martedì 4 dicembre 2007

Il processo di eliminazione

da Moreno
Mi rendo conto sempre di più che il processo di eliminazione che sta avvenendo a vari livelli negli ex-studenti e ben visibile in diversi modi nei differenti Blog, fa parte di una triade necessaria perché un altro processo di una nota più alta, più raffinato possa eventualmente avvenire cioè quello di guarigione. Per anni forse abbiamo visto l’eliminazione come qualcosa di sbagliato, di negativo e probabilmente questo ‘trattenersi’ connesso con certi esercizi senza comprenderne chiaramente le motivazioni e gli scopi ha sconvolto psicologicamente e fisicamente più di qualcuno di noi, ed alcuni purtroppo veramente in malo modo.
Le ‘impressioni’ delle assurde imposizioni di Re Mida e dei suoi devoti cortigiani rese forse ancor più dolorose e più indigeste nell’osservare le evidenti contraddizioni di coloro che “predicano bene e razzolano male” ed a cui nulla si può dire, né chiarimenti chiedere - cosa del resto ovvia in un regime di Monarchia Assoluta - hanno determinato un tal cumulo di scorie e di cibo indigesto che se non espulsi per tempo ci avvelenano il corpo, il pensiero ed il sentimento.
Ovviamente non abbiamo idea di quanto possa durare questa eliminazione, per ciascuno di noi i tempi sono differenti e, presi come gruppo cambiano ulteriormente perché ci troviamo in una scala diversa rispetto al singolo individuo, poi, dipende pure se facciamo qualcosa attivamente a proposito oppure aspettiamo che una colomba bianca ci porti un ramoscello di ulivo in mano, ma dalle mie parti – teatro ahimè, nel passato, di cruenti combattimenti, guerre e bombardamenti – circola tutt’oggi un vecchio detto frutto dell’esperienza popolare e che, di fatto, enuncia una delle sacre leggi che ci regolano e dice così: “Tanta la polvere, tanto il tiro”.
Come tutti i processi o attività dell’uomo, perché avvengano, necessitano di una forma - la polvere non scoppia se non c'è l’innesco, la miccia accesa - così l’eliminazione non avviene nel caso in cui non esista una forma che ne permetta tale processo, pena lo scadere meccanico del processo in un’ottava inferiore come ad esempio in questo caso, l’inevitabile corruzione (avvelenamento dell’organismo per mancata espulsione-eliminazione). I Blog probabilmente rappresentano una delle possibili varianti e forme per l’eliminazione, inoltre, tale processo può portarci correttamente alla guarigione ma solo nel caso (almeno per ora vedo questo) in cui utilizziamo le comprensioni e le incomprensioni di cui esso è frutto, provando attivamente di giungere ad una maggiore e più profonda comprensione del significato dell’eliminazione in se, ad un cambiamento dell’essere altrimenti tutto accade ed il corpo, la mente ed il ri-sentimento elimineranno il surplus secondo le regole cui sottostanno e che probabilmente opereranno per un inasprimento di tale processo quale potrebbe essere quello di precipitare nella già citata corruzione ed il quasi inevitabile e conseguente processo di crimine, il che significherebbe in parole povere di dichiarare guerra e dare battaglia al nemico, e di nemici - da un certo punto di vista - ne siamo circondati.
E’ impensabile guarire senza prima eliminare, è impensabile divenire sani senza prima lasciar fuoriuscire i fattori che ci hanno corrotto la salute, è impensabile di divenire normali se prima non estirpiamo le anormalità che ci hanno corrotto.
“Eliminazione – Guarigione – Ricordare noi stessi”.
Un edificio fatiscente, lasciato lì per anni, si ritrova immancabilmente al suo interno un cumulo di detriti, cose inutili e cianfrusaglie che vanno eliminate se si vuole renderlo presentabile, guarirlo. Una volta svuotato dell’inutile - una volta che la febbre se n'é andata - ecco che inizia la riabilitazione, il processo di guarigione trova l’ambiente giusto ( forma ) perché ciò avvenga.
-Guarigione- è possibile quindi sistemare il tetto, rifare le pareti, l’impianto elettrico, quello idraulico, il riscaldamento, cambiare gli infissi, piastrellare e dipingere, rendere l’ambiente sano e abitabile.
Il ricordare noi stessi – la rigenerazione – forse potrebbe essere vista come nel portare delle nuove impressioni dentro l’edificio, arredarlo con il mobilio, dei quadri, metterci qualcosa di proprio gusto ed abbellirlo, renderlo casa nostra, il posto in cui vorremmo abitare. Nel caso in cui non riuscissimo ad arredare questa casa come vorremmo, a seconda del nostro personale ed oggettivo gusto ed intendimento, dovremmo perlomeno cercare di tenerla vuota e non che altri la usino a nostra insaputa come magazzino o peggio ancora come una discarica dei loro processi di eliminazione ma, fare ambedue le cose non è proprio una passeggiata, non è semplice. Non sappiamo chi sarà il prossimo che busserà alla porta né perché lo farà né se ci chiederà il permesso di entrare. Non è semplice aprire la porta di casa solamente agli amici fidati, agli amici del cuore.
Un sentito ringraziamento a coloro che hanno gradito le mie “ultime battute” ma pure agli altri, le essenze di tanto in tanto hanno bisogno anche di apprezzamenti, vengono così nutrite e rinforzate con energie fresche che provengono dall’esterno, da altre semplici ed umili anime.
A tutti voi cari amici espressi, fluttuanti ed inespressi, nel mese dalle lunghe ombre altresì detto Alban Arthuan, secondo i Celti, vi mando un abbraccio e che il Lavoro sia sempre con voi.
Moreno

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