mercoledì 1 aprile 2009

Interventi dal 1 aprile al 13 novembre 2009

199 commenti:

  1. Ultime notizie.
    Prima Parte.

    Dagli annunci sui ‘media’ fof:
    “Robert e’ stato di recente interpellato riguardo all’esercizio per le donne di non indossare i pantaloni*. Ha detto che non rappresenta piu’ un esercizio, in ogni caso alle donne viene richiesto di non indossare i pantaloni ad eventi fof e nei centri. Ad Apollo le donne possono indossare i pantaloni all’Apollo d’Oro (Ndr: La tavola calda) e al Grand Bazaar (Ndr: il Mercato delle pulci).
    (R.) Ha detto che la ragione per cui istitui’ l’esercizio era che viviamo in un era unisex. Ha inoltre detto che a seconda di come si rivelera’ la ‘vita’, rimane la possibilita’ di riattivare questo esercizio.”
    (Ndr: Da sottolineare la gioia e l’orgoglio di donne mature nello sfoggiare pantaloni ben poco lusinghieri. Alla soglia dei loro 40, 50, 60 e 70 anni possono finalmente dimostrare la loro liberta’ all’interno dello zoo-fof, rivendicando il proprio diritto all’indipendenza ed emancipazione mettendo in mostra la loro piu’ recente conquista.)

    (*) Esercizio per le donne di non indossare mai i pantaloni:
    Singolare esercizio nato quando passeggiando all’interno delle floreali gabbie reali, il capobranco vide un ragazzo lavorare con le rose e chiese che lo si invitasse nel suo antro per un abboccamento spirituale. Con sua grande sorpresa e disgusto scopri’ che era invece una ragazza in pantaloni con capelli cortissimi.
    Da quel giorno non volle piu’ rischiare di fare brutte figure, ne' brutti incontri.

    La redazione desidera porgere doverosi ringraziamenti a tutti i Membri-Studenti-Anonimi qui intervenuti, per aver fornito ancora una volta copioso, e prezioso materiale essenziale all’osservazione diretta del lavaggio del cervello somministrato dallo zoo-fof, e gruppi affini.

    Interessante l’introduzione del soggetto ’invecchiamento’.
    L’eta’ media dei sudditi-membri partecipanti agli eventi circensi all'interno dello zoo, si aggira intorno ai 65 anni. Curiosamente, anche i sudditi-membri piu’ giovani emanano la stessa vitalita’ dei membri anziani.
    I cuccioli-membri nati in cattivita’ nello zoo-fof (ovvero gli sventurati figli di membri-studenti, cresciuti nello zoo fino a raggiungere l’eta’ necessaria per giurare indipendentemente fedelta’ al capobranco) sono dei veri “enfant prodige”. Infatti a vent’anni hanno la stessa carica vitale, espressione, contegno e avvilimento di un membro di 70.
    Questo tipo di atteggiamento deriva direttamente dal seguire alla lettera la parola d’ordine data dal capobranco: ‘Conformarsi’.
    Per fare in modo che la sua vita rimanesse indisturbata, sin dall’inizio il capobranco bandi’ infatti il dissenso dallo zoo-fof per evitare di non essere mai ragionevolmente messo in discussione. Per un suddito-membro e’ quindi meglio fare salamelecchi e spalmarlo di escrementi senza contraddirlo, invece di dire la propria ed essere a sua volta bandito dallo zoo, unica realta’ sana, edificante ed irrinunciabile a cui rimanere aggrappato.

    Il cieco assenso e’ una delle basi fondamentali del suo indottrinamento.
    Come risultato, all’interno dello zoo-fof l’essere d’accordo con qualsiasi assurdita’ viene considerato buono e degno di elogio. Al contrario il dissentire denota negativita’ e giudizio, malattia letale nella maggior parte dei casi, e quindi a sua volta meritevole di giudizio e indignazione. Di conseguenza i membri-studenti, invocando questo flagello della ‘negativita’’, possono liberamente ribollire di sdegno. Dopo aver puntato il dito, senza risparmio di insulti alcuni verso la qualita’ delle parole usate per descrivere un avvenimento in se’ deplorevole, arrivano con successo a far finta di non vedere assolutamente la natura di tale avvenimento.
    Esempio: “Una delle pratiche preferite dal capobranco e’ quella di farsi defecare addosso dai suoi sudditi”. Il membro-studente provera’ immediata indignazione per l’uso della sordida parola “defecare”, ignorando completamente l’orrore ben maggiore del fatto in se’.
    Tale pratica aiuta il suddito-membro a vivere serenamente con se stesso.

    La redazione si astiene dall'aggiungere ulteriori commenti.
    Il suddito-membro-studente e’ una creatura molto delicata e schiva, se spogliata della sua cieca arroganza bigotta, perde come d’incanto ogni autoproclamata qualita’ sociale. Non sopporta essere messa a nudo con la logica e i fatti, e di conseguenza si sgonfia fino a scomparire. La redazione prega di usare prudenza in questa arena per salvaguardare tale razza, e per favorirne l’osservazione a scopo scientifico.

    Fine Prima Parte.

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  2. Domanda: Tu hai realizzato la Verita'(reality). Puoi dirci cosa sia dio?

    K.: Come fai a sapere che io abbia realizzato qualcosa? Per sapere che io sia realizzato lo devi essere anche tu. Per sapere qualcosa bisogna averne fatto l'esprienza.
    Che importanza ha se io sia realizzato o meno?
    Anche se io fossi l'uomo piu' perfetto al mondo ma non stessi dicendo la verita' chi ascolterebbe?
    Sicuramente la mia realizzazione non ha niente a che vedere con quello che dico, e l'uomo che venera un'altro perche' l'altro e' realizzato, sta venerando l'autorita', per cui non potra' mai trovare la verita'.
    Lo so che tutte le tradizioni dicono di ascoltare il 'realizzato'. Ma come puoi sapere che sia realizzato?
    Ci sono veramente poche persone in gamba, persone che non cercano qualcosa, che non vogliono qualcosa.
    Noi idealizziamo i realizzati e speriamo che ci diano qualcosa, e questa e' un falso rapporto.
    Vogliamo qualcosa da qualcuno: conoscenza, realizzazione, stare in sua compagnia, il che indica che non amiamo.
    Volete qualcosa, per cui state strumentalizzando la relazione. Se amaste veramente, comunichereste immediatamente. Allora non importerebbe se foste realizzati o no, o se in alto o in basso.
    Siccome i nostri cuori sono appassiti, Dio e' diventato molto importante. Ossia, siccome hai perso il canto nel tuo cuore, vuoi inseguire il cantante e chiedergli se puo' insegnarti a cantare. Potra' insegnarti la tecnica, ma la tecnica non puo' portarti alla creazione.
    Non puoi amare se il tuo scopo e' solo di arrivare ad un risultato.
    La bellezza non e' un risultato da ottenere, e' la realta', ora, non domani...
    Krishnamurti

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  3. nteressante che il nostro amico Andrea menzioni spesso J.K maestro spirituale a tutti gli effetti per milioni di persone. Non so se sei a conoscenza che il signore in questione praticava diverse ore di meditazione e hatha yoga ogni di'. Il fatto strano è che pur parlando contro la tradizione (guru, tecniche etc) aveva la capacita' di attirare una quantità' infinita di persone che lo idolatravano come un dio..
    Questa secondo me e' la prova che l'Advaita Vedanta è per coloro che si isolano dal mondo. Se si è veramente convinti di qualcosa nel bene e nel male e ci si espone si finisce sempre e comunque ad agglomerare un certo quid di persone intorno . Sembra sia nella genetica umana affidarsi ai sapienti. Saluti Nessuno

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  4. Caro Andrea,(riferito al brano di Krisnamurti che hai postato):

    Attraverso la negazione di qualcuno o qualcosa
    che ha una verita', si stabiliscono in realta' altre verita'. Non e'
    che dice: boh, non lo so, mi sembra che.., ecc.
    No, dice
    1. tu hai capito poco,
    2. gli altri hanno capito poco,
    3. ti spiego io come stanno le cose.

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  5. Forse è nella genetica umana l'adorare il "maestro" come un dio. Credo però che nell'evoluzione (ossia nel crescere, nel diventare più sensati) la venerazione per un proprio simile vada abbandonata. Da quello che ho visto, la venerazione non porta a nulla di buono. Tutt'altro.

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  6. Caro Nessuno,
    non so dove tu prenda le informazioni su K., ma che differenza fa? Non riesci a leggere quello che dice qualcuno senza farti intrappolare da chi siano o meno?
    Lo spiega molto bene che la gente cerca qualcuno da idolatrare, e che ci poteva fare lui?
    Non so bene chi o cosa sia l'advaita vedanta, ma ne' io ne' K. ne facciamo parte!!
    Perche' e' strano che attirasse folle? Mussolini attirava folle....
    Uso K. per dire certe cose perche' le ha dette molto bene, molto meglio di quanto possa fare io.

    K. aveva un gruppo di migliaia di studenti (da giovane) che mando' a spasso perche' lo ritenne una perdita di tempo (per loro), quanti gurus conosci che abbiano fatto una cosa del genere?

    Continui a cercare di sminuire le idee altrui (che non mi sembra tu ti sforzi di capire),ma continui a non voler parlare del famoso dito, se ti ha aiutato e come, a cosa punta questo famigerato dito....
    tutto torna alla nostra esperienza personale, qual'e' la tua?

    Va bene, se ti fa sentire meglio, K. era un cult leader...e allora?

    Sei in un circolo vizioso da cui non sai uscire...cos'e' che vuoi veramente?
    ciao
    (suoni molto familiare, come l'amico E.)

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  7. Sono d'accordo che la venerazione di qualsiasi tipo debba essere abbandonata, ma la gratitudine nell'apprendere attraverso un altro essere umano credo sia una naturale espressione degli uomini. N.

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  8. Andrea. K. Lo conosco molto bene. Conosco anche che il signorino amava i bei vestiti, le belle macchine e copulare con la moglie del suo miglior amico (Rosalind Rajagopal). Non sono io che sono in un circolo vizioso. Se qualcuno punta il dito e ritengo il suo pensare utile seguo la direzione senza attaccarmi al dito.

    PS E.L.?

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  9. Gira, che ti rigira, che ti rigira... la coda ha sempre un ottimo sapore!
    La si scorge, la si guarda, la si tocca, la si prende e la si comincia a mordere. Non ci facciamo mai veramente caso, a volte scodinzola, a volte punta, a volte si impiglia, a volte ci allerta, a volte ci avvolge amorevolmente, ma e' sempre li', perche' alla fine e' come tornare a casa: ovvero tutto quello che conosciamo e riconosciamo viziato o meno dalla nostra fantasia, un'estensione, un'appendice apparente.
    Lumachine lumachine, lemmi lemmi, tomi tomi, ci portiamo sulla schiena un palazzo a sei piani, ma poi pero'... liberi per il mondo facendo finta di nulla!
    Se c'e' una via, non e' quella, se non c'e' una via, c'e' il suo opposto; l'importante e' trovare una spiegazione, mordendosi la coda per potersene tornare a casa lieti.
    Quello ha detto, quello ha fatto, quello e'... non serve avere un dito enorme per potercisi nascondere dietro.

    L'O.s.c.e.m.o.

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  10. Non per Nessuno ma per Tutti cito ciò che mi sembra una ispirazione di questo sito:

    Da ( Walt Whitman)
    “A piedi e con cuore leggero m’avvio per libera strada, in piena salute e fiducia, il mondo offertomi innanzi, il lungo sentiero marrone pronto a condurmi ove voglia. D’ora in avanti non chiedo più buona fortuna, sono io la buona fortuna D’ora in avanti non voglio più gemere, non più rimandare, non ho più bisogno di nulla. Finiti i lamenti celati, le biblioteche, le querule critiche. Forte e contento m’avvio per libera strada”

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  11. Caro S. Rossi,
    come al solito non so se ho capito, ma mi avventuro...
    A me non sembra che K. stia dicendo a nessuno che non hanno capito. Sta dicendo che l'unica cosa da capire e' noi stessi, ed essndo noi unici, solo noi possiamo capire come siamo fatti.
    Il negare qualcosa non vuol dire creare un'alternativa. Se dico che un cavallo non e' un cane, ho ragione, ed in effetti esiste il cane come entita' differente del cavallo.
    Ma se dico che non esistono gli unicorni, non sto creando una verita' alternativa, sto solo negando l'esistenza degli unicorni.

    Caro Nessuno, (si pensavo a E.L, ma forse sei l'amico G.)
    credo che si possa pensare un po' piu' profondamente a questa idea del dito che punta.
    Se si scambiano idee come stiamo facendo noi, nessuno sta puntando niente a nessuno (non mi riferisco a te), e' solo uno scambio.
    Se qualcuno pensa di star puntando il dito, vuol dire che tu non sai a cosa lui stia puntando, altrimenti non avresti bisogno di qualcuno che ti puntasse la direzione. Per cui una domanda e': a cosa sta punta questo dito?
    Hai veramente bisogno di aiuto oppure vuoi solo relegare la responsabilita' ad altri? (lo so che non e' il tuo caso)
    E' ovvio che si possa imparare molto da chiunque, ma qui non stiamo parlando di questo,
    Stiamo parlando di qualcuno che pensa di sapere quale sia la meta meglio di te e te la indica. Su questo ho molti dubbi, anche perche' la meta cambia a seconda di chi ne parli.....

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  12. Se qualcuno ha una certa familiarità' con il territorio della psiche umana e tenta di comunicarlo senza attenersi a delle regole prestabilite (fai questo piuttosto che quello etc..) che come tutti sappiamo non sono universali e riesce a far risuonare la sua comprensione, per me' in quel' istante è un insegnante. Nel momento in cui istituisce una scuola per favorire la sua situazione economica, e soddisfare i suoi appetiti “ vendendo” solo parole scritte per la maggior parte da altri , beh in quel caso che purtroppo è molto frequente saluto e me ne vado.

    Secondo me' la meta o non meta non cambia quel che cambia sono i metodi usati. Tutte le strade portano a Milazzo . Ripeto, se il dito viene puntato con l'intento di promulgare la propria metodologia non credo sia di grande aiuto anzi..... Saluto Nessuno

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  13. Se qualcuno avesse veramente una vaga, disinteressata, sincera, utile familiarita' con il 'territorio della psiche umana'... se ne terrebbe saggiamente alla larga. Qualora tentasse di far 'risuonare la sua comprensione', tutto cio' che risuonerebbe sarebbe esclusivamente il suo miraggio ed il suo 'ego', pompati da uno stuolo di fans. Una volta istituita una scuola, allora risuonerebbero anche le sue tasche... un lavoro come un altro, persino piu' antico della prostituzione.
    J., K., G., R., B., M., etc., avranno pure risuonato per millenni in miliardi di persone... buon per loro, mi dispiace per loro.
    Quando si da un dito, bisogna essere sicuri di poter offrire tutto il braccio.
    La meta o non meta e' un invenzione mentale, cosi' come i metodi fabbricati per raggiungerla o per non raggiungerla.
    Tutte le strade lastricate dalle creazioni della mente promuovono e mantengono il suo regno indisturbato.
    Che nessuno mi venga a raccontare le sue esperienze con un 'vero-maestro-risuonante'.

    L'Oscemo

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  14. Ultime Notizie
    Seconda Parte

    Dagli annunci sui ‘media’ fof:
    “Non e’ piu’ un esercizio quello di evitare i mass media*. Robert ha spiegato che l’esercizio e’ stato molto utile sulla scala dell’insegnamento e su cosa e’ veramente importante nella propria vita quotidiana.
    L’economia mondiale e’ in una recessione che sta velocemente diventando una depressione, e gli studenti potrebbero ritrovare utile l’essere informati. Apollo sta facendo seri preparativi nel settore dell’agricoltura, basati sulle notizie fornite dalle maggiori fonti di informazione.
    Robert incoraggia gli studenti ad esercitare la non-identificazione e di usare relativita’ quando seguono gli sviluppi nella ‘vita’.”

    (Ndr: Dando mostra ancora una volta di incredibile ipocrisia questo esercizio non fu mai eseguito da nessun membro-studente e primo fra tutti il capobranco. In realta’ quest’esercizio da lungo tempo e’ stato dimenticato da tutti, ma per salvare la faccia, lo si e’ attivamente rimosso.
    I ‘seri preparativi’’, a cui si fa riferimento il capobranco, sono le dieci pecore e i quattro lama che scorrazzano liberi per i prati di Apollo insieme alle tre mucche. Pare che la copiosa saliva dei lama sia un eccellente lubrificante organico e biologico.
    I sudditi-membri non sono nuovi a questo tipo di ‘seri preparativi’.
    Tali preparativi infatti ricordano quelli fatti seguendo la predizione della caduta della california nel 1998. I sudditi-membri misero assieme bauli per la sopravvivenza pieni di acqua, riso, scatolette e candele.
    La media pro capite di sopravvivenza basata sulla quantita’ delle scorte variava dai quattro ai cinque giorni. L’acqua per lavarsi sarebbe terminata nella maggior parte dei casi dopo due giorni, e l’acqua da bere dopo quattro. In caso di tale evento catastrofico, secondo le stime, ci sarrebbero volute settimane per far pervenire aiuti alle zone disastrate, e mesi per riattivare i servizi di prima necessita’. In compenso i sudditi-membri si armarono fino al collo per tenere lontani i membri-zombie-della-vita qualora si presentassero davanti alle loro porte per rubare scatolette di tonno e di fagioli. Le suddette scatolette sono state la base della dieta dei sudditi-membri per svariati mesi a seguire, noncuranti della conseguente qualita’ dell’aria da loro emessa e respirata. La stessa aria si puo’ ancora oggi respirare agli eventi al chiuso dello zoo-fof.
    Altro ‘serio preparativo’ da non dimenticare e’ la costruzione di due eremi-harem da parte di sudditi-membri-abbienti, uno in Messico e uno in Egitto dove il capobranco se la potra’ svignare se il cielo comincera’ a cadergli addosso.)

    * Esercizio del non leggere giornali non guardare la televisione e non ascoltare la radio:
    Esercizio mirato a mantenere l’isolamento del gruppo dal mondo esterno, nonche’ la sua totale ignoranza.

    Fine Seconda Parte.

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  15. Terza Parte:
    Festivita'.

    Dagli annunci sui ‘media’ fof:
    “Cari amici,
    Giovedi’19 marzo festeggeremo il 33mo anniversario della Cristallizzazione del nostro Maestro: la mistica unione dei suoi centri superiori.
    Man mano che cerchiamo la liberta’ dall’immaginazione, possiamo veramente essere grati al nostro Maestro, che ci ha condotti, negli anni, al sempre bello presente.
    Per commemorare il suo 33mo anniversario della Cristallizzazione, potete mandare un biglietto a Robert, e se volete includere un regalo, un assegno puo’ essere intestato a: Fellowship of Friends, e specificate che il vostro assegno e’ un regalo.”
    (Ndr: Ironicamente la cristallizzazione fu l’unica predizione, in teoria, avverata che il capobranco abbia mai formulato negli anni del suo regno. Nessuno mai la mise in discussione, essendo paradossalmente l’unica che poteva essere presa esclusivamente per fede. Allo zoo-fof si celebra la settimana santa con incontri, concerti e avvenimenti di ogni genere, dove e’ possibile ricevere la benedizione del capobranco e magari anche qualche abboccamento spirituale privato nella sua gabbia reale. Il tutto e’ fondamentalmente necessario per rimpinguare le casse e la tana del capobranco. La resurrezione, o cristallizzazione, del capobranco, e’ un evento di gran lunga piu’ elevato della Pasqua, in quanto il trucco venne eseguito senza la necessita’ di morire prima.
    Nel calendario dello zoo-fof il ‘vero’ Natale cade il 12 Maggio, giorno del suo fantomatico compleanno. Ad ogni evento viene ricreato il presepe vivente con il capobranco sotto le palme vestito col suo preferito accappatoio di ermellino rosa che tira sorrisini, numeri e baci ai suoi sudditi che per essere investiti da tale rara sapienza, svengono dal sentirsi troppo speciali. I tre ‘Be’ magi giungono all’oasi da ogni parte del mondo, portando in dono: oro, feci e sperma. Ci sono anche altre festivita’ celebrate senza risparmio di sfarzi: il primo incontro del capobranco faccia a faccia con le forze superiori, il giorno della fondazione dello zoo-fof, per non dimenticare San Valentino, un vero tour de force in cui il capobranco da il meglio di se’ cercando annualmente di raggiungere l’agognata meta di 100 spremiture di membri in un solo giorno. L’attuale record si ferma purtroppo soltanto a 65, ma se c’e’ una cosa per cui va elogiato il capobranco, e’ la sua religiosa perseveranza nel cercare raggiungere i suoi sacrosanti traguardi.
    Comunque, il tutto riguarda sempre, solo ed esclusivamente il capobranco che concede, nella sua infinita umilta’e magnanimita’, di essere posto su un piedistallo, se possibile, ancora piu’ alto e irraggiungibile. Ultima prova di tale magnanimita’ e’ l’estensione del tempo consentito per pagare le donazioni. La santa regola, imposta direttamente dalle divinita' venerate dallo zoo-fof, vuole che dopo 6 settimane da quando e’ dovuta la donazione, i membri non possono piu’ entrare nello zoo. Il capobranco ha esteso questo periodo a 10 settimane perche’ i sudditi-membri possano continuare ricevere l’ammaestramento, a caro prezzo, e per non lasciare che sia una futile ragione economica a fargli perdere lo zoo-fof. Il totale delle donazioni non cambia, ma e’ inesorabilmente prolungato il periodo d’agonia.
    I sudditi-membri, con l’ennesimo obolo, potranno veramente ringraziare il capobranco per aver dilapitato le loro finanze e il loro buon senso, avendoli condotti alla bancarotta finanziaria nonche’ psicologica.)

    Fine Terza Parte

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  16. Cari amici, sono risorto !
    ( No, così non va bene come inizio:Andrea e l?oscemo , poi non vanno più avanti a leggere).
    Cari amici sono morto ….
    ( non va bene per altri motivi ( linguaggio usato dalla setta)
    Cari amici , Buona Pasqua ( e se non vi va bene il linguaggio religioso sono uova di cioccolato vostre).
    Sapete una cosa ? ora credo ad una filosofia Advaita, ma quando mi chino per raccogliere una moneta da 50 centesimi( uno spillo non ne vale la pena) uso ancora una mostruosa quantità di energia e muscoli sbagliati. E se provo a sforzarmi di osservare, mi sfuggono ancora un mucchio di cose che succedono. E per lo più succede che qualcun altro mi preceda e mi freghi . “Ehi tu! Sei Advaita Tantrico o Alchimista dell’ Opera? “ Cosa ? vuoi 5 euro per impararlo? No , grazie, già dato .”
    C’era un tizio, in una favola di G, un Atlantideo che un giorno si accorse che qualcosa in lui non funzionava come ragionevolmente avrebbe dovuto. Cose tipo scrivere poesie di amore e picchiare la moglie, essere vegetariano e vestire di pelle, essere di Roma e tifare Milan, essere sovrapeso avere speso una fortuna in diete e leggere quei libri sgranochiando cioccolatini, scrivere in forum che si sottotitola Il lavoro su di sé senza mai parlare di sé ecc.
    Allora si mise a cercare . Prima l’ampiezza del problema , poi le possibile soluzioni. Ne parlò con degli amici e si misero a fare esperimenti. Che trovarono delle soluzioni è una favola, così come Il principe azzurro trovò Cenerentola, ma che volete io adoro le favole. Senza un po’ di magia la vita mi sembra un po’ scipita…
    Ora non ho alcuna intenzione di crearmi un anima immortale.
    Ma , purtroppo, mi trovo scomodo sulla prima sedia. Non riesco a darmi ragione quando mi incazzo per aver lasciato cadere la monetina e non riesco a non incazzarmi. Cosa ? qual è il consiglio ? Di stare più attento alle cose di valore? ? E come si fa a stare più attenti ? Di rilassarmi ? Quando ci provo , mi addormento e la moneta mi sfugge dalle mani. Un mix delle due ? Va beh ci provo.
    ( N.D. T attenzione pistolotto finale con la possibilità di negare tutto quello scritto in precedenza o è la sorpresa dell’uovo di Pasqua)
    Qualche maestro vero lo incontri. E’ chi sa fare meglio di te qualcosa che ti interessa. Ora non ho imparato nulla osservando il mio elettrauto per dieci minuti, ma ora è arrivata mia figlia tutta raggiante. Vado a giocare con lei.

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  17. Quasi solo per o'Romano...

    http://www.youtube.com/watch?v=7RdExadB2ew

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  18. Car o'Romano,
    chissa' se 'la fortuna aiuta gli audaci', ma se sei abbastanza audace da chinarti per raccogliere qualsiasi cosa, spero che la fortuna ti possa assistere a non fartelo mettere tra le chiappe, con sforzo o senza, da qualcuno che lo sa fare meglio di te.

    Indovinello: "Perche' l'Atlantideo avrebbe 'ragionevolmente dovuto' accorgersi che qualcosa in lui non funzionava?"

    Bentornato senza rancore,
    L'Oscemo.

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  19. Non è strano che dopo 30 anni si continuino a celebrare i “suoi” centri superiori? La “sua” evoluzione? Non è strano che non ci si chieda come mai dopo così tanto tempo non si celebri la propria evoluzione anziché la “sua”?

    Questo pensiero (ispirato da National Geographic) mi ha fatto venire in mente un sogno che ho fatto dopo circa un anno che ero entrata nella FoF.

    Nel sogno, si veniva a sapere che stava per esserci un’esplosione nucleare e bisognava scappare attraverso i boschi il più rapidamente possibile. Correndo e ansimando arrivavo a due grandi pareti di cemento, quasi due pietroni giganteschi che si stavano lentamente chiudendo. A fatica, ci passavo in mezzo e poi mi trovavo di là. Dall’altra parte, si vedevano le luci abbaglianti di un’esplosione e io cominciavo a piangere disperatamente pensando a chi era dall’altra parte ... Da questa parte, Robert stava seduto a un tavolo imbandito (tanto per cambiare) con altre tre o quattro persone e mi diceva in tono solenne: “È inutile che piangi perché IO sono stato presente ogni instante della mia vita”.
    Sempre nel sogno, mi chiedevo per quale motivo avrebbe dovuto essere consolante il fatto che “lui” era stato presente ... Perché dovevo essere felice per questo? Il giorno dopo, inutile dirlo, avevo trasformato il significato del sogno in qualcosa di diverso ...

    Era forse un sogno premonitore? O forse solo la mia parte raziocinante che annaspando cercava di dirmi qualcosa almeno in sogno?

    Questo tipo di “maestro” ha un solo interesse: celebrare continuamente il proprio ego, anzi “farsi” celebrare, non nutrendo il benché minimo interesse nell’evoluzione (passatemi il termine) degli altri.

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  20. Appendice alla Terza Parte.

    Il brindisi della Cristallizzazione:
    “Un maestro Zen ha detto: ‘Non aver paura di cadere nel vuoto.’
    33 anni fa oggi, il nostro Maestro cristallizzo’, e apri’ la porta dell’immortalita’ ad ognuno di noi. Non esiste compito piu’ grande per un uomo se non quello di seguire questo cammino di presenza. A volte si puo’ inciampare e il nostro coraggio fallira’, ma abbiamo assaporato la destinazione; sappiamo chi siamo, e non abbiamo paura dell’infinito, perenne vuoto della presenza.
    - Alla cristallizzazione del nostro maestro!!
    – Alla nostra propria cristallizzazione!!”
    (Ndr: 33 anni fa il capobranco comincio’ ad aprire le patte, le natiche e i portafogli di mezzo mondo, nonche’le gabbie del suo zoo, promettendo l’immortalita’ a chi ci si chiudesse dentro con lui (in tutte e quattro le sopraelencate). Secondo il capobranco e i suoi fedeli sudditi-membri non esiste compito piu’ grande se non quello di buttare via la propria vita per servire le depravazioni del capobranco stesso. A volte si potranno avere dei dubbi, ma come si fa a dimenticare che per questo tipo di cammino spirituale si deve essere completamente e totalmente idioti e ciechi per non vedere l’infinita e buia avidita’ degli affamati orifizi del capobranco.)

    Fine dell’ Appendice alla Terza Parte

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  21. Ora noi siamo importanti.
    Ora siamo noi che pensiamo con la nostra testa.
    Finalmente. Siamo liberi!
    Lo siamo sempre stati.
    Ma preferivamo farci guidare dal capobranco,
    convinti che lui sapesse quale direzione fosse la migliore.( per noi o per lui?)
    PER ME ORA è IMPORTANTE sentire e capire la mia strada senza sgravarmi dalla responsabilità di faticare nel cogliere dentro di me quale direzione prendere.
    Si deve fare un po di fatica per questo ma ne vale la pena.

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  22. Caro Figaro,
    che responsabilita' il non sgravarsi dalla responsabilita'.
    Che fatica fare questa fatica... perche' deve sempre essere una fatica?
    Ma qual'e' poi 'sta fatica?
    Mi sembra che la fatica stia nel trascinarsi dietro il precetto che ci ha insegnato la necessita' di faticare.

    Stanco di faticare per non sgravarmi dalla responsabilita' di faticare,
    L'Oscemo

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  23. Visto che su youtube c'è la consuetudine di rispondersi con un altro video , ringrazio Sauro con questo link.

    http://forum.cosenascoste.com/esoterismo/43931-insegnamenti-segreti-di-vecchio-maestro
    htmlhttp://forum.cosenascoste.com/esoterismo/43708-thelema.html

    in quanto all'indovinello di O scemo:

    "Perche' l'Atlantideo avrebbe 'ragionevolmente dovuto' accorgersi che qualcosa in lui
    funzionava?"
    In effetti non c'è nessuna ragione, nessun dovere di accorgersi. La coscienza morale può rimanere sopita tutta lavita. Alcuni accidenti (morti , malattie, droghe tagliate male) delle volte l'accendono.
    “qualcosa in lui non funzionava come ragionevolmente avrebbe dovuto “ è un altra cosa, è credere che le cose abbiano un senso, che le macchine funzionino per l'uso per cui sono state costruite:i pensieri a collegare esperienze ed emozioni, le emozioni a collegare i pensieri e le azioni e le azioni a collegare pensieri ed azioni. Se non succede mi han dato il libretto della macchina sbagliato o nonsoncapace a leggerlo !
    Ultima cosa, personale , per L'oscemo. Stai facendo più metafore di me: che ci sia comunicazione tra noi?

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  24. Probabilmente lo sapete già tutti, ma vale la pena per chi non lo sapesse.

    Un amico sul Greater Fellowship ha pubblicato il testo di una mail che è stata spedita a tutti gli studenti in occasione del settantesimo compleanno di Robert.
    Nella mail originale sono riportate le foto di due cammelli (avete capito bene, CAMMELLI). Come giustamente sottolinea il suddetto amico “sembra uno scherzo, ma purtroppo non lo è e riflette in modo toccante il comportamento tenuto da Robert negli anni con gli altri: abusare di loro psicologicamente”.

    Ecco il testo della mail :

    ”Cari Amici,

    Martedì 12 maggio si celebra il settantesimo compleanno del nostro amato maestro.

    Robert desidera (per dirlo con le sue parole) 'colorare il panorama di Apollo con cammelli, lama, bufali indiani ed elefanti(?)'... I lama e i bufali indiani già abbelliscono i campi all’entrata di Apollo.

    Le immagini riportate qui raffigurano i due cammelli che egli vuole aggiungere allo scenario; sono due femmine di 14 mesi: Jasmin e Valentine.

    Robert: Le belle impressioni ci aiutano a diventare persone migliori e ad abbandonare le identificazioni.

    Per commemorare il suo settantesimo compleanno potete inviare un biglietto a Robert e, se volete aggiungere un regalo, è possibile fare un assegno intestato alla Fellowship of Friends indicando che si tratta di un regalo."

    Personalmente, non so che dire su una simile assurdità ... Follia pura. Mi viene solo da ridere ...

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  25. Ricordando che bisogna firmare i commenti (anche con pseudonimo, ovviamente) per essere pubblicati su questo blog, pubblichiamo di seguito il post giunto da un Anonimo.

    Volevo condividere con voi le varie follie dei vari uomini consci che popolano il nostro pianeta.

    Corriere della Sera

    LA SETTA - Juliano Verbard è stato condannato il 28 febbraio del 2008 a 15 anni di reclusione criminale per stupro e aggressioni sessuali su due bambini, i cui genitori erano membri della setta. La setta era stata creata nel 2002: il predicatore era riuscito a convincere centinaia di fedeli che la Madonna gli parlava l'ottavo giorno di ogni mese alle dieci di sera. I discepoli dovevano versare 20 euro per assistere alle apparizioni che il guru aveva seduto su una poltrona.

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  26. Direi: "Uomini che si dicono consci"....

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  27. Caro Romano, non credo proprio.
    Non avendo il libretto con le istruzioni per poterti comprendere, non saprei da dove cominciare.

    Senza dovere ragionevolmente,
    L'Oscemo.

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  28. Probabilmente lo sapete già tutti…
    Ma è per me recentissima la comprensione che “l’uomo possiede grandi poteri nascosti”. Infatti: “ può credere a tutte le panzane che vuole… e attenervisi.”

    Si sa che il buon senso è noioso e conservativo, poi poco creativo…mentre una botta di “senza senso” risulta più stimolante e poi ti mette alla prova!!!
    Vuoi mettere regalare due cammelle…

    Ma come tutti sanno
    Chi è “uscito” è perché ha perso “quella” comprensione, e quindi ora, non mi è dato il dover faticare per capire l’assurdo.
    Tanto più che ho scoperto i poteri nascosti…

    È un po’ che non si abbraccia.
    Un abbraccio

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  29. Quarta parte: Eventi Mondani.

