno bisogno di forzare gli studenti come farebbe un dittatore: gli studenti li servono volontariamente.
Nonostante loro evitino di stabilire contatti umani semplici e spontanei, hanno dedicato la loro vita a servire gli studenti in situazioni costruite (incontri, cene, eventi), in cui si mostrano benevolenti, amorevoli e comprensivi. Mantengono così l’identificazione emozionale che gli studenti hanno con un essere superiore che li ama.L’impegno di Girard verso Robert è la forza più grande che con la sua ispirazione ha permesso alla Fellowship di funzionare.
Quando gli studenti potranno vedere le motivazioni di Robert a mantenere il suo ruolo e quelle di Girard e Asaf a mantenere il proprio e quello di Robert, cominceranno a capire.

sabato 19 maggio 2007

La seguente è la traduzione di un messaggio di Innernaut del 17 aprile 2007 (nr. 308 / 6) apparso sul blog in inglese (http://animamrecro.wordpress.com/2007/05/11/the-fellowship-of-friends-discussion-part-6/)

Vorrei chiedere a tutti di dirmi se avete davvero verificato che “coscienza e funzioni non sono la stessa cosa”.
Certo, si può argomentare con cose apparentemente molto sensate, ma ditemi se potete SAPERLO allo stesso modo in cui potete abbassare lo sguardo e sapere di avere le mani.

Personalmente, penso che l’unica cosa certa che si può dire al riguardo è che non lo sappiamo. E, anche a rischio di offendere molti, affermare che “tutto quello che siamo e che sempre siamo stati è coscienza” è un’assurdità.
Soffro molto di claustrofobia. Qualche settimana fa ero in ospedale per sottopormi a diversi esami tra cui delle TAC, ecc., situazioni in cui non mi potevo muovere e il macchinario per la scansione mi stava piantato in faccia. Ero molto malato ed ero così spaventato che avrei voluto fuggire – in quel momento, ho sentito il mio corpo molto reale, proprio come lo sento ora mentre sto seduto al computer.

Nella FoF ho scoperto di avre una capacità pressoché illimitata di credere a informazioni in chiara contraddizione con la mia diretta esperienza. Adesso, tendo a credere ciò di cui faccio davvero esperienza, senza substrati intellettualistici o teorici. Di tali esperienze fa a volte parte un’intensa consapevolezza.

A causa di una malattia cronica e dolorosa, ho fatto alcuni studi sul Qi Gong (un tipo di Tai Chi) e delle sedute di meditazione con consapevolezza del respiro, come viene insegnato alla Massachusetts Pain Clinic (n.d.t.: Centro di terapia del dolore). La pratica di queste cose mi aiuta ad aumentare il grado di consapevolezza – ma proprio perché accrescono la consapevolezza del corpo e delle sue funzioni, anziché promuovere la separazione da essi. Nelle fasi di maggior dolore, non c’è modo di separarsene. Il dolore aumenta considerevolmente se si tenta di farlo, quasi come se richiedesse la mia attenzione. L’unica possibilità di sollievo è attraversare il dolore più profondamente, tentando di farne piena esperienza, perché è ciò che sta accadendo proprio in quel momento della mia vita. Spesso, il sollievo non corrisponde a una riduzione del dolore, ma a qualcosa di cui non abbiamo parlato molto, ma che sento essere la più importante di tutte: l’accettazione.
Forse a causa del fatto che I nostri corpi sono più tangibili e più “comuni” nella nostra esperienza, tendiamo a pensare ad essi come a qualcosa di meno misterioso della consapevolezza. Io comincio a credere che essi siano ugualmente misteriosi e soprattutto che non siano assolutamente cose distinte.

Per molti anni nella FoF, mi trovavo a leggere un passaggio di William Blake, tratto dal “Matrimonio di Cielo e Inferno” e cercavo di capire perché non calzasse con le informazioni che ci venivano date. Adesso, penso che sia in piena armonia con la mia reale esperienza:

“Nell'Uomo non vi è un Corpo distinto dall'Anima: il cosiddetto Corpo è una parte dell'Anima che i cinque sensi, maggiori antenne dell'anima in questo evo, discernono”.

