venerdì 14 dicembre 2007

Sulle interpretazioni

Da Somebody
Continuo a cercare di capire come funziona il "nuovo insegnamento" di Robert. È affascinante che ogni commento produca lo stesso effetto: non impari nulla di nuovo, ma cerchi di afferrare il senso, e alla fine ti viene il mal di testa.
Un esempio:"Unas è colui che andò e ritornò." [Testo egiziano delle Piramidi di Unas]
Commento di Robert: Unas rappresentava il maggiordomo per gli Egiziani, era una persona vera. Egli è il classico esempio di maggiordomo rappresentato come il deceduto. "Unas è colui che andò e ritornò." Il maggiordomo è colui che andò in immaginazione.
Cosa succede quando sento cose come questa? Ascolto la citazione, che anche se è decontestualizzata perlomeno fornisce qualche informazione sensata: "Unas è colui che andò e ritornò". Posso immaginare che Unas andò da qualche parte da cui aveva difficoltà a ritornare, ma ritornò, questo ha significato. Forse andò in una terra pericolosa. Perchè ci andò? Forse perchè altri non ritornarono o non completarono dei compiti. Forse andò nella terra della morte da dove nessuno fa ritorno, o forse andò a sconfiggere qualche mostro pericoloso rischiando la vita. Egli ritornò, questo è significativo, e inoltre è un eroe.
E qui arriva il commento di Robert che mi ha scioccato: "Il maggiordomo è colui che andò in immaginazione."
Ah-ah-ah!........ Malditesta.
Dunque, non riguarda affatto l’azione eroica, riguarda il fallimento (di un maggiordomo) – l’esatto opposto di come sembra nella citazione.
Sembra che Robert costruisca le sue "chiavi" come in un gioco di bambini. Per esempio, sostituisce le parole "tornare", "ritornare" con la parola "immaginazione" e alla fine guarda che cosa è successo.
Ma se si sostiuisce il significato di una parola (o di alcune parole), cambierà il significato dell’intera frase!
Proviamo a giocare, proviamo a sostituire una parola e a leggere la citazione con in mente la sostituzione. Prendiamo questa citazione:"Attraverso l’acquisizione di quell’amore perfetto verso cui tutto il nostro sforzo è diretto, diveniamo degni di effettuare i lavori che pertengono al mondo a venire." [Filocalia, Pietro di Damasco]
E adesso sostituiamo le parole che hanno altre associazioni con parole diverse:
Amore perfetto= presenza
sforzo= ricordo di sè
degni= svegli
effettuare= fare la sequenza
i lavori= le tre linee di lavoro
il mondo= mondo 12
a venire = venire nella presenza
E giungiamo a questo:"Attraverso l’acquisizione della presenza, verso cui tutto il nostro ricordo di sè è diretto, diveniamo svegli facendo la sequenza in tre linee di lavoro che pertengono al mondo 12 per arrivare alla presenza.
Et voila!
Credo suoni tanto folle quanto gli incontri di Robert e dia la stessa quantità di mal di testa.
Ma tant'è - non mi sono neanche avvicinato alla versione di Robert! Esaminiamo la prossima. Ecco come lui la interpreta:
"Noi, la sequenza, siamo stati ritenuti degni di effettuare un lavoro conscio. Mohammed ha detto della sua sequenza, "Oh Allah, non ti abbiamo ricordato come meritavi di essere ricordato." Una fotografia mostra il sole che sorge, che per gli egiziani è il simbolo della vita eterna. Possiamo vedere che essi presero questo simbolo direttamente dalla natura. È anche il simbolo di omega, l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Una illustrazione dal Papiro di Ani nel British Museum ritrae Horus—il maggiordomo—sul vascello del giorno. Il sole è sorto dalla sua testa, il che significa che ha raggiunto l'Io di lavoro numero sei ed è nella presenza senza parole. I remi sono stati ritirati in barca, il che significa che la sequenza non è più necessaria. La prua, che ha dieci divisioni che rappresentano i dieci comandamenti - i trenta io di lavoro - mostra la via. È proprio come una favola, no?"

Vado a prendermi un Moment.
(http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/11/22/the-fellowship-of-friends-discussion-part-26/#comment-12006)

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