    “Siamo lieti di informare che Robert viaggera’ in Egitto conseguentemente alla celebrazione del week-end della cristallizzazione. Durante il suo soggiorno in Egitto, Robert desidererebbe passare del tempo con studenti da: Lunedi’ 6 Aprile a Domenica 12 Aprile, sia per gite turistiche che per eventi d’insegnamento.”
    (Ndr: Il capobranco andra’ in Egitto per controllare a che punto e’ arrivata la costruzione del suo harem-bordello personale all’estero per mano di uno dei suoi piu’ abbienti e fedeli sudditi-membri. Essendo l’Egitto in buoni rapporti con la Russia e’ particolarmente favorevole ottenere visti a nuovi membri-studenti-prospettivi Russi di cui il capobranco e’ ghiotto. Se il nuovo-membro-studente si dimostrera’ degno e disponibile, verra’ immediatamente organizzato un matrimonio di convenienza con una studentessa-matrona, vecchia o giovane non fa nessuna differenza, cosicche’ potra’ subito ottenere un permesso di soggiorno ed essere finalmente e felicemente importato nel cuore dello zoo-fof. In precedenza il capobranco, smanioso e stanco di aspettare il corso naturale della burocrazia, vivendo sotto leggi differenti dal resto dell’umanita’, decise di acquistare passaporti falsi per importare membri-studenti di cui proprio non poteva fare a meno per decorare la propria tana. Il capobranco e’ prova vivente che non esiste nulla di illegale nell’operato di un essere conscio.
    Il capobranco e’ l’essere con meno pazienza al mondo, ma in questo viaggio concedera’ un tempo limitato di visite e prostrazioni solamente dietro lauti pagamenti. Tali esosi versamenti andranno direttamente nelle tasche senza fondo del capobranco e forniranno infatti il sostentamento stesso del capobranco e del suo entourage in tale viaggio. Serviranno inoltre da sponsor per importare e servire freschi sudditi-membri, di cui sopra, sulla tavola del capobranco.)

    Fine della Quarta Parte.

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  30. Qualche commento da un quadrinariciuto ( per chi non se lo ricordasse , il trinariciuto di Guareschi
    sono coloro che applicavano senza alcuna comprensione le direttive ideologiche del partito) sul video “Grazie al cielo”.
    La moglie è l'anima. La coscienza ha percepito che la maggiore emozione negativa del protagonista è l'auto-compiacimento. Per cui tramite l'influenza C (una serie di eventi collegati da leggi tipo attrazione, corrispondenza , sincronicità, Karma...) gli viene ricordata l'inevitabilità e l'imprevidibilità della morte.
    annunciazione
    La vita è questa qui:, la vita può essere splendida e dare doni meravigliosi o senza senso volgare impietosae priva disenso (è la tua posizione che ti da la visione, il posto reale dove /come , senti parli pensi agisci). Senza il risveglio dell'umanità non è possibile eliminare la sofferenza dal mondo, Dio senza gli uomini è impotente. Indicazioni: 1)un passo dopo l'altro accetti la sofferenza bevendo il bicchiere di merda ( sofferenza volontaria, trasformazione emozioni negative in emozioni) senza lamentarsicome una ragazzina mestruata, cioè lasciando andare il flusso normale delle escrezioni emotive, ma senzaidentificarcisi) 2) Metanoia: morte del vecchio uomo (senza più di un attimo di rimpianto, nascita della gratitudine del dono di vivere delle possibilità intrinseche ad esso.
    3 La felicità è una conquista da ottenere con IMPEGNO (supersforzo?)
    4 Le scelte sono complesse non sono facili.
    Romano (anonimo perchè questa macchina ( il sito) mi odia)

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  31. Io invece penso, caro Romano, che per essere felici non occorra fare sforzi. Ho messo questa frase anche come sfondo sul mio PC perché mi piace ricordarmelo.
    Più si fanno sforzi per essere felici – o per fermare il tempo – meno si partecipa della vita intorno e dentro di noi e meno si ha la possibilità di accettare le cose come sono, anche godendone quando è possibile. Mi ricordo che molti di quelli (io compresa) che entrano in un culto lo fanno con l’obiettivo di “diventare migliori”. Ciò implica che non ci si accetta come si è e che, in fondo, l’obiettivo - tutt’altro che nobile – è essere più speciali degli altri.
    Non sono capace di dare spiegazioni altamente filosofiche di questo, ma non sono d’accordo con gli stoici, ad esempio, che promuovono la sofferenza anche dove non è assolutamente necessaria (certo, si trattava di altri tempi e di altri popoli e forse aveva un significato diverso). Ci sono anche persone che decidono di fare i barboni e di non occuparsi più di nulla se non di continuare a vivere perché pensano che questo basti a se stesso.

    Nella Fellowship – e anche nella Quarta via – l’idea di “accettazione” veniva usata invece per suffragare l’idea di “sforzo”, ad esempio, per essere presenti. Come in tanti altri “credo”, si prendono i soliti ingrendienti, il nome cambia ma non la sostanza, si rimescolano un po’ e poi si combinano per dimostrare questo o quell’altro assunto.

    Romano dice: “un passo dopo l'altro accetti la sofferenza bevendo il bicchiere di merda (sofferenza volontaria, trasformazione emozioni negative in emozioni)” ...
    A parte la schifezza dell’allegoria (non volermene, scherzo ...) non pensi che sia un’immagine davvero disperata questa? Ma cosa dovrebbero dire le popolazioni dei paesi in eterna guerra o quelle che vivono dove non c’è nemmeno l’acqua da bere? Non è per demagogia che dico questo, ma a volte ho sentito Robert avere il coraggio di dire che l’influenza C lo trattava come un cane ... o altri studenti senza grossi problemi reali, parlare di una continua sofferenza ... e sinceramente non capisco. Ma sofferenza de che? E poi, se è volontaria cosa vuol dire accettarla?

    Seconda cosa: “trasformazione emozioni negative in emozioni” ... Tra le tante contraddizioni (già, si giustificava con il “pensiero psicologico”), la Quarta via prima dice che le emozioni negative non sono reali e poi afferma che si possono trasformare ... Dov’è il vero? Come si può trasformare qualcosa che non è reale in qualcosa? E cosa vuol dire “senza identificarvisi”?
    Oggi penso che le emozioni negative facciano parte della vita. Reprimerle o, peggio ancora, fingere di non averle, oppure giudicarle come se si trattasse di un delitto, produce molte più scorie che non la loro semplice esistenza ... La verità è che non si può fare a meno di provarle, è umano, e non importa. Ci sono anche altre emozioni e altri momenti. E noi siamo quello che siamo, belli e brutti al tempo stesso. Che importanza ha?

    No, io dico che per essere felici non occorre fare sforzi.
    Hai ragione Sauro, non ci si abbraccia più e invece anche a me va di farlo.

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  32. Ciao Romano,
    sono curioso di sapere in che termini si parla dell'influenza C nella setta di Paoletti.
    Nella Fellowship il capo-branco parla dell'influenza C come di quelli che si sono svegliati e che permangono come corpo astrale sul pianeta interessandosi alle vicende della tua vita di uomo numero quattro - e intervenendo con precise azioni - al fine di svegliarti. Il capo-branco può comunicare direttamente con loro, mentre gli altri no.
    Per dirla in altre parole, i fantasmi di cui sopra sono il prodotto della fantasia del capo-branco, che gli fa dire tutto quello che vuole a proprio uso e consumo. Nella Fellowship si viene addestrati a vedere l'azione degli "Dei" nelle sincronicità. Il capo-branco non se ne fa scappare una per dimostrare l'azione dell'influenza C...
    Una volta servivo una cena formale del capo-branco in Via Zanella. A un certo punto - non visto dai commensali - regolai con la manopola la luce del lampadario, e la luce tremolò. Subito il capo-branco indicò quel tremolare della luce come l'influenza C che gli stava dando ragione... Le affermazioni del capo-branco in questo ambito sono tutte così, puramente strumentali.
    Il fatto che tu abbia messo la parola sincronicità nella parentesi seguente all'influenza c mi ha risvegliato la curiosità. Vorrei anche sapere TU che cosa ne pensi.
    Mi unisco al neo-abbraccismo, abbracciandoti.

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  33. Caro Romano,
    come sempre ispiri tanti buoni sentimenti!(C'e' da dire che quantomeno scrivi!)

    Questa frase ad esempio: "Senza il risveglio dell'umanità non è possibile eliminare la sofferenza dal mondo, Dio senza gli uomini è impotente."
    Qui, l'unica cosa umana da fare, sarebbe chiuderti in una stanza e mazzolarti per bene per tre o quattro giorni (a seconda della resistenza dei mazzolatori), ma siccome siamo troppo buoni....
    Ancora con questa idea del risveglio dell'umanita'?!?
    Porca vacca, prima di tutto, che ne sai tu, se l'umanita' sia sveglia o meno? Conosci tutti?
    Secondo, anche se lo potessi sapere con certezza, non credo potresti fare molto al riguardo.
    Puoi fare qualcosa per te stesso (tipo darti la shinai in testa da solo) o per quelli vicini a te (tipo essere il piu' decente possibile).
    Terzo, queste sono solo menate per non affrontare la realta' esattamente cosi' com'e'.
    Se pensi di dover fare sforzi, vuol dire che puoi rimandare di affrontare la situazione attuale fino a che non avrai raggiunto il livello (da te prestabilito) di sufficiente umanita'.
    Se pensi che le cose siano complicate (che lo siano o meno non importa), puoi rimandare di prendere decisioni sul momento, per poter riflettere sulla strategia da adottare che sia adeguata alla complessita' della situazione.

    Il fare una lista dei punti su cosa la vita sia, o le scelte che si hanno, e' un controsenso. La vita e' cosi' mutevole ed inafferrabile che come cerchi di determinare un modo di viverla e soggiogarla, e' gia' mutata in qualcos'altro. Quello di cui si rimane a parlare e'un'idea (vecchia e preconcetta)che non esiste se non nella tua testa. Puoi dire che e' complessa, bellissima, da soffrire...ecc. Non importa, non ha niente a che vedere con la realta'. E' filosofia.
    Per questo il pensare di dover fare sforzi e' un'ancora letale.
    Come dire che per respirare bisogna sforzarsi, o per camminare, o godersi il panorama. Siamo capaci di rendere difficili anche le cose piu' naturali e belle. Questo processo lo chiamiamo, alle volte, il lavoro su di se'!

    Abbracci e mazzate a tutti (i soliti 4 gatti spelacchiati ma ancora vivaci!)

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  34. romano costituzionale7 maggio 2009 alle ore 04:07

    giusto una precisazione: era un interpretazione del video postato da Sauro.Bisognerebbe vederlo prima di commentare l'interpretazione. E l'idea era di sentire la vostra interpretazione (vostra singolo individuo per singolo individuo)-
    Impegno: come vi suona ? come banco dei pegni? MIseria? O impegno :in cambio di questo si ottiene quest'altro.
    Per postilla. Per Paoletti l'influenza C (Celeste, conscia c...'era un altra ma me la sono scordata) é L' angelo dell'annunciazione. E' un ordine di leggi superiore al nostro terrestre ordine di leggi. Possibile interpretare un sacco in modi pazzeschi e psicolabili comunque se sei eroico i signori del Fato ti danno una mano( ma aspettano proprio all'ultimo per l'effetto suspence).
    La maniera più grezza era che se la diffusione andava bene si era nel flusso (giusto) e una serie di eventi sincronici provava che si era aiutati. Sto banalizzando, ma mi attengo al tono dei gatti spelacchiati e pure ai cani.

    Scusate non resisto ma mi è venuto un pensiero vetero comunista.
    Perchè la nostra costituzione è fondata sul Lavoro ? Che significa ?
    Andreotti,Scalfari, Togliatti infiltrati di quarta via ?
    Davvero che vuol dire ?
    Andrea :filosofia è AMORE per il sapere. Non gliene frega niente di catalogare. Ma sbarcare il lunario è complesso. è una realtà che non è semplice come dire che quattordici è più complesso di quattro. é filosofia masturbatoria, ma se devi portare su i sacchi è maledettamente reale.
    Così vivere senza pensare che comunque un interpretazione della realtà la dai inevitabilmente è semplicemente assurdo. Qual'è allora la possibilità ? come fai a Lasciare che le cose siano come siano. In cambio delle mazzate se vuoi ti posso tagliare la testa, ma credo esistano modi alternativi per affrontare la vita così com'è. Ci riesci tu ad affrontare la vita così com'è ? senza dare comunque un interpretazione, senza essere condizionato da un mole impressionante di condizionamenti che continui a ricreare attivamente ?A me sembra che non hai scelto l'Advaita, ma la via dello struzzo(ingolla tutto e se qualcosa non va ficcare la testa sotto terra)

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  35. Cara Lisa, non ho intenzione di trascurarti.
    Spero che ti sia andata a vedere il videoe così rera conto che l'allegoria del bicchiere di merda era dell'autore non mia. E mi sarebbe piaciuta una tua interpretazione, perchè credo che la tua nuova (come quella parolona tedesca ...weltchaung, insomma visione della vita) sia molto simile a quella che la moglie esasperata dal marito tenta di suggerire. NO SFORZI . Addirittura sullo scermo del computer per ricordartelo meglio. Io ho provato in molte salse diverse a decondizionare quella parola dal significato che la fof vi ha marchiato (espressione di se, impegno, lavoro, dedicarsi e mi sfuggono le altre. Ma, come Innominato faceva notare, alcuni di voi si sono così impegnati a negare (il pensiero unico, castrante, manipolante della setta) che in questa negazione ci mettono tutto.
    E incontrato il Lucignolo di turno credono non più a babbo natale e alla fata turchina( che richiedono un certo grado di bontà in cambio dei loro doni),ma al paese dei balocchi.
    Altrove ti ho fatto la domanda se credevi di essere sufficientemente libera da godere dal contatto colla natura, coi tuoi simili, ma mi sembra che non hai risposto.
    Faccio un altro esempio. Sai cos'è una pratica di rilassamento ? É un uso della propria attenzione e volontà per individuare muscoli contratti inutilmenteper attivamente rilassarli. E' uno sforzo perchè è un lavoro che incontra la resistenza attiva( o passiva?) del gruppo di tensioni che non ha nessuna voglia di cambiare. In alternativa ci sono mezzi come mangiarsi un vasetto di Nutella. Va benissimo ( aparte cointroindicazioni dietetiche) anche questa scelta.Ma la prima da indicazioni su se stessi, dove sono le tensioni ecc.
    Ad un certo punto dici: “ e sinceramente non capisco. Ma sofferenza de che? E poi, se è volontaria cosa vuol dire accettarla? “ Se sinceramente non capisci ,se davvero ti interessa una risposta se ne può parlare. Io ho dovuto provare a studiare il Buddhismo per qualche anno per iniziare a capire che voddì. Credo che l'accettazione sia la chiave per la scoperta e la volontà lo sforzo di accettarlo. Prova la pratica del rilassamento e forse comprenderai di cosa parlo.
    Ed è legato al tuo secondo punto che cito:
    “trasformazione emozioni negative in emozioni” ... Tra le tante contraddizioni (già, si giustificava con il “pensiero psicologico”), la Quarta via prima dice che le emozioni negative non sono reali e poi afferma che si possono trasformare ... Dov’è il vero? Come si può trasformare qualcosa che non è reale in qualcosa? E cosa vuol dire “senza identificarvisi”?
    Oggi penso che le emozioni negative facciano parte della vita. Reprimerle o, peggio ancora, fingere di non averle, oppure giudicarle come se si trattasse di un delitto, produce molte più scorie che non la loro semplice esistenza ... La verità è che non si può fare a meno di provarle, è umano, e non importa. Ci sono anche altre emozioni e altri momenti. E noi siamo quello che siamo, belli e brutti al tempo stesso. Che importanza ha?

    Le emozioni negative sono molto reali e sono fatte con la stessa energia di quelle reali positive.
    Quello che non è reale , che è acquisito ,è l'abitudine ad esprimerle e a provarne soddisfazione.
    L'esercizio della non espressioni sulle emozioni negative ha lo scopo di accorgersi che esistono, anche quelle piccole. Osservare non è giudicare (è il contrario: se c'è giudizio non c'è osservazione).
    Quello che mi spaventa veramente da te è l'ultima affermazione. Che importanza ha ?
    Sembra che tu attivamente non sia in grado di ricordare che i momenti in cui sei identificata coll'irritazione, colla rabbia ,colla fretta ci sia una lisa che non è la Lisa che da bimba sorrideva alla vita. Certo piangeva se aveva fame o se le cadeva il giocattolo , ma non aveva costruita una teoria che aveva ragione ad incazzarsi perchè le era caduto il giocattolo . Il trucco, con genitori scaltri e con una buona dose di fiducia in se stessi , è comprendere dove sta l'errore di coordinazione e fare meglio la prossima volta. Certo richiede impegno, mentre invece piangere e vedersi consolata, magari con un altro giocattolo , è più facile.
    Noi siamo quello che siamo, ma non siamo statici siamo in relazione colle nostre esperienze e le conseguenze dei nostri atti. Quello stronzo che sta suonando il clacson dietro di me non appena scatta il verde è quello che è (uno stronzo). Io che mi incazzo come una belva assassina per questo ne sono un altro esemplare. Ci sarà una possibilità di uscire da questa situazione ? Posso osservare cosa mi fa tanto arrabbiare o irritare da questo clacson ? Nooo fatica sprecata: adesso mi mento gli Iron Maiden a palla e domani scrivo una bella lettera al giornale sulla viabilità cittadina. Anzi mi metto in politica e chiuderò tutto il centro. Divento parlamentare e faccio una legge per costruire macchine senza clacson... Cazzo perchè questo cretino non si muove ?non lo vede che il verde è scattato ...

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  36. Una cosa da tenere a mente quando si scrive qui (se si vuole) è che la maggior parte delle persone amiche della Libera strada, caro Romano, ha pensato e vissuto le cose più o meno come fai tu, per anni.
    Non che sia un vantaggio spaventoso, ma quando scrivi, noi, ti capiamo.
    Quando parliamo a te, ci rivolgiamo alla parte di noi che tu evochi. L'accusare di qualunquismo (ossia il pensare che tutto sia una critica totale della fof e quindi un'analisi superficiale ed omnicomprensiva)le critiche degli ex-membri, non è cosa nuova.
    Non so perchè, ma se qualcosa viene criticato che ci tocca da vicino, invece di osservare la critica in sè stessa, si accusa il processo della critica (come se si conoscesse).

    Comunque, l'altra notte, svegliatomi senza motivo, pensavo a come, in fondo, non ci sia un segreto od un mistero da scoprire. C'è solo il saper di essere vivi, oppure no.
    Troppo semplice?
    Derivato dal rifiuto della fof e quindi non valido?
    Ho una sola cosa da dire...
    che importanza ha?

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  37. Quando il criceto si stanca di correre sulla ruota, scende ed esce dalla gabbietta, può rimanere perplesso dalla facilità con cui si trova al di fuori. Guardando gli altri amici criceti potrebbe stupirsi del fatto che non vogliano smettere di correre. "Che scherzi?", diranno, "non vedi come vado veloce? La meta è sempre più vicina!". Alla domanda, "ma quale meta, scusa?", viene risposto:"Tu dici così perchè sei deluso dalla tua ruota. Non hai saputo correre veloce abbastanza e ora tutte le ruote ti sembrano inutili...credi che siamo tutti idioti a correre su questa ruotina? Vuoi buttare al vento tutte le centinaia di km di corsa che hai fatto e che sono il motivo per cui sei quello che sei?".
    Il criceto potrebbe a questo punto decidere di rientrare nella gabbia e continuare a correre, oppure, se fortunato, andare ad esplorare il mondo...

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  38. Ci sono ruote che girano su se stesse senza andare da nessuna parte (FoF) e altre che eplorano il mondo. Dipende dalla ruota che adoperi amico mio.

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  39. Ormai a ruota libera.....
    Vengo accusato spesso (qui) di essere un advaita, in altri luoghi, invece, attacco la filosofia advaita come un sistema fagocitante di altri sistemi, ed in fondo, solamente un gradino al di sopra della quarta via in quanto più magnanimo verso i difetti e meno faticoso da praticare.
    In comune con essa, ha la superiorità (ammessa però a fatica) di uno stato privo di ego contro lo stato in cui questo benedetto ego esiste ancora.
    Ho ascoltato alcuni santoni (occidentali) dire che niente era cambiato nella loro vita, ma che improvvisamente si sono trovati ad essere liberi della loro identificazione con sè stessi (per dirla in parole povere... e che non è un cambiamento?).
    A prescindere se questo sia vero o meno, non capisco perchè se ne dabbano vantare!(lo so, non se ne vantano, sono privi di ego, come potrebbero vantarsi?). Comunque sia, questa per me è la contraddizione più grande del non-dualismo: se lo stato da raggiungere (o da accettare)è uno stato privo di ego, vuol dire che ci sono più stati a disposizione. Se ci sono stati diversi (il prima della liberazione ed il dopo), allora il non-dualismo finisce lì, ovviamente se ci sono stati opposti o di valore superiore od inferiore, ecco che il solito dualismo delle varie vie, con le promesse di una liberazione dovuta a sforzi, riappare con i suoi orrbili tentacoli!
    L'unica differenza è che l'advaita dice che non occorrano sforzi (qui sono d'accordo), ma differenzia comunque tra stati diversi e accusa anche il dualismo di essere diverso dal non-dualismo (ovvio no?). Anche logicamente mi sembra impossibile essere non-dualisti (-non- da una parte e -dualismo- dall'altra.....)

    Comunque la cosa che più m'infastidisce (e che dimostra che non ho corso abbastanza sulla ruota) è la voce con cui i liberati parlano! Monotona, delicata e rilassata al tempo stesso (non Nirsragadatta che era un pazzo forsennato...nel senso buono), una voce che dice e non dice, che afferma senza pretese, sicura di sè e priva di alcunchè di umano. Una voce, per me, orrenda, che indica la mancanza dell'appartenenza al genere umano.

    La voce dei maestri e dei liberati....come li odio!!

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  40. E anche quando non la puoi sentire, quella voce, suona stridula e monotona e ingannevole ... Ma purtroppo, è un linguaggio molto usato per sfuggire a se stessi e presumere di elevarsi al di sopra degli altri.
    Possibile che non si possa semplicemente camminare sulle proprie gambe e vivere la propria vita in un modo degno? Perché si deve voler ambire ad essere speciali? Perché si deve per forza "credere" in qualcosa?
    Io credo che sia una grande menzogna oltre che il modo più noioso e pesante per percorrere la nostra strada.

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  41. Forse è passato inosservato, ma qualcuno ha letto sul blog inglese il post di FOFion Nr.25 del 5 maggio ?
    Mi sembra un fatto eccezionale ma stento a credere sia successo veramente...
    qualcuno ne sa qualcosa in più ?

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  42. Caro Andrea, una domanda semplice e diretta. Il criceto Andrea sfuggito alla gabbia Fof e riconosciuto il meccanismo trappola ruota/sforzi è libero ora ? Il famigerato testimone, cioè colui ( o colei ,oppure nessuno, la Criceità, insomma non facciamo filosofia !) che riconosce i momenti in cui non sei quello che c'è perche sei affannato a creare una divisione con quello che c'è, è inutile ?
    Quando dici: “C'è solo il saper di essere vivi, oppure no “.Ti rendi conto che che con quell”'oppure” apri un mondo , quello della scelta ? Se vuoi te lo puoi rimangiare e affermare: c'è solo il sapere di essere vivere. Ma c' è la parola “solo” e la parola “sapere” che aprono mondi sul Non sapere e sul non solo. Lasciamo solo “essere vivi”. Lascia aperta la porta alla possibilità di non essere vivi.
    Puoi uscire da una porta laterale dicendo che è la mia mente dualista a trovare tutte queste dicotomie. Daccordo ! e la tua ?
    Ancora : Gli umani che tengono i criceti in gabbia gli danno la ruota perchè se non corressero diverrebbero tristi e grassi. Credo che la “criceità “ sia esplorare e sia diverso dal diventare arteriosclerotici ( pigri) fuori da una gabbia, magari vedendo criceti indaffarati su degli alberi e pensando che sono uguali a quelli della ruota.
    Una cosa che tu devi tenere in mente , come pure altri, che Romano è uscito da una scuola/setta di quarta via e che quando propongo riflessioni e domande su punti specifici e mi sento rispondere che questi discorsi li avete già fatti e vissuti:
    Secondo me non mi capite.
    ”Non so perchè, ma se qualcosa viene criticato che ci tocca da vicino, invece di osservare la critica in sè stessa, si accusa il processo della critica (come se si conoscesse).”
    Lo sottoscrivo al cento per cento. Allora proviamo a conoscere il processo della critica, osserviamo la critica in se stessa ? O questa è ancora quella voce stridula e monotona e ingannevole ?
    “Partirà, la nave partirà,dove arriverà, questo non si sa. Sarà come l'arca di Noè : il cane , il gatto, io e te “

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  43. Non so perchè proprio oggi, nè perchè proprio a voi, mi viene in mente di raccontare proprio questo episodio. Comunque, eccolo qua (occhio alla metafora).
    Una trentina di anni fa, ho partecipato ad un corso di scuola velica. Il primo giorno è stato tutto una teoria: andare di bolina, chiudere il vento, cazzare una vela (mi si perdonino le possibili idiozie veliche che vi sto rifilando, ma sono passati 30 anni);
    il secondo giorno mi hanno messo in mano una piccola imbarcazione a vela. Dopo una decina di minuti che navigavo, l’istruttore mi chiede, ed aveva un tono un po impaziente: “Ma dove stai andando?” La domanda mi lasciò basita. “Come dove sto andando? Sto andando di bolina, chiudendo il vento,...Non mi hai mica detto che dovevo anche andare da qualche parte.”
    Morale1. Ancora oggi, anche se in misura assai minore, trovo in me questo atteggiamento da “brava scolara, ligia e un po ottusa” (e lo trovo in molti altri) che si preoccupa di fare bene gli esercizi e di recitare bene la lezione, senza preoccuparmi di chiedermi che cosa sto facendo o dove sto andando.
    Morale 2. Dopo 30 anni, e tante altre cose, penso che spetta solo a me scegliere (di fronte a parole come questa si apre sempre un baratro) che fare con gli strumenti che ho in mano. Colui che me li ha dati non ha nessun diritto su di essi o su di me.
    Morale 3. Tornando all’estate velica, dopo tutto eravamo nel mare al nord della Sardegna: dirigermi verso una spiaggia o veleggiare nella baia senza meta, era bello uguale. C’è stato bisogno di 30 anni? Avrei potuto allora, rispondere al mio istruttore qualcosa come “che ne so? però mi sto divertendo moltissimo!”, che è quello che forse risponderei adesso? Nei 30 anni trascorsi, mi sono spesso data della sciocca per non aver colto il punto, che una barca serve per andare da qualche parte (l’avevo detto, occhio alla metafora!). In verità, già da allora avrei benissimo potuto usare la barca per quello che mi pareva meglio, solo che ha prevalso il sentirmi sciocca.
    Ultima morale: non ho la più pallida idea di che cosa risponderei tra una settimana, ma non per indifferenza.
    Qui sta iniziando l'inverno, ma voi che andate verso l'estate, ricordatevi di me nel prossimo tuffo in mare.
    Adriana

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  44. Tanto per chiarire (Alfonso), la ruota nella gabbietta, per definizione non può andare da nessuna parte...

    Inoltre (Romano),l'idea del criceto non va presa alla lettera, altrimenti non ha alcun senso! Speravo fosse chiaro, ma non siamo veramente dei criceti.
    Non credo ci sia nessuna utilità in quello che chiami il testimone, ma questa è una cosa che devi scoprire da solo (come anche il fatto che probabilmente non sei un criceto).
    La divisione di sè in osservatore ed osservato mi sembra una delle più grandi bufale del mondo spirituale. Eppure vende bene e non credo sia facile eliminarla (fa parte della gabbietta...).
    Riguardo alle varie dicotomie, non ci trovo niente di male, alle volte ci sono e servono e alle volte no.
    Non so se ti ho risposto, ma d'altra parte non avevo capito la domanda.....

    Cara Adriana mi tufferò per te quando capiterà!

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  45. Lo so che la 'scelta' l'avevo ignorata, so anche che per la maggior parte delle persone questo vuol dire avere un metodo, un sistema con degli esercizi appropriati per poter dire di essere vivi o cose del genere....
    Essendo gli esrcizi e i metodi, la gabbietta che contiene la ruota, la risposta, almeno per me è implicita.
    Si vuole essere liberi (diciamo) e si segue una disciplina, la disciplina non è libera o conducente a libertà in quanto creata da una mente non libera, no?
    Qui si può discutere a lungo e perdere un bel pò di tempo, ma non mi sembra così interessante.
    La scelta (se ci deve essere) avviene nel momento, comprendendo completamente il soggetto in discussione, se si capisce veramente, non c'è metodo o insegnante che tenga, la responsabilità è tutta nostra, siamo vivi o morti? Boh?
    Ma quanta preparazione mi occorre per sentire un profumo?

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  46. Un’altra ennesima, azzeccata, divertente, fraintesa, inopportuna, scomoda analogia da parte del sorcio-rosicone Andrea.

    I testimoni di Geova mi hanno lasciato un volantino/depliant che dice:
    “Come definireste voi la fede? Qualcuno la paragonerebbe a credenza cieca.
    Il prominente saggista e giornalista Americano H.L. Mencken una volta defini’ la fede come ‘un’illogica convinzione in un improbabile avvenimento’.
    La Bibbia, al contrario, definisce la fede ne’ illogica ne’ cieca. La parola di Dio dice: ‘La fede e’ una sicura aspettativa in cose sperate, un evidente dimostrazione di realta’ tuttavia non viste.”

    Una volta creata e stabilita la propia fede nell’inconfutabile realta’ di cose non viste, si puo’ poi sostituire la parola “Dio” con qualsiasi altro nome e definizione, compreso “ricordo di se’”, “influenza C”, “presenza”e anche “le ruote che esplorano il mondo” e cosi’ via, basta usare la fantasia.
    Se si ha ancora la speranza e la fede che si possa andare da qualche parte, che si possa evolvere in qualcun’altro e che questo possa cambiare qualcosa… beh, Alleluia, non bisogna demordere. Se e’ sano e utile, che si continui pure senza esitazione il cammino a un passo dalla tanto agognata meta, dove si puo' decidere il paesaggio tutt'intorno, perche’ fede e speranza fanno miracoli… i veri miracoli.

    L’Oscemo

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  47. Mi stavo domandando se mai un maestro ci fosse stato e mi avesse detto:

    Il tuo Dio non è né presente né assente: poiché Egli le ha create entrambe, ha creato la presenza e l’assenza, e dunque è altro da queste realtà. Non si può affermare che sia presente: se lo fosse , l’assenza non esisterebbe. Invece l’assenza esiste, senza però che Egli sia presente. Piuttosto: “Nell’ambito della presenza, l’assenza sussiste”. Così Egli non è qualificato da presenza o assenza: la conseguenza, se fosse altrimenti, sarebbe che un opposto proceda da un altro opposto. Da uno stato di assenza, infatti, Egli avrebbe creato la presenza, ma la presenza è l’opposto dell’assenza, e del pari è per l’assenza. Non può darsi, dunque, che un opposto provenga da un altro, né può darsi che il Vero crei l’analogo di Sé, in quanto… Se fosse possibile che qualcosa crei l’analogo di se stesso, vi sarebbe la necessità di una scelta: e che cosa c’è da scegliere?
    Inoltre, ne conseguirebbe che una cosa possa creare se stessa.
    Sono entrambe conclusioni prive di fondamento logico.

    Quando sei arrivato a questo punto, fermati e non pensare più a niente. La ragione, qui, non ha più potere. Giunta al limite dell’oceano essa si arresta: anzi, a ben guardare, per essa non esiste neppure il fatto di arrestarsi.”

    E quindi…
    Senza pagare i diritti questo è di Rumi, e si sa che se ne può fare quello che si vuole.
    Baci & abbracci.

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  48. Nessuna disciplina allora ? Ma ti fermi al rosso del semaforo (di solito) . Quacuno te l'ha insegnato o l'hai imparato che è opportuno fermarsi.Che voddì senza disciplina ? Che non segui più nessuno ? Che non impari dalle esperienze ? Quanta preparazione ci vuole per sentire un profumo ?Dipende : Se devi riconoscere l'odore del Chateau du Belin dell 89 sottometteri alla disciplina di un corso di somelier è necessario(e una scelta legittima per qualcuno :per magnàdevi faticà).Se tutte le volte che senti l'odor di violetta associ l'immagine della professoressa Pizzicotti, finchè non sarai libero (se è possibile)da questa associazione non starai sentendo l'odore di QUESTA violetta. Ohibò non siamo liberi in assoluto, ma solo relativamente (i condizionamenti condizionano).
    Dirigersi verso una spiaggia o veleggiare senza meta provando la stessa gioia è fondamentale,ma non sono la stessa cosa,sopratutto se nella spiaggiac'è qualcuno che vuoi o non vuoi incontrare...E veleggiare senza meta non ti fa capire sesei in grado di tenerela rotta, sfruttare i venti più favorevoli.Veleggiare senza meta: è questo il grande segreto per vivere felici ? Proverò a raccontarlo a mia moglie quando ritorno a casa senza la spesa.
    Un tuffo dove l'acqua è più blu a tutti

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  49. Vivere senza una meta non significa essere alla merce' della pigrizia ma piuttossto creare i presupposti per Lasciarsi Vivere. Il condizionamento sembra perpetuarsi attraverso l'uso della volonta' che attraverso il desiderio da' l'impressione di dirigersi verso qualcosa di piu' “ REALE” ma è proprio il proiettersi verso qualcosa la causa della sofferenza. L'Immobilità' sembra essere il fattore principale per permettere alla mente universale di manifestarsi. . Sembra che da questa parziale paralisi riaffiori la vera natura dell'essere umano.

