mercoledì 3 ottobre 2007

da Gabriella F.

Pochissime persone, a questo mondo, riescono a ragionare normalmente.
Esiste una tendenza molto pericolosa ad accettare tutto ciò che si dice, tutto ciò che si legge, ad accettare senza mettere in discussione. Solo chi è pronto a mettere in discussione, a pensare autonomamente,
troverà la verità! Per conoscere le correnti del fiume, chi vuole la verità deve entrare nell’acqua
.”
Sri Nisargadatta Maharaj

Questa frase di Nisargadatta mi ha impressionato molto. Credo che questa semplice verità abbia molto a che vedere con i motivi per cui si aderisce a un culto che ti condiziona psicologicamente, pur essendo persone normali, con una discreta cultura e una professione. Ma soprattutto, credo sia alla base dei motivi per cui ci si resta invischiati e si fatica a uscirne.
Da quando ho lasciato la FoF sto provando intensamente a "ragionare normalmente", cioè a pensare con la mia testa. E mi rendo conto di quanto sia bello, ma difficile e come fosse più facile ragionare in base a un sistema di credenze (uno qualsiasi) che è stato costruito da altri per noi e che noi abbiamo introiettato così da far luce su ogni punto oscuro, da rispondere a ogni domanda, da permetterci di fugare ogni dubbio riportandoci a quella pace "neutrale" e fittizia in cui ritrovare il riposo, in cui continuare a sognare. Ma così si fa appassire la mente. Così, la pace è in realtà solo "sognata", costruita, esterna, e non ci appartiene. Così, non si torna a nulla di davvero nostro. Così, si è preso solo qualcosa e ce lo si è infilzato nel cuore e nella mente; non resta che ripeterlo a noi stessi all'infinito, non occorre più mettere in discussione.
Guardando indietro - e pensando ai miei amici rimasti là, forse con gli stessi "Io" e le stesse paure che ho avuto per tanti anni anch'io - mi rendo conto che era proprio quello che succedeva nella FoF. Vorrei solo fare alcuni esempi. Nel darsi queste risposte si è imparato ad assumere un atteggiamento di distacco, di superiorità, come ci si stesse rivolgendo a un bambino cattivo:

Dubbio/Problema
Sono nervosa oggi, non riesco a combinare niente. Eppure, ieri sono stata all'incontro.
Risposte/Soluzioni
1) C'è la luna (e se non c'è la luna, c'è qualcosa di genericamente "planetario" che raramente si conosce, ma l'affermazione di questo principio è sufficiente a placare l'angoscia).
2) È un momento difficile per tutti, sembra che la macchina (adesso "il sè inferiore") sia più forte in questo periodo. Bisogna fare più sforzi..
3) Non devi credere agli "Io". Se non hai ricevuto energia dall'incontro vuol dire che non hai fatto abbastanza sforzi
.

Dubbio/Problema
Non mi sono mai ricordata di lavorare su me stessa oggi. Non ho mai ricordato me stessa...
Risposte/Soluzioni
1) Quando si fa questa verifica bisogna subito ricordare se stessi (e non chiedersi nulla).
2) Questo dimostra quando il ricordo di sè non sia meccanico
3) Il fatto di sentirsi fragili o sentire di non fare abbastanza sforzi è indice di valutazione per il lavoro.

Dubbio/Problema
Non sento una forte connessione con la Scuola, non ho voglia di andare agli incontri... Mi pare di non stare più ricevendo né dando nulla
Risposte/Soluzioni
1) Devi fare più sforzi: frequenta gli studenti forti, fai più seconda linea.
2) È solo il tuo centro istintivo che sta prendendo troppo spazio. Non ascoltarlo.

Il risultato è sempre lo stesso: problemi non ce ne sono, c'è una risposta pronta per tutto, un balsamo per ogni problema, un estintore per qualsiasi fuoco.
Non occorre pensare, non occorre chiedersi nulla, basta solo ripetersi le solite cose. E in più si “appartiene” a un gruppo in cui tutti ci e si dicono le stesse cose che acquisiscono così maggior peso e verità.
A questo proposito, è molto significativo l’estratto da un intervento sul blog inglese che riporto qui di seguito:
da Vena del 29 settembre
"L’altro giorno parlavo con una persona molto bella che è un membro attuale della FoF; mi diceva di aver appena superato un lungo e difficile intervallo la cui causa imputava al fatto di aver ascoltato studenti che stavano per lasciare la scuola e che, secondo lui, erano “negativi”. Io gli ho fatto presente che i fatti spiacevoli non sono necessariamente negatività, ma lui era sicuro che fosse stata la loro negatività a contribuire al suo intervallo.
Mi ha detto anche che alla fine ha deciso di andare nella proprietà e di sedersi con tre membri che hanno una “valutazione molto alta” e di quanto sollievo abbia provato nel ritornare a studenti così devoti. Era più determinato che mai a restare dentro. Mi ha detto che un altro studente gli aveva parlato della situazione attuale e delle molte uscite. Gli è stato spiegato che il lavoro è solo diventato più difficile e l’ascesa più lacerante, che chi lascia non vuole fare gli sforzi necessari e sta perdendo la propria connessione e lasciandoci andare. Ho visto che si sentiva sinceramente sollevato poiché aveva ricevuto tali rassicurazioni e si sentiva di nuovo al sicuro nell’ovile.
"

I suoi dubbi sono stati fugati dalle solite certezze. Quanto durerà l’anestetico?
Ci sono momenti adesso in cui cerco di non pensare perché mi rendo conto che non sono ancora pensieri "puliti", sono ancora intrisi di programmazione Fellowship.
Ma sono tranquilla perché fino a qualche mese fa, non avrei nemmeno potuto pensare di poter tornare a pensare così liberamente. È una grande gioia.
Anche la rilettura dei vecchi poeti che ho sempre amato è scioccante: quante parole nuove mi dicono adesso! che musica avevo perso! Posso di nuovo svolazzare tra le loro parole lasciandole suonare libere senza dover dare signficati connessi all’insegnamento!
C’è molto, moltissimo da imparare ancora.
Grazie per aver letto e buon viaggio a tutti!
Gabriella

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