lunedì 5 novembre 2007

da Gabriella F.

Sappiamo davvero cos'è il "risveglio"?
Si è sollevato sul blog inglese un piccolo dibattito sul post di Anonimo a proposito dei presunti "risvegli" ad Isis e altrove. Dato che nessuno aveva risposto qui (anche perché non ne sapevamo nulla), riporto qui di seguito una parte del dibattito e mi permetto anche di dare una mia opinione:

(dal post sul blog inglese di My2bits del 4 novembre http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/11/02/the-fellowship-of-friends-discussion-part-24/#comment-10634)
"A proposito dello studente che alcuni ritengono si sia svegliato ...
È vero che uno studente ha avuto un' "esperienza di risveglio" poco tempo prima di decidere di lasciare la scuola. Personalmente, non posso valutare o giudicare la sua esperienza, nemmeno dopo aver avuto una lunga conversazione con lui, se non dire che attualmente sembra abbastanza felice e tranquillo.
Comunque, questo studente non dice cose positive della Fellowship of Friends né di Robert Burton. Se veramente si è "svegliato", dev'essere accaduto malgrado la Fellowship of Friends piuttosto che grazie ad essa. Pertanto, ci penserei molto bene prima di interpretare l’esperienza di questo studente come una prova che “la scuola funziona”.

Segue il post di Bruce (http://fellowshipoffriends.wordpress.com/2007/11/02/the-fellowship-of-friends-discussion-part-24/#comment-10637) :
"Personalmente, credo che quando si vive un’ “esperienza di risveglio” la si tiene per se e non la si sminuisce con le parole. Credo anche che quando si “vede” il lavoro di un altro, si può essere pressoché certi che sia un inganno. Credo anche che più vicino una persona arriva al risveglio (o come lo si voglia chiamare), più invisibili essa (e il suo lavoro) diventano."

L'opinione di Bruce è stato sostenuta anche da molti altri. E personalmente, è anche la mia. Per questo, caro Anonimo, ti chiedevo cosa intendessi per “risveglio”.
Ovviamente, non sono in grado né voglio giudicare le esperienze di "risveglio" cui si fa riferimento, ma ricordo di avere conosciuto nei miei anni nella FoF più di uno studente che a un certo punto si metteva a pensare di essere un uomo numero 5 o altre cose del genere. In più di un caso, si trattava di persone con problemi di ordine psicologico che poi penso abbiano risolto ricorrendo a un aiuto specialistico (leggasi anche psicanalisi o altra terapia). Per quanto riguarda la FoF, gli studenti in questione venivano rapidamente allontanati con il compito di “curarsi”; la motivazione ufficiale era che la scuola non era in grado di fornire quel tipo di aiuto. Nessuno è autorizzato a "svegliarsi" nella FoF, sia ben chiaro.
Farei molta, ma molta attenzione riguardo a questo delicato argomento su cui sappiamo tanto poco. L’insegnamento che ci è stato “impartito” nella FoF di certo non aiuta: soprattutto, non dimentichiamo che gli esempi di uomini svegli che abbiamo avuto nella FoF non direi che siano molto positivi ... Il risveglio è sempre stato presentato come un fatto mistico, fuori dal tempo e definitivo, qualcosa di impossibile per noi (nella settima o ottava vita...), da perseguire come un credo assoluto, in nome del quale tutto (ma proprio tutto) dev’essere sacrificato, e i “risvegliati” sono esseri da adorare, qualcosa di .... Lasciamo perdere.
“Dulcis in fundo”: avete letto la descrizione (di sua mano) del “risveglio” di Robert: ma ditemi, vi sembra davvero credibile? A breve, inseriremo la traduzione in questo blog.
Per concludere, un affettuoso consiglio: cerchiamo di godere del nostro semplice essere come meglio possiamo e di continuare un cammino reale nel mondo reale, se vogliamo davvero fare esperienza di qualcosa di bello. Ci sono tante cose che si possono “risvegliare” in un individuo, cose che gli appartengono e che forse sono state dimenticate o seppellite: la nostra natura originaria, il rispetto per se stessi e per gli altri, l’immaginazione creativa, la dolcezza, il sapere guardare e il sapere vivere degnamente la propria vita. A me sembrano scopi alti e tutt'altro che scontati.
E poi forse, anche aver lasciato la Fellowship è una dimensione di “risveglio”. O no?
Con tanto affetto,
Gabriella

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