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  50. La disciplina nella scelta incondizionata dell'esperienza, attraverso la liberazione dell'assenza dalla presenza quando la ragione della liberta' assoluta veleggia senza meta nell'immobilita' della mente universale di un maestro, proietta la reata' del dilemma della domanda se fermarsi o no davanti ad un colore del semaforo, rivelando la paralisi della vera natura dell'essere umano.
    Altre domande?

    Non basta solo saltar giu' dalla ruota,
    bisogna anche uscire dalla credenza,
    L'Oscemo

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  51. Certo che pure Nisargadatta è 'na palla...

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  52. Così solo per dovere di cronaca: Nisargadatta chiese un mantra ad un Maestro e recitandolo si ritrovò(non riesco a trovare un verbo con cui si possa tutti concordare... provateci per favore). Così la disciplina fu un mezzo per lui. La disciplina NON è il desiderio di raggiungere qualcosa di più reale, ma come un sapone per ripulire da tutto l'irreale. Anche solo l'andare a leggersi un libro è uno sforzo- Il mantenersi immobili è possibile solo dopo un gioioso allenamento, lo stato Naturale della mente è velato da credenza, poltrona e attaccapanni. Caro nessuno praticamente cosa non fai , cosa scegli ?

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  53. La Greater FellowshipLa Greater Fellowship è un "social site" composto al 99% da membri ed ex-membri della Fellowship of Friends. È ricco di forum, tra cui i gettonatissimi "Comprendere i metodi di Robert e ciò che ci è accaduto" e "Self Remembering?", informazioni, video, fotografie e messaggi personali. Conta allo stato attuale quasi mille membri (almeno un centinaio noi italiani), tra i quali troverai molti che hai conosciuto personalmente. La Greater Fellowship non è nè pro nè contro la Fellowship of Friends, ma è un modo per restare in contatto indipendentemente dal fatto che continui o no la propria membership. Se sei dentro, entrare nella GF è un atto di indipendenza che può allargare la gamma di informazioni a tua disposizione e darti migliori strumenti di valutazione. Se sei fuori, cosa aspetti a entrare? Se sei in dubbio, non ti preoccupare: togliersi dal sito della GF è facile quanto entrare, basta un clic. E, ovviamente, tutto questo è gratuito, non c'è alcuna membership da pagare.

    Entra nella Greater Fellowship

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  54. Il Non Fare è per me il totale rifiuto da una parte di un'azione oggettiva e dall'altra di un soggetto agente; il dualismo sorge perché l'agire tende a un risultato, alla realizzazione di uno scopo che si ha in mente. L'unica via per trascendere il dualismo del sé e dell'altro è di agire senza intenzionalità, senza l'attaccamento a un fine progettato. Svanisce allora quella frattura tra la mente che si prefigge una meta e il corpo utilizzato per ottenere quel risultato

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  55. Il trucco e' vecchio come il mondo, e cioe': far finta di niente:
    desiderare senza ambire,
    fare senza agire,
    prefiggersi senza proporsi,
    andare senza dirigersi,
    realizzare senza attuare,
    ed infine, ma anche all'inizio,
    ottenere senza raggiungere.

    Concludendo senza terminare,
    L'Oscemo.

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  56. Esatto caro Oscemo!! vecchio quanto il mondo e come tutte le cose vecchie poco appetibile. Meno male. Wu Wei

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  57. La redazione del National Geographic si e’ presa una vacanza dallo studio dello zoo-fof , e la briga di andarsi a vedere questa fantomatica figura dell’advaita Nisaragadatta.
    Per un istante abbiamo creduto/sperato che il video, tradotto qui di seguito, fosse tratto dal poco conosciuto film degli anni '70:
    “Er Maragià” con Alberto Sordi, invece si trattava proprio di Sri Nisaragadatta Maharaj in:
    “Io sono cio’ che sono” (grazie tante, quanto le devo?).

    La redazione chiede umilmente di perdonare e di non prendere personalmente i seguenti commenti (tra parentesi).

    N.: “La profonda conoscenza e’ realizzare lo stato antecedente al concepimento, e qualsiasi sia quello stato, quello stato eterno, rimanere in quello stato; cio’ e’ la cosa piu’ alta. “
    (Che cretini a non averci pensato prima, invece di passare anni a sforzarsi ad ascoltare fregnacce in una qualsiasi scuola pseudo-conscia, bastava tornare senza sforzo a qualsiasi cosa si o ci fosse prima di essere concepiti; facile, no? )
    “‘Parabrahma State’ ovvero stato assoluto. “
    (Anche qui, ritroviamo aggettivi qualificativi accrescitivi di ogni tipo. La semplicita’ dei termini in se' non e’ mai efficace, e mistico abbastanza per essere semplicemente creduto.)
    “Prima del concepimento, qualsiasi stato ci sia in quel momento, “
    (anche se e’ ovvio che lui sappia cos’e’, non ce lo vuole dire perche’ lo dobbiamo trovare da soli e farlo nostro, questo e’ chiaro)
    “quello e’ lo stato piu’ perfetto, naturale. “
    (chissà come lui faccia a saperlo, l’avra’ visto? Ci sarà stato? Stato?)
    “Prevarrà sempre, quando questa “beingness” ovvero “esseranza” o “esserità” arriverà a quello stato, prevarrà di nuovo, prevarrà sempre.” (come disse Verdone: “Perchè è il bene che vince, e il male che perde!)
    “Lo stato in cui eravate otto giorni prima del concepimento, o migliaia di anni prima di esso, qualsiasi sia quello stato, quello stato prevarrà sempre, sia che “l’esseranza” – io sono – sia lì, sia che “l’esseranza” – io sono – scompaia, quello è il vostro stato eterno.”
    (E’ cosi’ semplice, basta fare un biglietto di solo ritorno senza sforzo con destinazione: un mesetto prima del concepimento. I piu’ abbienti possono arrivare fino a qualche secolo prima, si sa le tariffe cambiano. Lo stato eterno e’ nostro e ci spetta, dobbiamo soltanto tornare a riprendercelo.)
    “Nel mio stato attuale di salute, non sono propenso a parlare molto, e tratterò soltanto di questi soggetti. Solo una persona rara capira’ a cosa sto mirando.”
    (sicuramente una persona rara la si puo’ trovare solo tra il pubblico che lo sta ascoltando con occhi stralunati.)
    “Se qualcuno fara’ domande triviali, non aspettatevi certo che io mi abbassi a quell livello… “
    (Cosa cavolo vi aspettavate da uno che si è preso il disturbo di recarsi a migliaia di anni prima del concepimento per carpirne lo stato, e tornare per raccontarcelo? Colui e’ un santo e va’ trattato come tale: innalzato in posizione irraggiungibile per dei poveri mortali come noi.)
    “… e spieghi ogni dettaglio cominciando da un livello da asilo infantile”
    (beh, veramente si’, sarebbe utile, altrimenti chi ci capisce niente?)

    Domanda: “Chi e’ entrato nella forma Mente-Corpo? Chi? Tu? Io?

    N. : “Adesso lo spazio e’ entrato nella stanza. In questa stanza c’e’ lo spazio. Perche’ lo spazio e’ entrato nella stanza?”
    (E chi lo sa? Veramente la domanda era un’altra, ma apprezziamo la vecchia strategia di rispondere ad una domanda, con un’altra domanda che non c’entra nulla.)

    D. : “Perche’? E come? Perchè e come lo spazio e’ entrato in questa stanza? Non c’era spazio, non c’era tempo.

    R. : Lo spazio e’ fuori e quindi lo spazio e’ anche qui…“
    (logico, no?)
    “… non c’e’ distinzione tra spazio interno ed esterno. E’ solo tutto spazio.”
    (e fin qui ci siamo.)
    “Quindi, dove si trova la domanda riguardo all’entrare e l’uscire?
    (Eh? Cosa? Come? Aoh!, ma che fai? Ci filosofeggi sotto il naso?)
    “E dove si trova la domanda del come e del perche’?”
    (ti scongiuriamo venerabile N., non ci lasciare sulle spine!)
    “E’ sempre spazio.”
    (Ahhhhhhh!!!)

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  58. La redazione del National Geographic desidera ringraziare per l'utile segnalazione riguardo all'ottimo materiale su un'altra mistica figura come tante altre in quanto tutte fondamentalmente uguali.

    Le idee espresse dalla redazione del National Geographic non rispecchiano necessariamente le opinioni dei proprietari di questo sito.

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  59. Caro Romano ed altri cercatori,
    mi sembra che abbiamo trovato il segreto della felicita'/liberazione!
    Dobbiamo solo scoprire quale mantra il maestro di Nisirgadatta gli abbia dato e dovremmo essere a posto per l'eternita'.
    Tra una posizione yoga, un mantra mattutino, una danza gurdjieffiana, una sequenza idiota, un geroglifico risolto, una meditazione tibetana e un cornetto con la panna, abbiamo sicuramente tutti gli ingredienti che ci occorrono.
    Certo richiede un po' di sforzo ricordarsi tutto, e l'ordine preciso con cui eseguire l'ardua routine degli esercizi, ma molti (chi?) prima di noi ci sono riusciti e non vedo perche' proprio noi dovremmo fallire!
    Forza e coraggio, dico io, alle moltitudini di ricercatori disillusi, una sola posizione in piu', od un mantra, un esercizio e potrebbe essere fatta!
    Non fermarsi mai e' la chiave....il prossimo esercizio potrebbe essere quello finale e risolutivo, o il prossimo libro, o il prossimo digiuno.....
    O no?

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  60. O mammamia,…. Ma dove siamo dopo usciti dalla credenza ?
    Cioè, fuori dalla credenza… Non essere più credente.

    Forse non credere più, può essere come dare per certo che dietro l’angolo c’è sempre una sorpresa, e può essere nulla come forse tanti qualcosa.
    Ma-la-filosofia-psicologia-teoria-sistema-religioso-politica-società-cultura-ecc., compreso la mamma e tutte le donne, spingono ad una conveniente credenza, perché credendo in qualcosa sembra comporti la possibilità di escludere tutto il resto, sempre che “Uno”, ci creda ve-eramenteeee…a niente.

    E poi il Batti-Cuore dove lo metti? Esiste o esisteva, il batti-cuore?
    Comunque a me piace e ne vado un poco alla ricerca, che per Uno è già qualcosa…

    Altrimenti mi posso affidare alle ultime pubblicità comparse nel blog … ma poi è sufficiente a cosa?
    Ecco! Ho trovato. Non credo all’insufficienza, all’incapacità, alla inadeguatezza.
    Agli inconsapevoli, agli insicuri e incoerenti, poi agli infelici e agli incerti, agli infami e a quelli inseriti, agli incidenti e agli inculati, non credo agli inganni, agli incompiuti, inconvenienti, insofferenti, insensibili, agli insuperabili e in raggiungibili, non credo insensato l’insostenibile ma è ininfluente all’infinito. L’insignificante input . Come l’intenzione si perde in kiakkere incomprensibili…
    Invero, non è vero.

    Un abbraccio a tutti gli In….

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  61. "Come l’intenzione si perde in kiakkere incomprensibili…"
    Non so quale fosse la tua Sauro,
    ma tu sei veramente le parole.
    (ti capisco)

    in.ternato, inco.sciente, inter.detto, indi.sposto,
    L'Inscemo

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  62. Carissimi, io tra le mie tante dannazioni devo essere anche moralista. Perchè, pur dilettandomi tantissimo qui e imparando ogni volta a non prendermi sul serio ( stare vicino alla non presenza dello svenerabile O Scemo mi precipita sempre in un buco nero:disquisire con Andrea e Sauro mi rammenta delle nostre passate reincarnazioni come Sofisti, Altre non meno implacabili lingue sferzano peggio di giudiziose baccate zen, mentre il versare il vuoto nel nulla è la più alta di forma di riconoscimento che il fondamento di tutto è il nulla),
    Ma mi domando se in un sito che fa della controinformazione sulla Fof( non toglietemi questa certezza per favore!) indicare OGNI percorso come LA TRAPPOLAalla fine non porti un po'di confusione.
    Mi spiego meglio: Robert Burton e Nisargadatta sono su due piani diversi. National Geografic usa la stessa forma di ironia aper destrutturare. Io credo che la manipolazione mentale, l'ego collettivo di un gruppo, le verifiche forzate e tutto quello che si è scoperto sui culti distruttivi sianosu un piano diverso su più opinabili visioni soggettive su cosa fare della propria vita. Di fatto nel forum sul cesap su Paoletti spesso alcuni non hanno trovato utile (al sito come controinformazione)il sarcasmo perenne di alcuni ex studenti , perchè contribuiva ad allontanare studentiancora dentro. Indubitabilmente (come si vede anche nello Sheik blog c'è bisogno anche di questo come percorso di guarigione.
    Cos^ vi lascio con questa pallosisima considerazione...

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  63. Caro Veronese,
    le persone che scrivono qua (od altrove), non lo fanno necessariamente (anzi..) per lo studente 'dentro'. Infatti non si puo' scrivere per lo studente dentro. E' sordo! Non per stupidita' ma per scelta.
    Per mantenere l'impalcatura della propria favola mentale (sforzo+comprensione=risveglio), lo studente, non importa di quale fede, non puo' ascoltare nulla che vada contro le regole che si e' imposto.
    Per cui che non c'e' proprio bisogno di preoccuparsi di costoro; se rimangono convinti di essere nel posto giusto a fare i giusti sforzi con i compagni giusti.... sono felici e contenti. Beati loro!
    Allora, per chi scriviamo? Boh?
    Forse per vedere che succede nella nostra testolina a confronto con gli altri, forse per divertimento e forse non importa avere una ragione precisa(per quanto questo ti disturbi, lo so).

    Una cosa a cui si punta spesso e che viene travisata (sempre), e' il fatto che quello che si discute non e' la fallacita' di un culto come la fof o gli arancini o ridicology; ma la fallacita' di credere in certe cose che di conseguenza ci portano a finire in posti assurdi per cercarle.
    Ossia, se si cerca un tesoro (che non esiste) la colpa non e' solo di chi organizza e garantisce la caccia al tesoro.
    Ma sto' tesoro che cos'e'?
    E qui si ricomincia con la solita solfa.....per cui basta riandare all'inizio di questo blog e rileggere tutti gli articoli per poi tornare qui, e poi tornare all'inizio...e arrivare di nuovo qui......

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  64. Caro Andrea,

    le tue riflessioni sono sempre molto intelligenti, argute e profonde. E' un vero piacere leggerle. Menomale che ci sei!

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  65. salve a tutti,

    non sono stato nella fellowship ma m'interessa il lavoro di Gurdjieff. Vorrei sapere cosa ne pensate del lavoro su di se. è possibile? è utile? ci sono scuole dove è possibile "lavorare"? se si quali?

    grazie anticipatamente

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  66. Per aiutare Andrea esprimere argute intelligenti e profonde riflessioni mi sottoporrò ancora una volta a far da spalla(ma voglio un po di gloria anch'io Toro seduto !). Andrea una volta hai detto (Ho le prove non negare...)"Che la più grande lezione (del dopo FOF)è stata di accettare totalmente il tipo di idiota che ero: La 4°via mi ha aiutato definitivamente a diventare quel tipo di idiota. Ora , ètempo di diventare un differente tipo di idiota con un linguaggio più semplice a, magari,una maniera meno egoista di guardare alle cose"

    Purtroppo credo tu non sappia che tipo di idiota eri e che tipo di idiota sei diventato se non ti metti a studiare la scienza dell'idiotismo... quadrato, tondo, a zig zag, senza speranza, compassionvole o ordinario ?

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  67. Il lavoro su di sè è senz'altro possibile, ed è un'idea che non va mitizzata molto. È qualcosa di abbastanza diffuso nell'umanità. La si pratica per cambiare certe cose di se stessi e raggiungere i propri scopi in vari campi: il successo professionale, l'arte, fare soldi, saper parlare in pubblico, saper vendere ecc. Queste cose qui, che probabilmente ti interessano meno, sono forme di lavoro su di sè.
    Quello che adesso ti interessa tanto è il lavoro su di sè come lo ha prospettato Gurdjieff. Il proposito di tale lavoro è quello di "svegliarsi". Nella Fellowship ho conosciuto tantissime persone che praticavano il "lavoro" al meglio delle loro possibilità, con grande passione. È un lavoro che porta a dei risultati di conoscenza “da un certo punto di vista” di se stessi, dell'umanità, del mondo. Ho visto le persone cambiare, con il lavoro, e non solo in meglio, ma anche in peggio. Ad alcuni il lavoro ha fatto malissimo.
    E poi: il lavoro porta al risveglio? Per quello che ho visto io, no. Siccome nessuno si risvegliava, e la cosa era visibile a tutti i membri, nella Fellowship si diceva che era una questione di vite: Potevi risvegliarti solo se eri nella tua nona vita. Tutti gli altri (e dico proprio tutti tranne Lui) dovevano portare pazienza e lavorare lo stesso senza ascoltare gli io (di buon senso) che si rendevano conto che la pratica del lavoro non funzionava al fine del risveglio. L'altra scusa, sempre ineccepibile, senza via d'uscita, era "che non avevi fatto abbastanza sforzi".
    L'unica persona che veniva considerata sveglia, il maestro, è in realtà uno che avrebbe bisogno di aiuto psichiatrico, ma che tale aiuto non lo avrà mai perchè prigioniero in un carcere che lui stesso ha costruito, e da cui non uscirà mai.
    Non so se altri, praticando in forme diverse la quarta via, siano "riuscite ad evadere". Non posso escluderlo, ma l'opinione che mi sono formato è che dividere l'attenzione e ricordare se stessi sia una ricetta inefficace per il risveglio.
    Comunque non mi sento di consigliarti di tenerti lontano dalle "scuole di quarta via", neanche dalla Fellowship. Per me è stata un'esperienza più positiva che negativa e sono contento di averla fatta. Le altre situazioni in cui si pratica la quarta via non le conosco da dentro, ma puzzano tutte, come la Fellowship, di setta. In effetti quello di Gurdjieff e Ouspensky, in mano a un cult leader, è un efficacissimo sistema per raggruppare e tenere prigionieri degli adepti.
    Oltre alla Fellowship (in cui la quarta via credo non si pratichi neanche più, a meno che non abbiano fatto marcia indietro) c'è il Paoletti. Di lui può dirti qualcosa Romano, e puoi avere informazioni sul sito del Cesap. Cercando su internet puoi trovare la http://ita.gurdjieff.es/ di Giovanni Maria Quinti, e altri gruppi e siti tra i quali uno, http://www.vivereilmiracoloso.com/, che è stato fatto da un ex della Fellowship of Friends. Non entrerei in nessuno di questi gruppi neanche se mi pagassero. L'unica situazione un po' più seria e meno cultista credo sia la cosiddetta Fondazione Gurdjieff. Ho un'amica che ne fa parte e se vuoi le chiedo il link. Ci si arriva per conoscenza (fa più esoterico e ci si sente più speciali e miracolati se l'hai trovata), praticano in maniera molto dogmatica tenendosi religiosamente stretti agli scritti e alle danze, ma in compenso sembra più libera (tende meno a intrappolarti "sennò la tua anima è dannata"), meno assatanata di soldi e con una struttura gerarchica meno verticistica. Magari mi sbaglio, ma mi sembra la situazione più seria per la pratica della quarta via.

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  68. Qualunque cosa farai, cerca di mantenere la tua ragione e il tuo buon senso. Non è facile non farsi influenzare quando si entra in un ambiente di riforma del pensiero. Quando cominci a sentire che l'appartenenza al gruppo è prevista vita natural durante, scappa. Non vogliono il tuo bene, vogliono intrappolarti. Se ti viene chiesto di chiudere i rapporti di amicizia con i non adepti, non farlo. La prospettiva della solitudine sarà un ulteriore vincolo per impedirti di uscire dalla setta. Bada anche agli aspetti della tua vita pratica. Non sacrificare il tuo lavoro e non abbandonare la tua famiglia per dedicarti al culto. Considera la tua partecipazione come qualcosa di temporaneo, non più di qualche anno, e poi esci, anche se ti dicono che quella lì è la vittoria del "nemico interno".
    Buona fortuna.

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  69. In un libro di Tart ho trovato un ottimo consiglio(Io l'ho seguito, ma ho sbagliato amicoperchè è entrato anche lui in scuola). Devi scrivere cosa vuoi, cosa pensi su alcune cose e fai un impegno con te stesso dopo un tempo (1 anno per esmpio)di uscire per un tempo(almeno tre mesi) dalla scuola e di guardare se sono cambiati motivazioni , valori ecc.E consegni questo ad un amico, meglio due e lo firmi col sangue( o gli dai un assegno posdatato coll'autorizzazione di farti rispettarel'impegno.)

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  70. "Vorrei sapere cosa ne pensate del lavoro su di se. è possibile?" No.
    "è utile?" Nemmeno. (vedi domanda 1)
    "ci sono scuole dove è possibile "lavorare"?" No. (vedi domande 1 e 2)

    Toglimi una curiosita', Perche' ti interessa il lavoro?

    Parere personale di un pover'Oscemo.

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  71. On G.

    G.I.Gurdjeff era senza dubbio un paraculo.
    Era perfettamente consapevole che i creduloni dei sui adepti si sarebbero bevuti qualsiasi fandonia qualora pronunciata dalle labbra del 'mago' in persona.
    Essendo un genio nel rigirarsi le cose a proprio vantaggio (vedi 4via), anche il fatto che "l'allievo che ostacolava tutto" aveva pienamente ragione e vedeva il sig. G. per quello che era, riusci' a convincere i suoi ingenui allievi a credere che quell'uomo, in quanto critico di G., fosse paragonabile all'incarnazione di tutto cio' che ostacola l'evoluzione.
    Intrigante, forse. Dritto, sicuramente.

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  72. Da vero orso ero entrato in letargo anticipato e volontario.
    Dimostrando enorme volonta', ossia pigrizia, mi ero rintanato nella mia caverna, rifornita, con grandi sforzi (per Romano cerchero' di usare questa parola il piu' possibile) di merendine e buoni libri.
    Pur sapendo di deludere gli amici che gia' prevedevano una lunga vacanza senza i miei preziosi consigli, ho deciso, per motivi a me sconosciuti, di gettare, ancora una volta, le famose perle ai porci.....

    Il mio scetticismo non crede, anche per benevolenza, che il caro anonimo 'ricercatore' sia vero.
    In parte spero che sia cosi' perche', se qualcuno e' veramente interessato in certe cose (spiritualita' con scappelata a destra), magari potrebbe fare lo sforzo di leggere quello che e' stato detto su questo blog.
    Allora, mi domando (ingenuamente), cosa ha letto? O non ha capito niente (e allora e'un buon candidato per il lavoro su di se'), o ha capito e fa il finto tonto (allora e' probabilmente uno studente a cui va levato il 'finto'); se c'e' una terza possibilita' mi sfugge....
    Scopro con stupore che il buon "Uno" (l'amico M?)e' veramente troppo tollerante e di ampie vedute.
    Io, purtroppo, non ho nessuna di queste qualita', un po' per l'interrotto letargo (sono quasi a stomaco vuoto)e un po' perche'manderei nella fof o in qualsiasi gruppo di scellerati della 4 via solo i miei peggiori nemici (se non fosse per il fatto che sono gia' tutti li').

    Suggerisco la lettura immediata, per chi pensa che ci siano cose positive da imparare o da fare in questi gruppi dei seguenti libri (anche solo per il fatto che potrebbe essere un modo migliore di passare il tempo che non cercare un maestro a cui dare i vostri soldi):"The guru Papers", "The God delusion", "the Awakening of intelligence"(potrebbe essere troppo tardi per qest'ultimo...). Tutto Bertrand Russell puo' essere d'aiuto, se non altro come fermacarte. Non metto gli autori perche' so che se la cosa e' troppo facile non viene apprezzata dai lavoratori su di se'. Per cui trovatevi gli autori cosi' potrete fare lo sforzino giornaliero. Basta usare quello che e' il vero Dio: Google.

    'Uno'dice che il lavoro su di se' e' cosa comune. La sola idea mi fa venire i crampi allo stomaco (pero' potrebbero essere le 22 merendine che ho mangiato), io, che sono uno e trino, a detta degli amici che mi vedono un po' in carne, dico che non solo non e' cosa comune, ma e' una malattia terribile. Non lascia un attimo di tregua, dallo sforzo adatto si passa al comportamento corretto, dall'ora della meditazione alla posa del cane mattutino.... la giornata diventa una sequela di cose che avremmo potuto fare meglio o di opportunita' perdute!!
    AAAAHHHH, mi verrebbe da urlare se non mi rovinasse la digestione ( troppo sforzo per la gola).
    Il Risveglio (essere mitologico e fantasmagorico) e' utile quanto la sabbia tra le dita nei piedi (segreto scoperto nella caverna).
    Grandi abbracci a uno e nessuno.
    Se non dovessi rispondere con prontezza alle eventuali lettere di congratulazioni....sapete cosa sto facendo.



    (james O'pazzo, che fai copi i messaggi del mitico J. Leopardi? non hai niente da dire di tuo?)

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  73. Sembra che questo voler essere speciali ad ogni costo sia uno dei componenti primari della nostra psiche. Ogni cosa che facciamo è colorata da questa forma pensiero. Il cosidetto lavoro su di se piu' delle volte ha la funzione di stimolare ulteriormente questo subdolo meccanismo. Sopratutto nei sistemi esoterici occidentali dove l'uso della volonta' viene enfatizzata. Volere diventare qualcosa diverso da quello che si E' non fa altro che perpetuare il meccanismo. Che fare allora? Rimanere immobili?

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  74. Secondo me il cosiddetto lavoro su di se e' un a grande illusione. E' come lavorare sulla mente con la mente , funziona molto meglio un bel massaggio, una giornata alla spa o una giornata al mare. Rilassarsi e' la cosa migliore e soprattutto non stare sempre a pensare a se' stessi...piu' si cerca di lavorare si di 'se', piu' si diventa ansiosi, egocentrici , nevrotici e pieni di aspettative, non e' vero che e' qualcosa di edificante o di superiore, al contrario. Specialmente organizzazioni come la fof ed altre simili, non fanno che esacerbare il 'problema'...ti fanno credere che tu stai lavorando su di te e stai migliorando..invece gli 'altri' quelli ' della vita', come vengono definiti rimangono sempre allo stesso punto...ebbene questa e' una grande bugia, che crea solo separazione e giudizio. Come diceva non ricordo chi 'se incontri qualcuno che ti dice di essere conscio o superiore...dattela a gambe, ma corri davvero veloce o senno' uccidilo'!!!!!State buoni...se potete!

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  75. “Lavoro su di sé” non è un termine esclusivo della quarta via. Ha un senso più ampio. Suggerisco l’idea che un certo livello di interesse e di attenzione per come si è e come si vuole diventare – in tanti campi che non c’entrano nulla con l’esoterismo – sia abbastanza diffuso nell’umanità, sia qualcosa di comune e naturale.
    Il lavoro su di sé è possibile? Certo che è possibile, perché no? Poi c’è da considerare che cosa intendeva con questa espressione Gurdjieff.
    Anche nell’accezione della quarta via, il “lavoro su di sé” è ai miei occhi una cosa possibile. Se uno vuole lo fa. Semmai chiediamoci a cosa porta, che utilità ha. Ma dire che il lavoro su di sé non esiste mi sembra come asserire che non esistono le nuvole.
    Non volevo invitare l’anonimo a entrare in una setta, ma mi ricordo l’irresistibile attrazione per la quarta via dopo aver letto i libri (come mi ricordo la tua, Andrea), e mi chiedo se avrei seguito un consiglio di non provarci nemmeno, a praticare la quarta via. Un simile consiglio mi sarebbe entrato da un orecchio e uscito dall’altro. E aggiungo che io sono sostanzialmente contento di averlo fatto, seppure in quella messinscena che è la Fellowship. Perché per me, da una parte c’è la Fof, le sette, i meccanismi settari, e dall’altra la quarta via che è discutibile per tanti aspetti ma ha anche delle cose di valore. Non è tutta merda.
    Sul paraculismo di Gurdjieff sono d’accordo. Sotto molti aspetti, un manipolatore e un ingannatore. Non per questo TUTTO quello che ha detto deve essere catalogato sotto la voce manipolazione-inganno-falsità.
    Forse due giorni fa ho un po’ esagerato, dando l’impressione di fare pubblicità ai gruppi, alle sette. Sono tollerante e di larghe vedute, non per scelta ma perché non posso farne a meno, sono fatto così. Se tra i miei troppi distinguo mi si intende un po’ dozzinalmente, pazienza. Voglio comunque dire ciò che penso.
    Un grande abbraccio a tutti.

    “Perchè ti interessa il lavoro” è una bella domanda.

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  76. “... Ma dire che il lavoro su di sé non esiste mi sembra come asserire che non esistono le nuvole.”

    Eh?
    Le nuvole si vedono, esistono, ma il "lavoro su di se'"?
    Si puo’ imparare a volare se si segue il metodo giusto?
    Quanto fa due nuvole meno tre arance?

    Se un ritardatario incallito cerca di arrivare in orario, si puo’ allora considerare che stia lavorando su di se’? A che livello?
    Smettere di fumare, oltre che fisicamente e finanziariamente, e’ forse anche segno di evoluzione spirituale?
    Cambiare abitudini e’ considerato evolvere?
    Lo so, lo so, il “lavoro su di se’” e’ molto, ma molto di piu’.
    E' una cosa speciale, specialmente formulato per persone speciali.
    La chimera del “lavoro su di se’” va oltre il tangibile tanto che nessuno sa veramente cosa sia, e di cosa si stia parlando. Ognuno ha la sua idea, la sua misura che calza a pennello, proprio come il personale amico immaginario, ma per ognuno cio’ e’ talmente reale da poterci mettere la mano sul fuoco. Tutta questa velleita’ “quartaviosa” (e non solo) di poter vivere e cambiare nel momento presente… il momento presente non esiste. Esiste l’esperienza del vissuto che si affaccia sull’abisso del non-ancora-vissuto… paura, eh?
    E' forse meglio immaginare un punto in cui e’ possibile sottrarsi all’insoddisfazione, all’infelicita’, alle leggi terrene, addirittura alla morte, e poterlo slargare e prolungare per viverci, e passare il resto della propira vita, perche’ il resto non e’ vita? ...Questo si che fa paura.

    “Che fare allora? Rimanere immobili?”
    Si pensa sempre nello stesso modo, e' questo il labirinto da cui e’ difficile uscire.

    La vita e’ fondamentalmente semplice. Cosa manca veramente alla nostra vita per cui preferiamo sognarne una diversa?
    “Il lavoro su di sé è possibile?” Perche’?
    Dopo tutti questi anni il “lavoro su di me’” mi ha finalmente rivelato la sua propria superflua natura.
    Non e’ tanto il cercare di rispondere alla domanda se il “lavoro su di se’” esista o no, se sia possibile o no, se sia utile o meno, quanto il fatto stesso di porsi tale domanda. Cercare una risposta costringe a vagare senza fine sullo stesso piano fittizio della domanda.

    Esiste tuttavia la possibilita’ di poter cambiare modo di pensare.
    (ma che ho appena detto che e’ possibile un cambiamento?
    ... Ma porca vacca!)

    “Il lavoro su di sé è possibile?” Ma perche’?

    Un po’ arrugginito
    L’Oscemo.

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  77. Il lavoro su di sé è possibile?

    Non attraverso un atto volitivo. Non attraverso una metodologia prestabilita. Per quello che mi è concesso capire questa benedetta“liberazione” puo' avvenire solo se si cessa di cercare e ci si arrende totalmente alla vita. Personalmente per alleviare le ansieta' che la vita
    spesso ci presenta, adotto una semplice posizione seduta e la mantengo per diverso tempo cercando di limitare qualsiasi movimento. Attraverso questo semplice espediente sembra possibile una maggior arrendevolezza. Ognuno pero' deve trovarsi da solo la soluzione ad accettare quella che ad un certo punto nella vita dell'essere umano sembra essere la lunga notte dell'anima. L.

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  78. L’unica liberazione possiblile e’ quella dal cercare.

    Riguardo alla meditazione, anche se l’immobile isolamento dal mondo esterno costituisce certamente una forma di resa (meglio fuga?), fermi e inermi a quella maniera sembra un invito per continuare a ricevere mazzate.
    Aoh!… ma se funziona…

    La lunga notte dell’anima… Dario Argento?

    Arreso senza vacanze
    L’Oscemo

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  79. Penso che la definizione di "Lavoro su di se'" sia necessaria se ne vogliamo parlare come cosa che accade comunemente.
    Nel Quarto Vicolo e' intesa come una parte della 'macchina' che ne osserva un'altra. Il famoso osservatore che osserva il resto di se' stesso fare e dire cose nel 'sonno'.
    Questo sdoppiamente e' portato avanti con esercizi e sforzi fino a che non si crei il famoso corpo astrale (anche se viene detto che questo sia gia' completo, comunque o lo si raggiunge di nuovo o lo si crea, non e' importante). La cosa impotante e' che questo benedetto (maledetto) osservatore rompa le palle a piu' non posso (non solo il nostro, ma anche quello degli altri), cosicche', alla fine, stanchi del tormento subito, ci risveglieremo! Raggiunto questo stadio (che alcuni definiscono schizofrenia), saremo felici, solidi di fronte agli eventi, probabilmente potremo aprire il nostro gruppo personale e continuare ad illudere noi stessi e gli altri nel nome del "lavoro su di se'".