Tanti auguri a tutti

lunedì 14 maggio 2007

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,credo che ogni commento ed ogni riflessione sul lavoro "prima e dopo" l'era FOF nella vita di ogni ricercatore sia lecito e che ogni esperienza abbia il diritto di essere valutata totalmente, credo di poter aggiungere anche, dal punto di vista personale che sarebbe per me ingiusto negare che la FOF e l'insegnamento di Robert mi hanno offerto molto e continuano ad essere vivi e praticabili nel mio quotidiano (non credo che se un Be, mi permetteva di essere più nel momento un mese fa, ora che non sono più nella scuola automaticamente sia diventato inefficace o peccaminoso..) "Personalmente" mi nutro di Sufi e di Whitman nel modo che più mi aiuta nel momento facendo i conti con i miei limiti.Neppure i racconti su Robert e le sue attività ludiche con i suoi giovani accompagnatori in realtà hanno molto a che fare con la mia decisione (sia Socrate che Platone probabilmente si abbandonavano a serate ludiche anche con giovinetti pur se certo in epoca diversa per canoni morali e convenzioni)nonostante io preferisca un immagine di Maestro più sobrio e "spirituale" piuttosto che impegnato nella scelta di costose camice di seta e dedito a festini.(probabilmente è un limite dettato dal mio tipo di macchina)Ma tutto dal lato pratico diventa accettabile, se ti offre quello di cui credi di avere bisogno nel tuo momento di ricerca di strumenti utili alla tua evoluzione.(in senso Umano).Certamente negli ultimi tempi la mia capacità di cogliere e di sfruttare (in modo sensatamente egoistico)l'aiuto della scuola per il mio percoso è di molto calata e da ciò, la decisione che forse non c'era più uno scambio utile e vitale tra me e la FOF.Aggiungo un ultimo P.S. a questo mio commento: una frase di Girard che mi ha sempre accompagnato recita più o meno così.."il lavoro esclusivo sulla macchina senza tenere conto del ricordo di se e del Divino è fine a se stesso e così il ricordo di se senza un giusto lavoro sugli atteggiamenti della macchina è solo immaginazione."Buon lavoro a tutti.
14 maggio 2007 3.10

giovedì 10 maggio 2007

Lou scrive

Le cose, la luce sull’acqua del lago, i gabbiani che danzano nell’atto di pescare, e io stessa qui, a guardare, siamo quello che siamo.
Interpretare, dire “mi ricordo” o “mi fa pensare”, o “Robert dice che...”, è un modo per introdurre qualcos’altro nel semplice presente. Qualcosa di non necessario.
Così pure riguardo a noi stessi, quello che vediamo è quello che è e non occorre lottarci contro.

Alla luce di questa osservazione, vorrei condividere alcune considerazioni.

Sulla sequenza:
Ho provato con forza negli ultimi mesi nella scuola a praticarla.
Ma ho verificato che anche recitare la sequenza è un modo per introdurre nel semplice presente qualcosa di non necessario. Perché?
1) Se viene praticata in modo tale da permettere di raggiungere la presenza, vuol dire che comunque si era fatto uno sforzo “prima”, lo stesso che abbiamo sempre fatto senza sequenza.
2) Se si pratica anche quando si è raggiunto il presente, è un’intromissione.
3) Pensare di dover ri-praticare la sequenza quando si ripresenta l’immaginazione dopo aver completato con successo una sequenza, configura la nostra vita come una cosa terribile: una rincorsa cerebrale e ossessiva per raggiungere – forse - quello che è già lì: il presente.
4) Inutile dire che nella maggior parte dei semplici momenti della nostra vita quotidiana, la sequenza è impraticabile: pensate alla lettura, al parlare con qualcuno al lavoro, all’ascoltare qualcuno che parla, e così via. Persino mentre si mangia non è possibile praticare la sequenza. Robert infatti, che stupido certo non è, ha corretto il tiro suggerendo di usare solo alcuni dei 30 io come tema della sequenza e confermando così l’assunto che per lo più la sequenza non serve e non funziona.

