domenica 4 maggio 2008

Voi e io ci siamo stati

da Lisa S.
I seguenti sono estratti da post di Rear View Mirror sul blog inglese apparsi negli ultimi giorni

Mi stupisce che siano ancora in molti a sentire la necessità di difendere il loro passato nella FOF, o il loro passato di studente delle idee della Quarta Via. Questo è tipico degli ex-membri di una setta (compreso me stesso) che non vogliono affrontare il dolore di aver fatto uno sbaglio. Ciò indica che siamo ancora imbrigliati negli stessi schemi di pensiero che abbiamo imparato nella Fof e che non ne siamo ancora guariti. Abbiamo fatto uno sbaglio a entrare in quella setta, così come a rimanerci; rendersene conto richiede del tempo.
A proposito: è una setta, è una setta, è una setta. Il fatto che si metta in discussione questo dimostra che non ci siamo liberati dal "pensiero settario". Non è un gruppo. Non è un'organizzazione. È una setta. E voi e io ci siamo stati.


Comunque, voglio dire che sto gradualmente realizzando che il più serio errore della mia vita è stato 1) entrare nella setta, 2) rimanerci così a lungo, ma che 3) il passo più importante e positivo della mia vità è stato lasciarla.
Penso cha sia giusto non guardare a nulla nelle nostre vite come a uno “spreco”, ma penso che sia interessante il fatto che la maggior parte di noi che siamo stati nella FoF – così come coloro che sono entrati in altre sette – trovano estremamente difficile usare parole come SPRECO o ERRORE, così come molte, molte altre parole. La parola SETTA, per esempio, rientra in questa casistica. Nessuna parola meglio di questa può descrivere la natura della FOF. Semplicemente, è troppo doloroso per noi ammetterlo – o meglio, a volte lo è.
Per lo più, ci rendiamo conto, ma non vogliamo ammetterlo né a noi stessi, né agli altri, di essere entrati in una setta. E sapete una cosa? – questa è una profonda, profonda ragione per la quale è stato così difficile lasciare, e una profonda ragione per la quale è difficile per i nostri amici lasciare.
Ci sono parole che sono potenti. L’omissione di certe parole può essere ancora più
potente.
Dallo spreco, e dal grande errore che abbiamo tutti fatto nel seguire quella persona, può forse sorgere qualcosa. (E probabilmente, dovrei aggiungere un grosso punto di domanda a questa affermazione). Credo nella trasformazione – ed ho imparato per lo più su di essa qui fuori, nel mondo reale, non nella Fof.


In totale accordo, voglio solo aggiungere una mia opinione: credo che il fatto di riconoscere di essere stata in una setta, non mi riduca, non mi privi di un’esperienza, non mi faccia male. Non voglio avere così paura di sperimentare quello che abbiamo imparato a bollare come “negatività”, al punto tale da reprimere ogni pensiero “divergente” in noi. Voglio considerare questi sentimenti piuttosto come un’ape, o un insetto che ha la sua funzione nell’universo. Voglio provare a vivere questo intimo dolore senza respingerlo, siamo forti abbastanza. Preferisco sentirmi triste, o negativa, piuttosto che spegnere ogni fuoco dentro di me. E piuttosto che forzarmi ancora a pensare che la FoF è stata una “bellissima esperienza”. E chi se ne frega del resto.
Ammettere di essere stati in una setta, può liberarci davvero (oltre che aiutare altri a farlo) e, per parafrasare la conoscenza della Quarta Via, ci permette di chiudere qualcosa per poter passare a qualcosa d’altro, per lo meno dentro di noi. Ma sul serio, non per finta.
Aver ancora paura dimostra che non siamo ancora liberi.
Baci da Lisa Simpson

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