    Per vedere se questo Lavoro accade normalmente, nel senso che le persone sembrano imparare le cose anche senza le Scuole, e dire che sia la stessa cosa della 4th way, bisogna prima che si osservi se esiste lo sdoppiamento della vista o meno (chiamata anche attenzione divisa).
    Se questo non avviene, allora la persona sta semplicemente utilizzando i propri attributi naturali (intelligenza e senso dell'umorismo)per imparare dalle proprie esperienze e diventare una persona decente.
    Per fortuna non sono in tanti ad essersi torturati in gruppi e scuole di tutti i tipi, per cui ci sono ancora persone normali in giro (scherzo, non e' vero che ci sono persone normali....)


    p.s. Nessuno dice che non si puo' raggiungere la liberazione con un atto volitivo (ottima idea), pero'poi, quando puo' si siede e cerca di non fare nulla.... sembra una contraddizione

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  80. …....quando puo' si siede e cerca di non fare nulla.... sembra una contraddizione, ma non lo è se l'atto del sedersi è diventato un bisogno fisiologico. L.

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  81. C'è un momento, ma non è ora ,che l'eterno presente faccia l'appello.
    l'appello non l'ho fa il bidello, quello solo suona il campanello.
    Il maestro è assente, il supplente vuole presto l'intervallo.
    che faccia ha l'eterno presente a non essere mai presente: di bronzo, di bonzo o di sbronzo ?
    è ora,ma non c'è un momento. Io suono. Non sono io.

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  82. Usando “scala e relatività”, (che tutti qua naturalmente sanno cos’è).
    Ridico: è possibile il lavoro su di sé?
    ( è possibile darsi una martellata sulle…. Dita?)
    Se prendo in mano il libro di un “sistema” è possibile che ci lavori su.
    (se prendo in mano un martello e picchio forte su un chiodo è possibile che “sbagliando” colpisca un….dito.)
    Cambia la vita? Si evolve? (Si !)
    ( sono certo che a causa di una martellata su un solo dito mi sia saltata una certa vicenda galante)
    Sono certo che l’esperienza di un sistema studiato, subito, vissuto, abbia influito sulle vicende attuali…
    (dopo tutto, in ogni modo, quel chiodo l’ho piantato…)

    Quale sia il risultato, mi pare sia vero che solo i Santi lo sanno, ma da come ho sentito Loro sono “come già morti”.
    Mentre nemmeno i profeti possono essere certi delle vicende..
    (insomma i profeti parlano bene ma non è detto razzolino altrettanto)
    Ma il Superbo tratta il vanitoso da inferiore…(e il vanitoso, sa che può addirittura migliorare se lavora…)
    E per fare il Superbo ( Super-Bo ), direi potendo:
    Ora, ma già da un po’, sono certo d’esser conscio. So addirittura quello che mi piace e quello che no. Se mi fa bene o male, se è uguale o se cambia qualcosa, se è per lo spirito o per il corpo, se è vero che arriva qua un Anonimo a chiedere consigli sul lavoro.

    Ad ogni modo lo scrivere e leggere in loco è una sorta di lavoro dove mi prendo la libertà di soprassedere al risultato (lo scopo).
    Mi da piacere cerebrale-emotivo-fisiologico-evocativo-ispirativo-risolutivo, commerciare con Voi…

    dove manderei gli abbracci? Altrimenti

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  83. anonimo del 20 giugno se sei vero batti un colpo che ho lavorato per te.
    anonimo del 20 giugno se sei falso ...
    ...
    però sono proprio un ingenuo...
    e mi tocca far sembrare intelligente Andrea...

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  84. Sto pensando in questi giorni alla forza della nostra fede (purtroppo).
    Sicuramente, anche prima di arrivare a Gurdjieff, credevamo (plurale maiestatis) che fosse possibile cambiare la situazione in cui ci trovavamo.
    Abbiamo creduto (con tutte le forze) che Gurdjieff fosse la strada verso la liberazione (ovviamente anche questa una fede in se' stessa).
    Poi abbiamo creduto (diventa sempre piu' assurdo) che Bobolino potesse insegnare la stessa cosa di cui avevamo creduto capace G.
    Il tutto credendo di aver fatto di tutto per verificare quello in cui credevamo!

    Alla base dell'infinita serie di errori, la fede (cieca) di poter diventare qualcosa di diverso da quello che siamo.
    Scoprire da dove questa fede venga e perche' sia cosi' radicata e' il mio ultimo passatempo.
    Una certa fede e' dietro a quasi tutti i movimenti (politici o religiosi).
    In pratica siamo vittime di quello in cui crediamo!
    Ciao

    RispondiElimina
  85. Da Severino:
    "La condizione fondamentale che rende possibile cio' che la "nostra cultura" intende come produzione e distruzione delle cose (e quindi anche dell'uomo) e' che le cose siano pensate come tempo, divenire, uscire e ritornare nel niente. Per dominare le cose e' necessario che esse siano sciolte da ogni legame, disponibili all'essere e al niente."

    "Se al di fuori del pensiero che guida la storia dell'Occidente, dovesse venir riconosciuta la Necessita' che tutte le cose stiano eternamente presso di se', sarebbe allora riconosciuta che la volonta' di potenza e' alienazione; e apparirebbe che la forma originaria dell'alienazione e' la volonta' che le cose siano nel tempo, siano tempo - una volonta' che e' presente e una volonta'che al tempo contrappone l'eternita' di dio, e nella volonta' della tecnica che ormai domina su tutti i vecchi dei dell'Occidente."

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  86. consapevole666
    ho scoperto con sorpresa e con piacere dell'esistenza di questo blog. prima di
    entrarvi ho passato un bel po' di tempo
    a leggere post nuovi e vecchi. ho lasciato
    anche io da parecchio e in questi anni mi sono fatto tante domande senza mai avere la possibilita' di condividerle con qualcuno
    che avesse condiviso la mia stessa esperienza.
    comincio col dire che 6 mesi dopo aver abbandonato la scuola ero in cura da uno psicanalista perche' cercavo aiuto che non riuscivo a trovare. sono passati 6 anni e sono
    ancora in cura dallo stesso psicanalista e non mi sembra di fare grandi passi avanti (a qualcuno potrebbe venire voglia di suggerirmi di cambiare analista e forse avrebbe ragione). fra tanti post di ex studenti disadattati come me
    non ho mai trovato riferimento ad analisi come
    aiuto per uscire da una situazione incresciosa.
    mi sorprende che ci abbia fatto ricirso solo io.
    gradirei qualche punto di vista al riguardo
    grazie e saluti
    consapevole666

    RispondiElimina
  87. Caro consapevole666,

    Conosco anche qualche altro che ha fatto ricorso alla psicanalisi per superare il dopo-FoF. È una scelta legittima e in alcuni casi anche necessaria. Tuttavia, ne conosco-evo molti di più nella FoF che vi facevano ricorso (per superare l’essere nella FoF?) ed è nota l'esistenza di tanti studenti psicanalisti che fanno tanti bei soldini con quest’attività ... persone di cui si potrebbe davvero discutere la professionalità ...
    Quanto a te, magari ne hai veramente bisogno se vai avanti da così tanto tempo ... (ma non sei il solito studente ...?) Una spesa non indifferente davvero.
    Quanto all’essere “disadattati”, personalmente ti ringrazio dell’attenzione, ma posso dirti con tutta franchezza che il tempo del disadattatamento e delle “situazioni incresciose” (l’appartenenza a una setta) fortunamente, almeno per me, è finito da oltre due anni e mi sono finalmente ripresa la mia vita e la mia mente. Con grande gioia e successo.
    Non abbiate paura di uscire dalla Fellowship of Friends.

    Buona fortuna

    RispondiElimina
  88. Dal Manuale di Epitteto:

    NON CERCARE DI ESSERE DIVERSO DA QUELLO CHE SEI
    Se comincerai a fare una parte che non é attinente alla tua natura per prima cosa non vi riuscirai bene, e di poi avrai lasciato indietro ciò che avresti potuto sostenere con bravura.

    LA LIBERTA’ CONSISTE NEL FARE CIO’ CHE E’ NECESSARIO
    Non devi cercare che le cose vadano a modo tuo, ma volere che vadano così come vanno, e ciò sarà bene.

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  89. Tanti anni nella quarta via(tutt'oraanche se lupo sciolto!) devono aver alterato irremediabilmente la mia capacità di capire.
    Domando allora: C'è qualcosa che potrei sostenere con bravura e per vivere libero è necessario che lo faccia ?
    me ne devo infischiare di come vanno le cose e non devo fare cose non attinenti alla mia natura e la verifica è che queste mi vengono come soufle sgonfiati.
    Ma come faccio a scoprire la mia vera natura ? Non è che se mi scoraggio al primo souflle sgonfio mi perdo l'opportunitaà di scoprire che sono uno chef ?
    Poi va bene accettare chele cose non possono essereche come sono, ma impegnarsi non rientrerà mica nel cercare di fare le cose a modo mio ,spero. A me i soufle piacciono gonfi.

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  90. Questo lo avrei scritto comunque, ma sembra quasi rispondere a Romano (se questo fosse mai possibile....un po' come il farmi apparire intelligente!).

    Dal libro "la Strada" di E. Severino(qui sta parlando di Jung e un suo commento al libro il Fiore d'Oro):
    "...Il suo segreto consiste nell'esercizio della meditazione che consente d'imboccare la via dove la coscienza (lo stato di separazione dell'individuo) si ricongiunge all'inconscio da cui essa e' separata. Bisogna cercare la via dove si ridiventa 'nirdvanda', il Se' che e' "libero dai contrari".
    "Di questa via", osserva Jung "tratta il nostro testo, e di questa via si tratta anche con i miei pazienti."

    Ma che cosa devono compiere gli uomini in quell'esercizio di meditazione, per uscire dal conflitto che li distrugge?(il suffle'?ndr.)
    "Per quanto ho potuto veder io" risponde jung" non hanno fatto proprio nulla [wu wei], ma hanno lasciato accadere." "Wu wei" e' l'antichissima formula di Lao Tzu; "l'azone della non azione." Non costruire progetti che pretendono di dominare gli eventi, ma "essere psichicamente in grado di lasciarli accadere."

    Jung, qui s'imbatte nella stesa antimonia di fondo del taoismo: l'esercizio e' l'opposto del lasciar accadere. L'esercitarsi a lasciar accadere e' un circolo quadrato: l'esercitarsi affinche' si dissolva ogni eercizio. (Anche Heidegger, che discute i rapporti tra il Tao e 'l'essere' per coglierne le possibili consonanze, continua a parlare dell'"esercizio" al quale deve sottoporsi il "pensiero dell'essere".)
    In questa incapacita' di sottrarsi all'esercizio" consiste la profonda solidarieta' tra l'Occidente e l'Oriente.

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  91. risposta copiata pari pari dal più profondo libro di Taismo del Mondo:Il tè di Porcelletto
    kong zi si imbattè in un gobbo(da quil'espressione colpo gobbo!(ndr))che acchiappava le cicale al volo con un bastone." -Che abilità_disse kong zi- ditemi ,signore che metodoseguite ?-
    E qui il gobbo spiega il suo metodo (esercitarsi a tenere in equilibrio sempre più palline sul bastone).Quando sono riuscito a tenere 5 palline in equilibrio acchiappavo le cicale senza alcuno Sforzo.
    Questo è Chuang tzu.
    I soufle e le cicale(si mangiano)non sono il conflitto che si distrugge.
    Wu wei significa mi faccio i fatti miei.Krisna dice ad arjuna di agire ma di essere libero dall'attaccamentoai frutti dell'azione.
    Non cerchi il self remember:
    cerchi di ricordarti se hai fatto la spesa e se hai fatto i soldi per comperare

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  92. Non combattere la mente
    Lascia che la mente sia presente, non combatterla. Non cercare di fermarla, nè di controllarla. Osserva la sua natura...la mente sorge e si dissolve, cambia continuamente nei suoi contenuti. Lottare la mente è solo un'altra attività della mente stessa, è il modo sottile in cui essa si mantiene, alimentando l'attenzione su di sè. Ciò che cerchi è pace, ma la pace è già presente. Pace è ciò che osserva il conflitto, la ricerca. Semplicemente lascia che la ricerca sia presente, e in questo lasciare andare lo sfondo si renderà più evidente. E' l'ossessione con la mente e il tentativo di dissolverla che dà sempre più attenzione alla mente stessa. Lo sfondo della mente è quindi completamente ignorato, mentre esso è proprio ciò che si va cercando, ovvero quell'assenza, quella quiete in cui la mente si manifesta. Ecco il malinteso, la pace non arriva alla fine del conflitto, bensì è ciò in cui conflitto si mostra, la pace è presente prima, durante e dopo il conflitto, non come risultato di un dibattito mentale bensì come vuoto contenitore della mente.
    Lascia quindi che la mente si mostri. In questa attitudine di lasciare andare diverrai familiare con il semplice essere, senza intervenire, senza manipolare. Pian piano questa familiarità lascerà spazio al riconoscimento che tu sei lo sfondo, tu sei il contenitore, tu sei quella pace che andavi cercando, come se essa fosse separata da te.

    Shaktii

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  93. hmmmmm....
    non per fare il rompipalle (purtroppo non ho scelta), ma quale parte e' separata dalla mente e non deve ne' fermarla ne' controllarla?
    Se si ammette che qualcosa sia separato da essa (sia per fare qualcosa che per non fare niente) il patatrac e' gia' successo; siamo divisi, da una parte la mente, che per quanto ribelle, lasciamo stare, e dall'altra noi (chi?) che, sommamente rilassati la guardiamo con benevolenza e magnanimita'!

    Non c'e' nulla di separato dalla mente che la osservi, che non sia un'altra parte della mente. E come fa una parte di se' stessa ad osservare se' stessa? Non vorremo mica tornare alla 'infame' divisione dei centri?
    ( O forse, ancora peggio, e' l'anima che osserva?)

    Anche che la pace sia prima, durante e dopo il conflitto e' un concetto strano. Considera il tempo come reale (prima/dopo/durante), il che crea conflitto in se'. L'idea del divenire stessa e' un conflitto.
    Cosi' come la distinzione con il dibattito mentale (negativo, sembrerebbe) ed il vuoto (positivo) e' un'altro conflitto mascherato da superamento del conflitto.
    O no?

    Evidentemente non sto evolvendo....sono sempre lo stesso!

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  94. PARTE 1

    L’incomprensibile unicità
    Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini

    Non c’è né me né voi, niente ricercatore, niente illuminazione né discepolo né guru.
    Non c’è meglio o peggio, non via o scopo e niente che debba essere compiuto.
    Tutto ciò che appare è sorgente. Tutto ciò che apparentemente si manifesta in questo sogno ipnotico di separazione, il mondo, lo svolgersi di una via, la ricerca d’un sé interiore, è l’uno che appare come due, il niente che appare come il tutto, l’assoluto che appare come il particolare.

    Non c’è alcuna intelligenza separata che tesse i destini, nessuna scelta.

    E’ il meraviglioso mistero.
    .
    L’idea che l’apparente individuo separato può scegliere di fare uno sforzo per arrivare a qualcosa chiamato non dualismo con l’esercizio, le tecniche, la purificazione, la comprensione o qualsiasi cosa che possa essere insegnato o appreso, sembra molto diffuso.
    Il tipo d’insegnamento che si basa su uno sforzo personale è un insegnamento alienante semplicemente perché rinforza l’idea del saggio, ricercatore e del ricercato. L’idea stessa che vi siano approcci diversi dall’ Advaita viene da un’ignoranza fondamentale della sua essenza… Come sarebbe possibile avvicinarsi direttamente o indirettamente a ciò che già c’è? Chi farà questo approccio e chi è avvicinato?
    Qual è dunque la differenza fondamentale tra una percezione personale e una impersonale? Il termine Advaita significa non due. Esprime presso a poco la percezione che tutto ed ogni cosa non sono che uno e che non c’è niente altro che questo.
    Quando questo è chiaramente visto da “nessuno”, questo rivela chiaramente che la nozione di soggetto e oggetto non è che un semplice concetto illusorio dentro il sogno ipnotico dell’illusione.
    Di conseguenza l’idea secondo la quale un apparente individuo separato (soggetto) può aspirare all’illuminazione (oggetto) perde ogni fondamento. Diventa altrettanto chiaro che ogni pratica o sforzo per seguire una via, che conduce verso uno scopo futuro vanificano il senso della ricerca personale e costituiscono una diretta negazione dell’unicità eterna.
    Ogni idea che presuppone la possibilità che pratiche dualiste possano condurre l’apparente ricercatore a una percezione non duale è come quella che pretende che con uno sforzo sufficiente e con forte determinazione un cieco possa imparare a vedere. “Le dottrine, processi e vie progressive alla ricerca dell’illuminazione, non fanno che esacerbare il problema rinforzando l’idea che il sé apparente possa trovare una cosa che presume di avere perduto E’ proprio questo sforzo, questo investimento nell’identità del sé, che ricrea continuamente l’illusione della separazione dall’uno. E’ il velo dell’esistenza , a cui crediamo fermamente, il sogno dell’individualità.

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  95. PARTE 2

    Da tutti i numerosi risvegli che mi sono stati descritti risulta chiaramente che una delle prime realizzazioni è che nessuno si risveglia
    Tuttavia, vediamo che la maggioranza degli insegnamenti, tradizionali o contemporanei, si rivolgono sempre a un apparente ricercatore separato (soggetto) e raccomandano, allo scopo di arrivare all’illuminazione (oggetto), di purificarsi, di coltivare la comprensione, di far tacere la mente e l’ego, d’abbandonarsi, d’essere onesti, di dedicarsi a una ricerca sincera, di dedicarsi alle terapie, di non fare niente, d’essere qui e ora e così di seguito… e idee sono così confuse e complicate come la mente da cui emanano.
    Queste raccomandazioni vengono dalla credenza che l’ “illuminazione” del “maestro” è stata raggiunta e ottenuta con l’esercizio, lo sforzo, l’accettazione o l’abbandono, che può essere insegnato agli altri .

    Evidentemente, non può esserci nulla di male nella ricerca sincera, nella meditazione e nella ricerca di sé e così via. Non è né più né meno di ciò che è. Ma chi è dunque quello che sceglie di fare lo sforzo? Dove conduce lo sforzo dell’apparente cercatore? Dove va a parare se non è che unicità? Se non è un individuo separato, non c’è volizione. Di conseguenza, come potrebbe un’illusione dissiparsi da sola?
    Il concetto d’illuminazione personale appare alla mente che si fabbrica una struttura del tutto inventata, costituita da un io spirituale, o preteso sè superiore che ha adottato o è stato sedotto da tutto un insieme d’ideali professati. Come, per esempio, la necessità della purificazione di sé che, crede, va a finire nella ricompensa dell’illuminazione... si applica perciò a domare il cosiddetto sé inferiore per costringerlo ad azioni che appaiono a quest’ ultimo come contrarie alla sua natura. Ecco l’origine della lotta, della confusione e di senso d’insufficienza e di disincanto che abbondano nella ricerca spirituale. E’ anche la ragione principale per la quale, fino a recentemente, l'apparente liberazione sembrava essere rara. Ma quando la liberazione apparentemente arriva, sembra non esserci nessuna differenza tra l’ addormentamento e il risveglio. Quando questo è realizzato, e lo preciso ancora, da nessuno, allora tutto l’edificio gerarchico di maestri, insegnanti di allievi e discepoli, molto semplicemente si dilegua.
    Non c’è che quello che è, così com’è.
    Ciò che è più desiderate e temete è l’assenza… l’assenza del me che si sente separato. In quell’assenza sorge un’altra possibilità, assolutamente a monte ad ogni idea di comprensione, d’insegnamento, di divenire, di destino, di karma e di compimento personale; appare che in quell’ assenza c’è una grande disponibilità a capire quel messaggio raro, semplice e incredibile. Sarà sentito o no. Ed è tutto quello che è.

    :

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  96. Si parla di due cose qui. (grazie Al Pacino per il materiale).
    Una riguarda il risveglio e le varie dottrine, e non c'e' nulla da eccepire (almeno per me).
    L'altra riguarda il fatto che non ci sia differenza tra gli oggetti, siamo un tutto unico.
    Qui eccepisco (-e te pareva- dira' la cara Alpacina)!

    Se siamo tutti Uno, ma comunque siamo qualcosa, che sia un ente o molti, siamo qualcosa. Se siamo qualcosa non siamo niente. Per cui gia' esiste una distinzione tra L'uno (o i molti) ed il niente. Se invece si vuole dire che il tutto include anche il niente, allora vuol dire che al tempo stesso il tutto e' e non e'.
    Questo non e' possibile. Se invece si vuole dire che il nulla non esiste, questo e' un altro discorso, e forse dovrebbe essere approfondito.

    Il fatto che non ci siano differenze mi lascia perplesso (sono quindi sia Aristotele, un elefante-lo so, lo so- un marziano e la mia fidanzata?).
    Questo non so proprio come si faccia ad affermarlo, e se qualcuno me lo dice gli mollo un gran ceffone e vediamo se mi dice qualcosa perche' io gli dico che lo schiaffo se l'e' dato da solo!
    Buona notte a tutti (o a uno solo)

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  97. Il tutto e il niente sono la stessa cosa, perche' il tutto e' e non e' nello stesso tempo. Come la materia vista dagli scienziati che hanno analizzato la natura del quark , la particella di materia piu' piccola, hanno visto che al microscopio questa particella e' e non e' allo stesso tempo.Come te per esempio sei e non sei un rompipa....allo atesso tempo!! eheheheheh

    By the way....Non so cosa sto dicendo....as usual, le parole escono involontariamente eheheheheeh

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  98. ERIC BARET:

    In tutte le arti tradizionali, dalla cerimonia del tè alle arti del combattimento, la nozione di sforzo, di lasciar andare non esiste che nelle fasi preliminari ed esteriori, per calmare un mentale e portare un illusorio senso di sicurezza. Questi balbettamenti esoterici, che sembrano al nostro occidente summe filosofiche, devono essere abbandonate nella comprensione improvvisa. Rapidamente, i passaggi romantici come lo sviluppo del "controllo" della "forza" o della "concentrazione " progressione falsamente rassicurante, appariranno ostacoli anche a ciò che è appena avvertito.
    Anche le pratiche come il tiro all'arco giapponese, dove la tecnica sembra appoggiarsi sul lasciar andare, non sono espressioni, in questo modo, che all'inizio dell'apprendimento.
    In effetti questa filosofia contiene ancora l'illusione di una entità indipendente. Non c'è nessuno per lasciar andare.
    Acquisito chiaramente questo, la pratica si rivela allora sotto tutt'altro aspetto; non è più là per portare o favorire questo lasciar andare , ma diventa espressione di una visione metafisica: che la freccia parta da sola e si pianti nel cuore del centro o che l'arciere sia incapace di afferrare l'arco, tutto questo appare nella vita profonda senza gerarchia né compimento. L'evidenza di un movimento di yoga, di una posizione in un'arte marziale o di un gesto di danza necessita, per il suo compimento luminoso, una totale assenza d'intenzione. Nessun andare, niente posto per un compimento personale, unicamente la celebrazione di ciò che è.
    Nella nostra società, le tendenze allo sforzo e al lavoro personale sono sempre più valorizzate. La scuola condivide questa responsabilità con le istituzioni politiche e l'immaginario familiare. Tutti partecipano a questa disinformazione evidente della realtà. Si insegna ai bambini a diventare, a vincere, a realizzarsi, si valorizza lo sforzo personale. I giochi olimpici, o l'arte di sfruttare, per ragioni nazionalistiche, fino alla distruzione discreta ma certa della corporeità degli atleti, sono un meraviglioso simbolo di questa tendenza.
    Una società equilibrata non metterebbe l'accento su quello che il bambino dovrebbe essere o dovrebbe diventare, ma su quello che è. Sarebbe all'ascolto delle sue capacità e non di quelle che dovrebbe avere. Da questo ascolto deriverebbe una educazione funzionale. Per delle ragioni elettorali, le nostre società democratiche hanno bisogno di creare delle masse facilmente manipolabili. Esse non possono sicuramente sopportare l'idea di un ascolto interiore, funzionale, che creerebbe esseri liberi da orientamento politico, pronti ad ascoltare veramente le situazioni e ad agire nella direzione della realtà e non in una direzione ideologica.
    Tutte queste nozioni di sforzo, d'intenzione, sono le tristi caricature del nostro mondo moderno. E' verosimile che nei decenni a venire, per delle ragioni di mercato, questo movimento che mette l'uomo al centro della vita e non la vita al centro dell'uomo, come insegna la scienza sacra, sarà sempre più sviluppato attraverso la medicina, la biologia, la psicologia e le altre espressioni del mondo capitalista.
    Più una società rende stupidi i suoi membri più afferma di esaltare la libertà personale.

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  99. Andrea,

    " se siamo qualcosa, non siamo niente"

    La teoria va cosi':
    C'è 'La Vita" (il vedere come capacità stessa) e c'è "vissuto"(il contenuto del vedere). Due cose diverse, si propone educatamente, con vari dettagli per illustrare....
    Chi sono?
    Questo è il "New game in town" !

    Se rispondo Graziella: sono l'esperienza ed è certo che l'effetto di un tuo ceffone è esperienza !
    Se rispondo "il vedere", sono "lo spazio" (il vuoto) da cui tutto emerge.

    Da notare: ne "il vedere" ne il suo contenuto "il visto", scompariranno a seconda della risposta.

    Cosa cambierà ?

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  100. Bei commenti.
    Si basano tutti sulla stessa filosofia (a parte l'idea che il Tutto ed il Nulla siano la stessa cosa che, o non vuol dire nulla o e' un'ovvia contraddizione. Non si puo' essere e non essere al tempo stesso! senno' non possiamo piu' parlare, non esistiamo!).

    La filosofia che esista il nulla da cui veniamo e da cui torniamo, secondo E. Severino (e mi trovo d'accordo, almeno fino a che lo capisco) e' una fede.
    La fede che tutto venga da qualcosa (ossia il vuoto o nulla) e da li' ritorni.
    Questa separazione comincia con i greci, viene continuata dal cristianesimo (veniamo da Dio ecc..) ed e' ormai la base di qualsiasi pensiero (anche quello scientifico).
    Quando vedo teorie che parlano del vuoto, o del tutto che e' anche il nulla, o il wu wei (che e' proprio questo), penso subito alla fede del divenire che c'e' dietro.

    Che poi wu wei sembri un metodo piu' dolce e rilassato di avere dominio sulle cose del mondo e' indubbio, ma sempre un modo per dominare e' (vedi Lao-Tzu, il morbido vince sul duro).

    Tra l'altro se uno cambia le parole 'il tutto e' il nulla' con 'Dio' siamo in pieno monoteismo ed abbiamo cambiato solo il modo di chiamare la nostra divinita'.
    Essendo tutte fedi, in un modo o nell'altro, vanno tutte bene se si crede; ma allora valgono anche le assurdita' che dice Robert B. che sono solo una fede piu' assurda.

    Scusa Graziella, ma le premesse: c'e' la Vita e c'e' il Vissuto, e sono cose diverse va forse spiegato un po' meglio, altrimenti dobbiamo prenderti sulla 'fiducia'e sai che non 'ci' piace!
    Che poi la vita sia il vedere che vuol dire?
    Ed il contenuto del vedere? Se e' una teoria su che si basa?

    Carissima Al Pacino, se bisogna credere (perche' e' un atto di fede finche' non lo si realizza no?) che siamo tutti uno e che non esistiamo come individui.....perche' non credere a qualcosa di piu' interessante?

    ciao a tutti, grazie per la pazienza

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  101. La natura del linguaggio mi sembra limitata.Tutto diventa un concetto . Questo mondo che apparee riappare ogni giorno e' un gran mistero che la mente(le parole) non potra' mai spiegare..allora che parlo affa'?Forse non c'e' proprio niente da capire tanto meno da cercare...e' totalmente fuori dalla portata della mente...almeno dalla 'mia'.

    'And everywhere, infinite options, infinite possibilities.
    An infinity, and at the same time, zero.
    We try to scoop it all up in our hands,
    and what we get is a handful of zero.'

    -Haruki Murakami- The elephant vanishes-

    Scusate ma non c'ho voglia di tradurlo.

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  102. Che la natura del linguaggio sia limitata dovresti dirlo agli scrittori non-dualisti, che sembrano abbastanza prolifici!
    Perche' non si puo' spiegare che il mondo appare e scompare ogni giorno? Lo hai appena fatto.
    Poi se si comincia a parlare dei limiti della mente, si lascia spazio a tutte le balle mistiche del tipo:"Si puo' capire solo in un altro stato...".
    Noooooooooooo

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  103. Andrea mio....non mi sembra proprio di aver spiegato perche' il mondo appare e scompare ogni giorno....e che ne so io?
    Eppoi non ho detto che 'si puo'capire solo in un altro stato'(e quale stato?), ho detto solo che non si puo' capire, punto e basta.
    Wittgentsein scrisse" Il mondo e' tutto cio' che e'', secondo me c'e' andato vicino!
    La mente ha un grande bisogno di cercare significati.....e se non ce ne fossero?E se la vita non avesse nessun'altro senso se non quello di essere vissuta?
    Lo diceva anche Rilke, che poverino da quando ha saputo di essere stato eletto uno dei 44 e' ancora li' che si rivolta nella tomba, "l'unica risposta e' quella di vivere la risposta"
    'notte!

    ps niente di personale contro la mente s'intende....anzi, come ci si divertirebbe senno'!

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  104. Se non si potesse pensare di poter capire (che sia vero o meno) credo che la cosa sarebbe alquanto deprimente. Se si puo' pensare, sentire ed esprimere, allora si puo' anche capire.
    Che la vita si debba vivere e' ovvio, non c'e' un alternativa.
    Eppure non mi sento di buttare l'ancora e dire che non ci si puo' arrivare.....e chi l'ha detto?
    Preferisco stare con Platone, Leopardi, Rilke e Oscemo, tutti quelli che ci hanno provato.
    Penso che siamo molto piu' capaci di comprendere di quello che crediamo ( o che credi tu).
    Molto dipende se si crede che ci sia una verita'oppure no.
    Se la risposta e' no, allora tutto e' discutibile e opinabile; ma se una verita' ci dovesse essere.....

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  105. Bene allora mettiamola cosi': nessuno, e tanto meno Al pacina, ti dice di buttare l'ancora,( anzi sotto sotto alla sottoscritta piaci proprio cosi'come sei...pensa te !) e' bellissimo leggere soprattutto Leopardi, Rilke e....Oscemo, forse la poesia piu' che l'indagine intellettuale arriva a toccare la 'verita', quale verita? Tutti cercano la verita', ognuno a suo modo, religioni, gruppi spirituali o pseudospirituali, filosofie e filosofi , scienziati, psicologi...e si puo' arriavare a capire molto ed e' bello capire...ma il mistero rimane comunque: nessuno mi pare abbia mai 'spiegato' la verita' ultima o meglio puo' essere altrettanto vero che ce ne sono molte versioni....tutte decisamente opinabili e inverificabili, perche ' su cosa dovrebbe basarsi la verifica? come te la spieghi ( e verifichi) l'esistenza del sole, della luna, del mare , dell'acqua del'uomo....anche dal puntp di vista scientifico si arriva fino ad un certo punto ma poi....? com'e che dal niente e' venuto fuori il tutto? E qui ne' non-dual, ne' dual, ne' Severino, ne' Kristhnamurti ne' altri possono farci molto. Il mistero rimane, Puo' essere una conclusione deprimente, per me non lo e', anzi,
    quando veramente mi viene di 'buttare l'ancora' (perche' anch'io s'intende nel mio piccolo provo a provarci....di nascosto da Andrea e compagnia ehehe)allora mi sembra tutto una meraviglia, un mistero affascinante che non chiede nessuna spiegazione!
    E' ovvio che tra le tante versioni di verita' ce ne sono alcune piu' interessanti, serie e che non hanno una secondo scopo e altre piu' comiche e manipolatrici...e soprattutto basate sulla paura e sul controllo.
    Basta, e' domenica, c'e' il sole e voglio uscire a godermi il mistero!

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  106. A me interessa la Verità funzionale.
    La verità idea mi fa un baffo (o due ?)
    La funzione funge. Che funzione ha la vita? Quindi la risposta si vede dai fatti e le parole sono come le decorazioni di verdura all'arrosto:ne esaltano un'aspetto,ma non sono sufficenti a nutrire. hihihihihi
    nutrire ho detto non nitrire(scusate ma ogni tanto mi scappa il cavallo)

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  107. Sono diversi anni che so dell’esistenza della Fellowship of Friends, istituzione che si presenta come una scuola di coscienza, una scuola della Quarta Via che sta proseguendo la tradizione Gurdjìev - Uspenskii…

    Non ne sono stato mai membro, ma ho avuto modo di incrociare il suo sistema e i libri oggetto di suo studio… Provavo curiosità e una passione personale a conoscere il fenomeno più in dettaglio.

    Sono parte di qualcosa di differente, ma ho interessi in parte comuni.

    Le cose che ho letto sul maestro e sulla scuola, qui, mi hanno fatto molto sorridere… Trovo interessante l’espansione di questo movimento in più di 30 paesi……. E la presenza di gruppi di lavoro in più città italiane mi impressiona…


    Ho voglia di esprimere qui il mio punto di vista, e non unicamente il mio…….

    Riteniamo che solo con la presenza vivente di Gurdjiev l’opportunità della Quarta Via sia stata reale e di Potere e che sfortunatamente egli non abbia lasciato nessun erede, capace di operare nella medesima maniera e direzione, tanto meno il signor Uspenskii. Perciò quello che è seguito alla sua morte manca di essenziale e non può che degenerare ed essere insufficiente anche se di forte ricordo.

    Perché impegnarsi in qualcosa che è stato costituito in questa forma da un uomo morto più di 60 anni fa?!?!?!