Sul lavoro su di sè e ciò che significa:
Mi piacerebbe riflettere sugli obiettivi che ci ponevamo quando abbiamo raggiunto la scuola:
1) Volevamo vivere la nostra vita con maggiore consapevolezza? Esserne testimoni?
2) Semplicemente – come suggerisce Ouspensky, il nostro vecchio maestro ora messo da parte – “non volevamo vivere una vita da stupido?”
3) Qualcuno ha mai pensato che voleva creare un “corpo astrale”? Gliene importava qualcosa a qualcuno quando ha raggiunto la Fellowhisp?
4) E l’immortalità? Interessava a qualcuno all’inizio? Era il motivo della ricerca?

E per finire: cos’è il “risveglio”? Cosa vuol dire essere consci? Un essere conscio non dovrebbe forse essere sempre presente? E se Robert lo è, come mai ha inventato la sequenza e ne ha osservato i limiti personalmente?

Penso che dopo 20 anni nella Fellowship (l’ho lasciata da poco) non sia facile porsi queste domande. Siamo stati abituati a dare molto per scontato, più che mai negli ultimi due anni. Ci siamo abituati a credere che la pratica del ricordo di sè conduce al “risveglio”, che il lavoro su di sè è una cosa strettamente personale e abbiamo imparato a coltivare un forte senso di “noi e loro”, di “io e gli altri”, e così via. Io, io, io, me, me e poi ancora me... Ma e se il mondo e la vita intorno a noi e gli altri, povere altre creature dell’universo, avessero da insegnarci ancora tanto?
“Qui la profonda lezione dell’accettazione, non preferenza né diniego...”

