sabato 19 maggio 2007

La seguente è la traduzione di un messaggio di Innernaut del 17 aprile 2007 (nr. 308 / 6) apparso sul blog in inglese (http://animamrecro.wordpress.com/2007/05/11/the-fellowship-of-friends-discussion-part-6/)

Vorrei chiedere a tutti di dirmi se avete davvero verificato che “coscienza e funzioni non sono la stessa cosa”.
Certo, si può argomentare con cose apparentemente molto sensate, ma ditemi se potete SAPERLO allo stesso modo in cui potete abbassare lo sguardo e sapere di avere le mani.

Personalmente, penso che l’unica cosa certa che si può dire al riguardo è che non lo sappiamo. E, anche a rischio di offendere molti, affermare che “tutto quello che siamo e che sempre siamo stati è coscienza” è un’assurdità.
Soffro molto di claustrofobia. Qualche settimana fa ero in ospedale per sottopormi a diversi esami tra cui delle TAC, ecc., situazioni in cui non mi potevo muovere e il macchinario per la scansione mi stava piantato in faccia. Ero molto malato ed ero così spaventato che avrei voluto fuggire – in quel momento, ho sentito il mio corpo molto reale, proprio come lo sento ora mentre sto seduto al computer.

Nella FoF ho scoperto di avre una capacità pressoché illimitata di credere a informazioni in chiara contraddizione con la mia diretta esperienza. Adesso, tendo a credere ciò di cui faccio davvero esperienza, senza substrati intellettualistici o teorici. Di tali esperienze fa a volte parte un’intensa consapevolezza.

A causa di una malattia cronica e dolorosa, ho fatto alcuni studi sul Qi Gong (un tipo di Tai Chi) e delle sedute di meditazione con consapevolezza del respiro, come viene insegnato alla Massachusetts Pain Clinic (n.d.t.: Centro di terapia del dolore). La pratica di queste cose mi aiuta ad aumentare il grado di consapevolezza – ma proprio perché accrescono la consapevolezza del corpo e delle sue funzioni, anziché promuovere la separazione da essi. Nelle fasi di maggior dolore, non c’è modo di separarsene. Il dolore aumenta considerevolmente se si tenta di farlo, quasi come se richiedesse la mia attenzione. L’unica possibilità di sollievo è attraversare il dolore più profondamente, tentando di farne piena esperienza, perché è ciò che sta accadendo proprio in quel momento della mia vita. Spesso, il sollievo non corrisponde a una riduzione del dolore, ma a qualcosa di cui non abbiamo parlato molto, ma che sento essere la più importante di tutte: l’accettazione.
Forse a causa del fatto che I nostri corpi sono più tangibili e più “comuni” nella nostra esperienza, tendiamo a pensare ad essi come a qualcosa di meno misterioso della consapevolezza. Io comincio a credere che essi siano ugualmente misteriosi e soprattutto che non siano assolutamente cose distinte.

Per molti anni nella FoF, mi trovavo a leggere un passaggio di William Blake, tratto dal “Matrimonio di Cielo e Inferno” e cercavo di capire perché non calzasse con le informazioni che ci venivano date. Adesso, penso che sia in piena armonia con la mia reale esperienza:

“Nell'Uomo non vi è un Corpo distinto dall'Anima: il cosiddetto Corpo è una parte dell'Anima che i cinque sensi, maggiori antenne dell'anima in questo evo, discernono”.

Tanti auguri a tutti

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