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  108. Andrea, difensore degli infedeli5 settembre 2009 alle ore 21:37

    Mi fa sorridere chi sorride.....e non sopporto chi sorride!
    Questo mi fa sorridere (per cui mi odio).
    Alcuni, recentemente, hanno detto:

    "Riteniamo (Chi? Plurale maiestatis?) che solo con la presenza vivente di Gurdjiev l’opportunità della Quarta Via sia stata reale e di Potere e che sfortunatamente egli non abbia lasciato nessun erede, capace di operare nella medesima maniera e direzione, tanto meno il signor Uspenskii. Perciò quello che è seguito alla sua morte manca di essenziale e non può che degenerare ed essere insufficiente anche se di forte ricordo."

    (A prescindere che io sia d'accordo o meno)
    Qui non spiega come si possa sapere che solo con la presenza vivente di G. l'opportunita' sia stata reale e di Potere(?).
    Avendo ammesso che non si e' stati partecipi di quella esperienza (o forse si e' centenari...), non si puo' dire se l'opportunita' sia stata o meno reale a meno che non si tiri ad indovinare.
    Anche che abbia lasciato un erede o meno e' opinabile (la Gurdjieff Foundation ha probabilmente un'idea diversa!), e cosi' anche tutti gli Ouspenskiani o i seguaci di R. Collin o anche di Bennett.
    Quello che sia seguito alla sua morte e' un mistero, come del resto tutto quello che segue la morte di chiunque (la sarabande delle bugie).
    Che sia degenerato si puo' dir solo se si sa con esattezza cosa sia successo prima (e nessuno lo sa).
    I giocherelloni della quarta via continuano a parlare (non parlo necessariamente di questi giocherelloni qui) di Gurdjieff come se fosse un loro caro amico!
    Non lo hanno mai ne' visto ne' conosciuto. La FEDE nel successo del sistema e' l'unica arma in loro possesso.
    Invece questi qui (scusate ma non so il nome del gruppo -gli Oganiani-?) hanno fede nel fatto che tutti i gruppi del dopo G. siano poco efficaci. Sono entrambi seguaci di una fede (non avendo prove ne' di una cosa ne' dell'altra).
    Musulmani che chiamano infedeli i Cristiani?

    Dicono anche:
    "Perché impegnarsi in qualcosa che è stato costituito in questa forma da un uomo morto più di 60 anni fa?!?!?!"

    Sono d'accordo. Perche'? (ma direi anche, perche' seguire qualcuno vivo? Almeno i morti stanno tranquilli....)
    Si cita il 'lavoro' come fosse una cosa reale ma senza saper spiegare cosa significhi.
    Al tempo stesso, mi sembra di capire che 'gli amici scrittori di Ogano' offrano una via alternativa.
    Se veramente questo fosse il caso, sarebbe meglio parlare apertamente e dire di cosa si tratti.
    Non posso promettere che i pazzi di questo blog si comporteranno in maniera rispettosa, ma siccome si e' venuti qui con qualcosa in mente, tanto vale tirarlo fuori senza fare i misteriosi.

    In quanto a seguire la gente morta (io sono d'accordo, ma non e' importante), ci sono milioni di persone che ancora seguono un povero 'cristo', morto duemila anni fa perche' camminava sull'acqua ed eliminava i loro peccati.
    Altri milioni (piu' a sud) seguono un profeta che decapita (ora come allora) migliaia di ebrei e cristiani in nome di un dio misericordioso.
    Il morire non sembra diminuire l'efficacia delle balle dette in vita, anzi....
    ...basta avere qualcuno in gamba che scriva (ed inventi) per te.
    Anche Platone, Socrate ed Aristotele sono morti (si dice), ma si fanno ancora seguire volentieri, e quasi tutto quello che crediamo di pensare indipendentemente deriva dal loro pensiero.
    Per cui non farei una colpa al povero G. di essere morto.

    Ma ora, qui, abbiamo una nuova opportunita', "Loro", forse, ci aiuteranno.... e da vivi!

    Con fiducia nella fede incrollabile ciao a tutti

    5 settembre 2009 3.58

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  109. Davvero ... masse di gente che seguono ancora uno morto 2000 anni fa perché camminava sull’acqua...!! Che idea farsi?

    Nel suo "Trattato di ateologia", Michel Onfray (grazie ancora Andrea per avermelo suggerito) dice: "Solo gli uomini inventano oltremondi, dèi o un solo Dio; essi soltanto si prosternano, si umiliano, si abbassano; essi soltanto favoleggiano e credono testardamente alle sotrie nate dalla proccupazione di evitare di guardare in faccia il destino; essi soltanto a partire da queste finzioni architettano un delirio che trascina con sé una sequela di sciocchezze pericolose e di nuove scappatoie; essi soltanto lavorano alacremente alla realizzazione di ciò che più di tutto vorrebbero eviare: la morte.
    ... La religione risponde al vuoto ontologico scoperto da chiunque si accorga che un giorno dovrà morire, che il suo soggiorno sulla terra è limitato nel tempo, che ogni esistenza si svolge per un breve periodo tra due nulla. Le favole accelerano il processo. Esse impiantano la morte sulla terra in nome dell’eternità in cielo. In questo modo esse sprecano il solo bene di cui disponiamo: la materia viva di un’esistenza uccisa in germe col pretesto della sua finitezza. Ma è un pessimo calcolo rinunciare a vivere per non dover morire, perché così alla morte si paga due volte un tributo che è sufficiente pagare una volta sola.”

    Anche se Onfray parla delle religioni ufficiali e affronta il temo dell’ateismo soprattutto in relazione ai tre monoteismi, io vedo il suo pensiero applicabile anche a molte altre “credenze” e a quel senso di falsa sicurezza che dà l’appartenere a una sètta (della quarta via o quant’altro, è irrilevante). Ritrovo in quel libro la spiegazione intelligente di tanti meccanismi che imperniano la vita umana.

    A pensarci bene, non ho mai capito bene perché sono entrata nella Fellowhisp, ma ho capito perché ci sono rimasta così a lungo: proprio per questi motivi, perché temevo “il nulla del fuori”, “la mancanza di senso”, “il sonno”, “la morte dell’essenza”, e tante altre baggianate di cui andavamo fieri...

    Un abbraccio a tutti,
    Gabriella

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  110. Io come Ogano sono daccordo sulla inutilità di seguire la via di un Maestro ormai morto.

    Solo il Maestro in sé è in grado di diffondere il suo messaggio e se è morto come puo? Chiunque altro ci prova sbaglierà di sicuro semplicemente perchè per comprendere la via di un Maestro alla perfezione bisogna essere al suo stesso livello, cosa impossibile per un discepolo che sicuramente capterà i messaggi in modo diverso, personale, distorto e soggettivo. E anche se il discepolo dovesse intuire realmente il messaggio del Maestro non potrà captarlo appieno,e quindi se questo discepolo prova a trasmettere ciò che ha appreso a qualcun'altro ci sarà poi lo stesso problema iniziale, che non si riuscirà a trasmettere a pieno l'essenza del messaggio iniziale.

    E' come un libro che quando lo compri è bello e nuovo, poi lo vendi e qualcuno lo compra, poi lo rivendi e cosi via... arrivati alla 3' mano già il libro sarà un po rovinato, alla 5' sarà da buttare...

    Ciò vale sia per Gurdjieff che per Cristo, pensate davvero che dopo 2000 anni Il messaggio di Cristo sia ancora lo stesso e che con il tempo non abbia perso nulla??? Uspenskii poi non è neanchè stato nominato successore da Gurjieff, neanchè è stato con lui fino alla fine, ha mollato..

    Per quanto possa aver appreso da Gurjieff non può venire considerato un modello da seguire, cosi come Uspenskii non è stato all'altezza del suo maestro nessun'altro potrà essere a quella di Uspenskii seguendo i suoi messaggi, figuriamoci in un istituto dove il maestro è discepolo di un discepolo di Uspenskii che è discpolo di Gurdjieff. Abbiamo un maestro di 5' mano e tanti allievi di 6' mano.

    Se Gurdjieff fosse vivo penso si divertirebbe a vedere cosa ne è stato dei suoi insegnamenti...

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  111. Riguardo alla mia opinione sui successori di Grudjiev, le prove ci sono. Ma non serve nemmeno chiedere tanto le prove…. Io credo che a tanti non importa in realtà di questo, e che per loro fa lo stesso. Non è importante perché in tutto questo contesto, quello che attrae è altro.

    Certamente ogni persona offre a se stessa quello che è capace di offrirsi. Cosa si potrebbe dire di più?

    RispondiElimina
  112. Veramente si puo' dire molto di piu'.
    Ma non sembra che t'interessi. Una volta che si comincia a fare i misteriosi e' difficile smettere....

    Esempi di cose che si potrebbero dire:
    1) Le prove di cui parli. Se ci sono perche' non darle? ( E visto che ci siamo dare anche esempi del perche' Ritenete che le cose funzionassero quando G. era in vita).
    2) Chi siete? Cosa volete?
    3) Cosa intendi per questo contesto? Non e' forse lo stesso contesto dove hai pubblicato il tuo commento? (non si puo' sapere dove si possono scovare nuovi polli...)
    4) Ci sono molte altre cose da dire, ma so gia' che non risponderai, se non per cercare di apparire distaccato e superiore.
    Buona fortuna con quello che offri a te stesso (o voi stessi?)
    cia'

    p.s. Umberto, un bel libro e' sempre un bel libro, anche usato.

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  113. Dice (dicono) Ogano-Umberto: “Per comprendere la via di un Maestro alla perfezione bisogna essere al suo stesso livello, cosa impossibile per un discepolo che sicuramente capterà i messaggi in modo diverso, personale, distorto e soggettivo.”

    Perfetto, Umberto e Ogano, dici (o dite?) tutto da solo. Infatti, secondo le tue asserzioni, non esistono maestri e non esistono discepoli perché, dato che non possiano essere al "loro" livello, non c’è alcuna possibilità che si possa né confermare né confutare il loro insegnamento ... E tantomeno, se non possiamo comprendere la loro via, possiamo seguirli in modo sensato.
    Finzioni, solo finzioni, contrarie a ogni ragione e intelligenza.
    Tant’è che se io ti dicessi che sono una maestra conscia, secondo il tuo pensiero, tu non potresti contraddirmi e, se caso mai lo facessi, ti direi che lo fai perché non hai captato il mio messaggio ....

    Posso darti un messaggio che sicuramente capterai? ... Ma no, meglio di no.

    RispondiElimina
  114. La veridicità delle scuole e dei maestri non dovrebbe essere provata agli allievi o ai candidati. E’ molto meglio per questi che essi dubitino e che intraprendano il tutto a proprio rischio e con l’eventualità di trovare qualcosa di sostanziale o meno, di perdere tempo, di rovinarsi o di avere una più reale opportunità di successo nella loro vita. Bisogna che ci sia il rischio. E poi, con sostanziale, io intendo qualcosa di preciso; ma non che dove non c’è questo non ci possa essere una utilità alla gente che ci è coinvolta. E’ come una selezione naturale, dove i piatti migliori gli arrivano ad avere gli individui con più meriti e così via fino alla rovina.

    Non pensiamo inoltre che dare queste prove sia importante. Preferiamo lavorare per dare un'altra prova, che riteniamo molto più rilevante, ma inizieremo con alcuni che si occupano di ricerca, sviluppo e tecnologia con i quali collaborano alcuni di noi. Si tratta di alcuni fenomeni di cui trattava anche Gurdjiev, solo che oggi esiste la possibilità di sviluppare una tecnologia che mostri questo in modo oggettivo.

    Io ho voluto commentare questo blog e dire una opinione personale che ho segnato in accordo anche con altri. Di solito uno parla tanto e fa tante congetture e ragionamenti, afferma tante cose e anche in questo blog. La cosa che ho detto io però forse non scorreva tanto, e allora.. dove sono le prove?!.. Se la cosa per caso fosse vera, non sarebbe molto piacevole vero? Come ho già detto, credo che di solito non si è mai pensato o dubitato tanto di questo punto. Per contesto non intendevo il blog, ma tutta la corrente Gurdjiev, 4° via, Uspenski, Collins ecc. che oggi si trova in libri, internet, scuole ecc.

    Noi siamo qualcosa di pubblico. Vogliamo cose ma non ne parliamo tanto nei blog pubblici.

    Ritengo Gurdjiev tecnicamente differente da tutti gli altri dopo di lui e questo cambia tanto la condizione generale e le opportunità.

    RispondiElimina
  115. Sospettavo ormai da tempo di essere morto, ma improvvisamente, risucchiato con riluttanza dalla vita, mi ritrovo risuscitato dal richiamo irrefrenabile delle fandonie. Ammetto di essere un po’ anchilosato, ma non rinuncio certo alla possibilita’ di resurrezione, perche’ pare valga un sacco di punti.
    E’ un vero peccato che Ghurgievf sia morto, e aver perso cosi’ l’occasione di ascoltare le sue favole direttamente da lui. La sua morte di sicuro non gli ha tarpato le ali; e non e’ servita se non per attizzare ancor di piu’il fuoco ardente del suo mito. Ancor’oggi si registrano avvistamenti di Elvis in giro per il mondo, e non c’e’ da stupirsi che Mr. G. in persona non si aggiri tra i salotti bene degli indefessi lavoratori sul di se’. Da morto, per mezzo delle citazioni di Andrea, avrei sicuramente potuto costruire una sostanziosa eredita’ ontologica (parola grossa presa in prestito), ma perche’ abbandonare il piacere di smascherare venditori di fumo e allo stesso tempo coprirmi di ridicolo?

    a prestissimo
    Oscemo

    RispondiElimina
  116. L'Oscemo degli Oscemi6 settembre 2009 alle ore 18:10

    Il vero Mistero, Al Piccina, e’ perche’ si continui a cercare di scoprire o di capire questo Mistero (questo in realta’ non e’ affatto un mistero). Essendo questo Mistero un vero Mistero, in quanto nessuno lo ha mai visto, nessuno lo conosce e chi dice di conoscerlo mentirebbe, esso dovrebbe quindi rimanere un mistero: ‘un fenomeno che non si riesce a spiegare chiaramente e razionalmente” o anche ‘una verita’ di fede che trascende i processi conoscitivi e intuitivi dell’uomo.’ Cosi’ come ci indica il nostro caro dizionario di lingua italiana.
    Ma noi siamo troppo mejo, troppo al di sopra, noi facciamo parte del gruppo dei sorridenti magnanimi, armati di corda e picchetti, decisi di scalare questo Mistero, e conquistarne la sommita’, perche' siamo gli unici a sapere dove e cosa sia. Il fatto che la fof si sia espansa in piu’ di 30 paesi non e’ un fatto interessante, ma purtroppo assai allarmante. Il fatto e’ che essere in piu’ d’uno ad esprimere questi bislacchi punti di vista, li rende certamente piu’ reali ed esclusivi, visto che si sta ancora ad ascoltare chi disse che di tale conoscenza non ce n’e’ abbastanza per tutti. Altro che il buco dell’ozono; se si potesse utilizzare il gas emesso dagli sforzi ed i non sforzi egocentricii dei lavorarori su di se’ in qualcosa di utile, potremmo certamente regalare un futuro migliore ai nostri figli.
    Personalmente credo che se si facesse un po’ piu’ di “lavoro fuori di se’”, quel futuro non sarebbe poi cosi’ lontano.

    “Perché impegnarsi in qualcosa che è stato costituito in questa forma da un uomo morto più di 60 anni fa?!?!?!”
    ... quando ci possiamo impegnare ad avere fede in qualcosa o qualcuno altrettanto fuori di senno che pero’ conosciamo personalmente?
    “Io lo posso dire con certezza, perche’ io c’ero!”

    “Solo il Maestro in sé è in grado di diffondere il suo messaggio e se è morto come puo? Chiunque altro ci prova sbaglierà di sicuro…”
    Mi ricorda tanto la favola della gallina di Andersen, l’unica differenza e’ che in questa nostra favola: “Alla ricerca della verita’ funzionale del Mistero”, (o era: “Il Mistero funzionale della ricerca della verita’”?… boh!) dicevo in questa nostra favola, il gallo ha fatto l’uovo, e tutti credono di poter fare altrettanto. (galline escluse, cosi' come in tutte le piu’ diffuse eminenti discipline religiose, ovviamente)

    “Certamente ogni persona offre a se stessa quello che è capace di offrirsi. Cosa si potrebbe dire di più?”
    Cosa si potrebbe dire di meno?

    Per finire (era ora), vorrei tentare di rispondere alle domande degli Andreii:

    "1) Le prove di cui parli. Se ci sono perche' non darle?"
    Questo non e' certo il luogo adatto, sarebbe un discorso troppo lungo.

    "2) Chi siete? Cosa volete?"
    Siamo I pescatori dell'arcano segreto, se volete trovare l’esca giusta per pescare il pesce della Verita’, venite a trovarci. Non possiamo dirvi dove siamo dovrete trovarci da soli. Non vi possamo dare alcun indizio perche’ di pesce ce n’e’ poco ed il nostro Maestro non ha ancora imparato a fare le moltiplicazioni.

    "3) Cosa intendi per questo contesto?"
    A buon intenditore, poche parole. E ho detto tutto, e se non capite peggio per voi, ve l’ho gia’ detto...

    "4) Ci sono molte altre cose da dire, ma so gia' che non risponderai, se non per cercare di apparire distaccato e superiore."
    Certo che se cominciate a giudicare, allora avete gia' deciso di prendere la strada sbagliata, mi dispiace per voi, ma comunque buona fortuna.

    Non per togliere nulla alle risposte che sicuramente pioveranno su questo sito,
    L'Oscemo degli Oscemi

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  117. andrea parte prima (all'attacco degli Origami)6 settembre 2009 alle ore 23:45

    Cari Origami,
    credo che non sia facile parlare cosi' a lungo senza dire assolutamente nulla. E' chiaro che e' il lavoro di un gruppo, perche' da soli non si puo' arrivare a tanto. (Spero comunque che sia uno scherzo).
    Ma andiamo a vedere cosa sei/siete riuscito/i a (non)dire.

    Loro (gli Ogani):
    "La veridicità delle scuole e dei maestri non dovrebbe essere provata agli allievi o ai candidati (Qui mi sono dato una martellata sulla mano per vedere se sognavo...). E’ molto meglio per questi che essi dubitino e che intraprendano il tutto a proprio rischio (e' proprio vero) e con l’eventualità di trovare qualcosa di sostanziale o meno (meno), di perdere tempo (una certezza, finalmente), di rovinarsi o di avere una più reale opportunità di successo nella loro vita. Bisogna che ci sia il rischio."
    (Noi/io: mi sembra di sentire il buon vecchio G. che si rigira nella tomba! Ma come, l'unica cosa buona del sistema erano le verifiche, e Voi ci venite a dire che nulla deve essere spiegato o provato agli allievi!
    La selezione naturale di cui parli, da voi, avviene all'inizio.
    In pratica, bisogna accettare la Tua/Vostra parola.)

    Loro:
    "E poi, con sostanziale, io intendo qualcosa di preciso (cosa?); ma non che dove non c’è questo (una cosa che non si sa) non ci possa essere una utilità alla gente che ci è coinvolta."
    Loro:
    "E’ come una selezione naturale, dove i piatti migliori gli arrivano ad avere gli individui con più meriti e così via fino alla rovina."
    (Noi: forse una selezione innaturale, in cui piu' sei di coccio piu' vai avanti. Individui con piu' meriti (quelli con piu' stelline) hanno i piatti migliori? Ma dove? Che scuole avete frequentato? Non credo avreste mangiato molto con questo criterio...
    Invece -fino alla rovina- lo trovo ineccepibile e forse anche l'unica cosa giusta detta, lo so, per sbaglio.)

    Loro:
    "Non pensiamo inoltre che dare queste prove sia importante."
    (Che shock! Eravamo sicuri invece che le avreste fornite, e volentieri anche. Sono molto deluso, eravamo partiti cosi' bene....)

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  118. Andrea parte seconda (scusatemi)6 settembre 2009 alle ore 23:46

    Loro:
    "Preferiamo lavorare per dare un'altra prova, che riteniamo molto più rilevante,"
    (Ma va? Ancora una sorpresa.)
    Loro:
    "ma inizieremo con alcuni(beati loro) che si occupano di ricerca, sviluppo e tecnologia (suggerirei anche la grammatica..) con i quali collaborano alcuni di noi(di grande aiuto, immagino). Si tratta di alcuni fenomeni di cui trattava anche Gurdjiev (quali?), solo che oggi esiste la possibilità di sviluppare una tecnologia che mostri questo in modo oggettivo."
    ( Be', se e' oggettivo mi sento molto meglio, cominciavo a preoccuparmi che le Vostre idee fossero soggettive.)
    Loro:
    "Io ho voluto commentare questo blog e dire una opinione personale che ho segnato (3 a 1 con doppietta di Ogano) in accordo anche con altri (ma non era personale?).
    Di solito uno parla tanto e fa tante congetture e ragionamenti (non voi pero'. A meno che non vogliamo chiamare questi ragionamenti) afferma tante cose e anche in questo blog (cosa?). La cosa che ho detto io però forse non scorreva tanto (andava pero' in discesa. Forse ci sono anche barriere linguistiche)), e allora.. dove sono le prove?!(appunto).. Se la cosa per caso(per caso?) fosse vera, non sarebbe molto piacevole (perche' no? Se e' vera?) vero (non mi sembra che corriamo questo rischio)? Come ho già detto, credo che di solito non si è mai pensato (sono d'accordo) o dubitato tanto di questo punto (ovviamente. il che non vuol dire che non si possa fare). Per contesto non intendevo il blog, ma tutta la corrente Gurdjiev, 4° via, Uspenski, Collin(s) (senza la s, lo so sono pignolo..) ecc. che oggi si trova in libri, internet, scuole ecc."
    Loro:
    "Noi siamo qualcosa di pubblico. Vogliamo cose(?) ma non ne parliamo tanto nei blog pubblici."(grazie per essere venuti da noi, credo che sia stato uno scambio utile! Quindi siete pubblici, ma privati, chiarissimo.)
    Loro:
    "Ritengo Gurdjiev tecnicamente differente da tutti gli altri(colpiva di tacco piu' degli altri?) dopo di lui (be', lui era prima e gli altri, dopo) e questo cambia tanto la condizione generale e le opportunità."(ma perche'? se i principi del lavoro sono gli stessi? Tutt'al piu' non funzioneranno allo stesso modo in cui non hanno funzionato prima.
    Speravo quasi che qualcuno dell'altra sponda {ossia -coloro che hanno fede in quello che fanno perche' hanno fede in quello che fanno e dicono-}, avesse la capacita' e la volonta' di un dialogo aperto e sincero (lo, non e' facile, soprattutto qui).
    Cari Oganiani, se questo e' il risultato di un lavoro o pensiero di gruppo...abbiamo gia' dato. Siamo gia' stati parte di un'organizzazione di mentecatti. Qualora volessimo tentare l'esperienza ancora una volta, sappiamo dove trovarvi......
    Suggerisco un libro (non fosse che per il titolo): "The awakening of intelligence" by J.K. (chi sara'? Preferiamo non dirlo... stiamo facendo un esperimento con alcuni di noi ma anche poi con altri...dopo di noi).
    Addio

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  119. Maestro ci si nasce non ci si diventà.

    E' divertente che basta stare un po di anni in un istituto per ottenere una "Laurea in Spiritologia & Coscienza" e diventare maestrini...

    Secondo me a troppa gente solo perchè è stata o sta in una scuola spirituale gli si eccita il pensiero per quello che fa o che ha fatto, alla fine ottiene solo una finta e immaginaria convinzione di avere ottenuto qualcosa.

    Molti dicono di sentirsi meglio, più coscienti, saggi e spirituali...secondo me si sono solo creati una falsa idea di essere cosi. Hanno solo ottenuto risultati immaginari che li fanno sentire chissà cosa...

    Tornando a qualchè post piu sopra, se proprio si vuole ottenere qualcosa sarebbe meglio trovare una scuola che abbia un vero Maestro spirituale cosi da avere studenti di 2' mano. Ma naturalmente come si può dire si lui è un maestro, no lui non lo è? Alla fine spetta solo allo studente deciderlo e come la vita insegna, ognuno ottiene solo ciò che merita... Se uno cerca una sincera via spirituale troverà qualcosa di concreto, se invece si cerca un bel flash allora ti basta un maestro di flash.

    Ho letto qua e là un po di cose dagli studenti ed ex studenti della Fellowship e dal mio punto di vista sembrano tanti bei flash.. c'è anche chi ne parla male dicendo che un certo Mr. B. ha delle perversioni particolari... forse certi maschi capiranno...................

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  120. Mi sono divertito molto a leggere gli ultimi post e trovo Andrea molto simpatico perché mi a fatto ridere tanto.

    Nei blog funziona sempre un po’ così, la dinamica spesso è qualcosa del genere. Ecco perché non ho voglia di parlare direttamente, né di fare nomi o altro. Meglio limitarsi a dire poco. Chiaramente, tentare di spiegare qualcosa è inutile.

    Sono stato molto contestato. Mi ha divertito. Non mi interessa insistere e cercare di farmi capire meglio. E non mi interessa offrire cose. Considerate mi pure un Origamo, la cosa m fa allegro.

    Da quello che ho capito, in questo blog molti hanno avuto una esperienza molto negativa o fortemente negativa con la Fellowship of Friends e con il suo maestro che da quello che ho letto pare fan del pene, del fetish e del lusso, usa il l’intreccio di parole e concetti chiamati quarta via per soddisfare un po’ d suoi bisogni personali e gioca con la gente… Chissà cosa si prova a scoprire questo dopo l’entusiasmo, la speranza di qualcosa di utile e di serio, dopo il denaro sborsato, gli sforzi, la fiducia data, gli anni passati con una visione diversa ecc. Non è qualcosa che mi andrebbe di sperimentare.

    Immagino il forte disaggio, delusione, forse il senso di colpa e il malessere generato, nonché la sfiducia da quel momento in poi, o la mal visione di tutti i termini, concetti e pratiche usati dal sistema 4° via. Forse qualcuno qui è anche molto amareggiato….

    Perché ci sono persone qui che si sentono capaci di giudicare gli altri o di parafrasarli? Cosa gli disturba tanto? Io non ho giudicato o ridicolizzato nessuno di voi. Ma non serve; molti sono ridicolizzati già dal loro passato.

    Io non credo che persone tanto sensibili a certi temi possano fare un dialogo serio. O persone che non sono tranquille con il loro passato esoterico. Secondo me potrebbero parlare di certe cose, e infatti ne parlano; altre le disturberanno, non vorranno parlarne, rifiuteranno, non vorranno sentire, distorceranno, ometteranno, disqualificheranno ecc. In altre si proietteranno….. è naturale. Immagino che alcuni in questo blog si sentano come in una tana, un nido, protetti, sicuri… Si curano che nel nido non penetrino elementi avversi ai loro bisogni, e che il clima sia soffice e non minacci la loro tranquillità. Così si assicurano uno strumento che compensi un poco le loro turbolenze e ansie.. E forse c’è anche la speranza che un giorno cada nella tana qualcosa che illumini le speranze di qualcuno.. chissà..

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  121. Capisco the law of three- (de Lavatre), ma Og-Ano?
    Caro signore, mi sembra che lei si contraddica spesso e volentieri.
    Vuole parlare, ma non vuole dire troppo. Le domande dirette le evita (come tutti i cult leader), dice di non giudicare, ma non si accorge che il suo comportamento e' il comportamento che si ha con i bambini o con quelli che si ritengono inferiori.
    Per cui le cose vengono spiegate solo un poco alla volta e, come dice Andrea "facciamo i misteriosi".
    Persone adulte e mature, come i frequentatori di questo blog, non sono molto delicate con chi li tratta da idioti.
    Se lei non si accorge di essere "extremely patronizing", vuol dire che non e' molto consapevole di quello che dice.

    Per quello che riguarda il nido che lei ritiene sia questo blog, e' esattamente il contrario. Sono stato in molti altri siti, dove il moderatore fa parlare solo quelli che sono in accordo con lui. Gli altri vengono moderati, e si allontanano se non vengono allontanati.
    Qui, chiunque puo' venire e dire quello che vuole (certo deve fare i conti con Andrea e Oscemo se vuole fare lo spiritoso).
    Come lei e i suoi amici. E' venuto qui, non avete detto nulla di preciso, avete venduto un po' di fumo (sostanziale) e ora accusate le persone qui di non essere aperte al dialogo, ma quale dialogo? Il dialogo puo' avvenire solo tra eguali, un concetto che le sembra estraneo.
    No, lei e' il santone. Vuole essere accettato senza dover dare nulla di se' stesso.
    Nelle relazioni umane non funziona cosi'. Ricorda "l'offrire a se' stessi?", le offro un'altro concetto," offrire agli altri lo stesso rispetto che crede di meritare".

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  122. Udite! Udite! Oscemo degli Oscemi aveva predetto le risposte degli Ogani quasi alla lettera.
    Che sia un veggente? Un saggio? Un indovino? Un profeta?
    Niente di tutto cio’, solo un pover’Oscemo, costretto a riconoscere le frottole dalla loro penetrante puzza.
    Meno male che i tipi come l’Ogano si divertono molto a leggere su questo sito, perche’ in se’ non c’e’ nulla di veramente divertente, ma piuttosto di semplicemente deprimente. La superiorita’ di tali fedeli e’ tale che non possono che ridere a quello che considerano molto al di sotto della loro speciale posizione. Ridono, perche’ non si accorgono che la barzelletta sono loro stessi, e che le risate sono proprio a spese loro. Sono loro che fanno parte di una setta guidati da un mistificatore e spalleggiati da ciechi devoti camerati, ma se la ridono. Il libro degli Umbertii e’ sempre lo stesso, nuovo, a brandelli, di seconda o decima mano, senza copertina; il vacuo contenuto non cambia. Guidati dalla propria fede non hanno nemmeno bisogno di aprirlo e leggerlo. Come e’ stato gia’ detto dagli Andreii, un libro e’ pur sempre un libro. Sarebbe come seguire RB per il modo in cui si veste: tutta roba bona di prima mano!
    Chissa’ cosa proveranno gli Ogani a scoprire tutto cio’, ma come hanno detto, ‘Non e’ qualcosa che gli andrebbe di provare’, rinchiusi nella loro credenza, che se la spassano!
    Per loro sono il presente e questo luogo a ridicolizzarli, ma per loro “ride bene chi ride ultimo”, perche’ loro sono in possesso della rara verita’, e per questo si scompisciano.
    Dovrebbe essere: “Ride bene chi sa di cosa ride.”
    Allora sorge un dubbio: che i propagandisti di fumo maleodorante non sappiano davvero leggere?
    Sostengono di aver letto i posts, ma se lo avessero fatto davvero, non si sarebbero mai cimentati nella loro propaganda coprendosi di ridicolo.
    Ma ahime’ la vanita’ acceca, la saccenza e l’ambizione di poter rispondere a qualsiasi domanda, e di respingere qualsiasi dubbio li attira come falene alla fiamma.
    E’ vero, le persone che intervengono su questo blog sono molto sensibili, sensibili alle menzogne ed ai loro contagiati portatori, e non sono certamente disposte ad intavolare alcun discorso serio con chi svolazza leggero come una bellissima farfalla spargendo dorate facezie tutt’intorno.
    E' per questo motivo che questo sito e’ un covo di serpi velenose, ma solo per chi e’ pieno di aria fritta (avrei potuto cacca, ma per carita’, non vorrei mai offendere). Per chi e’ sincero e sa di cosa parla e’ un luogo come un altro, dove poter scambiare e trovare qualcosa di utile, oppure no.
    Ai tipi come gli Ogani non interessa insistere perche’ si sa, loro riempiono il vuoto di nulla!

    Fritto e rifritto,
    L’Oscemo

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  123. Per non rimanere bloccati a parlare con gli amici cultisti....

    La dolce amica Al Pacioccona ha detto:
    "E' ovvio che tra le tante versioni di verita' ce ne sono alcune piu' interessanti..."

    Tragicamente influenzato dalle recenti letture filosofiche, mi viene da dire che, se di versioni di verita' ce n'e' piu' d'una, ovviamente non puo' essere della Verita' (a prescindere che esista o meno) che si parla.
    Se la Verita' dovesse esistere, potrebbe essere solo una, altrimenti non sarebbe verita'.

    Al caro Romano (solo di nome) che dice:
    "A me interessa la Verità funzionale.
    La verità idea mi fa un baffo (o due ?)
    La funzione funge. Che funzione ha la vita? Quindi la risposta si vede dai fatti e le parole sono come le decorazioni di verdura all'arrosto...."

    La solita delucidazione su cosa sia la verita' funzionale e in cosa sia diversa dalla verita' idea, sarebbe utile.
    La frase-Che funzione ha la vita- non so se ha niente a che vedere con l'idea di verita'. Magari la vita non ha una funzione, e', e basta.
    La solita (ossia non solo tua) distinzione tra i fatti e le parole (o le idee), non ha alcun senso. Se i fatti sono dissociati dal pensiero, sarebbero fatti a vanvera ( e ce ne sono anche troppi), se invece i fatti sono, come dovrebbero essere, una conseguenza del pensiero, ecco l'importanza del saper pensare prima dell'agire!

    Ciao

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  124. Ma non vi sentite ridicoli a rileggervi? Oscemo Andrea e Shinai (Lisa Simpson che si sente maestrina conscia lasciamo proprio perdere...).

    Non avete fatto altro che contro-commentare in modo stupido, infantile per non parlare dell'ironia da 4 soldi, non ho letto nulla di inteligente. Siete completamente usciti fuori tema non cogliendo neanche quello che Io e Ogano abbiamo cercato di dirvi, ci sono state risposte completamente differenti che non hanno significato... la mia metafora del libro poi non è stata capita da nessuno di voi (anche se con la gallina di Anderson ti ci sei avvicinato).

    Non fate altro che difendere con i denti la vostra FEDE... è ridicolo basare credenze sulla fede, non è avere fiducia su un'idea o su qualcuno che ti puo porterà a qualcosa. Nessuno che abbia dato fiducia a Gurdjieff è diventato come lui, così come per Cristo.
    Avere fede non basta..

