martedì 4 dicembre 2007

da Cogito ergo sum

Di seguito, riporto due cose: la prima, è l'estratto da una recente citazione di Robert che è stata riportata sul blog inglese e che promuove - a mio parere - una schizofrenica frammentazione interiore, culminante addirittura in catene; la seconda, è una poesia di un autore inglese di inizio '900 che sembra assai salutare e che vorrei dedicare agli attuali studenti.

Citazione di Robert
Ottanta miliardi di persone si sono accontentati dei quattro centri inferiori. Si sono accontentati della schiena ("back") poiché non hanno visto la "faccia" - le parti intellettuali dei centri che promuovono la presenza. Quando il nostro maggiordomo non usa i trenta Io di lavoro le nostre mani sono legate dietro la schiena. Questa è la nostra condizione penosa. Tuttavia, non durerà e l'ultima carta dei tarocchi è il Mondo (XXI), in cui il mondo 12 trionfa in uno stato di presenza prolungato. Questo è lo stato in cui siamo ora. Noi abbiamo incatenato il sè inferiore, mani e piedi.

Amore dopo Amore di Derek Walcott
Verrà il tempo
in cui, esultando,
darai il benvenuto a te stesso
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà del benvenuto dell'altro,

e gli dirai, siediti qui. Mangia.
Amerai ancora lo straniero che era te stesso.
Dagli vino. Dagli pane. Rendi il tuo cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

tutta la vita, che hai ignorato
per un altro, e che ti sa a memoria.
Tira giù le lettere d'amore dallo scaffale,
le fotografie, gli appunti disperati,

scrosta la tua immagine dallo specchio.
Siediti. Banchetta con la tua vita.

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