venerdì 2 maggio 2008

Colpire ed essere colpiti

da Mi ritorni in Mente
In un famoso esperimento si è testata l'attitudine degli esseri umani a infliggere sofferenza agli altri sotto la spinta di ordini dell'autorità. Le persone che partecipavano a questo test dovevano porre una serie di domande a una persona e quando questa sbagliava le risposte, punirla con scosse elettriche di sempre maggiore intensità. La scossa elettrica veniva inflitta con la semplice pressione di un pulsante. La vittima era in realtà un attore, ma la scena era veramente realistica e si arrivava a grida e convincenti manifestazioni di dolore man mano che le "scosse elettriche" (in realtà finte) salivano di intensità.
Quasi tutte le persone sottoposte a questo test accettavano di infliggere le dolorose punizioni. Pochissimi si sono rifiutati, forse nessuno. Un certo numero tuttavia, quando vedeva le reazioni di dolore della vittima, cominciava a manifestare dissenso e poi chiedeva di abbandonare l'esperimento. C'erano però persone che "andavano fino in fondo", come se fosse normale (erano quelli gli ordini), e con grande tranquillità infliggevano scosse elettriche dolorosissime.
Una riflessione che scaturisce da questo esperimento è che tra di noi si aggirano dei potenziali aguzzini. Persone disposte a torturare e uccidere, e a farlo anche volentieri, se vengono messe dalle circostanze in condizione di soddisfare questo loro desiderio nascosto.
Un'altra riflessione è che ci deve essere qualcosa negli esseri umani, qualcosa di molto radicato nel centro istintivo, per cui c'è un certo piacere nel punire, censurare, colpire gli altri. Ieri al supermercato il commesso mi ha intimato di usare i guanti di plastica per prendere su la frutta. Mi è sembrato che non gli dispiacesse avere quella occasione dal regolamento per poter censurare il comportamento di un'altra persona. La vita nella società offre moltissime occasioni di colpire e ovviamente espone all'essere colpiti. per noi tutti, è normale. Per una comunità, è necessario. Nelle dittature e nelle situazioni di conflitto violento tuttavia si va oltre il livello del necessario.
Come si manifesta nell'ambito della Fellowship of Friends questo "colpire ed essere colpiti"?. La ghiotta occasione per colpire, reprimere, censurare viene data dalle regole e dagli esercizi, nonchè dai dogmi del gruppo - la linea ufficiale, il sistema, "Robert ci ha chiesto di...". Pensate a come vengono represse le letture non in linea (influenza b!). Le cosiddette "fotografie", guardate da questo punto di vista, sono il rapporto tra una persona che colpisce e una che è colpita. La posizione di potere nella gerarchia ti da occasione di colpire meglio e su più vasta scala, e ti mette in una certa misura al riparo dai colpi di chi è gerarchicamente inferiore (puoi infatti "non accettare fotografie dai giovani studenti"). I pagamenti sono un'altra occasione per colpire: c'è ogni tanto l'occasione di mandare via qualcuno perchè ha oltrepassato le sei settimane. In certi casi si possono far mandar via dalla scuola delle persone o infliggergli multe, se infrangono esercizi. Altri colpi possono essere inferti approfittando degli esercizi sul vestire, sul sesso, sul mangiare, sul bere, sull'ascolto di musica. La conversazione a tavola verrà interrotta da uno studente che ricorderà "abbiamo uun esercizio di....". Non c'è da stupirsi se come conseguenza si cominciano a dire solo frasi fatte e si perde la spontaneità.
Forse è giusto e forse no. Forse è utile, forse no. Ma, comunque, quella che viene colpita è la libera espressione dell'individuo. Alcune persone, in questa situazione di forte limitazione della loro libera espressione, possono ritrovarsi a essere infelici senza sapere il perchè, o a scivolare verso uno stato di depressione. A quel punto gli verrà detto di non credere agli io. Mica male come non soluzione.

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