    Si dice che la fede aiuta a vivere meglio... ovvio ed ecco il perchè:

    Con la vostra FEDE non fate altro che crearvi il vostro bel mondo/habitat dove pensate nella vostra testolina che le cose siano proprio come le immaginate e vi piaciono, credo non riuscireste ad avere fede in qualcosa che non volete accetare o che non vi piace... ecco perchè quando arriva qualcuno a disturbare il vostro bel sogno rispondete in quel modo... perchè mettiamo in discussione tutto ciò in cui credete...

    Se proprio vi piace discutere poi perchè non discutiamo sul maestro guida della Fellowship, un isituto che avete difeso... vi ho detto che ha perversioni particolari e che molti ex-studenti della Fellowship quando sono andati in California a trovarlo hanno avuto belle sorprese... certi si sono subito ritirati, altri lo hanno compatito.... Uno così è degno di guidare masse? Uno così è degno di allegarsi il passato di Gurdjieff e Uspensky? Naturalmente sarà una persona molto inteligente e particolare, ma questo è ovvio altrimenti chi abboccava all'esca...

    Spesso la fede crea solo illusioni e ce gente che sogna tutta la vita. (H. Vurbileron)

    In fatti voi state tutti in un bel sogno.

    Oscemo diceva che si aspettava le risposte di Ogano, Io invece mi aspetto benissimo quelle di tutti voi, vi immagino che difenderete come prima le vostre idee e l'unico modo che avete per farlo è cercare di ridicolizzare me e quello che scrivo. Di vostro non avete nulla di concreto che provi che mi sbaglio.

    Tornando a Lisa Simposon che diceva che ciò che dico è fuori da ogni inteligenza e logica.. mi pare non hai nulla per dimostrarlo.. conosci per caso ogni logica e inteligenza del mondo per poter affermare che la mia sta completamente fuori? Qui la poco inteligente mi pari proprio tu, convinta di essere maestra conscia andando a scuola da un tipo come quello... tu vivi proprio nel mondo delle favole.

    I discorsi di Ogano prima vi hanno turbato, si leggeva benissimo che vi avevano irritato. Lui contro di voi non ha affermato nulla di particolare ma voi ve la siete presa lo stesso.. non è divertente? non vi chiedete perchè? penso che anche lui abbia messo in discussione ciò in cui credete, lo avrete visto come un tipo presuntuoso che fa il superiore e che affermava che la sua fede era piu sana e autentica della vostra...

    Vi sarete creati questo blog e legati tra di voi solo per nutrire le vostre idee e appoggiandovi il flash l'un con l'altro.

    RispondiElimina
  125. A quelli per cui il risveglio spirituale è diventato un obbiettivo, si pone sempre la domanda se è necessario lavorare per l’obbiettivo o se quello può essere ricevuto come una grazia.

    Tutto ciò che concerne l’esistenza personale è retto dall’esigenza del lavoro. Per acquistare conoscenze, dobbiamo studiare e il risultato è generalmente a misura del nostro sforzo. Se vogliamo sviluppare i muscoli del corpo, è necessario fare un lavoro importante e regolare. E con lo scopo di vincere la propria timidezza o di essere meglio organizzati, oppure meno impulsivi, possiamo trovare delle discipline che ci aiutino a progredire in quei campi.
    Le leggi dello sforzo e del lavoro che reggono la via personale sono generalmente trasposte nella via spirituale, e il ricercatore incomincia così a trovare nel mercato spirituale la pratica ideale che gli permetterà di ottenere quella nuova ricompensa.



    E’ dimenticare che la rivelazione spirituale non procede in realtà con le stesse leggi.



    La spiritualità non è un affare personale, anche se la via personale può trovarsi toccata in un modo o nell’altro dalla propria rivelazione. E’ certo che, non essendo la spiritualità “qualcos’altro”, ma l’essenza di tutte le cose, ogni avventura personale viene toccata da tutto questo. Ma il fatto di attaccarsi alla realtà personale, cioè lavorare su di lei per ottenere quello che precede l’esistenza personale e che le sopravvive, è un errore di parallasse, una follia.

    Dicendo questo, non nego il valore relativo di tutti gli sforzi, ma cerco di rimettere la questione del risveglio spirituale in una più giusta prospettiva.



    Il risveglio spirituale non nasce da uno sviluppo personale. Dobbiamo comprendere che questo amalgama molto diffuso tra il bisogno di star bene e di avere successo e la rivelazione spirituale è all’origine di tutte le confusioni.



    Se il risveglio spirituale può avere ripercussioni fisiche, emozionali o sociali, il fatto di trattarlo col pensiero, la riflessione e lo sforzo, le sfere della via personale non produrranno il risveglio. Si tratta dunque, per riprendere una formula popolare che dissiperà ogni ambiguità, di non mettere il carro davanti ai buoi.

    Il ricercatore spirituale è spesso così disperato di fronte alla sua esistenza personale che è pronto a tutto pur di darle un po’ più di lustro. E’ per arrivarci che si mette nella ricerca.

    Ma il ricercatore spirituale è il grano di sabbia nel meccanismo cosmico.

    Il miglioramento che cerca disperatamente è fondato sull’ignoranza della sua vera natura così come della condizione umana. La prima è eterna, la seconda effimera. Quello che investighiamo ciecamente e senza partecipazione nella nostra vita personale è molto spesso una negazione della nostra vera natura.

    Ogni volta che vogliamo cambiare durevolmente le cose alla superficie della nostra vita, come se queste fossero eterne, e modificabili a nostro gradimento, partecipiamo all’ipnosi collettiva e non a una via spirituale.

    Quando la volontà di modificare la nostra appartenenza, le nostre attitudini, il nostro destino, si inscrive nella ricerca spirituale, allora siamo nella forma più scoperta di spiritualità.

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  126. Uscii così felice che avrei voluto stendermi su un prato, guardare il cielo e sognare.
    Tolsi le scarpe e mi sdraiai sulla soffice erba.
    Com'è bello godere onestamente della propria vita! Com'è bello guardare la luce del giorno e fermarsi a godere della sua belllezza! Sottrarsi, per un po', a quella latente frenesia che ci fa occupare di una cosa dietro l'altra "là fuori", senza che noi mai si emerga!
    Chinai la testa di lato sull'erba, le foglie d'erba avanti gli occhi e i riflessi di luce, ricordo di tutte le foglie d'erba, di Villa Celimontana - un nome che è gioia per me fin da bambino. Ricordo delle onde del mare che ho guardato estatico, rapito. Ricordo del sole che tramonta, del suo colore arancione. Ricordo del colore di quei muri scrostati che mi fermai a guardare. Ricordo delle rovine dell'antica Roma, come mi piaceva andarmi ad affacciare su di esse, le guardavo anche per due ore di seguito. Ricordo di quella volta che sono stato fermo al riparo sotto il porticato di Piazza Navona, la pioggia cadeva scrosciante. Il suono, l'odore della pioggia.
    Bellezza! Quanta ce n'è, di bellezza? Non è prezioso il semplice appagamento che si prova nel contemplarla? Vi è anche tantissima bellezza a noi occulta, che mai contempleremo. Ma vi è tantissima bellezza, lì anche per noi, se solo ci fermiamo a goderne.

    È la coscienza che gode della bellezza. La coscienza si vuole liberare dalle sue catene, dalla continua preoccupazione che non le lascia spazio. Per questo è bello prendersi il proprio tempo e il proprio spazio. Per un po' si viene a patti con quella continua preoccupazione. Per un po' la preoccupazione ti lascia libero.

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  127. Questa frase di Thierry....
    "A quelli per cui il risveglio spirituale è diventato un obbiettivo, si pone sempre la domanda se è necessario lavorare per l’obbiettivo o se quello può essere ricevuto come una grazia."
    ....sembra rivolta specificamente a coloro che abbiano accettato l'idea del "Risveglio".
    Non so quanti, qui, hanno questo obiettivo.
    Personalmente, prima ancora di decidere cosa sia questo obiettivo bisognerebbe investigare se l'idea stessa del "risveglio" abbia un qualche significato o se sia solo una storiella inventata per tenere buoni gli uomini.
    Se diciamo che gli uomini sono addormentati, allora stiamo dicendo che noi o altri non lo siamo.
    Per cui, questi/noi, i risvegliati, possono insegnare agli altri (e anche qui ci sarebbe molto da dire).
    Per quanto se ne parli e scriva molto, non e' facile dire che qualcuno si sia "risvegliato".
    A parte quelli inventati e quelli che si auto-proclamano non mi viene in mente nessuno (vabbe', forse Ogano/Umberto che hanno fatto le scuole insieme...)!!
    Il resto del commento si basa sulla supposta veridicita' dell'idea del "risveglio", per cui non c'e' molto da dire.
    Sempre Thierry:
    "Ogni volta che vogliamo cambiare durevolmente le cose alla superficie della nostra vita, come se queste fossero eterne, e modificabili a nostro gradimento, partecipiamo all’ipnosi collettiva e non a una via spirituale."
    Questa non la capisco.
    Se le cose sono eterne, non sono modificabili.
    Continuo anche a non capire cosa s'intenda qui per "via spirituale".
    Solo per capire meglio....

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  128. Sempre per Al Paciotta,

    Da "Oltre Il linguaggio" di E. Severino:
    "Non esiste nella storia dell'Occidente una filosofia che abbia negato senza motivi ogni verita' definitiva. Nella sua concreta configurazione storica, lo scetticismo non e' una gratuita volonta' di negare la verita'. Tutte le forme di scetticismo storicamente apparse, e quindi gran parte della filosofia contemporanea, sostengono in modi diversi l'impossibilita' di una verita' definitiva che pretenda di porsi al di la' e al di sopra del divenire del mondo, come sua spiegazione.
    Cio' significa che ogni scetticismo comparso lungo la storia dell'Occidente non mette in questione la fede nell'esistenza del divenire, ma, collocandosi all'interno di questa fede (che quindi non appare mai come fede, ma come la suprema evidenza), ritiene che essa sia incompatibile con qualsiasi altra convinzione che si presenti come verita' definitiva o come Senso Ultimo e definitivo del divenire del mondo - come Senso sovrastante al senso che il divenire di per se stesso possiede nel suo apparire evidente. Questo processo acquista un'intensita' estrema nel pensiero contemporaneo.....

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  129. .....................................................
    ... Se il lavoro è una lotta, uno sforzo, la rivelazione della nostra vera natura si manifesta nell’abbandono di ogni di ogni lotta e di ogni sforzo personale.
    Senza impedire ad ogni sorta di scuole spirituali di proporre un nuovo lavoro, permettendo di affidarglisi.
    Perché, alla fine, bisogna ben fare qualcosa, no?
    La questione resta dunque intellettualmente insoluta. Queste parole non cercano di dissolvere il mistero, ma di sollevare il paradosso della ricerca.
    Nella coscienza che la nostra ricerca è falsa in partenza, per le anticipazioni e le speranze del ricercatore, è possibile che si allenti un po’, il tempo di un lampo forse, la formidabile tensione della ricerca, all’origine di tutte le sofferenze e della cecità generale sulla meraviglia dell’istante sgravato delle angosce che riguardano il futuro.
    Ecco in che cosa la ricerca spirituale è spesso un impedimento: essa è satura delle nostre attese, dei nostri fantasmi, e delle nostre impazienze. Essa progetta in un ipotetico futuro una meraviglia di cui ogni istante sarebbe privo.
    Non immagina la possibilità che la meraviglia sia già presente, qui, subito e che la nostra pena spirituale sia, in realtà, il paravento principale quanto al vero oggetto della ricerca. L’aspirazione spirituale originale, prima che si intorbidasse con i fantasmi dell’ego spirituale, non ci parlava né di diventare, né di migliorare. Ci mormorava intimamente la promessa dell’abbandono, dell’accoglienza incondizionata ad un istante già pieno. E’ un po’ come se aveste incominciato questa lettura sperando di trovare la luce alla fine e vi proponessi di gioire di ogni parola come una fine, o una luce, in sé, come se vi dicessi che la fine del testo non aggiungerà più delle parole stesse e lo spazio tra di loro, nemmeno lo spazio prima di tutte queste parole.
    La memorizzazione di tutte le parole per accedere alla comprensione tanto attesa corrisponde all’idea del lavoro, che bisogna fare per andare da qualche parte, è quel che si chiama la corsa spirituale.
    L’accoglienza di ogni parola, così come si presenta, al ritmo tranquillo di una lettura senza attesa, corrisponde all’abbandono delle velleità del ricercatore spirituale, quando quest’ultimo, alla fine della corsa, permette alla verità dell’istante di manifestarsi liberamente.
    La grazia (che non ha niente a che fare con lo sviluppo personale) è tutta intera nell’istante più comune, nello spazio apparentemente, nello spazio tra due parole, nello spazio tra due stage e due meditazioni, nello spazio apparentemente meno gradevole tra due estasi.
    E’ perché il ricercatore è penetrato negligentemente nell’ambito più promettente che questa realtà gli sfugge sempre, perfino nelle estasi. Investe tutte le sue speranze nello sforzo, un antico condizionamento che non è mai stato equilibrato da altre prospettive nella nostra educazione, per accedere alla meraviglia.

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  130. ..................Ma questa attitudine non è che l’espressione di una precipitazione cieca, di un comportamento atavico.
    Ed è diventato necessario rilassare la pressione.
    Quel rilassamento non sarebbe lasciarsi andare, non si tratta di un raso terra che implica ancora più incoscienza, ma si tratta di una apertura totale a ciò che è, ad ogni istante, qui, in sé, fuori di sé e dunque una coscienza di ogni cosa, senza freni, acuta, perché liberata dalle nubi della ricerca.
    L’identificazione alla meccanica dell’ego si dissolve in quel rilassamento (che porta quel nome in opposizione alla tensione formidabile della ricerca, è una vigilanza accresciuta sebbene spontanea).
    Mentre nello sforzo della corsa spirituale verso il podio, l’ego si era ornato di promesse mirabolanti della ricerca per fuggire verso un altrove e un altro diverso da me, nel momento della improvvisa caduta del corridore, si rivela una possibilità nascosta dalla tensione della corsa: la disponibilità infinita che appare nella scomparsa del miraggio della ricerca.
    L’ego, che non può esistere che nel progetto e nel divenire, si estingue e si illumina nell’istante della liberazione, che è immortale perché vivente ad ogni altro istante, o più esattamente, lo stesso istante eterno ormai liberato dal filtro lineare del tempo.
    In quel senso è possibile parlare di un miglioramento, ma è fortuito, non creato, non anticipato e non si presenta come un raggiungimento.
    La confusione viene dal constatare che sembra esserci un progresso nel risveglio spirituale e il ricercatore in attesa, accecato da quella da quella sete, nasconde che la rivelazione si gioca su un altro piano, più fondamentale.
    Ed è sicuramente su quel piano che abbiamo sentito il mormorio all’origine della nostra ricerca, in quell’Abbandono che si rivela la Dolce Natura dell’Essere, in quel non sforzo radicale dove sorge la gioia semplice d’essere vivi, rinnovabile all’infinito… Fin tanto che la pressione della ricerca e tutte le anticipazioni che le sono attaccate non vengano a murarla viva.
    Ecco il più grande servizio che possiamo rendere a noi stessi e all’umanità.

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  131. Caro Signor Umberto/Ogano,
    mi sembra che Lei si sia innervosito. Non capisco il perche'. Secondo le leggi cosmiche del 'Sacro Lavoro', non si dovrebbe perdere la calma cosi' facilmente!
    Inoltre vorrei invitarla ad essere piu' preciso; se ha accuse precise da fare, le faccia.
    Prenda l'esempio dalle persone che critica, e dica esattamente dove trova la 'Fede' di cui parla. Le accuse isteriche non servono a nulla si rimetta il ciuccio e rifletta un attimo prima di scrivere.
    Continua a dire di aver detto 'qualcosa', e che questo 'qualcosa' non sia stato capito.
    Ma scusi, che ha detto?
    Nessuno lo sa. E' il vero Mistero.
    L'accusa che le viene rivolta principalmente e' proprio quella di non dire nulla.
    E' stato vivisezionato proprio perche' non sa o non riesce a dire nulla(e male).
    Chiede se non ci senta ridicoli a rileggere i commenti?
    Evidentemente Lei non lo fa.
    Se le interessasse potrei incontrarla all'alba dietro il convento delle Carmelitane scalze, dove potrei spiegarle meglio cosa penso di Lei.
    Lei scelga pure l'arma....(la mia scelta e' ovvia).

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  132. Il nome completo di Thierry è Thierry Vissac. I brani postati qui sopra sono un copia e incolla da http://www.sviluppocoscienza.it/Vissac2.htm.
    Ne deduco che il postatore sia lo stesso che prima postava come "Nessuno". È evidente anche la transizione attraverso il nome Ogano de Lavatre. Resta il dubbio su Umberto. È sempre lui oppure Nessuno è uno e bino?

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  133. Inoltre, Thierry-Nessuno-Ogano, potresti anche ringraziare per l'ospitalità. visto tutto lo spazio che hai preso.

    Andrea, secondo me non capisci perchè non è possibile capire ciò che non vuol dire nulla...

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  134. Ma 'sto Thierry queste cose qui ve le dice mentre siete in stato ipnotico nei vostri incontri? La sequela delle sue suggestioni è flashante ma molto povera dal punto di vista logico e della lingua (non si capisce niente). Però forse in stato di rincoglionimento funziona, hai visto mai?

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  135. Mi erano sfuggite queste perle di saggezza del Buon Umberto, non resisto (pur avendo imparato molto nel leggerle) a fare qualche commento che i piu' maliziosi potrebbero interpretare come ironia:

    U."Maestro ci si nasce non ci si diventà."
    Io: ah, che bello, cominciamo subito con un dogma (ma non eri contrario alla fede?). Lo vogliamo spiegare quello che diciamo o ti sembra sufficientemente chiaro cosi'?

    U."E' divertente che basta stare un po di anni in un istituto per ottenere una "Laurea in Spiritologia & Coscienza" e diventare maestrini..."
    Non capisco perche' sia divertente; ma di che parli?

    U."Secondo me a troppa gente solo perchè è stata o sta in una scuola spirituale gli si eccita il pensiero per quello che fa o che ha fatto, alla fine ottiene solo una finta e immaginaria convinzione di avere ottenuto qualcosa."
    Qui, il 'secondo me' spiega tutto! Troppa gente? Se fossero in meno sarebbe meglio?
    Ma a uno, come gli si eccita il pensiero?
    Bella anche la distinzione tra 'finta' ed 'immaginaria'...

    U."Molti dicono di sentirsi meglio, più coscienti, saggi e spirituali...secondo me si sono solo creati una falsa idea di essere cosi. Hanno solo ottenuto risultati immaginari che li fanno sentire chissà cosa..."
    Molti dicono di sentirsi coscienti saggi e spirituali? Ma chi? Dove? (a parte me, ma nel mio caso e' vero!).
    In piu', anche se fosse vero, come faresti tu a sapere che non e' vero?
    E se fossero nati maestri? hahahaha(io ricordo che insegnavo anche prima di essere nato...)

    U."Tornando a qualchè post piu sopra, se proprio si vuole ottenere qualcosa sarebbe meglio trovare una scuola che abbia un vero Maestro spirituale cosi da avere studenti di 2' mano. Ma naturalmente come si può dire si lui è un maestro, no lui non lo è? Alla fine spetta solo allo studente deciderlo e come la vita insegna, ognuno ottiene solo ciò che merita..."
    oh oh, qui la follia inizia ad emergere con chiarezza ( o e' solo la povera grammatica? Non lo so).
    Chi e' lui o non lo e'? questo e' il dilemma!
    Ma gli studenti di seconda mano costano meno?
    La vita insegna che uno ottiene quello che merita? E dove lo insegna?
    Forse l'olocausto era meritato? O la schiavitu', o il genocidio dei pellerossa.....(beata ignoranza).

    U."Se uno cerca una sincera via spirituale troverà qualcosa di concreto, se invece si cerca un bel flash allora ti basta un maestro di flash."
    Ma che e' 'sto flash? E la sincerita' della via spirituale chi la stabilisce tu?

    U."Ho letto qua e là un po di cose dagli studenti ed ex studenti della Fellowship e dal mio punto di vista sembrano tanti bei flash.. c'è anche chi ne parla male dicendo che un certo Mr. B. ha delle perversioni particolari... forse certi maschi capiranno..................."
    Qua e la'? Alcuni ne parlano male? Shocking! Un posto cosi' delizioso.....
    Mr.B. ha perversioni particolari? Non generali come tutti i pervertiti?
    I maschietti capiranno ma le donne no.....mah?

    Di certo qualsiasi scuola ti abbia ti merita!
    E tu meriti loro......

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  136. http://www.youtube.com/watch?v=bWZfArp-iO0
    http://www.youtube.com/watch?v=Xy7AK_UgIe0

    spero sappiate l'inglese...
    naturalmente queste sono solo 2 testimonianze, ma tranquilli che ce ne sono in abbondanza.

    Purtroppo deve essere troppo difficile ammettere di aver sprecato anni della propria vita in un istituto che è una sola.

    Andrea come al solito ha parafrasato tutto, è l'unica cosa che sa fare. Invece Shinai è talmente convinto di quello che scrive che è anche pronto a sfidarmi a duello!!!
    Spero che la tua arma non sia la fede visto che non dureresti 2 secondi..

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  137. Thierry V. e'evidentemente Thierry Vissac Sherlock Holmes dei miei c......i. Nessuno pero' non e' affatto Ogano-Umberto smart ass (controlla Ip)

    PS: Lucio Battisti sei tu che dovresti ringraziarmi per aver postato.

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  138. Caro Umberto, spero tu capisca l'inglese meglio dell'italiano....
    Parafrasare:
    1 esporre il contenuto di un testo, spec. poetico, con parole semplici e comprensibili (infatti...)
    2 estens., ripetere un concetto, un’affermazione, un’idea altrui con parole leggermente diverse | spreg., imitare senza originalità (in questo caso avrei cambiato le parole, ma non ce n'e' bisogno....).

    Quello che ho fatto e' commentare e fare domande sulle assurdita' che hai detto.
    Purtroppo non e' che non capisci quello che ti dicono gli altri; non capisci quello che dici tu.
    Se veramente avessi letto questo blog (dubito tu sappia leggere a questo punto), avresti scoperto che e' estremamente facile ammettere gli errori commessi, lo hanno fatto in molti, proprio qui.
    E' quasi la natura stessa di questo blog.
    Eravamo (quasi, c'e' un limite a tutto) come te. Senza alcun motivo avevamo fede (proprio come la tua che dici, non capendo, di non avere) in qualcosa di assurdo.

    Ad esempio, ti spiego perche' l'esempio del libro e' assurdo, e perche' tu non te ne accorgi:
    che un libro sia usato una o cento volte, il messaggio e' lo stesso. Se valido, sara' valido anche dopo molti anni o molto uso.
    Tu volevi dire che e' meglio avere un insegnante fresco (per quanto idiota che uno vecchio pur sempre idiota).
    Purtroppo, come il messaggio del libro non ha niente a che vedere con il suo uso, cosi' il problema del maestro non e' che sia vivo o meno, ma il fatto che probabilmente potra' essere un buffone oppure no.
    Ad esempio il tuo, avendo accettato te, puo' essere decente?
    Tu non capisci quello che dici, perche' sei cieco. Non e' grave, ma il fatto che tu pensi di poter parlare agli altri e' una grave insufficienza nella conoscenza di se'.(Vedi come insegno bene? E sono di prima mano!)
    p.s. L'amico Shinai si riferiva al suo stesso nome, che e' anche un'arma, non l'avevi capito?
    Ma il tuo maestro ti fa fare tutte queste cose da solo?

    grazie per i video, non sapevamo proprio di cosa si trattasse prima che tu ce lo facessi notare....

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  139. Ma lo dicevo a me stesso: -caspita, ho studiato la “tavola degli idrogeni” ad un certo punto, nella vita, mi capita l’occasione di potermi spiegare tutto ciò che non capisco…
    Ci sono voluti alcuni anni per apprendere che non tutti i vegetali sono commestibili, spiegarmi che pochissimi idrogeni dividono un saggio da uno stupido, al massimo tre…
    Ho tirato fiato, il primo respiro non si scorda mai ( consiglio a tutti di respirare) .
    Cercare la verità ti allontana, dico sempre per me, e allora parlo ai pomodori nell’orto, anche alle melanzane, ai finocchi parlo sottovoce ma solo perché sono vicini alla strada… e funziona, loro mi credono e io credo, oltre che annaffiarli.

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  140. Cruciverba e passatempi estivi: AISC (prima parte)

    La redazione del NGC si e’ imbattuta in un’altro esemplare di discepolo-fedele: L’entronauta. Gli Entronauti sono coloro che iniziano un percorso interiore volto a superare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo delle nostre potenzialità. Queste potenzialita’ sono un vero mistero e pare che nessuno abbia mai fornito le prove della loro esistenza, ma non per questo si trovano capi-gregge che si autoproclamano maestri dalla nascita, e avvalendosi di tale nobile pedigri’ insegnano a modo loro quali siano gli ostacoli che si frappongono fra gli entronauti e questo famigerato mistero chiamando questo processo: sviluppo della loro psicologia transpersonale.

    La psicologia transpersonale e’ una branca della psicologia il cui studio si estende alle esperienze e agli stati di coscienza che trascendono I limiti dell’io personale e della razionalita’ convenzionale. Ovvero di quelle esperienze che esistono al di fuori e al di sopra della realtà sensibile. Nulla di nuovo quindi, un altro zoo dedicato allo studio delle attivita’ trascendenti i limiti della razionalita’. Una vera disciplina irrazionale, un altro indottrinamento che necessita di una razionalita’ eccezionale. Un insegnamento privo di ragionevolezza e funzionalita’, non essendo idoneo a soddisfare determinate esigenze pratiche proprie di qualsiasi esperienza di persona dotata di semplice logica convenzionale.

    L’armento a cui appartiene l’entronauta, o rintronauta, e’ chiamato AISC (associazione Italiana per lo sviluppo della coscienza)

    La coscienza, per i lettori alle prime armi, e’ quella situazione in cui l’anima e’ in rapporto con se stessa ed e’ in grado di conoscersi e giudicarsi in modo diretto e infallibile. La coscienza e’ di per se’ben difficile da definire o individuare, figuriamoci se poi si puo' definire il rapporto che l'anima ha con se' stessa. Questo principio immateriale, separato dal corpo ed immortale, e’ addirittura in grado di giudicarsi in modo diretto e infallibile. Questo, comunque, non scoraggia l’autoproclamato ammaestratore di rintronauti, che non solo e’ in grado di individuarla, ma la studia e la sviluppa anche.

    Anche se si muove in direzione opposta alla scienza dello scibile, l’AISC promuove lo sviluppo di un nuovo modello scientifico innovativo e inaudito che armonizza concezioni finora viste in contrasto tra loro quali le concezioni scientifiche e quelle spirituali, quelle occidentali e quelle orientali ricostruendo una immagine integrale dell'essere umano comprensiva delle sue diverse dimensioni: corporea, psicologica, sociale, spirituale, sempre in senso transpersonale s’intende.
    L’AISC promuove inoltre l'applicazione dei principi transpersonali alle discipline della salute, all'educazione, ai temi della società e dell'ecologia, alla politica, all'arte, alla religione e a ogni altra area della vita individuale e sociale, favorendo cosi' il risveglio a ciò che si è dall'eternità.(vedi seconda parte)

    Il rintronauta, per poter mantenere lo status all’interno dello zoo-aisc, e’ infatti dotato di potente fede, unica sua qualita’ per ovviare alle mancanze della ragione discernente. Come vedremo in seguito non e’ pero’ l’unico requisito.

    Fine Prima Parte

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  141. Cruciverba e passatempi estivi: AISC (seconda parte)

    Sulle inferriate delle gabbie dell’AISC si legge:

    "Si diventa ciò che si pensa, questo è l'eterno mistero. Bisogna invero, con ogni sforzo purificare il pensiero " - Maitry Upanishad, VI,34
    (Ndr. Non e’ affatto un mistero ma un vizio che affligge il genere umano e in particolar modo il discepolo-rintronauta, che ha bisogno, senza il minimo sforzo, di credere ad attivita’ ed esperienze che esistono al di fuori e al di sopra della realtà percepibile. In questo modo egli si purifica il pensiero.)

    "La realizzazione è il risveglio a ciò che si è dall'eternità" – Raphael
    (Ndr. Questo Raffaele, un arcangelo di sicuro, fa riferimento a quello che si e’ fin dall’eternita’, un concetto semplice, alla mano e sicuramente utile. Basta infatti semplicemente risvegliarsi di fronte a tale concetto per realizzare quanto tempo va sprecato nel formulare tali assurdita’.)

    La suprema verità è questa: non vi è nascita nè dissoluzione, nè aspirante alla liberazione nè liberato, nè alcuno che sia in schiavitù. - (Mandukya Upanisad)
    (Ndr. A meno che anche qui non si faccia riferimento a cio’ che non e’ percepibile ma apprendibile soltanto in assenza di una mente razionale, bisogna stare attenti che questo concetto non venga frainteso pensando agli schiavi della Roma antica, alle vittime dell’Olocausto, e in genere a chi nasce e muore ogni giorno e in ogni luogo.)

    Alcune note sullo statuto:

    L'anno millenovecentonovantanove, il giorno 1 del mese di febbraio. Riunitisi in comune accordo, i signori… convengono e stipulano quanto segue:
    Art. 1 - I comparenti si costituiscono quali Soci Fondatori di una Associazione denominata Associazione Italiana per lo sviluppo della Coscienza.
    Art. 4 - L'associazione, apolitica e senza fini di lucro, si propone di unire individui che, indipendentemente dalla propria professione o dalle proprie idee filosofiche o religiose, condividano l'obiettivo transpersonale di base, consistente nella realizzazione coscienziale della dimensione del Sacro che sottende tutte le cose, e dunque della fondamentale unità dell'uomo e del mondo, e nella applicazione e promozione di tale consapevolezza nella vita individuale e sociale.
    (Ndr. E’ molto chiaro. L’intenzione e’ di fornire un’ulteriore idea religiosa, che ha come obiettivo di base un’esperienza fondata sulle esperienze che esistono al di fuori e al di sopra della realtà tangibile, capace di realizzare la coscienzialita’ della dimensione di quello che chiamiamo ‘Sacro’, che sottende tutte le cose. In tal modo, e susseguentemente, si realizza la fondamentale unita’ dell’uomo e del mondo. Tale uomo, se ha coraggio, si provi ad applicare e a promuovere tale consapevolezza nella vita sociale.)

    Art. 6 - In coerenza con la sua natura e i suoi obiettivi, l'Associazione è in particolare retta da uno specifico Codice Etico* che è contesto e condizione di ogni sua attività e al quale i soci uniformano i propri comportamenti. Nell'ambito dei Soci fondatori, secondo l'Art. 15 dello Statuto, verrà eletto un Comitato Etico incaricato a vita, il quale ha il compito di applicare e fare applicare il Codice Etico e di vigilare che gli scopi dell'Associazione e i principi del Codice Etico si rispecchiano in ogni atto ed espressione della vita associativa.
    (Ndr. Come in tutti gli zoo, il benestare e’ salvaguardato da alcune innocue indicazioni e direttive.)

    Fine Parte Seconda

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  142. Cruciverba e passatempi estivi: AISC (terza parte)

    Ancora dallo Statuto.

    Art. 7 - I Soci Fondatori convengono che il promotore e primo firmatario del presente atto, Sig. A. P. venga contestualmente nominato Presidente Fondatore dell'Associazione. a) Il Presidente Fondatore è il primo depositario dei valori etici che sottendono e regolano l'intera vita dell'Associazione. Ha diritto di intervento su delibere, attività comportamenti individuali o collettivi in cui ravvisi pregiudizio per l'Associazione o contrasto con il Codice Etico, promovendone direttamente la revisione nelle sedi opportune oppure investendone il Comitato Etico. b) Il Presidente Fondatore resta in carica a vita o fino a spontaneo recesso o a conclamata incapacità, sollevata dal Comitato Etico e confermata da misure giudiziali di intenzione.
    (Ndr. Il Presidente Fondatore Capo-gregge e’ il capo indiscusso e fa quel che gli pare finche’ gli pare. Qualora qualcuno si provi a conclamarne l’incapacita’, lui si incarichera’ personalmente di far rispettare il Codice Etico.)

    Art. 9 - In coerenza con le finalità etiche dell'Associazione i soci di ogni qualsiasi ordine e grado, i donatori e quanti altri liberamente collaborano o partecipano alle attività dell'Associazione, si impegnano, altresì a non prendere parte, direttamente o indirettamente, ad organizzazione, iniziative o attività varie che si configurano come similari ma in contrasto con l'Associazione.
    (Ndr. Una volta nel gregge AISC, non esiste nient’altro. Questa psicologia settaria di non avere contatti con attivita’ in teoria innocentemente similari ma nemiche giurate dl gregge, e’ ritrovabile in altri gruppi, incluso lo zoo-fof)

    Fine Parte terza

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  143. Cruciverba e passatempi estivi: AISC (Ultima Parte)

    (*) Codice Etico.

