sabato 1 settembre 2007

da Moreno
Possiamo esprimere parole belle e gentili con sentimento negativo, parole neutre con sentimenti variegati e parole mal pronunciate ma ricche di significato interiore o, intenzionalmente, tutto questo ed altro ancora ma, bisogna esserci.
Con ciò, voglio dire che il Lavoro porta all'unificazione, all'essere sinceri e reali, non possiamo trascurare nessuno di questi e parecchi altri aspetti altrimenti il Lavoro non procede è un dato di fatto.
Mi riallaccio alla saggezza popolare contenuta nel seguente detto "Prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine ". Se lavando i piatti lascio fuori una tazzina, rimarrà la ad aspettarmi, forse la laverà qualcun altro ma a me interiormente non porterà alcun beneficio connesso con lo sforzo di esserci, connesso con lo sforzo di completare un'ottava, di essere presente agli intervalli di un’ottava ed all'ottava stessa.
Come già dissi, se lavoriamo correttamente, ad un certo punto troviamo il nostro stile di Lavoro, molto personale, che segue le nostre verifiche e conseguenti comprensioni, mal si addice l'imitazione, può servire per un po’, per osservarci ma non ci porta molto in là. Trovare la forza di esprimerci per noi stessi così come siamo, anche se non facciamo parte dell'entourage di R., avere il coraggio di manifestare quel piccolo ed apparentemente insignificante 'io' che crediamo sia giusto ma che è sommerso dalla marea di dominio femminile e considerazione interna che aleggia nella FoF e non solo, pure in questo blog, anche se non manifesta, trovare il coraggio semplicemente di essere noi stessi.
Come mi piacciono queste parole, essere noi stessi, ora, dopo tanti anni di Lavoro, stanno assumendo finalmente un significato emozionale.

Voglio citare un'istantanea presa dal vivo, in momenti diversi, da me, da poco ex-studente:
"Passeggiando, vedi in lontananza uno studente con cui hai condiviso decenni di lavoro e amicizia, intimità e confidenze personali, che passeggia a sua volta e sta conversando tranquillamente con un suo amico, quando gli passo accanto e lo saluto, non posso non notare il cambiamento dell'espressione sul suo volto, immediatamente appare un atteggiamento (meccanico) di circostanza e il tono di voce che si fa greve e sentenzioso, ti saluta a malapena e con il tono di voce che fa presagire a chi gli è di fronte, come fosse ad un minuto dall'infarto o già trapassato."
Una domanda mi sorge:
Questo atteggiamento è farina del tuo sacco? Hai intenzionalmente pagato per tal raggiungimento dell'essere? Hai perseguito con determinazione un sacro scopo per manifestarti in questo modo? E' forse questo, Lavoro? E' forse questo un esempio di libertà? E' forse questo essere unificati? E' forse questo seguire i Dieci comandamenti? E' forse questo veramente ciò che avremmo voluto esprimere a quella persona con cui abbiamo condiviso decenni di Lavoro, esperienze, amicizia, viaggi e sofferenze??
Tante parole per un 'battito' di ciglia di percezione, forse più breve...
Una delle cose che so è che se 'salto' qualche passaggio studiando un brano con la chitarra, perché non mi va o è difficile o le dita non si muovono come dovrebbero, ed inizio il brano da capo, quel tal o quei tali passaggi mal si sposeranno con il resto dell'armonia e melodia ed ogni volta che vi incoccerò, le dita si comporteranno sempre nel medesimo modo provocando errori e conseguenti stonature, inceppamenti ed in quel punto, il brano zoppicherà sempre, non serve essere dei geni per capire ciò, basta praticarlo.
Provare ad essere sinceri è una pratica, una sfida, non ideali o credenze, è un'opportunità di coscienza, evitare di vedere la sincerità è respingerla, è alimentare la divisione interiore, alimentare il secondo stato, alimentare il comodissimo sonno.
Può darsi mi stia sbagliando...forse per alcuni il significato di verità è raccontar balle o, paghi nel sentirsele dire, per altri forse, stare zitti, non esprimersi perché la paura del vero, della realtà incombe, ci farebbe percepire così come siamo, che abbiamo sbagliato, scomodissimo, comunque, so di certo che se oggi non studio e pratico, difficilmente domattina saprò l'inglese così come se non metto in moto quotidianamente l'automobile è altresì comprovato che la batteria si scarica.
Questa, per me, è la Quarta Via, la Via che sento con tutto me stesso, la Via delle quattro verifiche, della verifica istintiva, della verifica motoria, della verifica intellettuale e della verifica emozionale.
Mi congedo momentaneamente a tutti gli amici o presunti tali, ai fedeli, ai curiosi e pure ai non meno cari non-fedeli, con un caloroso abbraccio, augurandoVi, come sempre, ciò che augurate a me.
Sinceramente,
Moreno

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