mercoledì 9 gennaio 2008

Il coraggio di andarsene

da Mi Ritorni in Mente
ho trovato nel sito "Allarme Scientology" questo documento (http://xenu.com-it.net/coraggio.htm) il cui testo riporto di seguito:

Il coraggio di andarsene
Dopo molti anni in Scientology, in particolare come staff, forse la cosa più difficile da fare è proprio andarsene.
Inizialmente Scientology è bella, affascinante, entusiasmante, ti dà uno "scopo" e ti fa sentire più sicuro di te e delle tue capacità. L'ambiente è caldo e stimolante. E la materia è anche, perché no, divertente.
Lentamente, troppo lentamente perché uno se ne renda conto, inizia però a chiederti sempre di più e a darti sempre di meno.
Le vittorie ci sono, sono quelle che ci tengono "a bordo", ma non sono più "forti" o "importanti" come una volta; ma il tempo di permanenza in org, l'impegno richiesto per le sue varie attività e le richieste economiche aumentano.
Lo sforzo, in termini finanziari e di rinuncia per il pubblico, ed in termini di tempo, umiliazioni e mancanza di denaro per lo staff, inizia a gravare parecchio.
Ed è in questo momento che la maggior parte delle persone inizia a nutrire dubbi, a desiderare di mollare tutto e di andarsene. Ma spesso non lo fa.
Perché? E' questa la domanda che assilla i genitori affranti, i parenti o gli amici che vedono l'affiliato a Scientology dedicare sempre più tempo ed energie a quello strano gruppo, mentre è evidente che la sua vita non è poi così bella e soddisfacente come lui vorrebbe credere o far credere...
Pensando alla mia esperienza personale, parlando con alcuni ex, ed anche con persone attualmente sulle linee, mi sono fatto una vaga idea di quello che accade ad una persona che, dopo un determinato tempo in Scientology (diciamo ad esempio 3/4 anni), voglia andarsene e mollare tutto.
La struttura stessa di Scientology è stata creata ad arte dal suo fondatore per evitare (o quantomeno limitare al massimo) le defezioni.
Io voglio andarmene. Sono stufo di continuare a fare Scientology. Certo, ho avuto delle vittorie, altrimenti ora non sarei qua, ma mi pesa troppo continuare su questa strada. Non posso continuare a prendere 30 euro la settimana per 10 ore al giorno di lavoro, non posso passare OGNI sera in org, vorrei anche fare altro...
Non ne posso più di continue richieste economiche, di continue promesse che quasi mai si avverano, di vedere che le cose rimangono immutate con il trascorrere degli anni, cambiano solo le parole...
Mentre il pensiero si fa strada nella nostra mente, ecco arrivare le prime barriere:
In realtà ho degli overt. Ho delle parole malcomprese, ecco perché non voglio andare in classe. Sono in una condizione di dubbio, forse dovrei risalirla... Forse ho qualcosa da riparare in auditing... Perché tutti gli altri sembrano non avere i miei stessi problemi? Forse c'è qualcosa di sbagliato in ME...E se uno dovesse riuscire a superare queste barriere, dovrebbe ancora fare i conti con la più grande di tutte: "come mi considereranno gli altri se me ne vado?" Tutte quelle persone che con il passare degli anni sono diventati i miei soli amici o quasi, con cui ho diviso tanti obiettivi e sforzi?
Questa è, solitamente, la domanda senza risposta che fa cambiare idea ai più dubbiosi.
Tutti noi sappiamo che, una volta spariti (in particolare lo staff), sul tabellone degli annunci per lo staff o per il pubblico verrà affisso un foglio (solitamente giallo) con il nostro nome, cognome e con tutti i "crimini terribili" che abbiamo commesso.
Molti di noi, nel loro passato in Scientology, guardando questi fogli avranno commentato: "Che fuori etica!" oppure "Lo sapevo che quello lì...", o "Ma guarda che essere degradato". I fogli vengono messi apposta, mostrano alle persone che chi se ne va viene punito, e viene punito negandogli Scientology e "sputtanandolo" pubblicamente, in barba alla legge sulla privacy.
Noi stessi abbiamo considerato i fuoriusciti delle cattive persone, ed ora che è il nostro turno di uscire... questa stessa considerazione ci blocca.