    L'etica deve tutelare il rispetto dei principi spirituali e scientifici del movimento transpersonale. Sono considerati oltraggio al Codice Etico le attività che, a mezzo di parole o di scritto, diffamino l'operato associativo, arrechino danno alla credibilità scientifica dell'Associazione o ne alterino le finalita’.
    (Ndr. Il dissenso e’ severamente vietato, e i dubbi pure, specialmente se discreditano l’operato scientifico basato sui fatti rigorosamente sperimentati dall’Associazione.)

    b) La spiritualità applicata onora il sacro e l'esistente e mostra reverenza verso la vita attraverso i pensieri, condotte e azioni che manifestano fede nell'unità trascendente della realtà,
    - E’ richiesta la benevolenza incondizionata, che escluda la maldicenza e il criticismo. Gentilezza che escluda l'arroganza e l'uso della parola autoritaria che rechi offesa o disturbo alla sensibilità altrui; il dominio di sé, che comporta il controllo degli impulsi e l'affermarsi della discriminazione e della volontà di bene su eventuali reazioni interne e contrappositive;
    (Ndr. I rintronauti devo essere buoni e rispettosi senza criticare. Come dei piccoli soldatini, sono tenuti a rispettare Il socio fondatore in quanto istruttore riconosciuto osservando le specifiche regole etiche di austerità, sacrificio, donazione e servizio.)

    1-Per austerità si intendono discipline di purificazione che modellano l'uso delle energie corporee e mentali, e in particolare del pensiero e del comportamento formale, in accordo con gli insegnamenti sacri che intendono produrre la trascendenza dai desideri e dai fattori egocentrici di illusione.
    2. Per sacrificio si intende l'azione che onora il sacro accordandosi con le sue consustanziali qualità di armonia, bontà e saggezza, avendo come sola finalità la purificazione della mente e la volontà di bene collettivo.
    3. Per donazione si intende l'impegno di opere e sostanze per finalità degli obiettivi statutari dell'Associazione, e in particolare per i suoi fini spirituali.
    4. Per servizio si intende l'esercizio dei compiti che rientrano nella finalità associativa, che è praticato - dai Soci Fondatori e da tutti coloro che entrano a farne parte di un apposito Gruppo di Servizio. Austerità, sacrificio, donazione e servizio si accompagnano a qualifiche specifiche:
    1) la pazienza perseverante nell'eseguimento dei compiti collettivi, delle loro norme e del sacrificio richiesto, che esclude lagnanze e recriminazioni;
    2) la veridicità o sincerità della parola che escluda l'omissione di errori e mancanze sia personali che altrui; _
    3) l'umiltà, che riguarda il riconoscimento semplice ed aperto dei propri errori e limiti, con l'accettazione grata della rettificazione e l'astensione da qualsivoglia insistenza nei riguardi della propria volontà e opinione;
    4) il rispetto della gerarchia del Servizio e delle decisioni prese nell'adempimento degli specifici compiti individuali.
    (Ndr, No comment)

    Il mancato rispetto del Codice Etico da parte di un socio di qualunque ordine e grado, valutato dal Comitato Etico può portare la sospensione temporanea o definitiva dall'Associazione.
    (Ndr. Un'altra storia di successo, fra le tante riguardanti i culti di mezzo mondo)

    Fine Ultima Parte

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  144. Caro NG
    Bisogna riconoscerti il merito di essere un certosino con un abbondante dose di pragmatismo ,ma quanto a intuizione, sembra non esserci traccia in quel tuo ben visibile dolicocefalo. Dedurre da un semplice post copia-incolla l'appartenenza di colui che a postato all'organizzazione da cui il post è stato estrapolato è la prova che l'emisfero destro del suddetto dolicocefalo è totalmente atrofizzato. Probabilmente il tuo amico Sherlock Stoned ha contribuito non poco con la sua erronea investigazione a depistare il tuo raziocinio e la tua super sviluppata discriminazione. Regards N.

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  145. Mi sono sbagliato, Nessuno. Ho confuso coscienzasalute.it con sviluppocoscienza.it, e te con l'Innominato. Se ti sei offeso ti capisco. Lo sarei anch'io se mi confondessero con Postilla, Uno o Sherlock Holmes.

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  146. Bene adesso sappiamo chi è il moderatore.

    PS mi ritorni in monte!!!! Credimi nonostante IP di Nessuno e dell'Illuminato sono identici
    le persone fisiche differiscono. Ciao michele

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  147. Non sono il moderatore e non vedo gli IP. Le mie deduzioni si basavano sullo stile di scrittura e sui contenuti...
    Ciao, Nessuno e... salutami l'Innominato!

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  148. Cosa dette da Thierry (non assurde o chissa' che, ma che secondo me richiedono un chiarimento; mi pare d'aver capito che non arrivera'...)

    "Ogni volta che vogliamo cambiare durevolmente le cose alla superficie della nostra vita, come se queste fossero eterne, e modificabili a nostro gradimento, partecipiamo all’ipnosi collettiva e non a una via spirituale."
    Avevo gia' chiesto riguardo a questa frase senza successo. Perche' le cose non sono eterne?

    "L’ego, che non può esistere che nel progetto e nel divenire (perche'?), si estingue e si illumina nell’istante della liberazione(?), che è immortale perché vivente ad ogni altro istante, o più esattamente, lo stesso istante eterno ormai liberato dal filtro lineare del tempo."
    Questo andrebbe spiegato.

    "La grazia (che non ha niente a che fare con lo sviluppo personale){ma allora che e'?} è tutta intera nell’istante più comune, nello spazio apparentemente, nello spazio tra due parole, nello spazio tra due stage e due meditazioni, nello spazio apparentemente meno gradevole tra due estasi."
    Anche questo lo vorrei capire meglio.

    RispondiElimina
  149. p.s. Nessuno. che hai la coda di paglia? Non mi sembra che NG abbia nominato te o altri prima del suo commento....
    Pero' per quello che riguarda l'atrofizazzione del dolicocefalo (che non so cosa sia), ti devo dar ragione!

    RispondiElimina
  150. verità funzionale: 2 + 2 fa quattro.
    Non è assoluta,ma mi serve nella vita negli scambi-
    Sistema (decimale) assolutamente arbitrario,ma imposto come modello di misura(altri sistemi di misura avevano riferimenti analogici al corpo umano e in qualche modo più veri)-
    Cosa serve questo blog ? Ha una funzione? E' possibile cercare che la funzione di questo blog sia sentita dalle persone che ci scrivono ?
    Perchè farlo ? perchè questo potrebbe andare verso una verità funzionale.
    Ovvero dopo aver letto e risposto e ascoltato ecc è possibile che la comprensione di chi legga aumenti ?
    I fattori implicati in questo miracolo
    (assai improbabile)sono forse troppi.
    ( e la grazia e la parola grazie si assomigliano per qualche motivo)
    Quando ho scritto qui per la prima volta sono stato invitato a portare la mia esperienza personale. Questo (anche se talvolta difficile da applicare) mi sembra un ottimo punto di partenza. Allora per portarla sul personale non ho capito niente degli ultimi scambi. Magari l'accoglienza del nuovo non è della più invitante
    (il tappeto rosso qui è la lingua lunga di Andrea...)si potrebbe togliere qualche angolino. ma se uno ha da condividere qualcosa di suo..lo faccia...senza definire gli altri.
    Per esempio una vita dove la gente non si comprenda per me è una vita con molto poco senso. Allora se posso imparare a comunicare meglio questo io lo chiamo andare verso una verifica(quanto trovo di vero in ) del senso della vita(per me).
    Se La filosofia ,la religione,la psicologia mi danno una mano bene.Se mi dfanno lo sgambetto il Severino l'ho rimetto nel cassetto....

    RispondiElimina
  151. Per umberto
    Grazie per i link ai video;sarebbe bello che qualcuno potesse tradurli per chi mastica poco l'inglese-
    Mi domando dalle cose che hai scritto prima se hai letto il blog: perchè dalle cose hai scritto mi sembrava di aver capito che credi che qualcuno qui stia difendendo la Fof. Sono io che non so leggere o tu che non hai letto prima? Grazie per una risposta chiarificatrice.

    RispondiElimina
  152. Ho deciso di rientrare nella scuola o fof, come vogliamo chiamarla, non perche' creda nell'idea del risveglio (specialmente no all'interno della fof), ma perche' sono una frana nell'organizzazione della mia vita, mi sento spesso solo, infatti non vedo mai nessuno, non riesco a trovare una donna e passo le sere davanti alla tv. Almeno all'interno della fof riavro' una vita sociale, anche se non sono d'accordo con quello che si dice, credo che anche molte altre persone non lo siano. Lo scrivo qui perche' evidentemente non sono sicuro di questo passo e mi aspetto delle opinioni, o meglio delle bastonate. Comunque questa e' la mia situazione ora. Ciao.

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  153. Caro Romano,
    sembra che tu segua un certo tipo di pragmatismo.
    Cio' che e' utile lo tengo, il resto lo butto via (o lo metto nel cassetto). Anche la quarta via ha la tendenza a fare la stessa cosa, tutto cio' che ci porta al ricordo di se' e' utile, il resto no.
    Anche se sembra efficace come filosofia, ha delle grandi lacune.
    Tutto dipende da quello che si decide sia l'"essere utile".
    Qualsiasi cosa ci permette di vedere ed imparare cose riguardo a noi stessi (come dici tu, psicologia, filosofia ecc...) puo' cambiare il nostro modo di pensare. Se cambiamo il nostro modo di pensare, anche tutto il resto cambia. Anche quello che pensavamo essere utile un tempo, non lo e' piu'; magari il contrario di quello che credevamo una volta ci sembra ora essere utile.
    Per questo, credo, che nel cassetto non ci dovrebbe andare nulla!

    Caro Vita Solitaria,
    piu' che bastonate (che sembra te ne infliggi abbastanza da solo),
    mi sembra che tu abbia bisogno di amici e di svaghi.
    Non c'e'nulla di male nel sentirsi soli e nel volere compagnia. Pero' il rientrare in un culto mi sembra troppo triste!
    Non esistono solo il divano con la tivvu' e il culto!
    Nel mezzo ci sono molte cose da fare che costano meno e che sono divertenti.
    Trovo molto piu' gustoso fare un corso di salsa o di arti marziali o di calligrafia cinese che non ascoltare le idiozie degli studenti, sara' una cosa personale...
    Mentre con quasi tutte le attivita' possibili, si puo' imparare qualcosa, nella fof la stagnazione della mente e' l'attivita' preferita!
    Non c'e' alcuna sfida mentale o di altro tipo, bisogna anche dimenticare la matematica imparata alle elementari.
    O si e' d'accordo o si e' fuori (oppure si puo' credere di essere alternativi...).
    In pratica la stessa pigrizia che ti fa vedere la tv ti porta nella fof. Magari attaccare la pigrizia che ti fa vedere le cose cosi' (magari e' depressione) potrebbe essere piu' utile, non so.
    Gli stessi stimoli (cose assurde sullo schermo e cose assurde dal vivo) ti accompagneranno per il resto della vita se non fai qualcosa immediatamente.
    Non darti via cosi' facilmente e non arrenderti. La vita e' piena di sorprese e cose interessanti per essere ridotta al guardare la tv e l'entrare in un culto! Porca vacca!
    Comunque, se dovessi scegliere un culto, almeno trovane uno piu' divertente.
    Nella fof non si puo':
    Sorridere
    Ridere
    Parlare Gesticolando
    Fumare
    Esprimere idee contrarie all'andazzo generale
    Mettere i jeans (le donne possono pero' mettere i pantaloni)
    Ballare con musica che non sia classica (so che ascoltano i Beatles pero').

    Insomma si puo'trovare un culto piu' economico, dove si ci si possa divertire (credo) e pensare(probabilmente no) anche se solo un poco, con la testa propria (e poterne discutere).
    Ma soprattutto dove si possa ridere con tutto il cuore!
    Ciao

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  154. Caro Vita Solitaria,

    Proprio ieri parlavo con un'amica di quanto fossero costruiti e rareffati i cosiddetti rapporti di amicizia nella FoF.
    Mi ricordo in particolare l'ultimo anno (sono uscita due anni e mezzo fa): quando passavo del tempo con gli studenti, anche se dentro di me c'era un desiderio forte di comunicare, non riuscivo più a farlo; si recitava - letteralmente - e quando ci si lasciava provavo una forte sensazione di frustrazione, un senso profondo e senza uscita di soliutdine.

    Come dice Andrea, ci sono tante cose nella vita che si possono fare. Se hai bisogno di vita sociale, non c'è vita sociale più noiosa di quella che offre un culto come la FoF. Personalmente, da quando sono uscita, riesco a divertirmi con le cose semplici come non riuscivo più a fare. Riesco di nuovo a scrivere liberamente le mie riflessioni (non che io le ritenga importanti per qualcuno, ma per me stessa sicuramente sì). Ho recuperato dei rapporti - ad esempio con le mie sorelle - che avevo a lungo trascurato; posso guardare le persone con cui lavoro con rispetto e con la considerazione che meritano (le famigerate "persone della vita" ...).
    Posso sentirmi a mio agio sulla terra e in mezzo agli altri. Non sento nessun bisogno di sentirmi speciale. L'esperienza della vita in questo mondo offre molte possibilità.

    Pensaci bene e considera anche la possibilità di dedicarti a qualcos'altro, che ne so, imparare a fare qualcosa di nuovo, scrivere, leggere, e poi anche guardare la TV, non c'è nulla di male, in fondo.

    Anch'io prima di uscire ero spaventata dal fatto che ormai, dopo tanti anni, tutti i miei amici erano lì. Ma era un falso problema.
    Chi ti è amico davvero, ti rimane. E chi non lo era, forse non lo è stato mai.
    Che siamo soli, è un fatto che in fondo va accettato. Costruirsi una vita sociale "a pagamento" non può essere appagante. E, dato che è già stato ampiamente discusso in questo blog, non mi soffermo a parlare del modo assolutamente indegno in cui vengono usati i soldi degli studenti nella FoF!

    Ti faccio tanti auguri, in ogni caso.

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  155. E' vero che la fof considera la sequenza dei tarocchi come una forma di simbologia che avrebbe delle indicazioni sullo svegliarsi o sulla cristallizazione?


    Voi cosa ne pensate?

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  156. Si, è vero.
    Ammesso e non concesso che i tarocchi contengano veramente una tale simbologia, c'è da dire che Robert Burton la utilizza in maniera completamente soggettiva e quindi non è un interprete credibile del loro significato. Da quando ha tirato fuori "la sequenza", vede la sequenza stessa dappertutto: nei tarocchi, nei quadri, nelle pubblicità... Non ha importanza se in una immagine o in una carta dei tarocchi ci fosse un significato originale nascosto. Lui è capace di vedere quello che gli pare in ciò che gli pare. Piega tutto alle sue esigenze distorcendo i significati secondo convenienza.
    Trovarsi di fronte a un simbolo che pensiamo abbia un significato nascosto, ci espone a poter accetttare qualunque inverificabile interpretazione ci venga presentata con sicurezza e "carismatico mistero" dal cult leader di turno.

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  157. Ho ascoltato alla radio uno psicologo che aiuta i galeotti, vicini al loro rilascio, nella loro riabilitazione alla vita fuori di prigione.
    Alla domanda: “Quali sono le maggiori difficolta’ degli ex-detenuti, una volta fuori prigione?” Lui ha riportato l’esempio di un uomo, preso dal panico e dalla paura, che, non sapendo piu’ funzionare al di fuori delle mura e della psicologia della prigione, aveva il forte desiderio di ritornare dietro le sbarre. Lo psicologo ha poi aggiunto che non era il solo e che c’era un’alta percentaue di casi con la stessa patologia, programmati in modo irreversibile dall’istituzione.

    Vita solitaria:
    La cosa triste, e qui mi aggiungo al lamento infernale della bolgia, non e’ tanto la tua solitudine, ma piuttosto che il rientrare nello “zoo-fof” sia la tua unica alternativa.
    Tieni a mente che l’eta’ media dello studente nella fof e’ di 65 anni con la vitalita’ di una mummia, senza il becco di un quattrino e con un’arroganza da far paura..

    Ci sono tanti altri gruppi dove puoi sfoggiare le perle del linguaggio del risveglio spirituale che hai imparato per rimorchiare nuove studentine, ma se proprio devi tornare allo stato catatonico dello studente fof , allora usa il tuo tempo e le tue risorse al meglio.
    Quindi mi raccomando:
    1- Al tuo rientro (ti tratteranno come il figliol prodigo e diventerai subito popolare) usa frasi del tipo: “La’ fuori, nella vita, non c’e’ proprio nulla!”)
    2- Concentrati eclusivamente nel trovare una giovane preda inesperta (solo nel campo spirituale, mi raccomando)
    3- Una volta acchiappata la pulzella, appropriati del fondo del centro e dattela a gambe (non e’ considerato rubare riprenderti cio’ che ti appartiene. Farai il tuo bene, ed anche il suo.)
    In questo caso, allora hai la mia benedizione.

    Thierry Vissac:
    Mi hai perso a: “A quelli per cui il risveglio spirituale è diventato un obbiettivo…”
    Smettere di fantasticare riguardo al ‘risveglio spirituale’:
    “Ecco il più grande servizio che possiamo rendere a noi stessi e all’umanità.” T.V. l'oppio dei popoli.

    Romano:
    Questa volta sono finalmente riuscito a leggere cio’ che hai scritto.
    Non l’ho capito, ma l’ho letto.

    Nessuno:
    I casi sono due:
    1- Sei un ‘rintronauta’. Hai preso NG personalmente, anche se essendo ‘rintronauta’ dovresti aver sviluppato la capacita’ di prendere le cose trans-personalmente e quindi rimanerne distaccato. Per cui, non essendo questo il caso, veniamo al secondo.
    2- Non sei un rintronauta. Ma allora, che te ne frega? Perche’ te la prendi? Che tu sia un aspirante-rintronauta? (nell'ipotesi fare riferimento al caso numero uno.)

    Andrea:
    “Anche se sembra efficace come filosofia (Cio' che e' utile lo tengo, il resto lo butto via), ha delle grandi lacune. Tutto dipende da quello che si decide sia l'"essere utile".Qualsiasi cosa ci permette di vedere ed imparare cose riguardo a noi stessi (come dici tu, psicologia, filosofia ecc...) puo' cambiare il nostro modo di pensare. “
    Mi ricorda le espressioni Foffiane del tipo: ”Se questo e’ cio’ che l’influenza C vuole, allora significa che ci devo lavorare.” (che sia il mio vecchio modo di pensare, a pensare di pensare cio’?)

    “Se cambiamo il nostro modo di pensare, anche tutto il resto cambia. Anche quello che pensavamo essere utile un tempo, non lo e' piu'; magari il contrario di quello che credevamo una volta ci sembra ora essere utile.
    Per questo, credo, che nel cassetto non ci dovrebbe andare nulla!”
    Concordo. Cambiare modo di pensare e’ cosa utile. (se e' davvero utile trovarlo utile),
    Cos'e' utile per fare cio'?
    Lasciare troppe cose fuori dal cassetto e spazzatura in giro, aumenta la confusione e la puzza, per non parlare dello spargere bacilli di psicologia, filosofia, etc. in giro.

    Ospite:
    Si', e’ vero… cosi’ com’e’ vero che gli escrementi dei rinoceronti nelle raffigurazioni cavernicole sono una forma delle stesse indicazioni.
    E’ tutta la stessa “pappa”.
    E allora?

    Cosi’ tanto per stuzzicare,
    L’Oscemo

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  158. Caro Oscemo,
    sei proprio un filosofo....scettico, ma filosofo!

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  159. Ospite chiede:
    "E' vero che la fof considera la sequenza dei tarocchi come una forma di simbologia che avrebbe delle indicazioni sullo svegliarsi o sulla cristalliz(z)azione?"
    Io saro' maligno ma non credo sia una 'vera' domanda ma lo scherzo di qualche studente o giu' di li'....
    Soddisfatta la curiosita', cosa vuole veramente sapere Ospite?
    Se a noi sembra una buona idea (ovviamente! Non siamo forse entusiasti seguaci dell'Indovino Bobolo?)?

    Oscemo investiga, (come solo lui sa fare), sull'utilita' dello studio di materie come la psicologia e la filosofia. Per conto mio, l'utilita' non so definirla molto bene, e capisco il perche' possa suonare come la fof. Pero' questo e' esattamente quello che volevo dire. Il fatto di lasciare le cose 'fuori', e' tipico dei culti e delle fedi di qualsiasi tipo.
    Tutto (si fa per dire) deve essere incluso, sia che puzzi che non. Tutto puo' essere utile (anche se non si sa per cosa)!
    A me piace utilizzare la mia mente dopo anni di atrofia dovuta al mettere le cose nel cassetto, non so piu' cose di prima, ne' si vedono molte certezze all'orizzonte; ma la gioia del leggere e scoprire quello che hanno pensato gli uomini nel passato e nel presente sui soggetti piu' disparati, senza uno scopo particolare, e' una gioia che auguro a tutti.

    Pensavo alle ingiuste critiche del buon Ogano/Umberto alla Fof.
    Dico ingiuste, perche' secondo i suoi criteri, la fof e' un ottima scuola!
    Secondo Lui/Loro non bisogna appurare se il Maestro sia conscio o meno.
    Nessuno di noi lo ha fatto (come Lui/Loro, ci siamo invece convinti che fosse cosi' e basta); secondo Lui/Loro, bisogna prendere un rischio, anche a costo di perdere tutto. Noi siamo l'esempio di questo tipo di scelta, ci siamo tuffati nella piscina senza sapere se ci fosse l'acqua o meno (per questo non sorprende che siamo un po' danneggiati).
    La cosa sostanziale e' dove la fof svetta sopra le altre (essendo qualcosa di inqualificabile e d'insostanziale beatitudine...).
    La fof ne era piena (come anche Loro/Lui). Tutti siamo pieni ( e lo eravamo anche di piu') di cose sostanziali. Piu' sono invisibili e piu' ne siamo pieni!
    Insomma la fof e' esattamente il posto in Lui/Loro ci suggeriscono di andare.....di nuovo?
    Nooooooooooooooo

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  160. Questo blog è la mia nuova droga! Mi piglia troppo leggere le robbine che la gente ci butta!!!! Lo apro più volte al giorno attraversato da una ansia frivola effervescente!!!

    Godo quando la gente ci si scanna e mi prende troppo a bene sentire i commenti filosofici di questo o dell'altro zio tutti fomentati a scrivere le loro robbine.

    Dajeee continuate così!!!

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  161. Caro Oscemo
    Non me la sono presa, era solo un appunto alla analisi del sig. NG. "Rintronato" lo sono diventato dal momento in cui mi sono soffermato in questo blog. Regards N.

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  162. Coscienza e Salute: il metodo F.R.

    “Coscienza e Salute (CES) propone il metodo registrato F.R. per l’evoluzione spirituale, e il metodo ‘ecologia dell’organismo’ di M.R. per la salute naturale e la consapevolezza, come naturale sbocco delle loro precedenti esperienze di studio, ricerca e lavoro su originali tecniche per lo sviluppo della consapevolezza, della crescita personale e dell’equilibrio energetico fisico e mentale.
    (Ndr. Finalmente un po’ d’aria nuova. Dopo vent’anni di varie esperienze, in chissa' quali gruppi, i soci fondatori hanno unito le forze, per svelare al mondo nuove ed originali tecniche per lo sviluppo della chimera chiamata 'consapevolezza'. Nel campo spirituale la consapevolezza non implica necessariamente, e qui e’ ovvio, la comprensione.)

    Degni di nota i Corsi:

    “La Mappa delle Meccaniche Mentali - prima parte
    Un corso per orientarsi nella vita e scoprire gli automatismi mentali che subisci senza accorgertene. Un corso unico e originale, per scoprire come nasce la mente, come funziona, gli schemi mentali che subisci e come fare a riconoscerli e superarli per vivere felice e consapevole." (Ndr. Mai prima d’ora era stato creato un corso cosi’ unico ed originale. La filosofia e la psicologia non avevano mai abbattuto tali barriere, non si erano mai spinte cosi’ lontano dai sentieri battuti. Straordinaria inoltre la formulazione dello scopo ultimo di tale mappa, quello di vivere felice e consapevole, ovvero essere partecipe, o presente, alla propria vita. Purtroppo gli adepti corrono il rischio di rimanere inconsapevoli che tali schemi mentali sono riconiscibili e superabili soltanto con il valido aiuto della fantasia e dell’immaginazione.)

    “Il corso presenta un nuovo e funzionale modello di interpretazione della realtà e del funzionamento della mente,”
    (Ndr. A prima vista questa sembrerebbe un’idea poco originale, ma dopo un attento esame risulta essere un ‘modello’ sicuramente rivoluzionario, per interpretare cosa e come pensa l’uomo, specialmente la parte riguardante ‘l’interpretazione della realtà della mente’, direttamente connessa con ‘l’interpretazione della realtà’: geniale,)

    “… frutto di più di vent’anni di ricerche e studi svolti da una ricercatrice che, dopo varie esperienze, ha potuto mettere a punto il suo metodo di sviluppo della Consapevolezza: il Metodo F. R.”
    (Ndr. Ci sono voluti piu’ di vent’anni di ricerche e studi in vari gruppi, perche’ la ricercatrice decidesse di farne una carriera, mettendo a punto un metodo originale per sbarcare il lunario, vendendo libri e corsi e riviste settimanali, col metodo per lo sviluppo di cio’ che puo’essere incrementato solo attraverso la convinzione in tale stesso metodo.)

    “Le ‘Meccaniche’ Mentali appartengono ad un modello interpretativo del funzionamento della mente diverso da quello della psicologia, della psicanalisi, e delle antiche filosofie orientali, ma costituiscono un sistema innovativo e pratico in grado di fornire spiegazioni e risposte utili a comprendere le cause dei più comuni blocchi energetici e mentali che viviamo, e di contribuire in modo significativo alla crescita etica, interiore e spirituale dell’individuo.
    (Ndr. Affermare che e’ un metodo innovativo e pratico per la crescita etica, interiore e spirituale, non si era mai visto prima. Molti hanno viaggiato da oriente ad occidente, da un polo all’altro, ma di metodi cosi’ innovativi e pratici, neanche l’ombra. Questo concetto non viene ripetuto mai abbastanza, bisogna sempre e continuamente ricordarlo. Anche questo tipo di propaganda e’ assolutamente autentica.)

    “L’avventura e la scoperta del Pianeta Mente continuano!”
    (Ndr. Nel prossimo numero.)

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  163. Coscienza e salute: seconda parte.

    Il corso ‘La Mappa delle Meccaniche Mentali’ tratta, tra le altre cose, del perché non sempre riusciamo a controllare pensieri ed emozioni, ritrovandoci a volte ad agire in modo sbagliato o fuori luogo, soffrendone di conseguenza come coscienza.”
    (Ndr. Capire le meccaniche mentali aiuta a controllare non soltanto pensieri ed emozioni, cosa piu’ inverosimile che rara, ma aiuta la coscienza, entita’ non percepibile, a non soffrire piu’ per mano del nostro maldestro, normale ed umano agire.)

    “Tutte le Meccaniche Mentali sono legate al principio della Vibrazione Simile (o della risonanza); da questa legge universale di comportamento dell’energia scaturiscono infinite manifestazioni fisiche e mentali, ma alcune modalità di funzionamento della mente, rimaste finora stranamente sconosciute, inesplorate o non considerate, possono spiegare sia gli enormi vantaggi sia i grossi problemi creati alla qualità di vita del corpo e della coscienza spirituale.” (Ndr. Questa legge universale applicata con ‘il metodo F.R.’ per osservare il funzionamento della mente era rimasta finora stranamente non considerata in quanto finora sconosciuta. Mai, fino ad oggi, si era venuti a conoscenza del fatto che la coscienza spirituale avesse grossi problemi nonche’ enormi vantaggi… beh, questo si sapeva.)

    “Il corso tratta ampiamente anche di ‘Genetica Mentale’ scoperta dalla stessa F.R. nel 1980. Tale ‘mente genetica e’ inconscia e trasmette per generazioni I vari comportamenti. Essa condiziona, e a volte determina, le nostre scelte di vita. Quindi ognuno di noi si ritrova a vivere una vita non sua, e per di piu’ senza saperlo. Nella mente genetica, inoltre, sono registrate molte delle nostre vite passate: con questo metodo e’ possibile ricordarle e rendersi conto di come ci condizionano nel presente.
    (Ndr. Non e’ chiaro come abbia fatto, tra le altre, questa scoperta. Forse un’emicrania, forse un colpo in testa, ma fatto sta’ che F.R. ha cominciato ad usare il cervello per svelare I misteri di quello degli altri. F.R. ha evidentemente ereditato il suo DNA mentale dai suoi avi, senza dubbio dei viaggiatori astrali col benoccolo per l’esplorazione. M.R. ha invece scoperto il mangiare bene e lo yoga con la consapevolezza.)

    “Ciascuno nella propria vita assume dei ruoli (genitore-figlio, marito-moglie, studente-insegnante, impiegato-imprenditore, maschio-femmina, direttore, avvocato, medico, paziente, ecc.). Quando vogliamo risolvere dei problemi non dovremmo osservare stando dentro i ruoli che sosteniamo per vivere, perché ciò costituisce un fattore limitante, ma dovremmo guardare con gli occhi della coscienza, cioè ‘osservare senza essere identificati in nessun ruolo’.”
    (Ndr. E’ necessario quindi prendere in prestito gli occhi alla coscienza per vederci meglio e per avere esperienze transpersonali e distaccate, e non limitate da cio’ che normalmente siamo. Il termine ‘essere identificati’ non giunge nuovo, perche’ ampiamente usato anche nello zoo-fof, ma qui e’ sicuramente usato in maniera inedita e all’avanguardia.)

    “La coscienza spirituale è in grado di comprendere ciò che è giusto fare in una determinata situazione solo se le permettiamo di esprimersi liberamente e fuori dagli schemi imposti dai ruoli della vita.”
    (Ndr. Largo alla coscienza spirituale! Essa vede e provvede. In che modo si manifesti o si esprima resta da vedere.)

    Fine seconda parte

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  164. Coscienza e Salute. Terza parte

    “In questa parte del corso affronteremo poi le meccaniche mentali che portano ad illudersi nella vita. ‘Le illusioni ingannano e alla fine inducono a fallire’. “
    (Ndr. Un’altra scoperta senza precedenti.)

    “Anche non rispettare i giusti tempi di apprendimento di ciascuno porta al fallimento nel perseguire qualunque scopo.”
    (Ndr. La redazione si stava proprio chiedendo se per ottenere qualche risultato si debbano completare tutti e ottomiladuecentotrentasette corsi, e vivere un’altra vita che non sia la propria, prima di essere promossi da un erede di F. R., con lo stesso chiodo fisso ereditato dalla fondatrice.)

    "Conoscere meglio queste meccaniche permette di affrontare progetti e soddisfare desideri con maggiore successo. Impareremo perciò a non illuderci da soli, a non farci illudere dagli altri e a non creare negli altri inutili e dolorose illusioni."
    (Ndr. Le uniche illusioni pertinenti sono quelle del metodo F.R.)

    Per concludere:

    Esperto risponde:
    Le illusioni che non fanno agire.
    F. R.
    Domanda:
    “Quando provo a fare qualcosa di nuovo o di impegnativo, mi blocco per una sgradevole sensazione di disagio, e provo sollievo solo quando immagino le diverse modalità con cui potrei fare quella cosa che mi crea tanta ansia. Poi però, quando mi calmo e cerco di tradurre in pratica quello che ho immaginato, il disagio ritorna e devo farmi violenza per continuare: così faccio il minimo indispensabile. E’veramente faticoso.”
    R, Fi.
    (Ndr. Aaaah! E’ cosi’ bello essere vivi!)

    Risposta dell’esperto:
    “Ciò che ti crea tanta fatica e problemi è il meccanismo mentale delle illusioni. Mentre nella vita reale fa molta differenza portare a termine un’azione oppure no, “ (Ndr. Conclusione pratica ed innovativa a cui e’ arrivata dal 1980 dopo le sue varie scoperte.)
    “per la Mente un’azione fatta e una solo immaginata sono la stessa cosa! Per cui, se tu immagini solo di fare una cosa, per la Mente l’attività sarà considerata conclusa e non farà più parte delle priorità.” (Ndr. Questo e’ vero: per un mentecatto rinchiuso in un istituto psichiatrico la mente funziona proprio in questo modo.)

    L'ultima parte della risposta nel prossimo numero.

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  165. Coscienza e Salute. Ultima parte.

    “Il problema è che in realtà le attività non saranno state completate, e in più tu avrai accumulato molta energia bloccata nelle azioni illusorie che hai creato. E più ne accumuli, meno ne avrai a disposizione per la vita vera.”
    (Ndr. Un’altra originale interpretazione di “Tra il dire e il fare c’e’ di mezzo il mare”. L’espressione ‘energia bloccata’ va cosi’ interpretata: Piu’ tempo si passa in masturbazione cerebrale, meno tempo si ha per fare altre cose. Non e' certo passato inosservato il concetto di accumulare energia bloccata nelle azioni illusorie.)

    “La soluzione è solo una: quando devi fare qualcosa che ti crea ansia, di a te stessa mentalmente che quello che percepisci è tutta l’energia bloccata dentro le illusioni che hai creato, energia che tu senti appunto come ansia e impossibilità e muoverti.”
    (Ndr. In questo metodo le illusioni prendono la forma di un baule dove, durante il corso della propria esistenza, si accumula tutto il tempo perso all’interpretare qualsiasi realta’.)

    “Una volta data a te stessa questa indicazione, porta a termine completamente (non solo in parte!) l’azione che devi fare e in questo modo ti ricaricherai, perché trasformerai l’energia bloccata nelle azioni illusorie in energia qualitativamente migliore, contenuta in azioni vere."
    (Ndr. Altra innovazione portata dal metodo F.R.: Per fare una cosa bisogna farla completamente, ‘non in parte!'. Il baule, allora, si aprira’ e svelera’ un magnifico tesoro, ovvero energia che da illusoria diventa, d’incanto, reale.)

    “Man mano che passi dalla dimensione solo immaginata a quella reale, l’ansia diminuirà gradualmente fino a scomparire.”
    (Ndr. Il metodo F.R. promette di far scomparire l’ansia creata dall’immaginare di fare cose, con l’introduzione nella vita di ogni essere umano della componente del ‘fare realmente le cose’.)

