mercoledì 21 novembre 2007

da Pensate un attimo

Molte persone che sono ancora parte della Fellowship of Friends sono in crisi. Non hanno più una forte motivazione se non un certo tipo di attaccamento dovuto in larga parte a sentimenti di paura e disorientamento e questo è pienamente dimostrato dalla mancanza di energia 'spirituale' che caratterizza la vita dei centri e di Isis. (I cosidetti incontri sono momenti a dir poco imbarazzanti, si leggono i pensieri, le chiavi e nello stesso tempo qualcosa dentro muore invece di fiorire.)
Tutto ciò è assolutamente normale, dopo tanti anni in un culto o, se non vi piace questa parola, possiamo dire "gruppo ristretto di persone che perseguono un obiettivo comune , che però li fa sentire speciali e diversi dal resto dell'umanità meccanica e addormentata", è più che lecito sentirsi in crisi e non saper cosa fare.
Il fatto è che Robert Burton, il leader carismatico, è stato irreversibilmenmte smascherato, non solo nelle sue abitudini personali ma anche in quelle 'spirituali': c'è stato un cambiamento di percezione sull'intero discorso dell'essere. Non c'è più possibilità di credere che Robert Burton sia una specie di messia in grado di condurre un gruppo di persone (attraverso un'arca) alla creazione di una nuova civilizzazione.
Il sistema che RB sta presentando è molto confuso, prende a destra e a sinistra dando interpretazioni forzate e spesso erronee e contraddittorie. Un 'insegnamento' fatto di concetti su concetti che riescono solo ad appesantire l'essere, il mondo dei sufi, di Buddha, di Milarepa, di Lao tsu, di Walt Whitman è tutt'altro, è l'opposto. La totale dissoluzione dell'identità individuale continuamente presentata da quasi tutte le tradizioni contemplative del mondo religioso (Buddha, sufi, ecc) non può co-esistere con l'orientamento individualistico e dualistico portato avanti da Robert Burton dove è l'individuo che deve, attraverso sforzi ininterrotti, guadagnarsi il suo risveglio la sua illuminazione. Ma dopo aver letto attentamente Rumi o Hafiz o Buddha ci si rende conto che non è l'individuo con il suo ego a svegliarsi, che non c'è sequenza che tenga, autoosservazione o lavoro su se' stessi.. anzi tutto questo ti imprigiona e ti chiude giorno dopo giorno...

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