domenica 18 maggio 2008

La cosa più difficile per noi

Mi sembra che la cosa più difficile, per noi, sia il non avere più certezze.
Avendo abbandonato la scuola e, con essa, almeno molti di noi, anche la fiducia nella quarta via, ci siamo lasciati dietro un castello immaginario di certezze e ci siamo andati ad incontrare la realtà nudi.
Nudi come siamo, a volte piangiamo, ma più spesso ridiamo. Non sappiamo più il perché di quello che succede (a parte la sfiga).
Non abbiamo una filosofia che spiega per filo e per segno tutto quello che facciamo e soprattutto quello che fanno gli altri.
Non c´interessa più il body-type, preferiamo vedere le persone per quello che sono e quello che fanno.
Invece di osservare le caratteristiche, osservo gli esseri umani in quanto tali, e penso, anch'io sono così, sarà perché ho il naso lungo?
Molti ex-studenti... sarebbe bello dire ex-rivoluzionari eh? Ex-studenti suona un po' come ex-carcerati, un po' di fallimento nella parola stessa ex.
Diciamo neo-normali, noi neo-normali (questo suona molto meglio, come i bambini 'speciali'), insomma noi poveracci, abbiamo problemi a adeguarci ad una vita normale(?).
La mancanza di una guida (cieca) di un qualsiasi tipo, crea scompensi per coloro abituati, non solo ad avere sempre qualcuno che gli dica come vivere ed essere presenti al loro pollice, ma anche a non vedere le debolezze scaturite dall'aver passato una ventina d'anni in una camera senza finestra e le pareti ammortizzate.
Insomma essendo abituati a non prenderci troppe responsabilità, ora averle tutte insieme crea qualche problema. Alcuni sembra cerchino altri maestri per riempire il vuoto. Altri si proclamano consci. Altri si barcamenano come possono, vivendo giorno per giorno e non cercando risposte.
La paura ci teneva nella scuola, la paura di affrontare la vita nei suoi termini, la paura di scoprire chi siamo veramente senza la maschera del ricordo di sé perennemente stampata sul volto, la paura di essere come tutti gli altri!
Che poi si sia sfigati, questa è un´altra storia. Certo dovevamo proprio incontrare questa di setta. Con un po´ di fortuna saremmo potuti andare in giro cantando vestiti di arancione. Invece abbiamo bevuto, elegantemente, litri e litri di pessimo vino bianco, abbiamo sorriso molto (finché non è diventata una manifestazione del maligno!), abbiamo comprato un sacco di cravatte (almeno io) di cui non sappiamo proprio cosa fare.
Ora scriviamo un po' dappertutto, sulla GF, sul blog inglese, su questo (almeno questo sembra una cosa intima), una banda di pazzi scatenati con una moltitudine di´opinioni diverse sul mondo, divinità varie, filosofie. Alcuni molto arrabbiati, altri felici.
L´unica cosa che riesco a fare, è cercare di mantenere l'equilibrio sulla corda tesa, senza sapere se ci sia una rete sotto. Nel caso di caduta, cercare di godermi il volo!
Non so bene cosa volevo dire, ma spero di averlo detto.
Un bacio a tutti.
A.

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