mercoledì 9 maggio 2007

Estratto e tradotto dal messaggio di No Person del 9 maggio 2007, n. 354

Gli incontri sono molto cambiati. Sono cambiati in peggio. A poco a poco, sono stati svuotati della vita.
Prima (circa 2 anni fa) nei centri ci venivano dati dei foglietti con le citazioni da leggere agli incontri, tra un punto di vista personale e l'altro. Alcune erano citazioni di esseri importanti. Ben presto le citazioni cominciarono ad essere abbinate al commento di Robert, spesso non necessario e bizzarro. Poi vennero aggiunte immagini di varia provenienza, anch’esse con il “commento di Robert” e spesso qualche immagine costruita al computer, sempre a supportare il suo punto di vista. I punti di vista personali furono praticamente eliminati – eliminate domande e osservazioni personali. (Per evitare la legge dell’accidente o il pensiero independente).
Poi ci è stato chiesto di mantenere il contatto degli occhi con chi stava parlando. Quelli che non lo facevano o si dimenticavano di farlo venivano “fotografati”. Motivo di questo guardare fisso: promuovere la presenza, ovviamente. Gli incontri continuarono in termini sempre più rigidi – letture di interpretazioni guardandosi fissi negli occhi e scambiandosi strane immagini… L’atmosfera diventò molto seria e pesante – negli incontri non si poteva più nè ridere nè scherzare, non si potevano più raccontare “aneddoti personali” o osservazioni di sorta. Diventò veramente, ma veramente brutto. No, onestamente non promuoveva la presenza, nè alcun pensare, nè alcuno scambio di pensieri – era veramente induzione di sonno, e molto difficile da sopportare. Si diventava più arrabbiati e frustrati che mai. Spesso gli studenti confidavano che questa era sì una parte penosa da sopportare, ma che almeno era relativamente veloce e dopo l’incontro si poteva bere un bicchiere di vino, rilassarsi e parlare con un amico. Ma i nostri “credenti” pensavano veramente che questa fosse la migliore forma di incontro che avessimo mai avuto – totalmente controllata, seria, divertimento vietato…
Moltissimi studenti in tutto il mondo erano infelici con la “nuova forma” e se ne lamentavano.
Poi a Isis i grandi incontri furono completamente fermati e al loro posto si cominciarono a fare non uno solo, ma ben due incontri settimanali alla Galleria, tutti diretti da Robert e Asaf. Era una interpretazione di citazioni e immagini pre-allestita, uno scambio a ping-pong tra loro due, con gli occhi di tutti fissi nei loro occhi. I punti di vista personali non erano permessi. Oh sì, questi incontri, inoltre, costavano, non erano gratuiti. Di solito i prezzi erano 50 dollari in piedi e 100 dollari seduti. Ogni performance era filmata per realizzare “Video d’insegnamento” da far vedere nei centri a 10 dollari a testa. Fate voi i conti.
Una volta, durante a un incontro a Isis, accadde qualcosa di inaspettato e divertente, e tutti cominciarono a ridere, anche Asaf. Sembrò che “l’incantesimo” fosse rotto per un secondo e ognuno diventò vivo, come fosse arrivato un respiro d’aria fresca nella stanza soffocante. E fu scioccante vedere come Robert senza alcun sorriso sulla faccia immediatamente diventò molto intenso e quasi gridò: “Proseguiamo, proseguiamo! Guarda me! Asaf!” La sua faccia in quel momento era prepotente, metteva paura – non era la sua consueta faccia "carina". In pochi secondi si calmarono tutti, appiccicati all’immagine bizzarra successiva e lo show ipnotico continuò. Fu questa la prima volta che presi in considerazione l’idea che questi incontri avessero un elemento ipnotico, dove ognuno viene “inoculato” con nuovo insegnamento non importa quanto folle e assurdo… Prima di questo episodio avevo sempre rifiutato l’idea che ci fosse ipnosi o lavaggio del cervello durante gli incontri.
E’ incredibile che le persone possano tollerare questa alimentazione forzata di escrementi E INOLTRE paghino per questo. Come si possa crederci ancora – è un mistero. Non sono più neanche idee esoteriche, non un sistema, nulla che sia possibile verificare. Robert conta e interpreta o fornisce le “chiavi” da immagini dipinte quali peli di coda di giraffa, 6 poppe, peni, seni, mani, scene di accoppiamento, conteggi di respiri senza parole, immagina battaglie senza fine tra il Maggiordomo e i diavoli, si impegna in strani giochi con i numeri che non hanno alcun senso.
Questo è tutto ciò di cui parla Robert in questi giorni, prolificamente, a ogni incontro, e la gente ci va e paga per sentirlo. Non è quarta via, non è Gurdjeff-Ouspensky, è la folle creazione di Robert che richiede fede, obbedienza e mancanza di pensiero critico. “Ricercatori” pieni di fede lo riforniscono con sempre più materiale da decodificare e rigurgitare, sicchè lo “spettacolo” degli incontri possa andare avanti. E’ come una strana macchina decodificatrice – attribuisce un profondo significato a tutto ciò che incontra, ed è tutto correlato con la sacra Sequenza (in questo periodo).
Cari amici, abbiate un po’ di rispetto per voi stessi! Quando vedrete veramente che questa è solo follia incentrata su se stessa, decadente ed eccessiva, e smetterete di supportarla? Aprite gli occhi.
Auguro sinceramente a tutti libertà interiore e coraggio di vedere le cose come sono veramente.

domenica 6 maggio 2007

A proposito dell'influenza C

Rabbi Burns, 14 aprile
Nudaveritas ha chiesto: “Qualcuno può spiegare brevemente cosa intende la FOF per Influenza C?”
L’influenza C è “influenza conscia”. Fino a poco tempo fa con questo si intendeva 44 esseri consci (Gurdjieff, Ouspensky, Whitman, la Regina Elisabetta I°, Vivaldi, Leonardo, etc). Adesso che la quarta via è stata ripudiata, forse la lista è cambiata. Ma la lista non influenza il principio di base, ossia che questi “esseri consci” deceduti fluttuano intorno dando “shock” agli studenti della FOF per aiutarli a “svegliarsi”.
Nel passato gli shock consistevano in genere nel fatto che molte targhe di automobili contenevano il numero 44. Attualmente è considerato più significativo il numero 6. Anche le piramidi vengono viste frequentemente.
Questi esseri comunicano direttamente con Robert attraverso gli shock, dicendogli quando la California sprofonderà nell’oceano e simili. Un aspetto bizzarro di questa faccenda è che queste comunicazioni sono sistematicamente sbagliate. L’interpretazione che se ne dà è che essi, deliberatamente, sviino Robert per dargli “attrito” in più.
Un’idea fondamentale è che questi esseri consci lavorino esclusivamente con gli studenti della FOF. Cominciano il loro lavoro non appena effettui il tuo primo pagamento (non so neanche se aspettano che l’assegno vada effettivamente a buon fine). Quando lasci la scuola, immediatamente ritirano la loro assistenza. Non posso che dedurne che hanno una linea diretta con l’accounting department della FOF.
RB ha una relazione particolare con Leonardo Da Vinci. Una storia famosa narra che quando Robert perse un tiro a tennis, dette la colpa a Leonardo di avergli trattenuto il gomito.
E non mi sto inventando nulla.

