mercoledì 24 ottobre 2007

da Gabriella F.

Bisogna dire che questo blog è lento, ma è ntenso. Personalmente, credo che ci sia più di una ragione per tenerlo aperto: tra queste, il fatto che è il secondo sito che appare quando si digita Fellowship of Friends nelle pagine italiane di Google e quindi facilmente rintracciabile da chi cerca informazioni.
Se prima avevo dei dubbi, ora sono certa che sia doveroso fornire le informazioni che vengono fornite qui, oltre che mettere a disposizione di altri che ancora restano legati alla Fellowship (o pensano di entrarvi) le esperienze che tanti di noi hanno maturato nei loro anni nella Fellowship. E soprattutto, è importante che si possano comunicare a mente aperta le verifiche e le comprensioni che si manifestano solo dopo essersi 'staccati' dalla Fellowship e dal suo potente condizionamento.
Il post di Mi ritorni in mente mi ha fatto riflettere proprio su questo. Sono tanti i ricordi vividi di quegli "stati inconsueti" di cui parli.
Più ero ‘aperta’ (sarebbe meglio dire 'incantata'), più ero pronta a lasciar penetrare in me qualsiasi cosa. In particolare, ricordo un'esperienza, a una “cena di insegnamento” con Robert a Roma. Avevamo avuto un piccolo incidente d'auto durante il viaggio da Milano a Roma ed eravamo arrivati tutti trafelati, nonostante fossimo partiti con molte ore di margine. Non so se questo abbia pesato, ma quella volta ho deciso intenzionalmente di "lasciar entrare tutto senza dubitare", di non opporre alcuna resistenza nemmeno se dettata dal più logico buon senso, ad esempio di credere che davvero Ouspensky e Gurdjieff o altri "uomini consci" stessero svolazzando sopra la tavola, o che la nostra fosse l'unica scuola conscia nell'universo mentre diversi miliardi di persone sulla terra erano solo cibo per la luna; ho preso quella decisione ed è stata un'esperienza molto toccante. L'avevo poi raccontata a diversi studenti: molti annuivano e "capivano" perché avevano almeno una volta sperimentato la stessa cosa. Mi veniva detto: "Sì, è tutta questione di lasciar andare, di non discutere, di non ascoltare il Re di Fiori" e così via. In poche parole, come dice Mi ritorni in mente, sopprimere ogni facoltà critica.
Guardando oggi a quelle esperienze, mi rendo conto che gli stati di cui abbiamo tanto parlato, agli incontri o alle cene o agli eventi tra studenti, quello stare insieme "giocondo" come fossimo in un mondo rarefatto, al di sopra della terra e delle sue pene, non fossero i cosiddetti stati superiori, ma stati di ipnosi indotta o di auto-ipnosi collettiva. Piacevoli certo, come possono esserlo gli stati indotti da una droga.
Non sto dicendo che non ho imparato nulla dall'esperienza FoF o che provo rancore. La Fellowship ha fatto parte della mia vita a lungo, è stata un'esperienza importante e, se non fosse stata quella, sarebbe stato qualcos'altro. A che servirebbe biasimarsi per esserci stati? Arriverà il momento anche per altri di lasciare, lo so, forse prima di quanto si pensi, ma arriverà.
Mi piace riportare quello che dice William H. sul blog inglese, rivolgendosi a uno studente: "Arriverà il giorno in cui non vorrai più fare il pagamento. Sarai pronto per provare qualcosa di nuovo. Forse ti sentirai in apprensione, ma invierai la tua lettera e te ne andrai. Fuori, sulla libera strada. La presenza potrà tornare a te come faceva prima di raggiungere – una presenza non avvolta nella tensione. Una presenza che ti appartiene, nutrita da te. Forse ti accorgerai che portavi con te più giudizi di quanto pensassi – un profondo senso di come gli altri dovrebbero essere. Ti accorgerai che è possibile amare gli altri senza pretendere di aiutarli ad essere ciò che non sono.”
E allora sarà bello capire cosa ci è successo, anche perché non si ripeta. E non perdere l'occasione di vedere la verità su se stessi e su ciò che ci è accaduto; questo blog mi sembra ancora un buon posto dove poterlo fare. Personalmente, auspicherei che riuscissimo anche a vederci e so che prima o poi sarà possibile.
Un abbraccio,
Gabriella

P.S. Prima di chiudere: ho appena letto un post di Pensate un attimo sul blog inglese dove riporta un messaggio giunto oggi a tutti gli studenti (forse lo metterai anche qui, caro Pensate un attimo?) che li invita perentoriamente a non frequentare gli ex-membri e a non leggere i blog perché così facendo costituiscono una forza contraria per l'Influenza C... Ritengo che messaggi di questo tipo non facciano che confermare quanto detto da molti di noi qui: la Fellowship tiene legate le persone attraverso il condizionamento mentale e la paura. E poi ... perché avere così paura di noi? Riflettete gente, riflettete!

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