    “Beninteso: la capacità della Mente di immaginare soluzioni è molto importante, ma a due condizioni: che siano soluzioni etiche (cioè che non danneggino nessuno, nemmeno chi le adotta) e che siano poi tradotte in azione: questa si chiama Vita. Questa è la creatività.
    (Ndr. Questa si che e’ vita! Questa e’ la creativita’ del metodo F.R. e M.R., che se non altro aiuta a mettere il cibo sulla tavola, di F.R. e M.R. Dopo vent’anni hanno voluto contribuire in modo originale mettendo i frutti delle proprie esperienze nel CES.
    La redazione desidera inoltre sottolineare la sincera e incurante felicita’ presente sui volti dei seguaci dei metodi soprascritti mentre mangiano, fanno esercizi e cantano in coro. Molte, troppe, le similitudini con I sudditi-membri all’interno dello zoo-fof degli anni '80 e ’90: stessi sguardi inebetiti e occhi stralunati e scintillanti, con la differenza che i membri dello zoo-fof vestivano piu’ eleganti, snobbavano la natura e il genere umano, e se ne fregavano della loro salute. Con l’arrivo del nuovo millennio hanno anche smesso di sorridere.

    La redazione segnala questi video:
    http://www.youtube.com/watch?v=JB87S7oDgcQ
    http://www.youtube.com/watch?v=SmqUTJ9HEQk

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  166. NatGeo sei un portento!
    Non so se ti è sfuggito, ma vale senz'altro la pena di segnalare anche questi video:
    Non lascerò la strada. Ha una durata inferiore solo alla locomotiva di Guccini, quindi potete metterla in sottofondo e proseguire il vostro lavoro "con tanta gioia nel cuore"!
    E se non siete ancora paghi, guardatevi pure questo:
    Prove di coro.
    Buon divertimento!

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  167. WOW...sono stato molto assente...(su questo blog)ed oggi ho deciso (ok io non posso decidere nulla etc....ma passatemi qualche illusione)di dare un occhiata a quello che succede..mi sono letto , ammetto, in modo superficiale un po' di commenti...e mi sono anche genuinamente divertito..Andrea è sempre spassoso..poi quando capitano i MMA (maestri misteriosi anonimi)è proprio un invito a nozze per lui...
    Mi stupisce spesso il fatto che, dovuto alle descrizioni delle passate esperienze nella FOF molti credano che tutti gli ex studenti siano terrorizzati e traumatizzati da tutto quello che possa offrire un ombra di "sviluppo spirituale" (non sapevo come descriverlo...)e quindi siano handicappati della VIA.
    Ma nessuno si pone il dubbio che magari un esperienza serve ad essere più obiettivo( se obiettivi si può essere) e meno abbindolabile...(bello il mio neologismo abbindo- labile)e magari meno incline ad immaginare cose che non sono reali...o almeno non hanno maggiore probabilità di altre di essere vere??
    Insomma...domanda: perché si da spesso per scontato che invece di essere persone che hanno maturato un esperienza...gli ex studenti siano dei traumatizzati paurosi e troppo deboli per affrontare un "percorso psicologico"?
    Ok era una finta domanda...non siete obbligati a rispondere...torno su marte.
    Un Abbraccio tutti quelli che conosco e che mi stimano...e se non ce ne sono ok..mi abbraccio da solo!
    Edson

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  168. Ciao Edson, un abbraccio anche a te da parte mia.
    Anch'io sento il pregiudizio intorno agli ex-studenti che scrivono nel blog. Non mi stupisce che questo pre-giudizio ci sia da parte dei current members. Probabilmente i current members avrebbero un giudizio negativo anche solo come riflesso dello spirito di gruppo, ma senz'altro il loro giudizio negativo è rafforzato dalla programmazione ricevuta nella Fellowship of Friends. Lo so perchè me lo ricordo, anch'io ho avuto gli stessi atteggiamenti verso gli ex-studenti, quando ero dentro.
    Nella FOF il "lasciare la Scuola" viene presentato dapprima come una libera scelta che si può fare in ogni momento, dopodichè viene chiarito che tale opzione sarebbe una vittoria del centro istintivo, della falsa personalità, del sè inferiore, del nemico interno. Uscire non è possibile. Viene detto che se si lascia la Scuola si diventa cibo per la luna. Viene seminato il timore di lasciare la Scuola. Chi lascia, è un reietto. Comunicare con chi ha lasciato è addirittura proibito. Gli adepti compatiscono il reietto e pensano a lui come a qualcuno che ha perduto per incapacità il prezioso dono. E se il reietto esprime delle critiche, esse vengono subito catalogate come espressione di risentimento, senza neanche ascoltarle.
    Dunque il pre-giudizio da parte degli studenti ce se lo aspetta, lo si capisce. Più difficile capire il pre-giudizio da parte di chi la FOF l'ha lasciata. Secondo me tuttavia, il motivo del pre-giudizio è sempre lo stesso, per gli uni e per gli altri: la programmazione ricevuta nella Fellowship of Friends. Il "bravo ex-studente" deve mantenere immacolato il ricordo positivo del Maestro e della Scuola. E per far ciò, certe tematiche non le deve nemmeno affrontare. Da questo punto di vista, deve tenersi lontano dal libero pensiero.
    Poi c'è il pre-giudizio di quelli che non hanno mai fatto parte della Fof. Mi sembra che la loro critica possa essere riassunta in "siete stati in una falsa scuola, ma ci sono valori da non buttare via". Io sono un po' d'accordo con questa idea, ma quando leggo gli interventi degli adepti di qualcos'altro li trovo spesso zeppi di affermazioni non verificate. proprio come erano le nostre menti quando eravamo nella Fof. Piene di cose non verificabili accettate per fede.

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  169. Edson, siccome non sono obbligato, vorrei far finta di porti questa risposta:
    Bisogna prima stabilire se gli ex-s abbiano o meno maturato qualsiasi sia stata 'l'esperienza', e anche cosa voglia dire 'maturato'.
    Ci sono ex-s che hanno trovato, vissuto e lasciato 'l'esperienza' per motivi diversi, questo porta alla stessa esperienza maturata diversamente, fino a diventare addirittura un'esperienza differente.
    Ci sono ex-s che sono traumatizzati, scettici, mistici, paurosi, deboli, felici, leggeri come delle farfalle, forti come delle bestie o solo delle bestie; e anche ex-s che sono tutto quello di cui sopra e anche altro, o niente; e, per finire, ex-s che non sono neache ex-s.
    A seconda del tipo di maturazione, di conseguenza, si puo', se proprio si deve e si vuole, affrontare un 'percorso psicologico', o meno.
    Poi, se si desidera, si puo' prendere tutto cio' per scontato, oppure no.
    In fin dei conti, tirate le somme, la strada e' libera,

    L'Oscemo

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  170. Una proposta: O si cambia il nome al blogspot la libera strada o si adotta la canzone "Non abbandonerò la strada"
    Al mio paese si dice: Non si può mangiare e bestemmiare insieme.(ci si strozza)

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  171. La libera strada non prevede obbligo alcuno. La si percorre senza dover promettere di non abbandonarla. Se lo si facesse, non sarebbe più la libera strada. La libera strada non è una disciplina cui bisogna attenersi - non è una disciplina. La si pratica con il piacere di essere liberi. Puoi dire quello che vuoi - non questo sì, questo no.
    Il "sistema" - e qualunque altro sistema - ti costringe invece entro certi limiti, con certe regole, in un certo ambito. Praticare un sistema può essere un'esperienza da cui si traggono cose di valore, ma poi bisogna tornare liberi (non voglio scrivere la legge per tutti, ma per me è così). Se bisogna promettere di rimanere nel sentiero per sempre c'è qualcosa di sospetto.

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  172. http://www.youtube.com/watch?v=q9j-CoYl0-o

    Lunga e diritta correva la strada.
    Solo quando si è giovani ed ingenui si pensa che la strada sia dritta
    O che la macchina (qualsiasi sistema) corra (veloce)
    Chi ti sorride è un sogno fondato su sogni
    la strada è impazzita , l'auto è finita ( e pure sopra un altra :Advaita?)-
    Ma sono tutti vicoli ciechi ?
    Non c'è da andare da nessuna parte (nemmeno come nell'alchimista per scoprire il tesoro sotto il tuo sedere)?
    Voglio pensare che come allora sorridi ascolti vivi.
    A zonzo. É questo il segreto custodito dalla libera strada ?
    guccini romano

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  173. La follia distrugge la ragione, ma non l'arguzia.

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  174. Erano decenni che non ascoltavo Guccini;
    ora ricordo perche'.

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  175. Ciao a tutti.
    Da qualche tempo leggo i post di questo interessante blog e così ho deciso di inserire anche una mia visione delle cose.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso molte cose non solo riguardo alla natura di Robert e degli esseri umani ma anche e sopratutto di me stesso.
    Mr G., come era solito chiamarlo il suo allievo Ouspensky, ci ha lasciato la tavola degli idrognei e per chi l'ha studiata anche un minimo non può non avre comopreso che questo Universo è una mastodontica e ben congegnata catena alimentare.
    Perchè scrivo di questo?
    Perchè Robert e le sue azioni sono strettamente collegate al concetto di catena alimentare.
    Quando stavamo nella scuola percepivamo la presenza o l'energia specie nell'accademy e soprattutto quando c'era Robert. Cosa stavamo facendo in quel momento?
    ci stavamo ricordando di noi?
    Ogni studente nella scuola ha "mangiato" a quella mensa, ognuno di noi ha desiderato mangiarne sempre di più, certo la chiamavamo Presenza ma siamo sicuri che fosse veramnte presenza e non (come Mr G. era solito chiamarla) "titillavamo spiritualmente"?
    Quando G. si risvegliò dal coma dopo il grave incidente in macchina vide intorno a sè quelli che chiamò i vampiri...nemmeno lui fondamentalmente aveva compreso fino in fondo la natura della tavola degli idrogeni.
    Quel mattino però al suo risveglio comprese che tutta quella gente era lì per avere quella cosa che più in assoluto e in mille modi cerchiamo:l'energia.
    Sì perchè l'energia non è solo potere ma amplificazione delle sensazioni, è così che si diventa drogati di "ricordo di sè"; credo che la maggior parte di noi abbia subito la dipendenza da questa leggera e apprentemente innocua droga.
    Il sistema neuro vegetativo, chiamato centro istintivo da G. e Re di Fiori da Robert occupa e manipola l'intera esistenza umana, noi lottiamo per l'energia, la cerchiamo e quando qualcuno è in grado dio trasformarre...la materia grezza... in energia più sottile è molto probabile che ne diventiamo dipendenti.
    Io volevo stare sempre vicino a Robert ma non ero disposto a sottomettermi alle sue richieste così una mattina mi prese da parte e mi disse: "se tu vuoi la mia energia tu mi mi devi dare la tua" e così iniziai a comprendere che non si trattava solo di depravazione o piacere personale, quel giorno capii che il gioco era ben più complesso e che a quella mensa non si nutrivano solo gli studenti e il maestro ma anche tutta una serie di esseri non terreni che con Robert erano collegati.
    Ogni cosa in questo Universo ha necessità di nutrirsi, dal filo d'erba che mangia il Sole alla Luna che mangia l'uomo....eppure G. lo aveva detto....quale parte non abbiamo voluto ascoltare della storia? Tra i libri più riusciti di Mr G. ce ne è uno che si intitola "I racconti di Belzebù al suo piccolo nipote"...i racconti di Belzebù....
    Alla fine della sua vita G. aveva compreso il suo fallimento, aveva compreso che l'uomo è prima di tutto un cercatore di idrogeni sempre più sottili, aveva compreso che la presenza non è soltanto radianza e aveva compreso che senza Amore non siamo nulla.
    Robert sapeva che io sapevo perchè siamo della stessa razza, puoi mentire a tutti ma non a quelli che sono della tua stirpe....
    Ho voluto scrivere queste righe per darvi una visione differente perchè conoscere la natura umana è conoscere le nostre azioni.
    Tutti noi abbiamno mangiato,chi più chi meno, l'energia che Robert prende da quei fanciulli; che ci paiccia o no lo "stato" era in parte generato da quel carburante speciale della cui potenza in termini energetici noi uomini sappiamo abbastanza...
    la domanda è "che cos'è relamente la Presenza?"....un abbraccio a tutti voi

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  176. Intendimento dell'Anonimo:

    “Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso molte cose non solo riguardo alla natura di Robert e degli esseri umani ma anche e sopratutto di me stesso.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che Mr.G ci ha lasciato ‘la tavola degli idrogeni’ che è una mastodontica e ben congegnata catena alimentare, che nemmeno lui fondamentalmente ne aveva compreso fino in fondo la natura.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che l'energia non è solo potere, ma amplificazione delle sensazioni.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che qualcuno è in grado di trasformare...la materia grezza... in energia più sottile.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che il sistema neuro vegetativo, chiamato centro istintivo da G. e Re di Fiori da Robert occupa e manipola l'intera esistenza umana.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che il gioco era ben più complesso e che a quella mensa non si nutrivano solo gli studenti e il maestro ma anche tutta una serie di esseri non terreni che con Robert erano collegati.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che il filo d'erba mangia il Sole, e la Luna mangia l'uomo.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che Robert sapeva che io sapevo perchè siamo della stessa razza.

    Sono stato nella fellowship per 5 anni ed in questo tempo ho compreso che lo "stato" era in parte generato da quel carburante speciale della cui potenza in termini energetici noi uomini sappiamo abbastanza...

    Ho voluto scrivere queste righe per darvi una visione differente perchè conoscere la natura umana è conoscere le nostre azioni.”

    Beh, se l’hai compreso, buon pro ti faccia.
    L’Oscemo

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  177. E' triste, a questo punto, leggere le storie di ordinaria follia degli studenti; ancora piu' tristi sono le storie di straordinaria follia degli ex-studenti.
    Il voler continuare a credere di aver imparato qualcosa che non si sarebbe comunque imparato e' parte del sogno che non si vuole abbandonare.
    La presunta conoscenza di se', comincia solo quando si abbandona il sogno.
    Il sogno e' il credere che si possa essere altro da quello che si e', e che questo richieda un grande sforzo.
    Il sogno e' il credere che tutto sia sogno e che ci si debba risvegliare (anche se a leggere certe cose viene da pensare....).

    Il punto di partenza e' dove bisogna tornare per capire veramente perche' si vuole ad ogni costo 'cambiare'.
    Perche' si crede a quello che dicono G. ed O.?
    O anche Gesu' e Buddha?
    Perche' le verita''antiche' sono migliori di quelle sotto i nostri occhi?
    E perche' abbiamo cosi' poca fiducia nei nostri occhi?
    E' possibile che sia piu' facile credere ad un vecchio maiale come RB, che ci dice che il sesso orale (per i piu' fortunati) e' uno scambio di energia sottile? E' possibile che siamo cosi' disperati?
    Questo e' triste, il vedere a cosa si e' disposti a credere pur di non vedere le cose per quello che sono.

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  178. Caro Andrea, ora mi cimento nell’impresa forse inutile, probabilmente noiosa, ma senza dubbio disperata di cercare di spiegare quel che penso, ispirato da cio’ che hai detto.
    E’ sicuramente piu’ facile distircarsi fra le contraddizioni altrui che cercare di risolvere le proprie e formulare una teoria personale, proprio perche’ sono pochissime e rare le cose che veramente sappiamo.
    Questo e’ solo un misero tentativo senza nessuna velleita’. Potra’ sembrare accademico, ma il cercare di essere semplice e preciso crea questo ridicolo effetto.

    Il primo principio della dinamica stabilisce che un corpo permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non intervenga una forza esterna a modificare tale stato. Si parla di principio e non di legge perché si tratta di un assioma, un fondamento del moto dei corpi. Qualunque teoria o legge riguardante il movimento dei corpi non può entrare in contrasto con questo fondamentale principio, per il semplice motivo che sarebbe erronea. (Wikipedia)

    Se non viene applicata una forza, un corpo rimane inerte; e un corpo inerte da solo non puo’ cambiare il suo stato di quiete.

    La frase “Nessun lavoro puo’ essere effettuato nel sonno”, stabilisce che bisogna essere svegli per poter svolgere un qualsiasi lavoro su di se’, ma se si e‘ addormentati non si puo’ essere svegli. Un corpo in stato di sonno, non puo’ cambiare il suo stato. Una cosa non puo’ essere l’altra.

    Un’altra caratteristica del lavoro su di se’, e’ contenuta nella stessa definizione, e cioe’ che non puo’ essere effettuato da nessun altro se non da se stessi. Essendo quindi l’intervento di una forza esterna inefficace sul personale lavoro su di se’, esso rimarrebbe da solo nella vana impresa di poter cambiare le cose, e percio’ questo lavoro sarebbe inutile. Si potrebbe addirittura dire che, di conseguenza, il lavoro su di se’ non esiste.

    Il credo in una fede, o la fede in un credo, entra in gioco per poter risolvere la contraddizone che nasce dal contrasto con i suddetti principii, pretendendo di poter applicare una forza virtuale (il desiderio che le cose siano diverse da come sono), ad una condizione reale (le cose sono come sono). Questo e’ l’unico rimedio in grado di aggiustare tutte le incoerenze e le illogicita’.

    Ogni proclamato ‘maestro’ che ha camminato su questa terra vive, o ha vissuto, questa contraddizione in prima persona, presumendo di aver cambiato da addormentato a sveglio, o magari di essere nato sveglio e possedere il potere di cambiare un altro individuo.

    E’ vero che il voler credere che le cose siano diverse da come sono ha un colore triste, ma e’ cosi’ come stanno le cose.
    Per chi sogna il sogno del risveglio, il sonno e’ la normale condizione dove accade questo potenziale risveglio. Il credere che ci si debba o possa risvegliare, nasce dallo stesso meccanismo, si muove con gli stessi ingranaggi e fa parte dello stesso sogno.
    La logica del sogno funziona, perche’ le cose possono essere cambiate all’interno del sogno e perche’ il lavoro per ottenere cio’ esiste e puo’ funzionare nello stesso sogno.

    Il credere a G., O., J., B., M., X., e chiunque altro, e’ una cosa ovvia e naturale, perche’ all’interno del suddetto modo di pensare non si vede un’alternativa. La vista e’ manipolata dal pensiero.
    E’ come fidarsi di cio’ che vedono i propri occhi chiusi, e sempre ad occhi chiusi guidare da una parte all’altra della citta’. (Si trova sempre un altro cieco che conosce la strada!)
    Cio’ che sembra giustamente disperato e’ assolutamente normale.

    E se fosse proprio cosi’?
    To be continued...
    L’Oscemo

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  179. Chiede al congruente,inesistente,L'Oscemo se sta bene.SE è Lui "presente nell'assenza" o se è un altro.

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  180. Chiedere a qualcuno che si chiama "Oscemo" se stia bene o meno, e' del tutto inutile.
    Non vedo come il suo commento possa aver generato domande sul suo non esistere.
    Rileggendo il commento si vedei che non si discute affatto l'esistenza, sua o di altri, ne' la 'presenza' viene discussa in alcun modo.
    L'unica cosa discussa e' 'il lavoro su di se'. Se questo esista, se possa esistere o se sia solo un atto di fede.
    Ossia il desiderio di far si' che esista (per vari motivi)a farlo esistere, o se ci siano reali motivi per credere che esista.
    La domanda e' piu'complicata di quanto non sembri; in molti abbiamo creduto nella sua esistenza con totale devozione!
    Siamo stati convinti che le nostre azioni e pensieri fossero un riflesso dell'esistenza del 'lavoro'.
    La conversazione quindi (nel caso ce ne fosse una), non e' se esista l'Oscemo o chiunque altro (domanda peraltro assurda), ma se il 'lavoro' sia solo il risultato della nostra volonta' che esso sia o qualcosa di dimostrabilmente vero.
    (il semplicistico "per me funziona"...non funziona)

    RispondiElimina
  181. O Oscemo,
    qualcosa del buon Severino che risponde alle nostre domande.....almeno in parte.

    "Se siamo nella non verità, alla verità non potremo mai arrivare. Ecco, Platone nel Menone parla in questi termini. Ma la figura fondamentale del discorso platonico è rappresentata dalla caverna: l'uomo che esce dalla caverna e guarda la conoscenza, guarda il sole. Platone parla di anabasis eis to elion, ovvero un processo che sale verso il sole. Se si immagina un percorso che importa l’andare da dove siamo alla conoscenza della verità, laggiù, fuori da noi, lontano da noi, allora il cammino che dobbiamo coprire è nella non verità. Se, d’altra parte, dalla non verità dobbiamo arrivare alla verità il percorso sarà impossibile. Un passo evangelico recita: a chi bussa sarà aperto. A chi bussa alla casa della verità sarà aperto. Ma chi bussa sta fuori dalla casa e dunque nella non verità. Si tratta di rovesciare quel motto e dire: a chi bussa non sarà aperto perché sta bussando in nome della non verità. Lei mi chiede se la scheda avvalori una concezione di tipo innatistico. Il concetto di innatismo è estremamente complesso, ma, se qui si vuole intendere una concezione secondo la quale l’uomo porta in sé stesso, fin dalla origine, la verità, questo innatismo è totalmente avvalorato. Se c'è verità è perché noi ci siamo originariamente dentro, non perché usiamo delle scale, dei cammini, dei sentieri, che, in quanto percorsi al di fuori della verità, non ci portano assolutamente a destinazione."

    questo e' il link per la conversazione intera:
    http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=598

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  182. All'Andrea (grazie per il link):
    “Siamo stati convinti che le nostre azioni e pensieri fossero un riflesso dell'esistenza del 'lavoro'.”

    L’esistenza del ‘lavoro’ infatti, non e’ mai stata messa in discussione.
    Il ‘lavoro’, questa forza necessaria per aspirare ad uno sconosciuto e misterioso cambiamento, e’ stato sin dall’inizio preso per scontato e messo al servizio di insicurezze e paure.
    Tutte le percezioni sono state viziate da questo fondamento, ed hanno influito sui conseguenti pensieri ed azioni risultanti con verifiche annesse. Paradossalmente, questo ‘lavoro’ esiste infatti esclusivamente nel sogno del risveglio, e puo’ essere effettuato soltanto all’interno di esso.

    Perche' metterlo in discussione?
    Perche’ abbandonare il ‘lavoro’?
    Perche’ rinunciare all’unico congegno capace di rendere la vita come dovrebbe essere realmente?
    Perche’ abbandonare l’illusione di esistere in una vita alternativa dove si e’ oggettivamente ed umilmente meglio?

    Mah...
    L'Oscemo

    RispondiElimina
  183. Mi si sembra proprio così, così…
    Infatti, le scuole e i seminari, i sistemi e i maestri, esistono per chi ne ha bisogno.
    Gli altri, per vari motivi, non ne hanno bisogno (eppure c’è Chi avrebbe veramente bisogno di imparare a stare al mondo solo in modo “educato”, appunto)
    Esiste e si sente ancora:
    “…conosco le leggi del mondo e te ne farò dono…”
    Esiste pure il “buon Severino” solo per chi ne ha bisogno,( in questo caso ma non solo) gli altri non ci arrivano, me compreso.
    Esistono “i Cercatori di Verità”, che se si salvano dalla pericolosa attività, trovano appena la propria (forse).
    Ma per scoprirlo è necessario passarci attraverso, fare l’esperienza in un sistema che ti aiuti a risolvere un sacco di problemi che prima non sapevi nemmeno di avere…e che probabilmente non si hanno affatto.
    Esiste la scoperta di menzogne, truffe e inganni nel nome dello spirito o stato superiore, e pure di buone intenzioni.
    Esiste la storia solo se qualcuno la racconta.
    Esiste la libertà di scelta che finisce col non avere più scelta
    Esistono le poche scelte, forse le più dure e forse le più felici…
    Ma esiste o sembra? Che differenza fa!

    Certo che è diventato un bel affare per alcuni il lavoro su di se degli altri. Di recente, quasi in simultanea mi sono arrivati due inviti: il primo per soli 25€ in tre ore hai una maggiore sicurezza di te…il secondo con 180€ in tre giorni hai una visione introduttiva ma nuova del significato dell’enneagramma…
    E questi amici, conoscenti, lo fanno perché ritengono che Io abbia una notevole comprensione del lavoro, pensa te!
    Sembra o esiste?

    Grazie Andrea e Oscemo per il tema, che a me sembra un pò difficile, ma superare le difficoltà ti fa sentire di esserti meritato qualcosa di desiderato…
    La Libertà?

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  184. Dalla buona e vecchia fisica elementare: il Lavoro L = F x s dove F = Forza applicata e s = spostamento......
    Se nonostante gli "sforzi" non ci si sposta da nessuna parte si può parlare ancora di Lavoro??
    Sono confuso....
    Edson saluta tutti ma proprio tutti tranne alcuni...

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  185. Avete figli ? Sapete che una buona parte di quello che possiamo chiamare educazione viene trasmesso attraverso il nostro semplice essere con loro ? E nello stesso tempo proviamo a trasmettere quello che per noi è buonsenso attraverso azioni,parole,qualche volta proibizioni e punizioni o consigli dalla nonna.
    Ci importa di loro. E se un briciolo di coscienza alberga nelle nostre menti ci accorgiamo che non siamo all'altezza di quello che desideremmo.
    Ecco il lavoro su di sè è:... lavorare per la totale cessazione di questo fastidioso desiderio. Che si cavino fuori di casa quei ,marmocchi e mi lascino stare che ci ho da vivere la mia vita.

    RispondiElimina
  186. L’illuminazione è una delle prime e maldestre sperimentazioni che la natura elabora in quei laboratori viventi che noi tutti siamo, specialmente per quelli che hanno già realizzato il totale fallimento di se stessi, che non nutrono alcuna consolazione o illusione di tipo religioso spirituale o altro e che stanno andando alla deriva, si sentono soffocare in questo assurdo mondo e perciò si abbandonano completamente. Un ABBANDONO totale, uno stato in cui non c’è sforzo né movimento per ottenere qualcosa, non un abbandono mistico ma un abdicare materiale, fisico, che origina un corpo più evoluto.

    RispondiElimina
  187. Alcune cose che dice UG mi fanno venire delle domande:
    1)Come si fa a sapere che l'illuminazione (e questa cos'e', veramente?) sia un esperimento della natura?
    2) Come si fa a realizzare il totale fallimento di se' stessi (ci si aspettava qualcosa di speciale?)?
    3) Se ci si sente soffocare dal mondo, l'abbandono non e' forse una fuga?
    4)Un corpo piu' evoluto...?
    Ciao (senza malizia)

    RispondiElimina
  188. Altre domande:
    In un abbandono totale (senza sforzo, ne' movimento) il voler ottenere qualcosa (un abdicare materiale, fisico, che origina un corpo più evoluto... qualsiasi cosa questo voglia dire) non si pone forse in contraddizione con l'idea stessa di totale abbandono?
    Abbandonare tutto per ottenere...?
    Non sforzarsi ma industriarsi per...?
    Non muoversi ma spingersi verso...?

    Senza malizia... vabbe' poca poca.
    L'Oscemo

    RispondiElimina
  189. Abbandonare tutto per ottenere...?

    L’Abbandono accade non è il risultato di sforzi e supersforzi.

    Non sforzarsi ma industriarsi per...?

    Naturalizzarsi.

    Non muoversi ma spingersi verso...?

    L’isola che non c’e’

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  190. mi rendo conto di essere un anomalia inquesto blog perche' saro' l'unico a spendere qualche buona parola per il vecchio robert e compagni
    pur essendo un fuoriuscito come voi non serbo rancore nei confronti della fellowship e tantomeno di robert, forse perche', malgrado
    forti condizionamenti, non sono mai andato contro i miei principi, in poche parole non ho mai rinunciato a me stesso e alla mia (falsa)
    personalita', almeno non del tutto. consapevole di cio' ho deciso di abbandonare la scuola e
    mi rendo conto che probabilmente il fatto di non aver rinunciato completamente a mantenere la
    mia personalita' mi ha perlomeno salvato il culo.
    devo dire che dubbi sulla condotta di robert ne
    ho sempre avuti e magari e' per questo che non
    ho mai totalmente rinunciato a un atteggiamento
    anche critico, forse tutti coloro che ci sono cascati dovrebbero fare un po' di esame di coscienza e prendersi la responsabilita' di ammettere di aver valutato male. non capire chi ti trovi di fronte e' un limite tuo non di quello che ti trovi difronte.
    CALPURNIO FIAMMA

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  191. Non ho capito qual'e' la buona parola che hai da spendere per il vecchio RB.
    Ho capito che sei contento di essere piu' furbo degli altri (questo forse lo hai imparato nella fof), ma questo si puo' fare in qualsiasi posto.
    Allora, cos'e' che hai imparato nella fof e dal buon vecchio?

    RispondiElimina
  192. Nell’abbandono totale non puo’ esistere piu’ nulla, di conseguenza, come puo’ l’assenza di tutto originare qualcosa, tantomeno un corpo (?) piu’ evoluto?
    Come fa qualcosa ad accadere se non esiste?
    E poi, naturalizzarsi?
    Se e’ un’isola che non c’e’, come si fa a raggiungerla?
    Se e’ qualcosa che non c’e’, come si fa anche soltanto a sapere che e’ un‘isola?

    Questo mi fa tornare in mente quel ‘fatto’ di RB che dopo aver enunciato l’ennesima astuta frase fatta diceva: “Queste non sono solo belle parole…”
    Infatti, non erano neanche belle parole, ma, senza dubbio, prendere le cose per scontate permette di vivere qualsiasi tipo di contraddizione.

    L’Oscemo

    RispondiElimina
  193. Nel totale abbandono che è liberta dal conosciuto esiste soltanto la vita reale non piu’ quel mondo olografico propinatoci nei secoli dai potenti del pianeta. L’Isola è visibile solo se il condizionamento non è attivo. Om namah shivaya

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  194. Per dare una risposta ai quiz sorti ultimamente è necessario risalire alle origini di quel che si capisce, si conosce, si sa per sentito dire, si sa perché tutti dicono così, si sa perché è così e basta!
    Per Dio, per Budda, per Allah, per Gurdjieff, per Robert…per Me il post di UG m’ha fatto di colpo ricordare un brano letto su un “frigider”,(rivista dei primi anni ’80) il quale con una piccolissima differenza di termini mi rendeva l’idea della confusione mentale umana molto chiara…

    “ UG ha detto...
    L’orgasmo è una delle prime e maldestre sperimentazioni che la
    natura elabora in quei laboratori viventi che noi tutti siamo,…

    specialmente per quelli che hanno già realizzato il totale fallimento di se stessi,… che non nutrono alcuna consolazione o illusione di tipo religioso spirituale o “altro” e che stanno andando alla deriva, si sentono soffocare in questo assurdo mondo e perciò si…...abbandonano completamente. Un ABBANDONO totale, uno stato in cui non c’è sforzo né movimento per ottenere qualcosa,… non un abbandono mistico ma un abdicare materiale, fisico, che origina un corpo più evoluto.”
    (mi fa venire in mente qualcuno)

    Poi, malgrado i famosi anni di studio, non sono riuscito a modificare di molto la convinzione che generalmente sia così, anzi.
    E, ma prima, cera il Romano a chiedere se si anno dei figli, per farci un lavoro…!? Ma è più semplice e sicuro valutare che abbiamo avuto dei genitori i quali sapevano del loro e ti hanno tirato su così come sei…magari uno che va a scuola fino a ottant’anni perché il diploma glielo danno in paradiso…Mha!
    Colgo in questo caso l’occasione di fare un po’ di rumore, anche perché presto si dovrebbe cambiare pagina e così rimane qui, dicevo l’occasione di presentare un lavoro del mio primogenito cresciuto a pane e Vivaldi, favole di belzebù, triadi e ottave…
    Il video che desidero presentare titola “A Song”, il figlio è quello con il cappello nero.
    Se va:

    http://www.myspace.com/whitewidowhiphop

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  195. Se si tratta di “abbandono totale’, in se’ non puo’ esistere nulla, per cui e’ gia’ difficile ed improbabile che il nulla sia definibile come “liberta’ dal conosciuto”, in quanto nulla.
    Se e’ nulla, come puo’ esistere in se’ “la vita reale”?
    Abbandonando il “conosciuto”, come e’ possibile conoscere qualcosa al di fuori di esso?
    Se si e’ nel conosciuto l’isola non c’e’, non si vede e non puo’ essere conosciuta.
    Se si abbandona il conosciuto, il suo condizionamento non e’ attivo, per cui nulla e’ visibile agli occhi della conoscenza abbandonata, tantomeno la famosa isola.
    Quindi, come si fa a vedere l’isola?
    L’isola e’ visibile soltanto con gli occhi foderati dalla fede.

    Macc he's t at ead di’.
    L’Oscemo

    RispondiElimina
  196. Seconda stella a destra,
    questo è il cammino
    e poi dritto fino al mattino
    poi la strada la trovi da te:
    porta all'isola che non c'è.
    Forse questo ti sembrerà strano
    ma la ragione
    ti ha un po' preso la mano
    ed ora sei quasi convinto che
    non può esistere un'isola che non c'è.
    E ti prendono in giro
    se continui a cercarla
    ma non darti per vinto perchè
    chi ci ha già rinunciato
    e ti ride alle spalle
    forse è ancora più Oscemo di te!

    Mac’s better than Win.

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  197. Edoardo Bennato inoltre13 novembre 2009 alle ore 13:31

    "E non è un'invezione
    e neanche un gioco di parole
    se ci credi ti basta perchè
    poi la strada la trovi da te...
    E a pensarci, che pazzia
    è una favola, è solo fantasia
    e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
    non può esistere nella realtà!"

    RispondiElimina
  198. robert fa quello che può e così anche voi.alla fine c'è chi fà e chi fà da spettatore.that's the difference e la vera lezione di vita

    RispondiElimina

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