venerdì 1 giugno 2007

Da Gabriella F.

Oggi ho avuto un ricordo “vivido” del mio tempo nella FOF che mi sta aiutando a comprendere meglio i “meccanismi” che ci possono tenere intrappolati in qualcosa di simile a una setta. Vorrei condividerlo.

Ho un carissimo amico che è ancora nella Fellowhisp of Friends e che vive ad Isis. Una persona molto bella, con un cuore buono e buone intenzioni: adorabile. Mi è sempre piaciuto essere in sua compagnia e lui è sempre stato un punto di riferimento per me. Lui era nella scuola da più tempo di me e io, da italiana, ho sempre nutrito l’idea che gli Americani fossero i nostri padri, e fossero comunque più “consci” di noi.
Lui è – non sono sicura a questo punto, ma potrei scommetterci – un “fedele” di Robert e della FOF.

Un giorno, forse tre anni fa, eravamo al ristorante. Non ci vedevamo da almeno un paio d’anni. Lui era in visita nella città in cui vivevo e decidemmo di pranzare insieme. Avevo davvero voglia di vederlo, di parlare un po’, insomma, di stare semplicemente insieme, godendo l’uno dell’altra, condividendo momenti di presenza. Ma dopo un po’, l’atmosfera ha cominciato ad appesantirsi. Lui aveva voglia di “insegnare”, di essere estremamente serio; purtroppo, c'è chi pensa che si debba essere estremamente seri quando si è presenti ... (personalmente, non sono d’accordo, probabilmente non lo sono mai stata. Penso che nelle nostre possibilità più alte ci sia la “gioia”!). Mi trovai a cercare disperatamente il mio amico ...

A un certo punto, assunse una grave “intensità” e disse: “Una delle cose più difficili nel nostro cammino è accettare che siamo così profondamente coinvolti in qualcosa di superiore – e fece riferimento a Robert – che anche le persone che amiamo muoiono per causa nostra … per la nostra evoluzione…”.
Disse anche altre cose, ma ero così impressionata che facevo fatica a restare seduta a tavola... Dunque, ciò significa che l’incidente d’auto di mio fratello, o il suicidio di mia madre, insomma, le persone che ho amato sono morte per me? Dovrei essere orgogliosa di un simile “privilegio”? E che forse tutte le catastrofi, le guerre e la miseria: tutto ciò accade perché gli studenti della Fellowhisp possano evolvere? Oh, Cielo!

Ricordo che dentro di me si accese una sorta di lotta: mi sembrava chiaro che avrei potuto credere a quello che diceva e sentirmi così “catapultata” in un mondo irreale dove Io-Noi siamo le uniche entità che contano … Là dove una certa atmosfera fittizia “celeste” ti può indurre a pensare che davvero fai parte di qualcosa di divino ... Qualcosa in me (forse la vanità) pensò che ero pronta per un simile straordinario messaggio.
Ma un’altra parte di me mi sussurrò che non potevo credere a qualcosa di simile (forse, il buon senso) e che dovevo restare nel mondo reale, là dove nessuno vale più di un altro essere umano. Ma certo, in questo caso, avrei perduto quel messaggio “celeste” dell’Influenza C...

Fortunatamente, non ho “creduto”. Io non sono entrata nella Scuola per “credere”. Quel giorno, qualcosa è cambiato nel mio rapporto con la Scuola e ricordo quel momento ancora, emozione dopo emozione.

Sono sorpresa della veridicità che ha accompagnato questo ricordo. Ho voluto condividerlo perché mi aiuta a capire come possiamo arrivare a credere qualunque cosa ci venga detta, anche la più stupida, anche l’affermazione più assurda che va contro il senso comune persino di un bambino: nella Fellowship, è stato “modellato” un modo di pensare (una specie di modello Word) così che siamo pronti ad ammettere qualunque cosa, sempre che sia funzionale alla NOSTRA PERSONALE evoluzione.

Ad essere sincera, non è facile pubblicare questo messaggio, anche se ho lasciato la Scuola..
In questi ultimi mesi, ho appreso cose su Robert che non avrei mai immaginato.
Credetemi: in 20 anni, non ho mai saputo nulla di orge e altre perversioni che riguardano la vita personale di Robert e del suo cerchio interno.

E provo ancora molto affetto per Robert. Ho sempre pensato che fosse un poeta nell’insegnare il sistema, fino a che l’ha fatto ... Inoltre, ricordo che in una situazione dolorosa per me, ho “sentito” davvero il suo amore, la sua calda tenerezza, e non voglio “eliminare” questo ricordo bello.
Sono stata una studentessa di Robert, ho avuto fiducia in lui, ho avuto fiducia nei miei amici, e loro l’hanno avuta in me. Ho ricevuto dalla FoF, e ho dato. Si tratta di qualcosa di semplicemente umano.

Ma poi, “the game was over”, tutto è finito. O quanto meno, è finito per me. Cerchiamo di essere lieti ora, di andare avanti con tutto quanto di bello e importante abbiamo imparato. E non perdiamoci di vista...!

Grazie per la pazienza,

Gabriella

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