Lettera di commiato di FenceRider (W. Heinz)

26 aprile 2006
Quando leggiamo una favola, sospendiamo il nostro non credere per poterci godere la storia. Questo permette allo scrittore di portarci in un mondo magico – un mondo di simbolismo, poteri impossibili, trionfi, mostri immaginari e angeli. Allora, mentre stiamo nel letto e leggiamo – in uno stato di realtà sospesa, la vita sembra valere la pena, essere piena di scopi e avere una direzione. I nostri cuori sono colmi.
La favola ci spinge a credere molte cose bellissime ma impossibili (predizioni, targhe automobilistiche, sequenze preistoriche, città eterne del paradiso, crystallization ear smoke, angeli nella stanza, connessioni con gli Egiziani, sequenze preistoriche– e così via). E anche se non ci crediamo, lasciamo andare quel tanto che basta da essere trasportati.
Abbiamo sospeso il nostro non credere per poter apprezzare le possibilità offerte e imparare ciò che Robert ha da insegnarci. L’effetto ipnotico è molto forte quando un gruppo di persone insieme provano a essere presenti, si viaggia in una specie di stato di trance, attraverso le pagine della favola. Nessuno vuole spezzare l’incanto. La favola è troppo bella e quelli che non fanno parte dell’incanto diventano ovviamente una forza contraria. Loro devono essere rimossi, velocemente, prima che (come un virus) infrangano l’illusione. Impariamo a guardare da un’altra parte. Loro ci fanno sentire così scomodi.
I tulipani, la musica d’arpa, il canto, le palme, i begli abiti, la lieve brezza, l’acqua delle fontane che scorre e l’aria tersa, le dolci conversazioni, le donne e gli uomini - bellissimi, i bellissimi occhi presenti, i dolci sorrisi di benvenuto, le illusioni d’amore, le illusioni di cose importanti da fare, tutto dà vigore alla storia.
Ma la realtà, come la mosca che continua a piazzartisi sulla fronte mentre leggi, continua a provare a rompere l’incanto. Scacciamo la mosca, senza farci molto caso, e ignoriamo la distrazione. La storia è troppo bella. Evitiamo i blog dove le mosche abbondano. Evitiamo certe conversazioni. Troviamo giustificazioni che scaccino le mosche. Assumiamo sterminatori professionali. Quelli che notano le mosche sono etichettati come perduti. Stanno perdendo la favola.
Per me la favola è giunta al suo compimento. Non vedo ragione per continuare a sospendere il mio non credere. Non scelgo più di credere al nonsenso. Deve essere stata una bella favola per durare 31 anni! 31 anni!- oh my, dove è andata la mia vita? Quale lavoro ho evitato? Perchè non ho messo giù il libro? Ma la storia era così bella e copriva il vuoto, la mancanza di scopo, the lack of belonging, le battaglie prive di senso, tutte quelle cose da cui volevo scappare da giovane.
Adesso voglio solo essere semplice, onesto, non pretenzioso, amorevole.
Ciò è sufficente. Non voglio che le costellazioni siano più vicine. Il libro era troppo lungo. Sono stanco di leggere.
Sono fuori dal recinto!
”A lungo siamo vissuti, abbiamo gioito, carezzato insieme;Delizioso! ora la separazione – Addio, Fantasia!”….Whitman
FenceRider (a.k.a William Heinz)wlheinz@comcast.net