Un'altra barriera è il fatto che abbiamo continuato a fare Scientology per anni. Ci abbiamo creduto, abbiamo litigato con amici e parenti dubbiosi, quando addirittura non abbiamo drasticamente tagliato i ponti con loro, ed ora... Vogliamo uscire? Sarebbe un po' come dare contro a noi stessi. A nessuno piace dover ammettere di aver preso una cantonata. E la cantonata fa tanto più male quanto più ci siamo esposti pubblicamente per diffondere o difendere il nostro gruppo. E Scientology, attraverso le sue diverse attività nei campi più svariati, quasi ti obbliga a prendere impegni pubblici, sia nei confronti dei tuoi compagni che della comunità in generale.
E' in questo caso che viene in aiuto Internet con siti come "Allarme Scientology" o con questo newsgroup... (oppure clicca qui). Per chi non ha avuto Internet è stata più dura, ma da quando esiste Scientology esistono i blow e i fuoriusciti ... e anche senza Internet!
Oggi è solo un po' più facile. Basta guardare su Internet ed ecco che la persona in preda al dubbio trova l'aiuto necessario a finalizzare la sua decisione. Capisce di non essere l'unica persona ad avere visto cose che non vanno, realizza che non è il solo ad avere grandi problemi che si ingigantirebbero continuando sulla strada della "libertà totale". E questo, in qualche modo, gli dà il coraggio.
Non credo che un sito come "Allarme Scientology" o le esperienze che noi raccontiamo qui possano fare "aprire gli occhi" ad uno scientologist che crede in ciò che sta facendo e ne è felice. Servono invece ad infondere coraggio a chi ha dei dubbi, ma non riesce ad andarsene... oltreché informare parenti ed amici su che cosa sia realmente lo "strano gruppo" del nostro congiunto, e su COSA egli stia realmente facendo.
Ma pur con tutte le informazioni a disposizione, pur capendo che non si è i primi né gli ultimi, per andarsene ci vuole coraggio, e non è sempre facile. Alle spalle di solito si lasciano amici, esperienze, ricordi e, in particolare, anni. Anni presi e buttati nel dimenticatoio, spesi in qualcosa che, alla fin fine, si è rivelato essere nulla di più che un imbroglio o, nelle migliore delle ipotesi, molto fumo e niente arrosto.
E davanti cosa abbiamo? Davanti l'incertezza, la disoccupazione per molti staff, ormai troppo vecchi per rifarsi un qualsiasi curriculum decente. Giovani Sea Org Member, entrati in Scientology da ragazzini ed ora usciti a 30 anni con la terza media...
Ci vuole coraggio.
Scientology, nel corso degli anni, entra vigorosamente a far parte della tua vita. Nulla è più importante di invertire la spirale discendente del pianeta. TUTTO si può e si deve sacrificare sull'altare del proprio progresso spirituale per uscire dalla trappola che continua a ripetersi, vita dopo vita. Secondo Scientology infatti la nostra vita non è altro che una trappola. Noi, in quanto esseri spirituali, siamo intrappolati in questo corpo e, quando esso morirà, saremo intrappolati nel prossimo corpo.
Capirete che, per quanto belle siano, le esperienze della vita che stiamo vivendo sono già state provate in altre vite... è una cosa che va avanti all'infinito.
Quando Scientology riesce a convincerti di questo il gioco è fatto. Nulla della tua vita diventa importante: amici, ferie, svaghi, interessi. Scientology diventa il perno sul quale ruota la tua vita.
E quando decidi di uscire... non ti resta nulla.
Quando sono uscito, così come molti altri, mi sono sentito svuotato e stanco. Smarrito. Non avevo più nulla: non avevo amici, non avevo un lavoro, non avevo una casa. Tutto ciò che ero era "Scientology", o era in Scientology.
Ma, in seguito, arrivano le cose positive.
La libertà, le piccole cose di tutti i giorni, la libertà di guadagnare e spendere i soldi come ci pare.
Lo stare fuori fino a tardi... il ritrovare vecchi amici (gli amici veri non li perderete mai, anche se in un primo tempo li avevate allontanati), l'andare in vacanza, il visitare posti nuovi e meravigliosi proprio perché nuovi... il piacere delle piccole cose.
La gioia di starsene seduti a leggere un libro e non avere altro da fare che leggere un libro... La libertà di avere una propria opinione.
Ci vuole coraggio ad uscire, ma ne vale la pena... e nulla ha più valore.
Auguro a tutti coloro che sono dentro, di trovare questo coraggio e venire a gustarsi la vita... Perché... E' bello essere fuori.

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