sabato 10 novembre 2007

Il ragionevole dubbio

da Moreno
Quando non riusciamo più a Lavorare in un certo modo, quando sinceramente non ci si connette più con la forma di un insegnamento che stiamo praticando e con tutto quello che ne concerne, questi sono segnali di nuove opportunità, di possibili nuove vite. Psicologicamente passiamo un periodo interiormente fluttuante dove molte domande sorgono; dove paure, rabbie, fastidi, delusioni si alternano a momenti di gioia, felicità, incredulità e passando anche attraverso il sentire di vivere una vita senza senso e con una punta di depressione, fanno sì che il calderone che contiene le emozioni venga rimescolato a fondo erogando molte cose che non vorremmo vedere, emozioni che erano lì ferme da anni, ricordi che non ricordavamo più.
Questo stato è interiormente doloroso da una faccia della medaglia, dall’altra può essere interiormente ricco, può portare a delle comprensioni sul da farsi per esempio oppure, subendolo passivamente (anche se alle volte non si può far altro), potremmo respingere queste scomodità mandando a quel paese tutto, tutti e dicendo che tutto è sbagliato, trovando il modo così di quietare il disagio interiore e ritornare a nanna.
Mi viene alla mente – usando un'analogia – per descrivere la situazione sopra citata, il pentolone sul fuoco pieno di minestrone che ribolle che, se non lo mescoliamo di continuo, si attacca al fondo e poi sa di bruciato.
Il Lavoro, se non viene rinnovato periodicamente dentro di noi (non con la Via del Credulone e della sequenza) ristagna, si attacca al fondo e sa di bruciato, può venire rinnovato in vari modi come l'aderire ad un insegnamento differente da quello praticato fino ad ora a nutrimento e completamento di parti di noi più consone con quello nuovo, rimaste latenti e scarsamente nutrite dal precedente oppure, seguire il proprio fiuto percorrendo delle Strade con un nostro personale stile di vivere la vita, o può avvenire che il Lavoro si sia attaccato al fondo e a questo punto, quando inizia ad avere sia il gusto che l'odore di bruciacchiato, non riusciamo a coglierne che gli aspetti negativi in quasi qualsiasi ottava connessa a tale insegnamento e con ciò che ce lo ricorda, tramite l’automatismo dei pensieri associativi inerenti che non chiedono di certo il permesso per proclamarsi.

Uno degli aspetti che non è stato per niente o scarsamente nutrito (a mio avviso) è il ragionevole dubbio, cioè qualsiasi pensiero che si discostasse, anche se in minima parte dal Format, veniva letteralmente spazzato via spesso in malo modo ma non solo, pure cercando dei chiarimenti riguardo al Format stesso, dopo aver scorto delle evidenti stonature e chiedendo con il cuore in mano delle semplici spiegazioni. Non ultimo, la totale soppressione dei punti di vista personali agli incontri diretti dall’Abate che poi ha “creato” una tendenza simile pure agli altri incontri e a proposito mi rifaccio alle care analogie: è come se uno andasse a lezione da un Maestro di Chitarra e per tutta l’ora della lezione suonasse solamente lui. È ovvio che tutte queste domande poste negli anni, che non hanno trovato risonanza e che anzi sono state rispedite ai mittenti talvolta appesantite gratuitamente, ad un certo punto diventino cibo non digerito, l'inespresso diventa veleno, diventa incomprensione, diventa minestra attaccata al fondo della pentola e chi lava i pentoloni sa bene quanta fatica si faccia a ripulirli dai fondi bruciati, dalle cristallizzazioni indesiderate.
Il corpo ha un suo modo di liberarsi dal cibo in eccesso e indigesto che è quello di “dar di stomaco” così, il “vomitare” del Lavoro potrebbe essere quello di diventare negativi con il Sistema, l’Abate, il Monastero ed i Fedeli tuttora in auge, un vero e proprio rigetto psicologico.

È difficile discernere un Insegnamento da un Insegnante anche perché ci giungono assieme, sembrano uniti e li prendiamo formatoriamente come una cosa sola. È difficile immaginare Segovia senza la Chitarra, però la chitarra continua tuttora a essere suonata, anche dopo la sua morte. Vedere un Maestro e un Insegnamento come entità differenti, come ottave diverse fa parte di un processo di verifica, del divenire emozionalmente più maturi, emozionalmente più indipendenti, basare il nostro Lavoro su ciò che abbiamo potuto verificare ed esperire riguardo al Sistema e non sul sentito dire, sui racconti altrui. La rigidità del Format quasi da Lunatici, della paura dal non discostarsene nemmeno un po’, forse ci mostra con mano il significato dell’essere formatori, del dare dei valori assoluti, della non applicazione di Scala e Relatività. L'inespressione non ha fatto altro che favorire il tenere legato un dato Insegnamento con un dato Insegnante invece che tendere a far divenire poco a poco gli allievi degli Insegnanti a loro volta, dando vita per loro stessi a una nuova comprensione di un Sistema, di un Insegnamento, ciò lo mantiene fresco e vivo, si rinnova quasi da sé.
Scorgo una splendida e soleggiata mattinata nel mese della Luna delle foglie cadenti.
È dai piedi della Via dell'Ambra, la via che in passato collegava l'Adriatico alle Terre d'Oriente che vi saluto, vi abbraccio e che il Lavoro sia con voi.
Moreno

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